Archive for the ‘Scienza’ Category

Il polo nord magnetico ‘scappa’ verso Nord, navigazione a rischio

martedì, Dicembre 17th, 2019

La ‘fuga’ del polo nord magnetico verso la Siberia continua a preoccupare gli scienziati di tutto il mondo. Il fenomeno sotto osservazione da mesi rischia di mandare in tilt le app negli smartphone nonché la navigazione marittima e aerea basata su programmi militari e civili.

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Il polo nord magnetico si sposta verso la Siberia. E fa perdere la bussola

di ELENA DUSI
Il fatto è che il polo nord magnetico è il punto della superficie terrestre dove le linee di flusso del campo geomagnetico, creato dal ferro fuso che si muove nel nucleo del pianeta, sono perpendicolari al suolo e dirette verso il terreno. Dalla sua posizione dipendono infatti le regolazioni di bussole e di sistemi di navigazione.

Il polo nord magnetico – a differenza di quello geografico – non ha una collocazione definitiva ma è in perenne movimento, con spostamenti sempre più veloci e sempre meno prevedibili. Così, dopo avere gironzolato per secoli nell’artico canadese con minimi spostamenti, dagli anni Novanta si è mosso a un ritmo senza precedenti, allontanandosi di 55 chilometri all’anno e senza dare segni di rallentamento.

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Cosa sta facendo Parmitano sulla Stazione Spaziale e perché

lunedì, Dicembre 2nd, 2019
Italian astronaut Luca Parmitano, crew member of the mission to the International Space Station (ISS),...

Molti di noi seguono con interesse le acrobazie che Luca Parmitano sta svolgendo all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale di cui in questo periodo è comandante, il primo di nazionalità italiana.

Con cadenza settimanale, oggi sarà la terza volta, il 9 dovrebbe essere quella finale, dopo essersi messo la tuta bianca per le passeggiate spaziali, Luca, accompagnato dal suo collega americano Drew Morgan, si sposta verso la posizione S3 dell’asse principale della Stazione, per un intervento di sostituzione di un componente del sistema di raffreddamento dell’esperimento AMS-02.

Chiamato  anche il “cacciatore di antimateria”, AMS-02 pesa circa 7,5 tonnellate, consuma più di due chilowatt ed è grande come una sala da pranzo:  è stato sviluppato nel corso di vent’anni da una collaborazione internazionale con una importante partecipazione italiana, per effettuare la misura di precisione della piccola componente di  antiparticelle nei raggi cosmici, potenziale indicatore di nuovi fenomeni fisici nel cosmo.

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Marte, l’annuncio dell’entomologo William Rosomer: «Insetti e serpenti sul pianeta rosso»

giovedì, Novembre 21st, 2019
Marte, l'annuncio dell'entomologo William Rosomer: «Insetti e serpenti sul pianeta rosso»

Il professor William Rosomer, uno dei più stimati entomologi americani, ha studiato per anni le fotografie scattate dai rover della Nasa su Marte. Oggi si dice certo dell’esistenza di diverse specie di insetti – sia vivi che fossili – sul pianeta rosso. Lo ha annunciato martedì a St. Louis, in Missouri, in occasione del congresso annuale dell’Entomological Society of America.

Api, bombi e serpenti

Attraverso la proiezione di una serie immagini, il professore emerito dell’Università dell’Ohio ha affermato che «la vita su Marte c’è stata e c’è ancora». Nello specifico, avrebbe riconosciuto la presenza di creature simili ad api, bombi e serpenti: «Tre regioni del corpo, una sola coppia di antenne e sei zampe — ha spiegato — sono tradizionalmente sufficienti per stabilire l’identificazione come insetto sulla Terra. Per gli artropodi bastano invece un esoscheletro e appendici articolate. Queste caratteristiche dovrebbero essere valide anche per identificare un organismo su Marte. Su queste basi, nelle foto dei rover si possono vedere forme simili ad artropodi e insetti terrestri».

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Nasa, una nuova simulazione mostra come è fatto un buco nero

venerdì, Settembre 27th, 2019
Nasa, una nuova simulazione mostra come è fatto un buco nero

Una nuova simulazione della Nasa mostra con un dettaglio senza precedenti come è fatto un buco nero. Dall’immagine si può vedere il corpo celeste dentro la zona d’ombra, circondato da un disco di materiale gassoso caldissimo.
Grazie a un campo gravitazionale molto intenso, un buco nero può attirare a sè qualsiasi cosa. Il corpo celeste assorbe la materia mentre intorno si forma un anello di materiale gassoso espulso a causa della rotazione della galassia attorno al proprio centro.

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Scoperta acqua su un pianeta simile alla Terra

giovedì, Settembre 12th, 2019

ROMA – C’è acqua nell’atmosfera di un pianeta che si trova a 110 anni luce dalla Terra e che ruota intorno a una stella più piccola e fredda del Sole alla distanza ideale – la cosidetta fascia abitabile – per avere temperature che permettono all’acqua di essere allo stato liquido e, forse, per poter ospitare la vita. La scoperta, pubblicata sula rivista Nature Astronomy, è del gruppo dell’University College di Londra di cui fanno parte il greco Angelos Tsiaras, l’italiana Giovanna Tinetti e il tedesco Ingo Waldmann.

Il pianeta si chiama K2-18 b ed era stato scoperto nel 2015 dal telescopio spaziale Kepler della Nasa. E’ una delle centinaia delle cosiddette super-Terre, ossia pianeti con una massa compresa fra quelle della Terra e di Nettuno. La sua massa è infatti otto volte superiore a quella del nostro e al momento è l’unico pianeta esterno al Sistema solare ad avere sia acqua, sia temperature che potrebbero sostenere la vita. La sua stella, K2-18, è una nana rossa molto attiva, tanto che il pianeta K2-18 b potrebbe essere esposto a molte radiazioni e avere perciò un ambiente più difficile rispetto a quello terrestre.

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Spazio, un asteroide gigantesco ‘sfiorerà’ la Terra il prossimo 14 settembre

martedì, Agosto 27th, 2019

È largo 290 metri e lungo 650 l’asteroide che ‘sfiorerà’ il nostro Pianeta il 14 settembre 2019. ‘2000 QW7’, questo il nome del corpo celeste, si avvicinerà alla Terra a una distanza minima di 5.3 milioni di chilometri, viaggiando a una velocità di 23.100 chilometri orari. La distanza, anche se può sembrare enorme, in realtà non lo è: si tratta di 0,03564 unità astronomiche (un’unità astronomica è la distanza media della Terra dal Sole e corrisponde a circa 150 milioni di chilometri).

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Il gene che aiuta i denti a rigenerarsi

sabato, Agosto 10th, 2019

Scoperto l’interruttore genetico che regola la riparazione dei denti: è il gene Dlk1, che agisce stimolando una particolare popolazione di cellule staminali responsabile della produzione della dentina, il tessuto che costituisce il ‘corpo’ del dente sotto lo smalto. Questo meccanismo molecolare, scoperto negli incisivi a crescita continua dei topi, può essere manipolato: nei primi test sugli animali ha dimostrato di favorire la rigenerazione, aprendo la strada a nuove cure per denti cariati o danneggiati da traumi. A indicarlo è lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications da una collaborazione internazionale coordinata dall’università britannica di Plymouth.

“Le cellule staminali sono molto importanti, perché in futuro potrebbero essere usate in laboratorio per rigenerare tessuti danneggiati o persi a causa di malattie, quindi è cruciale capire come funzionano”, afferma il coordinatore dello studio, Bing Hu.

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Scoperta una nuova super Terra, vicina a noi

venerdì, Agosto 2nd, 2019

CI SONO tre ‘nuovi’ mondi tra i più piccoli e vicini esopianeti mai visti fino ad oggi. A vederli per noi è stato TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), il cacciatore di esopianeti erede di Kepler che ha individuato il sistema Toi-270 orbitante attorno a una stella nana del tipo spettrale M (piccola e fredda), a 73 anni luce di distanza, nella costellazione meridionale Pictor. Tre mondi ‘alieni’ (Toi-270b, Toi-270c e Toi-270d) che impiegano 3.36, 5.66 e 11.38 giorni rispettivamente per ruotare attorno al loro sole, grande un terzo del nostro.



Il sistema Toi-270 è formato da una piccola ‘super Terra’ rocciosa e due pianeti sub-Nettuno, così considerati perché grandi circa la metà del nostro gigante ghiacciato. Lo studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics spiega come le osservazioni dei transiti da febbraio ad oggi abbiano permesso di rintracciare la “terra calda” Toi-270b, un pianeta che secondo la Nasa è più grande del nostro del 22% ma molto più caldo (254°C). E’ il terzo pianeta extrasolare roccioso conosciuto più vicino a noi.

Scoperta una nuova super Terra, vicina a noi
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Spazio, gli scienziati mostrano per la prima volta la “fotografia” di un buco nero

mercoledì, Aprile 10th, 2019

Un anello rossastro “sfocato” al centro della galassia M87 con una massa sei miliardi e mezzo di volte più grande del nostro Sole: appare così la prima immagine in assoluto di un buco nero. “Quella che abbiamo visto è l’ombra di un buco nero”, ha spiegato Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte. La rivelazione, nata dalle intuizioni di Einstein, apre un nuovo affascinante capitolo dell’astrofisica.

Spazio, gli scienziati mostrano per la prima volta la "fotografia" di un buco nero

E’ la prima prova visiva diretta di un buco nero e della sua ombra. Si tratta dell’immagine dell’orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio, con una massa equivalente a 6,5 miliardi di masse solari, che si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra, al centro della galassia Messier 87. A “scattare” la storica fotografia sono stati gli scienziati della collaborazione internazionale Eht, Event Horizon Telescope, cui partecipano ricercatrici dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, e dell’Istituto nazionale di astrofisica.

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Un nuovo batterio esiste in natura. Il suo Dna creato dal computer

martedì, Aprile 2nd, 2019

di ELENA DUSI

ALL’elenco dei viventi oggi si è aggiunta una nuova specie. E per la prima volta non è figlia dell’evoluzione, ma del computer. I ricercatori del Politecnico di Zurigo hanno ordinato a un software di “sfornare” il genoma di un batterio dalle caratteristiche desiderate. I circuiti di silicio si sono messi al lavoro e hanno generato un elenco di lettere: A, C, G e T. E’ il codice del Dna, perfezionato dalla natura in miliardi di anni, che fa corrispondere a ogni gruppo di lettere una serie di proteine: i mattoni che compongono i viventi. L’uomo ha imparato a leggere questa lingua una trentina di anni fa. Ora si sta sforzando anche di scriverla.

Il risultato è il Dna di un batterio artificiale che si chiama Caulobacter ethensis 2.0 ed è un mix di ambizione e (ma ancora per poco) imperizia. I risultati sono stati pubblicati lunedì sera sulla rivista Pnas. Gli scienziati di Zurigo si sono aiutati ispirandosi a un batterio naturale, semplice e innocuo, che vive nell’acqua fresca: il Caulobacter crescentus. Convinti di poterlo migliorare, hanno deciso di tagliare le parti inutili del suo Dna, passando da 4mila a 680 geni.

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