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Palermo, arrestata la preside antimafia Daniela Lo Verde: rubava cibo in mensa e tablet per gli studenti

sabato, Aprile 22nd, 2023

di Lara Sirignano

La dirigente dell’istituto «Falcone» dello Zen, nominata Cavaliere da Mattarella, è accusata di corruzione e peculato. Arrestato anche il vice Daniele Agosta. Le intercettazioni choc: «Ci arrivano soldi da tutte le parti». E il ministro la sospende

Palermo, arrestata la preside antimafia Daniela Lo Verde: rubava cibo in mensa e tablet per gli studenti
La preside (a destra) e il suo vice mentre porta via un computer dalla scuola

Le immagini girate dai carabinieri la riprendono mentre razzia la mensa scolastica e si appropria di tablet e cellulari destinati alla sua scuola, l’istituto «Giovanni Falcone» dello Zen di Palermo, quartiere tra i più difficili della città. Per anni ritenuta una preside di frontiera, baluardo di legalità in una zona a rischio, nel 2020 nominata cavaliere della Repubblica dal capo dello Stato, oggi Daniela Lo Verde, 53 anni, è stata arrestata per corruzione e peculato insieme al vicepreside Daniele Agosta. Per mesi si sarebbero appropriati del cibo, di computer e di tablet destinati ai ragazzi e acquistati con i fondi europei. Il gip che, per entrambi, ha disposto gli arresti domiciliari parla di quadro probatorio «chiaro, del tutto inequivocabile e imbarazzante» e di una gestione assolutamente spregiudicata e volta a curare meramente interessi di natura personale. LEGGI ANCHE

Domiciliari per una commessa in un negozio di informatica

L’inchiesta, coordinata dal pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, coinvolge anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, anche lei ai domiciliari: si tratta di una dipendente di un negozio di informatica che avrebbe ottenuto le forniture di dispositivi alla scuola in via diretta e in esclusiva e in cambio avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari. Lo spaccato che viene fuori dalle indagini è disarmante. «Il riso .. . lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo… benissimo… ora sistema sopra il frigorifero… questa cosa di origano mettila pure per casa… – spiegava la Lo Verde alla figlia non sapendo di essere intercettata—. Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto… poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside ndr)».

L’inchiesta nasce dalla denuncia di una insegnante

Intanto le «cimici« dei carabinieri, coordinati dal colonnello Salvatore Di Gesare, comandante del Reparto Operativo di Palermo, registravano tutto. L’inchiesta nasce dalla denuncia di una insegnante che ha svelato i metodi della donna. Particolarmente grave ed emblematica una intercettazione di una conversazione tra la preside e il suo vice che commentano un furto di computer avvenuto a scuola e denunciato sui media dalla donna. «Per un cornuto un cornuto e mezzo – diceva Agosto — ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!».

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Caltanissetta, sequestrano e torturano un tredicenne: in carcere due quindicenni. Sputi, schiaffi e minacce: “Ti diamo fuoco”

mercoledì, Gennaio 4th, 2023

CALTANISSETTA. Due quindicenni sono stati arrestati dai carabinieri di Caltanissetta per aver sequestrato in un garage e picchiato per un’ora e mezza un tredicenne. Il Tribunale per i minorenni ha disposto il carcere minorile al termine di un’articolata attività investigativa coordinata dal procuratore della Repubblica per i minorenni Rocco Cosentino e condotta dalla Sezione operativa dei carabinieri. I due quindicenni sono accusati, a vario titolo, di tortura, sequestro di persona, minaccia, lesioni aggravate e porto di oggetti atti ad offendere.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due, a settembre, avrebbero attirato un tredicenne con l’inganno all’interno di un garage di proprietà di uno dei due aguzzini, bloccandolo su una sedia e legandogli caviglie, polsi e bocca con del nastro da imballaggio. Poi lo avrebbero preso a schiaffi su tutto il corpo, sputandogli sul volto e intimidendolo con attrezzi da lavoro e con un coltello, oltre a versargli addosso acqua intrisa di olio per motori e minacciando di dargli fuoco. Dopo circa un’ora e mezza il tredicenne sarebbe stato liberato con l’ulteriore minaccia di morte qualora avesse raccontato a qualcuno quanto accaduto.

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Capaci, la cronaca in redazione di quel sabato maledetto di trent’anni fa: “C’è stato un attentato, è un inferno”

domenica, Maggio 22nd, 2022
falcone strage capaci

Ventitré maggio 1992.

Una giornata afosa a Palermo, preannuncio d’estate.

Tutti ricordano quel sabato maledetto e cosa stavano facendo

. Io ero di turno nella redazione Ansa insieme al collega Franco Viviano. Giornata tranquilla, poche e di routine le notizie da Palermo: il 45esimo anniversario della prima seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana; l’assalto di una banda di rapinatori all’abitazione di una coppia di coniugi. Sulle reti Ansa scorrono invece da Roma le cronache politiche relative alle trattative tra i partiti per l’elezione del Capo dello Stato. La notizia che avrebbe cambiato di colpo non solo la giornata ma anche la storia d’Italia

si materializza alle 17.58, attraverso la radio collegata con le frequenze delle forze dell’ordine.

Inizialmente si parla di un’esplosione, avvenuta forse nel cementificio di Isola delle Femmine, a due passi da Capaci. Poi, con il passare dei minuti e l’arrivo delle prime volanti, le conversazioni diventano, via via, sempre più concitate. “C’è stato un attentato. Ci sono morti e feriti, è un inferno…”. A un certo punto la centrale operativa della Questura parla di
una “nota personalità” coinvolta

. Il nome di Giovanni Falcone non viene mai pronunciato, ma non ci vuole molto per capire che è proprio lui la “nota personalità” che si trova su un’ambulanza diretta verso l’ospedale.

giovanni falcone, mafia, 23 maggio, palermo
agenzia

Io e Franco ci dividiamo i compiti: lui rimane in redazione per passare i primi flash d’agenzia,

io corro in moto verso Capaci

. Ma l’ingresso dell’autostrada è chiuso al traffico per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine. Bloccato in auto c’è anche il nostro fotografo Franco Lannino, lo carico sulla moto e insieme cerchiamo di raggiungere Capaci dalla statale, che procede parallela all’autostrada. Superiamo lunghissime code di auto che intanto si sono formate.

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Mafia, affari e politica in provincia di Messina. Colpo al clan di Barcellona, 81 arresti

martedì, Febbraio 22nd, 2022

di Salvo Palazzolo

Avevano scontato una condanna per mafia ed erano tornati alla loro attività di sempre. Due boss puntavano a fare tornare la cosca di Barcellona Pozzo di Gotto agli splendori criminali di un tempo. E c’erano riusciti, purtroppo. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Messina, coordinate dalla procura diretta da Maurizio de Lucia, hanno svelato una presenza pressante di Cosa nostra sul territorio. Questa notte, sono scattati 81 arresti. Notificati anche cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.

La cosca di Barcellona era tornata ad imporre i propri buttafuori ai locali della costa tirrenica. Molti altri imprenditori erano costretti a pagare il pizzo. I boss puntavano anche su nuovi traffici di droga. E poi reinvestivano i proventi illeciti in attività economiche lecite, nel settore dell’ortofrutta. Anche grazie all’aiuto di insospettabili.

Le intercettazioni dei carabinieri del Reparto Operativo di Messina sono davvero il racconto attualissimo della mafia che si trasforma: l’aspetto più inquietante è  nell’atteggiamento che viene registrato nei confronti dei padrini tornati in libertà. Purtroppo, in tanti continuano a cercare i boss, per risolvere le questioni più diverse. Persino per cercare voti nel corso delle campagne elettorali. Il caso Messina diventa allora emblematico. Da sempre, Barcellona Pozzo di Gotto è un laboratorio per alleanze e relazioni criminali: al centro, c’è una mafia antica, che custodisce il segreto di tante relazioni con le cosche di Palermo e Catania.

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Palermo: vaccinazioni Covid false, in manette leader no vax, sospeso un poliziotto

martedì, Dicembre 21st, 2021

di Ferruccio Pinotti

La Digos di Palermo questa mattina ha fermato tre persone, fra cui il leader dei no vax palermitani Filippo Accetta. Venivano chiesti 400 euro per ogni finta vaccinazione. Coinvolto anche un poliziotto

Una telecamera della Digos ha ripreso un’infermiera mentre svuotava il contenuto del vaccino in una garza senza iniettarlo al paziente, che però risultava regolarmente vaccinato. Lo ha scoperto la Digos di Palermo che questa mattina ha fermato tre persone, fra cui il leader dei no vax palermitano Filippo Accetta. Coinvolto nel “giro” anche un poliziotto della Questura di Palermo.

La falsa iniezione e i 100 euro all’infermiera

L’infermiera dell’hub vaccinale di Palermo Anna Maria Lo Brano, fermata oggi dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’indagine sui falsi vaccinati, agiva sempre nello stesso modo come ricostruito grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza. Dopo avere svuotato il siero contenuto nella siringa, già precedentemente preparata, in una garza in cotone, inseriva l’ago nel braccio del finto vaccinato senza iniettare alcunché e senza muovere lo stantuffo della siringa. La truffa è evidente, basta guardare le immagine registrate nel corso delle indagini. Gli agenti per giorni hanno intercettato la donna accertando contatti tra l’infermiera e chi si sottoponeva al finto vaccino, disposto a sborsare cento euro pur di ottenere il Green pass. Le indagini svolte hanno escluso il coinvolgimento dei medici che lavorano al centro vaccinale e dei funzionari responsabili

Coinvolto anche un poliziotto

L’infermiera, impegnata nell’hub della Fiera di Palermo (il più grande centro di vaccinazione della provincia) si chiama Anna Maria Lo Brano. Il terzo fermato, Giuseppe Tomasino è un amico di Accetta, anche lui no vax, che avrebbe partecipato alle finte vaccinazioni. La scorsa notte, i tre sono stati arrestati. L’infemiera si chiama è operativa all’ospedale Civico. Il procuratore Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Demontis hanno emesso un provvedimento di fermo urgente, per fermare l’attività illecita. L’inchiesta guidata dal sostituto Felice De Benedittis ha scoperto una decina di false vaccinazioni, ma si ipotizza che il sistema fosse più ampio. Non c’erano comunque solo motivazioni ideologiche,sembra fossero richiesti 400 euro per ogni falsa vaccinazione. Il questore Leopoldo Laricchia ha aaffermato: «Siamo entrati nelle trame oscure e fraudolente di quei No Vax irriducibili che non esitano a violare la legge, anche commettendo reati odiosi come la corruzione. Tra i fruitori del servizio illecito purtroppo siamo incappati in un poliziotto della questura di Palermo. Dopo la discovery odierna delle indagini per il rispetto del segreto istruttorio, saranno immediatamente avviati i provvedimenti sanzionatori previsti dalle norme disciplinari e la sospensione dal servizio e dallo stipendio disposta dalle recenti norme sull’obbligo vaccinale per le forze di polizia».

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Allerta meteo su Sicilia e Calabria, scuole chiuse in diverse province | A Scordia auto travolte dal fango: ci sono ancora dei dispersi

lunedì, Ottobre 25th, 2021

Allerta meteo proclamata dalla Protezione civile per le avverse condizioni atmosferiche previste per il 25 ottobre su Calabria e Sicilia. Sono previste 24 ore di precipitazioni intense e per questo diversi sindaci hanno ordinato la chiusura preventiva delle scuole. Istituti chiusi a Reggio Calabria, Messina, Catania, Siracusa ed Enna. L’allerta è arrivata fino all’Agrigentino: anche la città di Sciacca ha chiuso le proprie scuole.

A Scordia auto travolte dal fango: paura per una coppia di anziani – Danni ingenti a causa del maltempo che si è abbattuto sulla Sicilia orientale. In particolare a Scordia, nel Catanese, diverse auto sono state trascinate via dalla furia dell’acqua che ha trasformato le strade in fiumi in piena. Sembrava essersi risolta nel migliore dei modi la ricerca di una coppia di anziani ritrovata dai vigili del fuoco e invece ad essere stata trovata è un’altra coppia. Restano dunque in corso le ricerche da parte dei soccorritori di una coppia di anziani la cui auto è stata travolta da un fiume di fango in contrada Ogliastro sulla strada provinciale 28 a qualche chilometro dal paese del Catanese. Nella zona  sono caduti quasi 150 millimetri di pioggia, una quantità che solitamente si registra nell’arco di alcuni mesi.

Protezione civile: “E’ allarme rosso” – “E’ in atto una perturbazione molto forte sulla Sicilia – dice Salvatore Cocina, direttore della protezione civile regionale – una cellula temporalesca che si è già abbattuta su Pantelleria e che si appresta a raggiungere le zone dell’agrigentino e il nisseno. Un’altra cellula temporalesca ha gia’ scaricato una grande quantità di pioggia tra Palagonia, Scordia, Militello, Francofonte, provocando frane e allagamenti e danni alle cose ma fortunatamente senza alcun ferito. Un’altra cella investe la zona di Giarre. La situazione è in evoluzione e ci attendiamo ulteriori fenomeni. Siamo in allarme rosso e sono aperti oltre cento centri operativi comunali che stanno monitorando la situazione”.

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Mafia, Messina Denaro riappare in un video del 2009 | Perquisizioni in Sicilia a caccia del superlatitante

venerdì, Ottobre 1st, 2021
Ripreso in un video il volto del boss Matteo Messina Denaro

Il volto del latitante più ricercato d’Italia riappare in un video. Il Tg2 ha trasmesso le immagini del numero uno di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, riprese da una telecamera di sicurezza su una strada in provincia di Agrigento nel dicembre 2009: le uniche finite in mano agli investigatori dal 1993. Intanto la polizia ha eseguito decine di perquisizioni in Sicilia con l’obiettivo di individuare dove si nasconde il boss.

Le nuove indagini – Durante i controlli, disposti dalla Dda di Palermo, sono impegnati circa 150 agenti delle squadre mobili di Palermo, Trapani e Agrigento, supportati dagli uomini del Servizio centrale operativo e dei reparti prevenzione crimine di Sicilia e Calabria. Al centro delle nuove verifiche sono finiti mafiosi e favoreggiatori già finiti nella rete delle indagini, ma anche insospettabili su cui adesso si concentra l’attenzione della polizia.

Il video in cui “riappare” Messina Denaro è in possesso degli investigatori della Direzione centrale anticrimine della polizia. Nelle immagini, che durano pochi secondi, si vede un suv blu che percorre una strada sterrata in piena campagna. A bordo ci sono due persone: l’autista e, sul sedile del passeggero, un uomo stempiato e con gli occhiali. Secondo investigatori e inquirenti, quell’uomo potrebbe essere proprio il 58enne superlatitante, conosciuto anche come Diabolik. Le immagini, sostiene sempre il Tg2, sono state riprese da una telecamera di sicurezza a poche centinaia di metri dalla casa di Pietro Campo, boss della Valle dei Templi e fedelissimo del numero uno di Cosa Nostra. In quel periodo Campo era protetto dalle famiglie agrigentine e, forse, stava andando proprio ad un incontro con i capi mafia locali.

Stragi del ’92: condannato all’ergastolo il boss Matteo Messina Denaro

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L’Etna è cresciuto di 37 metri

mercoledì, Agosto 11th, 2021

FABIO ALBANESE

Il cratere di Sud Est, in continua attività da dicembre, ha “scalzato” in altezza il Nord Est. Ora il vulcano misura 3357 metri. Non accadeva da 40 anni. La certificazione arriva dall’Osservatorio Etneo di Catania dell’Ingv

A sinistra il cratere di sud-est come si presentava il 17 gennaio, a destra dopo sei mesi
A sinistra il cratere di sud-est come si presentava il 17 gennaio, a destra dopo sei mesi

Tremilatrecentocinquantasette metri. E’ la nuova altezza dell’Etna: 37 metri in più di quella che si conosceva finora. Ma ora il punto più alto non è più il cratere di Nord Est (3320 metri), che deteneva il primato da 40 anni, bensì il cratere di Sud Est, quello che dalla fine dello scorso anno a intervalli sputa fuori lava incandescente, cenere e lapilli e che ha riempito i social di foto spettacolari e le strade e i tetti di mezza Sicilia orientale di polvere nera, vetrosa e pericolosa per la salute delle persone e per la circolazione stradale. Il sospetto che il Sud Est, il più giovane dei quattro crateri sommitali dell’Etna e anche il più irrequieto a partire dagli anni ‘90, avesse sopravanzato il Nord Est, i vulcanologi dell’Osservatorio etneo di Catania dell’Ingv lo avevano già da un po’, anche solo osservando da lontano il profilo del vulcano. Poi sono arrivate le misurazioni ufficiali, un incrocio di rilievi sul campo, dati Gps e satellitari, ed è saltata fuori anche l’ufficialità, pubblicata oggi sul bollettino settimanale dell’Istituto nazionale di geofisica e vhulcanologia.

L’Etna è dunque più alto. Ma non è detto che la misurazione di questi giorni resti così: potrebbe almeno momentaneamente aumentare ancora, visto che la lunga fase di oltre 50 parossismi del Sud Est da fine dicembre fino a ieri non si è ancora conclusa; ma potrebbe anche abbassarsi. Spiegano infatti i vulcanologi che, come peraltro accaduto a suo tempo per il cratere di Nord Est, negli anni i depositi di lava e scorie che hanno fatto aumentare l’altezza del cono del cratere, con il tempo subiscono assestamenti, parti possono franare, grosse porzioni possono rotolare più giù.

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Incendio a Catania: 30 focolai, fumo sulla città, case evacuate. In 150 salvati via mare

sabato, Luglio 31st, 2021

Catania – La Sicilia brucia, Catania è un inferno: il soffocante vento africano alimenta le fiamme di diversi incendi. Si contano una trentina di focolai, che si sospetta siano dolosi, solo in città. Le temperature sono roventi: oggi sono stati toccati i 40° e nei prossimi giorni dovrebbe peggiorare.
La zona maggiormente colpita è quella nel rione Fossa Creta dove le fiamme hanno lambito le case e diverse famiglie sono state costrette a lasciare le loro abitazioni. Nella zona si alza un’intesa nube di fumo. Chiuso al traffico l’asse dei servizi e bloccato l’accesso anche ad alcune strade. Un rogo ha distrutto lo stabilimento balneare Le Capannine del lungomare della Plaia (nel video la distruzione delle fiamme). Sui diversi fronti sono impegnati numerosi vigili del fuoco. Rinforzi stanno arrivando a Catania da altri comandi principali della Sicilia. 

Dalle periferie al centro storico, si moltiplicano le richieste d’intervento – almeno 70 – che stanno impegnando vari mezzi e diverse squadre dei vigili del fuoco. Scene da inferno di fuoco, con gli abitanti preoccupati dall’evolversi della situazione: le fiamme sembrano essere sotto controllo, ma il vento è tornato a spirare forte alimentandole. Le famiglie hanno tentato di difendere le loro abitazioni aggredite dalle fiamme usando l’acqua di casa. Ci sono stati anche momenti di tensione tra gli abitanti con le case invase dalle fiamme, e i soccorritori, dovuti alla drammaticità del momento

Il capo dipartimento della Protezione civile, Salvo Cocina, ha richiamato tutto il personale e sospeso le ferie per l’emergenza incendi non solo a Catania ma in diverse province in Sicilia. A causa degli incendi scoppiati anche vicino lo scalo, l‘aeroporto internazionale di Catania ha sospeso per circa un’ora le operazioni di volo in arrivo e in partenza.

150 salvati via mare

Centocinquanta persone bloccate dagli incendi in due delle zone marinare di villeggiatura sono state salvate da mezzi navali e personale della Capitaneria di porto. Per fuggire alle fiamme sono si sono recate sulla spiaggia dove sono state soccorse dalla guardia costiera prima con dei gommoni e poi trasbordate su motovedette. Sul posto anche un rimorchiatore e una mezzo navale della Guardia di finanza.

Le persone soccorse sono dei villaggi Primosole e Azzurro. Alcuni di loro hanno perso la casa e saranno ospitati nel Palazzetto dello sport di piazza Spedini messo a disposizione dal Comune. Gli interventi sono stati coordinati dalla prefettura. 

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Roghi anche in provincia

Per l’aggravarsi della situazione si è reso necessario l’arrivo, da altri Comandi Principali della Sicilia, di rinforzi. Tre squadre di colonna mobile regionale sono in assetto antincendio boschivo. Situazione critica anche in provincia: 15 i roghi segnalati tra Paternò, Ragalna e Biancavilla; 14 interventi nella zona del Calatino e sei richieste tra Acireale e Giarre

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Stromboli, forte eruzione: “Il cielo si è oscurato”. Il video

giovedì, Maggio 20th, 2021

Palermo, 19 maggio 2021 – Una colonna di fumo alta, il lancio di lapilli incandescenti e un’ampia fuorisciuta di lava segnalano una forte eruzione del vulcano di Stromboli. La colata di lava sta scendendo verso il mare lungo la depressione desertica dell’isola, zona di Stroboli chiamata sciara del fuoco. Sono diverse le piccola frane provocate dall’eruzione del vulcano e dalla colata della lava. Il boato è stato avvertito distintamente dagli abitanti e dai turisti che hanno cominciato in questi giorni a popolare l’isola delle Eolie.

L’attività del vulcano di Stromboli si era intensificata negli ultimi giorni, come sottolineato anche dai bollettini dell’Ingv di Catania che ieri aveva evidenziato “una attività vulcanica esplosiva normale di tipo stromboliano accompagnata da attività a tratti intensa all’area numero 2”. Oggi l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha comunicato che “a partire dalle ore 12:47 si è osservato un incremento dell’attività esplosiva dall’area craterica Nord che alle ore 12:51 ha prodotto un flusso piroclastico che ha raggiunto la linea di costa sviluppandosi in mare per oltre 1 km e producendo una nube di cenere che ha raggiunto un’altezza stimata di circa 1.5-2 km sul livello del mare. Altri flussi piroclastici di minore intensità – prosegue la nota – si sono verificati a partire dalle ore 13:02 producendo modeste nubi di cenere e materiale grossolana caldo che raggiunge la linea di costa. Il fenomeno è tuttora in corso”.

All’Adnkronos ha parlato un abitante di Ginostra, Gianluca Giuffrè, testimone seppur a distanza della forte eruzione del vulcano: “C’è stata una forte eruzione, ma senza boato. Si è alzato un grossissimo nuvolone che però si è riversato sul lato di Stromboli, sul lato di Ginostra dove vivo io non è successo nulla”.

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