Archive for the ‘Lazio’ Category

Coronavirus nel Lazio, la nuova ordinanza: mascherine obbligatorie all’aperto

venerdì, Ottobre 2nd, 2020

di Valeria Costantini

È ufficiale: da sabato mascherine obbligatorie anche all’aperto nel Lazio, tranne per bambini sotto i sei anni, malati cronici e per chi fa sport. Via ai test salivari da martedì nelle scuole, dove finora sono stati individuati 290 positivi totali. Le vaccinazioni partiranno dal 15 ottobre. Sono alcune delle novità emerse nella conferenza del presidente della Regione Nicola Zingaretti, insieme all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato che ha annunciato l’avvio della campagna di screening negli istituti scolastici con i test salivari, più rapidi e meno invasivi.

Zingaretti: «Nessuna restrizione sugli orari di negozi, locali e pub»

La prima contromisura a fronte del costante aumento dei contagi – giovedì il record assoluto di 265 positivi – è quello dell’obbligo della mascherina h24, «uno strumento di prevenzione, chi violerà questa regola verrà sottoposto alla multa prevista» (da 400 e fino a 3 mila euro ndr.), ha sottolineato Zingaretti che non ritiene necessario al momento l’adozione di restrizioni sugli orari di negozi, locali e pub, invitati però a maggiori cautele come la registrazione dei clienti e la misurazione della temperatura. Sono stati 240 gli interventi delle squadre sanitarie finora effettuati nelle scuole, ha riassunto D’Amato. Ora la procedura sarà più veloce, come ha illustrato Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, con l’invio del prelievo salivare al San Camillo che processerà il test per poi inviarlo, in caso di sospetti, all’istituto delle malattie infettive di via Portuense per la convalida. Non servirà in sintesi un secondo prelievo e la risposta potrà arrivare in giornata. L’altra novità annunciata è l’estensione della somministrazione dei vaccini anti-influenzali alle farmacie: 100mila le dosi dal 15 ottobre con l’avvio della campagna.

Rating 3.00 out of 5

Caditoie e fogne, bloccati i bandi del Giubileo. Ecco perché Roma si allaga

lunedì, Settembre 28th, 2020

di LORENZO D’ALBERGO

Fogne al collasso. Bandi per la manutenzione delle caditoie finanziati con i fondi del Giubileo della Misericordia – sì, quello del 2015 – ancora bloccati. E poi il servizio di spazzamento delle strade di Ama che continua a scontare carenze importanti. Se ci si chiede perché le ormai consuete bombe d’acqua alla capitolina (per la Protezione Civile la prossima potrebbe arrivare entro 24 ore) continuino a mandare in tilt la città, la risposta sta in una micidiale stratificazione di guai. Problemi strutturali e beghe amministrative.

Roma, piove in città, piscine in strada: da via Petroselli alla Tiburtina a Ostiense, la città sott’acqua

{}

Ma procediamo con ordine. Le fognature di Roma sono vecchie. Vecchissime. Tolte quelle inaugurate dai 5S, le più recenti sono state realizzate a cavallo tra gli anni ’50 e ’60. Nel frattempo la capitale si è espansa, rendendo inadeguato un sistema che deve sostenere il peso di 800 mila tra caditoie e tombini.

Un handicap a cui si sommano i ritardi nell’assegnazione delle gare giubilari. I 2,9 milioni di euro stanziati per le caditoie della grande viabilità e gli 1,8 destinati a quella municipale sono ancora fermi. Gli appalti sono stati banditi nel 2017 e poi, come richiesto dall’Anac, ripubblicati nel 2018. ” Manca poco. Dovrebbero essere assegnati entro 45 giorni ” , fanno sapere dall’assessorato ai Lavori pubblici. Perché tanto ritardo? Per due lotti su quattro sono saltate fuori anomalie nelle offerte. Stop obbligato e sotto con nuovi controlli.
” Ma mezzi e risorse – assicurano dal Campidoglio – non mancano”. Il milione di euro messo in campo nel 2019 è stato affidato. E, dopo la pausa dettata dal lockdown, ora i lavori vanno avanti a pieno ritmo. Poi ci sono le squadre di pronto intervento del Simu, dedicate soprattutto ai sottopassi. Gli operai negli ultimi mesi hanno visto di tutto: nei pozzi hanno trovato lattine di Coca-Cola di 20 anni fa, tubature scollegate, caditoie semicoperte da colate di asfalto.

Rating 3.00 out of 5

“La rapina della Ztl”. Gasparri azzanna la Raggi: con la scusa del Covid…

venerdì, Settembre 25th, 2020

L’ultima vessazione nei confronti dei cittadini romani da parte della sindaca Virginia Raggi è quella che il senatore di Maurizio Gasparri, commissario del coordinamento Forza Italia Roma Capitale, e Francesco De Micheli coordinatore FI del I Municipio, definiscono la “rapina” della ZTL. 

“Da parte del Comune di Roma siamo a una ulteriore forma di vessazione nei confronti dei cittadini. Per sei mesi la ZTL è stata ovviamente aperta al libero accesso di tutti senza limitazioni. I residenti pagano molti soldi per poter andare a casa loro. Sarebbe stato logico, come alcuni avevano anche chiesto ed altri avevano annunciato, che il permesso a pagamento per i residenti fosse prorogato dello stesso tempo in cui l’accesso al centro è stato gratuito per tutti, ovvero per almeno sei mesi. Invece ora il comune nega questo diritto. In pratica da marzo alla fine di agosto chiunque è potuto entrare in centro gratuitamente ma i residenti invece sono entrati a pagamento e quel pagamento non viene compensato da una proroga di sei mesi, senza ulteriori oneri, dei permessi di accesso. Una vera e propria rapina. Un atto inaudito di questa sindaca che mette così il suggello al suo quinquennato che sarà sommerso dalle pernacchie e dai boati dei romani”, si legge in una nota dei due esponenti azzurri. 

Rating 3.00 out of 5

Omicidio Willy, i fratelli Bianchi col reddito di cittadinanza: avviata indagine patrimoniale sulla famiglia

giovedì, Settembre 17th, 2020

Suv, bottiglie di champagne, alberghi a cinque stelle: questa la vita mostrata dai fratelli Bianchi sui loro social. Un tenore da nababbi che però si scontra con quanto scoperto dagli inquirenti che indagano sulla morte di Willy Monteiro Duarte: attraverso il padre usufruivano del reddito di cittadinanza. Anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, indagati per il pestaggio mortale, usufruiscono del sussidio.

La domanda per poter avere il reddito di cittadinanza è stata presentata dai vari capi famiglia i quali hanno inserito i loro figli, tutti al di sotto dei 24 anni e senza reddito, come familiari a carico. Questo potrebbe nel caso dei Bianchi aver fatto crescere l’assegno mensile oltre i mille euro. Una cifra che comunque non si sposa con la vita agiata che questi ragazzi dimostravano di avere con le foto postate sui profili social. Per i quattro picchiatori di Colleferro si è già aperta l’indagine patrimoniale che potrebbe però allargarsi anche ai genitori visto che le dichiarazioni mendaci sono punite a norma di legge. 

Bianchi fermati 25 minuti dopo pestaggio – Intanto emergono alcuni dettagli sulla notte in cui Willy perse la vita. Sono stati fermati venticinque minuti dopo l’aggressione mortale a Willy Monteiro Duarte i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Il dato emerge dalle carte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Velletri.  “I responsabili sono stati sorpresi alle ore 3:55 – scrivono gli inquirenti – dopo appena 25 minuti dal fatto, con ‘cose e tracce’ dalle quali apparivano aver commesso il fatto “immediatamente prima”. In particolare l’autovettura con la quale gli aggressori sono giunti sul luogo del delitto e poi si sono dati alla fuga, la camicia strappata indossata da Gabriele Bianchi ed il palese stato di agitazione”.

Rating 3.00 out of 5

Omicidio di Willy Monteiro Duarte, l’ultimo mistero e il ruolo del gruppo di Colleferro

venerdì, Settembre 11th, 2020

di CLEMENTE PISTILLI

Quante ombre ancora sul massacro di Willy Monteiro Duarte, ucciso a calci e pugni nella notte tra il 5 e il 6 settembre in una piazza di Colleferro. Tante da non essere eliminate neppure dalle intense indagini svolte sinora dagli inquirenti e che hanno portato il gip del Tribunale di Velletri, Giuseppe Boccarato, a convalidare gli arresti dei quattro giovani di Artena accusati di omicidio preterintenzionale. Visto un amico in difficoltà il 21enne non si è girato dall’altra parte. Ha cercato di difenderlo, di mettere pace e quel suo altruismo domenica scorsa a Colleferro gli è costato la vita. Il branco che aveva accerchiato il suo compagno di scuola lo ha massacrato. Lo hanno detto subito e chiaramente ai carabinieri gli amici di Paliano che erano con lui.

Di quel gesto di generosità non c’è però traccia nelle dichiarazioni fatte proprio dal gruppetto di Colleferro a cui l’apprendista cuoco con il sogno del calcio era andato in soccorso. Il gruppo che sarebbe fuggito spaventato mentre il coetaneo rantolava a terra.

Dubbi, inoltre, spuntano fuori pure sui protagonisti del pestaggio, che a quanto pare non sarebbero stati solo quattro. Incrociando quanto emerso sinora dagli atti d’indagine con le risposte date a Repubblica da alcuni ragazzi presenti quella sera nel locale “Duedipicche” e in largo Santa Caterina troppe cose sfuggono e sul perché manca ancora una risposta. L’ennesimo mistero su una notte di ferocia e follia in cui è stata spezzata la vita di un ragazzo dal cuore buono.

Omicidio di Willy Monteiro Duarte: ecco cosa sappiamo sulla notte del delitto

Rating 3.00 out of 5

Omicidio Willy Monteiro, i testimoni: «Saltavano sul corpo inerme e Gabriele Bianchi continuava a picchiarlo»

giovedì, Settembre 10th, 2020

di Fulvio Fiano, Fiorenza Sarzanini

Omicidio Willy Monteiro, i testimoni: «Saltavano sul corpo inerme e Gabriele Bianchi continuava a picchiarlo»

Willy Monteiro Duarte «non c’entrava nulla con la rissa», ma «l’hanno massacrato a calci e pugni senza una plausibile ragione». La notte di domenica scorsa «voleva mettere pace tra due ragazzi che litigavano», ma «gli sono saltati sul corpo anche quando era a terra inerme». Aveva il corpo scosso dalle convulsioni, respirava a fatica. Una ragazza ha provato a rianimarlo. Per lui non c’è stato nulla da fare. L’ordinanza del giudice di Velletri che tiene in carcere i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, il loro amico Mario Pincarelli e manda ai domiciliari Francesco Belleggia, ricostruisce nei dettagli l’aggressione selvaggia al giovane di Colleferro. Descrive la furia del gruppo — tutti cultori di arti marziali — «che picchiavano tutti quelli che incontravano» e poi si sono accaniti su Willy. Svela che i «fratelli Bianchi» «stavano facendo sesso nel cimitero con alcune ragazze di cui non conoscevamo il nome, quando siamo stati chiamati».

Consegna la descrizione di notti folli trascorse a bere per strada, durante le quali basta un apprezzamento pesante a una ragazza per accendere gli animi e scatenare l’inferno. Sono i testimoni presenti in largo Santa Caterina a Colleferro a raccontare ogni passaggio — dall’inizio della lite al pestaggio mortale — consentendo così ai carabinieri di chiudere l’indagine. I loro verbali si trasformano nel film dell’omicidio.

La prima lite

Il primo a essere rintracciato dagli investigatori dell’Arma è Federico Zurma: «Verso le 23,30 di sabato, insieme ad alcuni amici e amiche siamo recati presso il locale Due di picche. Ci siamo intrattenuti fino all’1,30 quando decidevamo di andare via. Giunti alle scale le mie amiche mi riferivano di essere state apostrofate in modo volgare da alcuni ragazzi lì sul posto.

Rating 3.00 out of 5

Willy Monteiro Duarte, i due super testimoni: «È stato Belleggia a colpirlo alla testa»

mercoledì, Settembre 9th, 2020

di Fulvio Fiano

Willy Monteiro Duarte, i due super testimoni: «È stato Belleggia a colpirlo alla testa»

Ci sono due supertestimoni della rissa sfociata nell’uccisione di Willy Monteiro Duarte. Sono amici del gruppo dei quattro arrestati che forniscono una prima ricostruzione dell’intera sera di sabato scorso. Se confermate dalle indagini dei carabinieri, serviranno a ridefinire le responsabilità dei fratelli Bianchi. La cui famiglia li ha indirizzati nello studio dell’avvocato difensore, Massimiliano Pica, per mettere nero su bianco questa versione.

La prima lite

La lite tra i due gruppi comincia tre ore prima dell’uccisione del 21enne. Da una parte il gruppo di Colleferro nel quale c’è il ragazzo che Willy proverà a tirar fuori dai guai rimettendoci la vita, dall’altro quello di Artena con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Tra i due paesi ci sono solo 8 chilometri, sufficienti però a fomentare un rivalità quasi territoriale. Nella quale anche un commento non-neutro sotto la foto di una ragazza sui social può innescare la faida nel pub-ristorante Due di picche. All’inizio sono solo frasi, sguardi minacciosi che sembrano esaurirsi senza conseguenze. Gabriele e Marco Bianchi sono assieme ai due testimoni e a una quinta persona (il ragazzo che è oggi indagato per favoreggiamento perché era alla guida del Suv degli arrestati pur non essendone sceso per unirsi alla rissa). Con quest’ultimo i due fratelli lasciano il pub prima degli altri. Sul posto restano i futuri testimoni dello scontro e, separati con la propria comitiva, Belleggia e Pincarelli. La loro serata sembra improntata alla ricerca di uno scontro, tanto che in un episodio separato il primo sferra un ceffone in bagno a un ragazzo estraneo alle due comitive.

La rissa

All’esterno del pub, invece, è Pincarelli a riaccendere lo scontro. Avvicina la comitiva rivale sulle scale che guardano la della piazza e chiede, quasi pretende, la sigaretta da uno dei ragazzi di Colleferro. Quando questo dice di non averne, lui prende il pacchetto vuoto che l’altro gli ha appena mostrato e glielo infila in bocca. È l’ultima barriera che cade, il limite è superato. Comincia la zuffa e i due di Artena si trovano subito in difficoltà. Sono in inferiorità numerica.

Rating 3.00 out of 5

Willy Monteiro, quel filo rosso che unisce i delitti romani

mercoledì, Settembre 9th, 2020

di DANIELE AUTIERI

Willy Monteiro Duarte, Luca Sacchi, Manuel Bortuzzo. Tre storie lontane che nel giro di pochi mesi hanno macchiato di sangue innocente i marciapiedi di Roma. Tre vittime sconosciute, uccise o costrette alla sedia a rotelle da uomini violenti che rispondono tutti allo stesso identikit, quello di una nuova specie di predatori, giovanissimi, senza freni, ispirati dagli stessi modelli, votati al culto del fisico, assuefatti alla voglia di denaro. Nei commissariati di polizia come nelle caserme dei carabinieri, agenti e militari tracciano di giorno in giorno il profilo di questi nuovi killer, non più confinati al “mondo di sotto”, ma liberi di scorrazzare nelle praterie sociali, cercando un riscatto in nome della violenza.

Francesco Belleggia, Mario Pincarelli e i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Tutti tra i 22 e i 26 anni. Sono loro i ragazzi accusati di aver infierito per venti minuti sul corpo di Willy, colpevole di aver provato a difendere un amico. Esperti di MMA, istruttori di karate, maestri nel menare le mani. Una lacrima nera tatuata sotto l’occhio e il Suv Q8 usato come un blindato. L’estetica della violenza è una merce in saldo e disponibile per tutti, dagli adolescenti che accendono le notti di Trastevere alle vecchie glorie come Massimiliano Minnocci, al secolo il Brasiliano, reso celebre dallo scontro televisivo con Vauro, e avviato – a detta sua – a un percorso di recupero sociale che passa per la sostituzione del tatuaggio di Hitler con quello della Madonna Addolorata.

{}
Rating 3.00 out of 5

Omicidio Willy Monteiro, l’interrogatorio dei fratelli Bianchi: «Non l’abbiamo toccato»

martedì, Settembre 8th, 2020

di Fulvio Fiano

Omicidio Willy Monteiro, l'interrogatorio dei fratelli Bianchi: «Non l'abbiamo toccato»

Si accusano uno con l’altro, i quattro presunti assassini di Willy Monteiro Duarte, sanno che se hanno mezza di possibilità di alleggerire la propria posizione è quella sottrarsi all’accusa più pesante, non ancora formulata ufficialmente dalla procura di Velletri ma che aleggia sull’intera vicenda: quella di aver ucciso volontariamente il 21enne, colpendolo con un calcio al volto quando ancora era a terra: «Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati. Siamo arrivati lí perché chiamati da alcuni amici, ma non abbiamo preso parte alla rissa. L’unica cosa che abbiamo fatto è stata di provare a intervenire per separare i litiganti che non conoscevamo. Quando ce ne siamo andati, non abbiamo visto il ragazzo a terra», dicono Marco e Gabriele Bianchi, i due fratelli di Artena, arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip di Velletri nel carcere romano di Rebibbia. E aggiungono: «Siamo dispiaciuti e distrutti perché accusati di un omicidio che non abbiamo commesso». Una tesi che invece ribaltano gli altri due arrestati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, 23 e 22 anni, che fin dal primo momento hanno provato a scagionarsi della responsabilità più pesante. Il primo alludendo a «ruoli diversi» nella vicenda. Il secondo, difeso anche lui come i Bianchi dall’avvocato Massimiliano Pica, chiamandosi fuori da ogni coinvolgimento.

Rating 3.00 out of 5

Willy Monteiro Duarte, un video incastra i fratelli Bianchi

martedì, Settembre 8th, 2020

di Fulvio Fiano

Willy Monteiro Duarte, un video incastra i fratelli Bianchi

Artena Colleferro si chiude in un giorno di lutto e il sindaco viene convocato a Roma dal prefetto Matteo Piantedosi per un vertice straordinario con le forze dell’ordine per analizzare quello che succede nelle campagne a mezz’ora dalla Capitale. Minacce di morte e di vendetta piovono a decine sui quattro accusati dell’omicidio preterintenzionale di Willy Monteiro Duarte, il 21enne di origini capoverdiane ucciso in una rissa, sabato notte. Gabriele e Marco Bianchi, 26 e 24 anni, Francesco Belleggia, 23, e Mario Pincarelli, 22, saranno sentiti oggi negli interrogatori di garanzia a Rebibbia e sembrano pronti a scaricare gli uni sugli altri la responsabilità del calcio che ha colpito al volto l’aspirante cuoco intervenuto in difesa di un amico. Ma a chiarire la dinamica di quanto accaduto all’esterno del pub La Movida c’è anche un video ora all’esame dei carabinieri e della Procura di Velletri, che ha conferito al policlinico di Tor Vergata l’incarico dell’autopsia (comincia domani).

«Quella sera Gabriele e Marco sono venuti da me, al locale, erano inferociti con gli altri due, dicevano “Hanno fatto un casino…”. Non dico che non c’entrano niente ma io sono sicuro che i miei fratelli non hanno ucciso nessuno e la verità verrà fuori. Ci sono i testimoni», si sfoga in lacrime Alessandro, 33 anni, il maggiore dei quattro fratelli Bianchi. Sull’uscio del grande cancello in metallo della villa dei genitori in contrada Colubro, ai margini di Artena, si dispera per la sorte di Willy. E teme per la sua famiglia, tanto da chiudere in via precauzionale il suo risto-pub per qualche giorno: «Ci hanno dipinti come boss, hanno detto che è il covo degli assassini. Ma l’ho aperto con i miei sacrifici. Nostra madre lavorava nelle serre e mio padre nei campi. I guantoni ai miei fratelli li ho regalati io, gli ho trasmesso la passione per l’Mma ma anche il rispetto per l’avversario. Non avrebbero mai dato un calcio a un ragazzo a terra, indifeso. Sono allenati e sanno controllarsi».

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.