Fuoco, fumo, morti e feriti nella metropolitana di San Pietroburgo. Subito si parla di almeno dieci morti e decine di feriti, alcuni dei quali gravi. E’ stata una bomba a fare strage dentro un vagone della metro, intorno all’ora di pranzo. L’esplosione, diranno poi gli artificieri, è stata causata “da un ordigno artigianale probabilmente lasciato su un vagone prima della partenza del convoglio”, e quindi non da un terrorista kamikaze. Un ordigno reso ancora più pericoloso dall’aggiunta di “elementi lesivi”, cioè riempito di schegge, chiodi e altri pezzi di ferro. Questa la prima ricostruzione dell’agenzia Interfax.
Ore di terrore nel sottosuolo della seconda città russa. L’allarme scatta intorno alle due e quaranta ora locale (l’una e quaranta in Italia) dopo una violenta deflagrazione in un convoglio che correva in galleria, tra due diverse stazioni, la fermata del “Tekhnologicheskiy Institut” e la “Sennaya Ploshad”, che è stata invasa dal fumo, tanto che in un primo momento si è parlato di due diverse esplosioni.
E poco dopo un secondo ordigno, rudimentale, viene effettivamente trovato ancora inesploso in una terza stazione, Ploshchad Vosstania, nei pressi della piazza della Rivoluzione. Occorrono ore per disinnescarlo. (altro…)