Archive for the ‘Cronaca’ Category

La Ferrari, la droga e lo strip club: le ultime ore dell’imprenditore trovato morto nel bagagliaio del suv

martedì, Maggio 30th, 2023

IRENE FAMÀ, LODOVICO POLETTO

Lo hanno trovato domenica, che era già notte. Pioveva. L’auto, una Range Rover grigio metallizzata era parcheggiata lì, in via Rovigo. Messa male. L’applicazione del cellulare era stata precisa. Quartiere Aurora, una delle zone più complicate di Torino: area di spaccio, di prostitute.

C’era già la polizia, chiamata dalla ex moglie dell’imprenditore sparito da cinque giorni. Da martedì, dopo un’ultima cena con un gruppo di amici, in centro. A due passi dalla chiesa della Gran Madre. Auto chiusa. I poliziotti si sono fatti dare le chiavi da Serena, l’ex moglie di Marco Conforti, 56 anni. Hanno aperto il bagagliaio e lui era lì. Rannicchiato. Morto da giorni.

Dalla sera della sparizione, o magari poco dopo. Gli stessi vestiti: pantaloni chiari e una t-shirt nera. I rilievi della scientifica dicono che non c’erano segni di violenza sul corpo. Non ci sono tracce di botte. Di ferite. Di spari. Niente di niente. Com’è morto Marco Conforti? E perché lo hanno caricato nel bagagliaio della sua auto e abbandonato lungo una strada di mezza periferia? Che cosa c’era di così orribile per nascondere un cadavere in quel modo?

Per capire qualcosa di più bisogna andare indietro. Arrivare a martedì. C’era il sole quel giorno. Marco Conforti e un amico vanno in Liguria. Guida lui la sua Ferrari Portofino, destinazione Varazze. C’è da trovare un posto barca per l’estate. Alle cinque sono già di ritorno. Duecento all’ora sulla Savona – Torino: Marco era così, esagerato e vivace. E con tanti vizi. Ma sul lavoro diventava un altro. Gestiva una cinquantina di autoscuole consorziate in tutto il Piemonte. Un giro d’affari milionario. Poi però c’era il suo lato oscuro: la droga.

Ecco, la cena dopo quella gita al mare è il punto di partenza delle indagini della squadra mobile di Torino.

Si ritrovano in cinque. A mezzanotte è tutto finito. Marco Conforti se ne va con un amico, un carrozziere. Destinazione uno strip club dalle parti della stazione Porta Nuova. Gli altri se ne vanno a casa.

L’ultima notte brava di Marco Conforti tra Varazze e il night club Samara

lodovico poletto 30 Maggio 2023

Vicky, l’ex fidanzata russa, ha un ricordo nitido: «Quella sera mi ha abbracciata. Mi ha detto “ci vediamo quando, e se, riesco ad uscire da questa merda”. Ha detto proprio così». Che cosa Vicky? «La droga. Marco si calava di tutto, ogni tipo di sostanza. Ma, penso, più che altro cocaina».

Eccolo qui il lato oscuro dell’imprenditore. La polizia ha imboccato questa pista per capire com’è morto. Ha chiesto esami tossicologici. Mercoledì ci sarà l’autopsia e qualche cosa di più di certo lo dirà.

E allora bisogna ritornare allo scorso martedì. Era davvero una serata da concludere al night, oppure Marco e l’amico cercavano uno spacciatore?

Gli investigatori hanno acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Chissà che quel suv non sia stato immortalato e non si riesca a intuire chi c’era a bordo. Per capirlo servono esami tecnici. Serve tempo.

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Venezia al verde, spunta l’ipotesi di un “liquido tracciante”

lunedì, Maggio 29th, 2023

Laura Berlinghieri

VENEZIA. Una chiazza verde fosforescente nell’acqua del Canal Grande, esattamente davanti al Ponte di Rialto. Peraltro, nella domenica che ha visto sfilare tra il bacino di San Marco e i canali della laguna oltre duemila imbarcazioni per la Vogalonga, una delle manifestazioni più attese in città. Ieri mattina Venezia si è svegliata così. Sono stati alcuni residenti a segnalare alla Polizia locale la grande macchia verde fluorescente che si era impossessata di una porzione di laguna, tra le più fotografate dai turisti: il tratto del Canal Grande che si può vedere affacciandosi dal Ponte di Rialto. Diventato verde fosforescente, anche in questo caso per la gioia dei turisti, che immediatamente hanno fatto rimbalzare gli scatti sui social.

Il primo pensiero è volato agli ambientalisti: si è pensato che potesse trattarsi di un loro blitz, riadattamento lagunare dei lanci di vernice lavabile contro i monumenti italiani. E si è anche ipotizzata una citazione della provocazione artistica che l’argentino Nicolas Garcia Uriburu mise in atto nel 1968, in occasione della Biennale d’Arte, quando percorse il Canal Grande, gettando dalla barca in cui si trovava un pigmento in grado di rendere fosforescenti i microrganismi presenti nella laguna. Ma poi, nella città fragile che poggia sull’acqua, si è pensato anche che si potesse trattare della bravata di qualche maleducato. Quasi certamente l’ultima ipotesi è da accantonare. Mentre ci si continua a interrogare sulla prima, nonostante la precisazione di Ultima generazione: «Non siamo stati noi».

In ogni caso, stando alle analisi dei prelievi effettuati dall’Arpav (l’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale) quanto accaduto ieri dovrebbe essere «colpa» della fluoresceina, un liquido assolutamente innocuo, che viene immesso nelle tubature o negli scarichi in caso di perdita d’acqua, per comprenderne il tragitto. Ne basta poco, per impregnare una porzione anche estesa di acqua: esattamente come potrebbe essere successo ieri mattina.

È comunque una buona notizia, dato che allo scandalo per lo sfregio alla città si aggiungeva il timore che quella versata nel Canal Grande potesse essere una sostanza tossica o comunque dannosa per le acque lagunari. «Ipotesi scongiurata, non c’è alcun pericolo di inquinamento»ha assicurato il presidente veneto Luca Zaia, «piuttosto, a preoccuparmi è il rischio emulazione».

Ma intanto ci si interroga anche su una seconda questione: come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla, nella città del «Grande Fratello?», perennemente controllata dagli occhi delle telecamere e da quelli di residenti e turisti. Per questo il prefetto Michele Di Bari e il questore di Venezia Michele Masciopinto hanno disposto un’intensificazione della vigilanza nella zona, sia per monitorare eventuali conseguenze dell’episodio di ieri, sia per impedire che quanto accaduto possa ripetersi. E sempre per questo, oggi, forze dell’ordine, vigili del fuoco e Agenzia regionale per l’ambiente torneranno in Questura, convocati nuovamente dal Prefetto, dopo la riunione urgente che già era stata disposta ieri, subito dopo l’accaduto: «Per mettere a fattore comune le informazioni acquisite e gli accertamenti svolti sull’evento, al fine di individuarne le cause e le conseguenti azioni da intraprendere» hanno fatto sapere Prefettura e Questura, in una nota congiunta.

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Barca si ribalta sul Lago Maggiore per una tromba d’aria: quattro turisti morti

lunedì, Maggio 29th, 2023

Monica Serra

Sono stati recuperati un terzo e un quarto corpo dal lago Maggiore, dove ieri sera una barca turistica si è capovolta a causa di una improvvisa tromba d’aria sul lago Maggiore, vicino a Lisanza (Varese). Tra le venti persone salvate dopo essere riuscite a raggiungere la riva, nessuna ha riportato gravi ferite. Una tragedia imprevedibile secondo i testimoni, data la velocità con cui il tempo sul lago è mutato diventando tempesta.

«All’improvviso, il cielo è diventato nero, si è scatenata una pioggia fortissima e dalla riva non si vedeva quasi niente, nemmeno davanti alla baietta del Piccaluga, da dove credo si partito il battello. . .» . Così racconta il titolare della Nautica Lisanza, mentre alle dieci di sera, in questa piccola sponda lombarda del Lago Maggiore, si cerca ancora di capire cosa sia davvero successo a poche decine di metri dalla riva dove ieri sera una comitiva di turisti che a bordo stava festeggiando un compleanno e si è ritrovata in acqua per l’arrivo di una tempesta.

Il maltempo li ha sorpresi mentre tornavano verso la riva e il battello turistico si è ribaltato. Sembrerebbe una tromba d’aria intorno alle sette e mezza della sera e l’imbarcazione di sedici metri, che navigava sul Lago Maggiore, si è capovolta: in acqua sono finite più di venti persone. A tarda sera il bilancio ieri era di due morti e due dispersi, mentre le ricerche dei sommozzatori dei vigili del fuoco e dei carabinieri del comando provinciale di Varese proseguono senza sosta.

È successo al tramonto, dopo un pomeriggio soleggiato e tranquillo. A bordo dell’house-boat era salita in tutto una ventina turisti tra stranieri – sembrerebbe inglesi e tedeschi – e italiani, e due addetti del personale di bordo. Il vento forte è arrivato all’improvviso, si sono alzate le onde, l’imbarcazione si è rovesciata e si è inabissata.

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Venerdì nero per il trasporto pubblico, è scattato lo sciopero di 24 ore in tutta Italia

venerdì, Maggio 26th, 2023

Venerdì nero per pendolari, studenti, lavoratori. Sarà una giornata abbastanza complicata per chi utilizza i mezzi pubblici. In quasi tutta Italia (escluse le zone colpite dall’alluvione) è sciopero del trasporto pubblico. Disagi nei trasporti, ma non solo: è coinvolta anche la scuola. Per quanto riguarda i treni, Fs ha reso noto che «circoleranno regolarmente» le Frecce e gli Intercity di Trenitalia, mentre Italo ha pubblicato sul proprio sito la lista dei treni garantiti.

Le motivazioni dello sciopero
La protesta è stata indetta dall’Usb per «rilanciare la piattaforma contrattuale del settore Tpl inviata alle istituzioni e alle associazioni datoriali», contro «le privatizzazioni selvagge attraverso i continui ricorsi ad appalti, subappalti e subaffidamenti che alimentano sfruttamento e precarizzazione, il susseguirsi di rinnovi contrattuali ‘farsa’ in cambio della crescente svendita dei diritti», ma anche le «gravose responsabilità dei lavoratori del settore senza adeguati livelli di sicurezza, con pesanti penalizzazioni salariali che inaspriscono ancor più le condizioni dell’attuale crisi economica e del carovita».

Ecco gli orari e le informazioni sull’astensione dal lavoro nelle principali città d’Italia:
TORINO – Il servizio urbano e suburbano, metropolitana e centri per i clienti saranno garantiti dalle 6 alle 9, e dalle 12 alle 15. Il servizio extraurbano, compreso quello ferroviario e la tratta Aeroporto-Ceres, si fermerà già alle 8 per poi proseguire nella fascia centrale 14.30-17.30. Tra le 15 e le 18 potrebbero non essere garantite le corse della linea bus SF2 tra Venaria e Torino e viceversa. Assicura GTT che saranno completate le corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito.

NOVARA – Ferrovienord spa ramo Milano e ramo Iseo circolazione Treni dalle 00.01 alle 5.59, dalle 9.01 alle 17.59 e dalle 21.01 a fine servizio.

MILANO – Dalle ore 00.01 alle 5.29, dalle 8.31 alle 12.29 e dalle ore 15.31 a fine servizio. BRESCIA – Dalle ore 00.01 alle ore 5.59, dalle 9.01 alle 11:29 e dalle 14.31 a fine servizio.

BOLZANO E PROVINCIA – Servizi su gomma, funicolare, funivia e trenino del Renon dalle 00.01 alle ore 5.59, dalle 9.00 alle ore 11.59 e dalle 15.00 a fine turno di servizio; personale viaggiante ferroviario astensione dalle 00.01 alle 5.59, dalle ore 9.00 alle 17.59 e dalle ore 21.00 a fine servizio.

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Idrovore anche dall’estero: la corsa per liberare i paesi dell’Emilia-Romagna dall’acqua stagnante

venerdì, Maggio 26th, 2023

di Alfio Sciacca

«I vecchi sistemi di pompaggio non bastano più». A Conselice parte la vaccinazione contro il tetano

 Idrovore anche dall’estero:  la corsa per liberare i paesi dell’Emilia-Romagna dall’acqua stagnante

DAL NOSTRO INVIATO
RAVENNA — Conselice, ma non solo. Decine i comuni e le frazioni trasformati in paludi. Conseguenza dell’alluvione e dell’orografia di una fetta di Romagna a pelo sul livello del mare. Ravenna, Lugo, Alfonsine, Bagnacavallo da sempre hanno dovuto fare i conti con gli allagamenti. «Fino ad oggi le opere di bonifica fatte in passato e i sistemi di pompaggio ci avevano protetti — dice il sindaco di Ravenna Michele De Pascale —, con i cambiamenti climatici non sono più sufficienti». Ma la mappa dei centri allagati va oltre la Romagna, fino a Budrio e Molinella, nel Bolognese.

Cinquanta idrovore

Odori nauseabondi e gommoni a Fornace Zarattini, frazione di Ravenna, dove risiedono 1.500 persone più gli insediamenti produttivi. Dopo dieci giorni la gente è esasperata. Enrico Piani e la moglie sono scappati con una bimba di 2o mesi: «Avevamo appena ristrutturato la casa, ora è tutto distrutto, siamo disperati. Per questo ho lanciato una raccolta fondi per tutti quelli nelle nostre condizioni». Ma De Pascale ci tiene a dire che la situazione sta migliorando, grazie a 50 idrovore in aggiunta a quelle del Comune. «Partivamo da 100 ettari allagati da un metro d’acqua, ora siamo a 20-30 centimetri in una porzione del comune». A Bagnacavallo, dove è esondato il Lamone, ancora sott’acqua la frazione di Villanova. «Siamo passati da 4 mila abitanti con un metro d’acqua a poche decine di persone e un livello di 20 centimetri», dice la sindaca Eleonora Proni. Anche qui in azione 30 idrovore aggiuntive.

Casa per disabili

A Budrio, per l’esondazione dell’Idice, è ancora allagata la struttura che ospita la cooperativa «L’orto» che assiste disabili. Evacuati 50 tra operatori e ospiti, più altri 80 residenti. Qui la sindaca, Debora Baddiali, è riuscita a convincere tutti a lasciare le proprie case e si prepara a prevenire eventuali problemi sanitari con una massiccia disinfestazione per le zanzare. «I cittadini hanno affrontato i disagi con grande dignità — afferma —, ma se non arriveranno in fretta anche gli aiuti economici ci verranno dietro con i forconi». Ancora allagate alcune zone di Alfonsine e Medicina. Mentre è difficile anche solo censire gli ettari di campagna trasformati in enormi risaie.

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Nella Romagna alluvionata arriva Von der Leyen. A Brescia strade e sottopassi allagati, crolla la sponda del Naviglio. Bassetti: “Antitetanica di massa e non vi bagnate con l’acqua stagnante”

giovedì, Maggio 25th, 2023

A CURA DELLA REDAZIONE

Arriva anche la Von der Leyen nella Romagna alluvionata. Accompagnata dalla Meloni e da Bonaccini, la presidente della Commissione europea sorvolerà oggi le zone più colpite dal maltempo. Nel pomeriggio nuovo Cdm per ulteriori misure sull’emergenza nella regione. Su questo, il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, si augura che anche per le Marche sia previsto un sostegno («Attendiamo fiduciosi») e chiede in ogni caso al governo «una programmazione più rigida sul tema idrico, differente da quella fatta negli ultimi anni». Perché «fenomeni così estremi – aggiunge Ricci – sono la dimostrazione che il clima sta cambiando, negarlo è da irresponsabili. Siamo stati fortunati, abbiamo evitato la tragedia dell’Emilia Romagna, ma anche da noi ci sono tantissimi danni».

L’allerta rossa prosegue anche oggi per la Romagna, mentre è arancione in Piemonte, gialla in Abruzzo, Lombardia, Sardegna e Toscana.

Il rischio tetano e l’appello di Bassetti
Intanto si profila una possibile emergenza anche sul fronte sanitario, al punto che l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore del centro di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova, «in un contesto come quello dell’Emilia Romagna», invita a un immediato richiamo della vaccinazione anti-tetano. «Bisogna fare una campagna a tappeto anche per chi l’ha fatta un anno fa». «La raccomandazione – ha ribadito, parlando ad Agorà su Rai 3 – oltre a quella di seguire le autorità sanitarie, è di evitare di toccare l’acqua stagnante. Lo dico soprattutto ai bambini, alle persone anziane». Per Bassetti «dobbiamo considerare tutta l’acqua che c’è in questo momento in Romagna potenzialmente infetta. Quindi non deve avere contatto con nessuna parte del nostro corpo».

Temporali in Appennino e nella Bassa, allagamenti
Numerosi interventi dei vigili del fuoco ieri pomeriggio nel Modenese a causa dei violenti temporali che si sono registrati. Sono stati trenta quelli a Pavullo, sull’Appennino, dove hanno operato cinque squadre. I più rilevanti per un allagamento che ha coinvolto la cucina e la centrale termica di una residenza sanitaria assistita e i seminterrati di un centro commerciale, con il coinvolgimento di alcune cabine elettriche. Altri cinque interventi, inoltre, nella Bassa modenese, tra Mirandola e Finale Emilia, per allagamenti.

Maltempo a Brescia, crolla argine del naviglio e le auto finiscono nel canale

Alluvione a Brescia, strade e sottopassi allagati
Un violento temporale si è abbattuto nel tardo pomeriggio in provincia di Brescia. Le zone più colpite sono quelle di Caino, Nave, Concesio in Val Trompia con le strade trasformate in torrenti di fango. A Rezzato è anche crollato l’argine del naviglio e due auto parcheggiate sono finite nel canale senza causare feriti. In città si sono verificati forti disagi alla viabilità a causa di alcuni sottopassi allagati. Alcuni alberi sono caduti su delle auto parcheggiate lungo la salita del Castello a Brescia. A Lavenone una famiglia risulta isolata.

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Italiani preoccupati per le alluvioni, ma il caro vita fa più paura del clima malato

mercoledì, Maggio 24th, 2023

Alessandra Ghisleri

Il mondo cambia e l’ambiente si modifica, tutto evolve come il pensiero e le preferenze delle persone. Nella scala delle priorità degli italiani tutto è già mutato nell’arco di poco meno di due mesi. Stabile in cima alla classifica c’è sempre l’inflazione con l’aumento dei prezzi (50,0%; +1,4% in 50 giorni), con le tasse alte per le aziende e le famiglie italiane (25,9%; +1,1%) sul gradino più basso del podio (3°). Gli sbarchi degli immigrati e la loro gestione sul territorio nazionale, pur rilevando una perdita del 2,1%, passando dal 26,2% al 24,1%, scendono al 5° posto nella classifica perché al 2° sale, praticamente dal nulla, la voce del cambiamento climatico e la precarietà del nostro territorio legati ai grandi eventi atmosferici con il 26,3% delle indicazioni e con maggiori preferenze tra i partiti di opposizione.

Con la tragedia accaduta in Emilia-Romagna la percezione dei fatti e di conseguenza delle priorità per ciascuno, si è fortemente trasformata, mettendo in prima linea le necessità che il dramma dell’attualità propone. Tornando alla nostra classifica, alle spalle del podio -al quarto 4°posto- si inseriscono con una crescita di poco meno di 4 punti in percentuale (+3,8%) «le liste di attesa per accedere ad un esame per la tutela della propria salute» con il 25,5% delle citazioni. La guerra in Ucraina che appare senza via di uscita perde il 5,2% passando dal 20,6% al 15,4%, mentre cresce la gestione dei fondi del Pnrr 15,9% (+2,2%). Un’interessante new entry è il caro affitti che entra di diritto nel ranking al 14° posto con un timido 5,2%. In questi giorni il mood degli italiani non è proprio dei migliori. Crescono di +1,6% arrivando al 52,3% coloro che si dichiarano pessimisti sul futuro della situazione economica della propria famiglia, mentre diminuiscono gli ottimisti di 3 punti percentuali (29,0%). Il partito degli sfiduciati è trasversale anche se si distinguono gli elettori di Lega e di Azione con Italia Viva tra coloro che guardano avanti con meno scetticismo. In questo momento l’elettore si sente stanco e impotente di fronte all’impossibilità di arginare e prevedere questi disastri ambientali.

Le conseguenze dell’intervento dell’uomo sulla natura e la sua incapacità di prevenire e manutenere il territorio per metterlo in sicurezza sono riconosciute dal 63,1% delle persone intervistate. A questo punto sarebbe utile fare un passo oltre la polemica politica, visto che nel tempo gli errori commessi sono attribuibili a tutti, al di là del fatto che ciascuno cerchi di segnare il proprio territorio con una bandierina. Un cittadino su 5 ha compreso che siamo nel pieno di un cambiamento climatico importante (21,8%) e che si tratta di un fenomeno in piena evoluzione che già sta modificando la nostra vita (54,2%) e che in pochi sono disposti ad accettare.

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Alluvione in Emilia-Romagna, i sub trovano la 15esima vittima. «Rischi sanitari per gli abitanti»

mercoledì, Maggio 24th, 2023

di Alfio Sciacca

Allarme a Conselice per l’acqua stagnante: l’ipotesi di richiami vaccinali. L’ultimo corpo recuperato a Lugo sarebbe di un agricoltore di 68 anni

Alluvione in Emilia-Romagna, i sub trovano la 15esima vittima. «Rischi sanitari per gli abitanti»
Strade allagate a Conselice

«L’acqua sale su dalle fogne e in casa non si respira. Dopo giorni in queste condizioni e senza nulla da mangiare siamo andati via. Ora ci ospitano dei parenti». L’abitazione di Vittoria Di Matteo, dove vive con il marito e tre figli, è in Via Aldo Moro, una delle strade trasformate in fiumi maleodoranti. Per una famiglia che decide di andar via ce ne sono centinaia che resistono, prigioniere in casa, aspettando che passi il canotto che distribuisce le buste bianche con dentro acqua e qualcosa da mangiare.

Da cinque giorni è questa la quotidianità di Conselice, diecimila abitanti, diventato l’epicentro di una nuova emergenza che si aggiunge a quella del fango e delle frane. In questo caso si tratta di rischi per la salute della popolazione, legati proprio a quell’acqua putrida che potrebbe trasformarsi in un rischio di infezione per i residenti e chi li assiste. Dopo aver camminato a lungo nell’acqua le tute e gli stivaloni degli uomini delle forze dell’ordine vengono spruzzati di disinfettanti. Mentre la sindaca, Paola Puca, lancia disperati appelli ai suoi concittadini. «Non camminate a piedi nudi nell’acqua — urla al megafono davanti al municipio — proteggete la pelle dal contatto con l’acqua con guanti e dispositivi di protezione individuale. Evitate che i bambini giochino nelle aree allagate». A dimostrazione della gravità della situazione ieri a Conselice sono arrivati sia la direttrice dell’Ausl di Ravenna sia la vicepresidente della Regione, con delega alla Protezione civile, Irene Priolo. Anche i vertici sanitari confermano potenziali pericoli per infezioni alla pelle o gastrointestinali. E stanno valutando anche delle vaccinazioni di profilassi.

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Emilia-Romagna, il grande cuore della solidarietà: una mobilitazione virale

martedì, Maggio 23rd, 2023

Pietro De Leo

C’è il grande cuore della solidarietà che pulsa nella reazione collettiva all’alluvione in Emilia Romagna. È un collage composto da tanti volti; quello dei volontari della Protezione Civile, poi di una partecipazione molto più «spontanea», spesso di giovanissimi, che affondano gli stivali nel fango e spalano, tirano via melma e detriti. A riprova di quanto molti appartenenti ad una generazione catalizzata dagli smartphone possano strapparsi via dal vortice dello schermo e ritrovare la concretezza della terra e dell’aiuto fisico. Una catena diventata virale, nelle foto che girano sui social e rimbalzano sui giornali. E c’è poi la mobilitazione associativa. Con il mondo del terzo settore, impegnato nella sua molteplice galassia. Poi ci sono le categorie. Confindustria, Cgil, Cisl e Uil lanciano un «Fondo di intervento» in cui verranno destinati contributi volontari dai lavoratori ed una dazione, di pari ammontare, anche dalle imprese. Si è mossa poi la Federazione Italiana Cuochi per assicurare container e mettere in campo la maestria degli chef. L’Ordine dei Farmacisti ha messo in moto la sua macchina organizzativa per compensare le carenze di servizio laddove compromesse dalla calamità.

E ancora, compulsando le notizie, vediamo quanto siano fondamentali le associazioni del comparto agricolo, sia per avere una prima fotografia di massima dei danni, sia (anche in questo caso) per dare aiuto. Per fare qualche esempio, l’Associazione Regionale Allevatori e il Cai, Consorzi Agrari d’Italia, si sono adoperati per la consegna di carburante e mangimi alle aziende che erano rimaste senza. Al di là della retorica che spesso erutta in queste occasioni, c’è una cronaca sostanziale di aiuto vero e indispensabile. Poi c’è un tema di contesto e di prospettiva che dimostra quanto, spesso, in questi anni sono stati compiuti errori. Viviamo l’epoca della frammentazione, di un’apnea digitale che troppo spesso ci ha portato a considerare l’apporto dell’uomo comodamente sostituibile. Nelle emergenze (da quella attuale alle altre calamità, sino al Covid), abbiamo scoperto che non è così. La centralità della persona, come componente di una dimensione collettiva, è ancora fondamentale. Così come lo sono le realtà associative, i corpi intermedi la cui capacità di «fare rete» si è dimostrata decisiva in queste giornate drammatiche.

Spesso, la turbopolitica degli ultimi decenni, quella fondata sulla preponderanza dei leader, sul predominio di suggestioni immediate, e sparse a mezzo social, ha portato a ritenere le istanze (e la portata di queste realtà) come tranquillamente bypassabili. È stato un errore, l’ennesimo, in questa fase storica piena di allucinazioni, in cui ci siamo illusi di poter fare a meno di aggregazioni ispirate da obiettivi o valori comuni. Di poter trasferire sul web gran parte delle relazioni sociali. Ora, quanto accaduto ci richiama alla «terra» e alle mani. E risulta quanto mai attuale quel concetto di «big society» teorizzato dall’ex premier inglese David Cameron, conservatore, ormai qualche lustro fa.

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Baiardo, l’uomo dei misteri

martedì, Maggio 23rd, 2023

Enrico Deaglio

Questo Baiardo comincia a diventare stucchevole, oltreché losco: rivela, minaccia, confida, prevede, allude, chiede soldi; non sembra aver paura, né che gli tappino la bocca i suoi vecchi sodali, né che qualche giudice gli metta le manette (e, francamente, non si capisce il perché non lo facciano). Si capisce perché la trasmissione di Giletti su La 7 sia stata chiusa – l’editore non voleva finire nei guai -, si capisce meno perché la Rai abbia mandato in onda ieri sera un’ennesima puntata della saga del gelataio, in cui Baiardo rivela che l’ormai famosa foto (virtuale) del trio Berlusconi – Graviano – Generale dei CC Delfino, seduti tranquilli al bar della piazza di Orta San Giulio, sono non una, ma tre e che le ha scattate lui. A poco sono servite le proteste dei legali e della famiglia Berlusconi, per l’infamia che sottendono; se La 7 si è ritirata dallo show, la Rai insiste; e io non riesco veramente a capire il perché. Né, di nuovo, capisco perché carabinieri o magistrati lascino libero Baiardo di imperversare, da sei mesi. Forse pensano di risalire attraverso di lui ai suoi mandanti?

O forse pensano di lasciar passare senza troppi colpi di scena, l’anniversario della strage di Capaci, il trentunesimo per l’esattezza: un altro secolo, un’altra vita, un’altra generazione.

O forse c’è – intorno a Baiardo – qualcosa di indecoroso e di indicibile.

Nelle righe che seguono vi propongo di riconsiderare una sequela di eventi, la maggior parte dimenticati, che formano una possibile narrazione, come si dice ora.

Dunque, nel 1992, Giuseppe Graviano, boss palermitano semi sconosciuto, ma in realtà molto ricco, molto potente e molto protetto, conduce una latitanza dorata e senza problemi di sicurezza tra il paese di Omegna e Milano, dove ha “nella sua disponibilità”, un appartamento a Milano 3, la creatura di Berlusconi, con cui, dice lui, è in rapporti di affari (affari molti seri). Ad Omegna è invece è Salvatore Baiardo, un affiliato al clan, a fargli da segretario e autista tuttofare. Il generale dei carabinieri Francesco Delfino, dopo anni passati a Miano ad occuparsi di sequestri di persona (il suo reparto, piuttosto che “La Benemerita” era chiamato “La Benestante”, perché il generale, quando liberava un rapito, lo convinceva a ringraziare l’Arma). Delfino conosceva Berlusconi? Non c’è prova, ma è probabile, di certo pescò tra i carabinieri gli uomini per la sicurezza privata della sua famiglia. Delfino conosceva Graviano? Sicuramente, in quanto Graviano gli fece fare “il colpo del secolo”, con l’arresto dell’autista di Riina, nel paese di Borgomanero, a pochi chilometri da Orta. Non solo, ma Delfino si premurò di avvertire, sei mesi prima del fatto, politici potenti che sarebbe stato lui ad arrestare Riina. Giuseppe Graviano, tre anni fa, pubblicamente rivelerà di conoscere Delfino e si vanterà di aver fatto un servizio allo Stato contribuendo alla cattura di Riina. (E’ un argomento che il generale Mario Mori, uscito indenne dopo un ventennio dal famoso processo trattativa, non ama affrontare. Il merito tocca a lui. Delfino non ribatte, perché è morto, in disgrazia peraltro).

Dunque, sicuramente la notizia della foto che ritrae il trio è falsa, ma naturalmente è verosimile; siamo insomma nella situazione peggiore.

Ma torniamo al nostro gelataio. Salvatore Baiardo il 27 gennaio 1994 accompagna con la sua Mercedes 190 i Graviano Giuseppe e Filippo da Omegna a Milano. I due, le loro fidanzate e altri amici palermitani, vengono arrestati la sera mentre mangiano al ristorante. Ma nessuno trova loro le chiavi di casa, né di Omegna, né di Milano Tre. In sostanza, un po’ come era successo per la casa di Riina a Palermo, nessuno tocca le sue cose, i suoi documenti, i suoi effetti personali, i suoi soldi o i suoi telefoni. Salvatore Baiardo sarà arrestato più di un anno dopo e accusato di reati gravissimi: avrebbe organizzato la logistica dell’attentato degli Uffizi a Firenze, organizzato un imponente riciclaggio di denaro per contro dei Graviano. È verosimile che Baiardo abbia preso in consegna gli effetti personali dei fratelli Graviano? Sì.

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