“Stiamo costruendo il mondo che tutti vogliamo?” Se lo chiede Mark Zuckerberg in un post di largo, larghissimo respiro intitolato Building Global Community (“Costruendo una comunità globale”), quasi un manifesto di ciò che sarà – o vuole essere – il social network da grande.
L’uomo che ha inventato Facebook, cambiando, forse per sempre, il nostro modo di comunicare (e non solo quello), ha compreso che il ruolo delle reti sociali oggi va ben al di là della semplice connessione fra persone. Lo dicono i numeri – la piattaforma si prepara a tagliare quota due miliardi di iscritti, una popolazione che se fosse uno Stato supererebbe di gran lunga la Cina – ma anche tutti quegli eventi della nostra quotidianità per i quali il ruolo degli amplificatori sociali sta diventando ormai centrale, se non addirittura dirimente.
Un aiuto dall’intelligenza artificiale
“Il nostro prossimo obiettivo sarà sviluppare infrastrutture sociali per la comunità, capaci di sostenerci, mantenerci al sicuro, informarci, coinvolgerci sul piano civico, e includere tutti”. Sembrano le parole di un politico consumato, capace di dosare fatti e promesse. Al guru di Menlo Park non devono essere evidentemente sfuggite tutte le critiche degli ultimi tempi, e in particolare quelle piovutegli addosso all’indomani di Brexit e del voto americano. Lo si intuisce da tutti i piccoli e grandi riferimenti che rimarcano la volontà di preservare quel carattere di neutralità che dovrebbe essere la base di un servizio nato per ospitare l’opinione di tutti, in modo imparziale.
Non sarà una missione semplice, per ovvie ragioni tecniche. “Ci sono miliardi di messaggi, commenti e messaggi attraverso i nostri servizi ogni giorno, e dal momento che è impossibile controllare tutti loro, li passiamo in rassegna solo dopo che ci arriva una segnalazione”, ammette il CEO. (altro…)