Archive for the ‘Cronaca’ Category

Roma, fascia verde “da rivedere”. Il dato choc: da novembre stop a 500mila auto

venerdì, Maggio 5th, 2023

Martina Zanchi

Travolto dalla rabbia dei cittadini il Campidoglio è costretto a prendersi una “pausa di riflessione” sui nuovi divieti di circolazione all’interno della Ztl Fascia verde. Ieri sera, al termine di una riunione dell’amministrazione capitolina, è arrivata la notizia che il sindaco Roberto Gualtieri ha istituito un tavolo tecnico permanente interno che avrà l’obiettivo di valutare «possibili rimodulazioni»- riferiscono fonti del Campidoglio – delle limitazioni al transito dei veicoli in Fascia verde introdotte con la delibera di giunta approvata a novembre. Il gruppo di lavoro, in questa fase, si occuperà di eseguire un monitoraggio relativo «all’attuale e reale circolazione dei veicoli Euro 2 ed Euro 3 in città».

Numeri che, se si guarda solo ai dati Aci relativi al parco veicoli 2022 nel Comune di Roma, sono ben superiori ai circa 35mila possessori di permessi di sosta e di ingresso nella Ztl che risiedono all’interno dell’area della Fascia verde. Cittadini che nelle prossime settimane riceveranno da Roma Servizi perla Mobilità una lettera che li avvisa della prossima revoca dei loro permessi. Ma il numero complessivo di romani che saranno direttamente colpiti dai divieti di circolazione è decisamente più alto. Stando ai dati Aci 2022 e considerando soltanto le autovetture, infatti, risultano oltre quattrocentomila veicoli (477.201), alimentati a gasolio e a benzina che, dal 1 novembre, non potranno più accedere in Fascia verde.

Questo perché appartengono a classi troppo inquinanti, dall’Euro 0 all’Euro 2 per la benzina e fino all’Euro 4 per i mezzi diesel. A questo dato, comunque parziale, bisogna aggiungere le centinaia di migliaia di pendolari che quotidianamente raggiungono la Capitale per lavoro o per altre esigenze. Stime ancora non definitive danno questa fascia di utenza intorno alle trecentomila unità, ma compito del tavolo di lavoro istituito in Campidoglio sarà proprio quello di tirare fuori una cifra attendibile, sulla base della quale stabilire se e quali modifiche apportare alla delibera. «A novembre 400mila macchine non potranno più entrare in Fascia «Richiami» I possessori di permessi Ztl e di sosta che se li vedranno revocare perché hanno auto vecchie verde – evidenzia il consigliere di Azione Francesco Carpano – Il trasporto pubblico è pronto? Sono arrivati nuovi treni su metro A e B? Sono stati comprati quella della C?

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‘Ndrangheta: “I criminali calabresi? Più famosi di Pablo Escobar”. Ecco le carte che spiegano come si sono presi l’Europa

venerdì, Maggio 5th, 2023

Giuseppe Legato

L’intercettazione è un romanzo breve sul potere della ‘ndrangheta nel mondo. Parlando di traffico di cocaina «i calabresi sono più famosi di Pablo Escobar, hanno più soldi loro di lui». Così, l’imprenditore (colluso) Pasquale Bevilacqua – rientrato in un paesino della costa jonica reggina dopo decenni trascorsi a Canberra in Australia – raccontava alle famiglie Nirta e Strangio, enclave di altissimo rango mafioso originarie di San Luca, il suo profilo di emigrante di ritorno: «Calabria hai capito? Non Sicilia se vuoi fare business». Calabria come ponte verso il mondo, col ventre gonfio di soldi sporchi, con una mafia geneticamente portata a espandersi in ossequio a una logica darwinistica. Di evoluzione continua. Per conquistare mercati e territori.

Ed effettivamente la dimensione europea della malavita calabrese trasuda in tutte le migliaia di pagine che raccontano i 200 arresti eseguiti l’altroieri dai carabinieri del Ros, dalle procure di Reggio Calabria (guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri), Milano e Genova e dagli investigatori belgi e tedeschi. Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, ha introdotto l’immagine «del network internazionale». Con cellule in Portogallo, Olanda, Francia, Belgio, Spagna, Nordreno Vestfalia, Turingia, Saarland in Germania. E casa madre in Aspromonte (o alle sue pendici). Eccoli gli estremi di una retta criminale che supera i confini, parla una lingua universale, quella dei soldi, vuole scrollarsi di dosso, quasi come un’ossessione «il rischio – si legge agli atti dell’inchiesta, dove un gregario intercettato introduceva il tema dell’infiltrazione nella politica – di rimanere una mafia agricola». Lo diceva anni fa un boss di Gioia Tauro a un giovane rampollo sulla strada dell’apprendistato: «Ricordati che il mondo si divide in due: quello che è Calabria e quello che lo diventerà». Una profezia.

E allora eccole le tonnellate di cocaina – 20 solo quelle sequestrate, molte di più quelle transitate nei porti – che viaggiano da Ecuador e Brasile verso Olanda e poi Italia. Le cosche calabresi, moderne e solvibili, hanno rilanciato quando il mondo sembrava crollare intrappolato nella pandemia da Covid. Le hanno comprate a partire da maggio 2020 dal clan del Golfo, formato da ex paramilitari dell’Auc che nel 2004 non accettarono accordi di pacificazione con l governo colombiano e si presero il mondo del narcotraffico partendo dal distretto di Antioquia. O dai membri dell’Oficina de Envigado, erede dello storico cartello di Medellin. O infine da gruppi (sempre paramilitari) di matrice leninista e marxista. Prezzi imbattibili, guadagni immensi. Con agganci nei porti di destinazione: due gli arresti di uomini delle cosche che avevano “avvicinato” portuali di Gioia Tauro. In Olanda ci pensavano gli albanesi a condurre fuori dal porto i borsoni da 300 chili per volta destinati alle famiglie di San Luca e Africo. Ristoranti e locali le lavatrici dei cartelli che a Lisbona, Braga e Vila Nova de Gaia aveva messo su «un indefinito numero di intestazioni fittizie anche su cinque ristoranti». Cognomi vecchi (Morabito, Giorgi, Bruzzaniti) che richiamano faide in mondovisione (Duisburg) e omicidi brutali, ma capaci di rigenerarsi di continuo per non perdere il monopolio di un traffico che vale ogni anno, decine di miliardi di euro: una manovra finanziaria. E che per ricambiare i favori (olandesi) alle mafie dell’Est con le quali hanno stabilito una inusuale (per la ‘ndrangheta) joint-venture “sbloccano” i loro carichi nei porti calabresi. I pagamenti viaggiavano su canali cinesi: una sorta di Hawala sulla quale sono stati documentati passaggi per 22 milioni di euro in due anni.

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Corruzione: 12 arresti a Ostia, coinvolti funzionari pubblici e imprenditori

mercoledì, Maggio 3rd, 2023

Edoardo Izzo

Funzionari pubblici corrotti da imprenditori e liberi professionisti sul territorio di Ostia. Sono 12 le persone arrestate – 2 in carcere e 10 agli arresti domiciliari – dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale che hanno eseguito un’ordinanza che dispone la misura cautelare. Le ordinanze sono state disposte dal gip di Roma a seguito di articolata attività investigativa coordinata dal pool per i reati contro la Pubblica Amministrazione della procura della Repubblica della Capitale.

Le indagini hanno messo in luce numerosi episodi di corruzione che hanno coinvolto funzionari pubblici, liberi professionisti ed imprenditori. Gli indagati dovranno difendersi da numerose accuse, fondate su indagini condotte sia in maniera tradizionale sul territorio di Ostia sia tramite l’ausilio di intercettazioni, telefoniche e ambientali.

Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, oltre 100 agenti della polizia locale stanno ancora eseguendo numerose perquisizioni e sequestri.

LA STAMPA

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Cartabianca, Scanzi a valanga su Viola: stop al vino messaggio terrorizzante

mercoledì, Maggio 3rd, 2023

Dalla ribalta tv dovuta alla pandemia alle tesi sul vino, si torna a parlare di Antonella Viola, docente di Patologia generale all’università di Padova. Nel suo ultimo libro propone consigli per invecchiare bene e vivere più a lungo. Tra questi, oltre al digiuno intermittente, c’è quello di abolire il vino perché “cancerogeno”. Secondo la prof è sbagliato dire che anche solo un bicchiere fa bene. Se ne è parlato martedì 2 maggio a Cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rai3. Andrea Scanzi è tra i commentatori più critici: “La professoressa Viola dice sostanzialmente che bisogna smettere di bere vino. E’ un messaggio terrorizzante e sbagliato. Sembra di essere tornati al proibizionismo. Le persone vivono anche per essere felici e socializzare”.

Non è l’unico. Giorgio Calabrese, professore esperto di alimentazione, afferma che “bisogna bere vino con moderazione, ma non dobbiamo terrorizzare la gente. Di base il vino ha anche delle sostanze positive oltre l’alcol. Esistono alimenti che, se introdotti nelle quantità sbagliate, danno problemi. Bisogna ragionare sulle giuste dosi”. 

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Pietro Orlandi: “Su Wojtyla non mi scuso, lui sapeva la verità su Emanuela. Se il Vaticano vuole, l’inchiesta può durare pochissimo”

lunedì, Maggio 1st, 2023

«Se il Vaticano vuole, l’inchiesta può durare pochissimo»: Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, cittadina vaticana scomparsa nel 1983 a 16 anni, non si arrende e oggi a Verissimo ha nuovamente sollecitato una indagine che faccia luce, dopo 40 anni, su quello che può essere successo alla sorella. «La sento viva», dice. «Quella cosa che Wojtyla uscisse di nascosto la sera – dice Pietro Orlandi – era una frase che dicevano tutti quanti. Io non ho offeso nessuno e per questo non mi sono mai scusato. Ho riportato le parole di un audio, non mie, in cui si fanno dichiarazioni pesanti su Papa Wojtyla e sulla questione di Emanuela. Ho ritenuto opportuno farle ascoltare al promotore di giustizia affinché sentano questa persona». Lo ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a Verissimo su Canale 5. «Quando vado a trovare mia madre lei mi chiede sempre “ma allora Emanuela l’hai trovata?” Lei aspetta sempre la bella notizia, che prima o poi arriverà, sono sempre ottimista».

Orlandi si riferisce a un dossier, sulla cui autenticità ci sono opinioni molto discordanti, che racconterebbe nel dettaglio quello che è accaduto alla sorella Emanuela fin dai primi momenti della scomparsa: «Lo vide il cameriere del Papa, Paolo Gabriele che era amico mio, e lo stesso padre Georg lo disse al mio avvocato, le disse “il dossier c’è ma sta in segreteria di Stato”, quindi quando ora dice che lui non ce l’ha è vero».

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Il capitano delle Frecce tricolori Alessio Ghersi muore precipitando con un ultraleggero in Friuli

domenica, Aprile 30th, 2023

E’ il pilota di Domodossola Alessio Ghersi, 34 anni, capitano dell’Aeronautica e dal 2018 alla Pattuglia acrobatica nazionale «Frecce tricolori» una delle due vittime dell’incidente aereo avvenuto attorno alle 18,30 di sabato in Friuli. L’altra è Sante Ciaccia, 35 anni, originario di Monopoli e residente a Milano, impiegato e parente della moglie di Ghersi.

Da quanto riporta il Messaggero Veneto, i due sono morti carbonizzati nella caduta nell’ultraleggero su cui si trovava assieme a un parente sulla catena dei Musi, nell’area dell’Alta Val Torre, a circa 25 chilometri da Udine.

Sono stati tre testimoni oculari a lanciare l’allarme dopo aver visto il velivolo schiantarsi e aver sentito un forte boato. Subito sono intervenuti i vigili del fuoco di Gemona, i volontari del Soccorso alpino di Udine e Gemona, la guardia di finanza di Tarvisio, i carabinieri di Pradielis, l’elisoccorso regionale e l’elicottero dei vigili del fuoco da Venezia. Il campo base dei soccorsi è stato istituito a Lusevera. Difficile per i soccorritori raggiungere il punto della tragedia perché il velivolo è caduto in un bosco, in una zona. Quando sono arrivati hanno trovato l’ultraleggero carbonizzato: per Ghersi e l’altro occupante non c’è stato nulla da fare.

L’ultraleggero precipitato in Friuli  (ansa)

Da quanto ricostruito, il velivolo – un Pioneer 300 – era decollato attorno alle 18 dall’aviosuperficie di Campoformido (Udine): saranno le indagini coordinate dalla procura di Udine a dover accertare perché l’ultraleggero abbia perso quota e sia andato a schiantarsi. Intanto anche l’Anav, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, ha subito aperto un’inchiesta e ha inviato sul posto i suoi ispettori. Le salme dei sue

Alessio Ghersi era sposato, aveva due figlie e viveva a Rivolto (Udine) dove ha base la Pattuglia acrobatica nazionale.

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Stupro a Milano, il racconto della vittima: «Trascinata nell’ascensore, cercavo di scappare e lui mi picchiava»

sabato, Aprile 29th, 2023

di Giuseppe Guastella

Le parole della 36enne nei verbali della Polizia: «Quell’uomo ha detto che doveva andare in Francia, come me. Poi mi ha aggredito. Dopo la prima violenza sono svenuta»

Milano, 35enne violentata in ascensore alla stazione Centrale: fermato il presunto aggressore
La zona degli ascensori in Stazione Centrale

Ore di brutalità negli stessi giardinetti in Piazza Luigi Di Savoia, a Milano, che dovrebbero vedere i bambini giocare tra scivoli e altalene, e che invece, di giorno come di notte, sono ritrovo di sbandati d’ogni risma e nazionalità. Qui, alle 2.30 di giovedì, una donna marocchina di 36 anni ha subìto la prima violenza da parte di un connazionale incontrato per caso. E da qui comincia il suo drammatico racconto. 

Sola in stazione

La Polizia ferroviaria raccoglie con delicatezza e cura i ricordi della vittima ancora sotto choc a meno di dieci ore dallo stupro. È un atto indispensabile per le indagini del pubblico ministero Alessia Menegazzo che in poche ore arrivano all’identificazione e all’arresto del violentatore, risultato reso possibile dal protocollo del Codice rosso per la tutela delle vittime perfezionato nel dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella. La donna racconta di essere arrivata a Milano dieci giorni prima dalla Norvegia, dove vive la sua famiglia, di essere stata ospite di amici che nella tarda serata di mercoledì non hanno avuto scrupoli a lasciarla sola in stazione in attesa che partisse il treno delle 6 per Parigi. 

«Era amichevole, poi mi ha afferrato»

«In Francia vive mio zio che mi avrebbe aiutata a rientrare in Marocco», dichiara a verbale. Non immagina che all’1.30 la stazione chiude. Esce e si ferma in Piazza Luigi di Savoia, a destra della stazione. «Alle 2.30 sono stata avvicinata da un mio connazionale (…) con lui ho conversato per alcuni minuti e gli ho confidato che mi sarei recata in Francia». L’uomo, Fadil M. (chi è), non si lascia sfuggire l’occasione per infonderle sicurezza e tendere la sua trappola. «Mi ha risposto che anche lui sarebbe andato in Francia». Quella che fino ad allora sembrava un’amichevole conversazione si trasforma nell’inizio di un incubo: «Mi ha afferrato la mano destra e mi ha trascinato nei giardinetti». Il resto sono i particolari orribili della prima delle violenze che si protrarrà per mezz’ora fino a quando lei sviene. A farla tornare all’inferno ci pensa il connazionale tentando di violentarla di nuovo, «senza riuscirci perché opponevo resistenza». Non è finita. Le telecamere di sorveglianza alle 5.07,10 riprendono l’uomo che la trascina per mano e, 17 secondi dopo, i due di fronte agli ascensori al piano terra. «Mi ha portata dentro la stazione e, giunti nell’atrio adiacente all’ascensore, sul lato destro, mi ha aggredito nuovamente cercando di baciarmi sulla bocca e sul collo e di avere un atto sessuale con me». 

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ZTElly e l’armocromista

venerdì, Aprile 28th, 2023

di Massimo Gramellini

Ringrazio Elly Schlein perché fino a ieri ignoravo colpevolmente l’esistenza dell’armocromia, l’arte di abbinare i vestiti alla carnagione. Ignoravo anche che esistessero persone pagate 400 euro l’ora per segnalarmi che il maglione grigio topo con losanghe arancioni in stile fidanzato di Bridget Jones sbatte terribilmente con le occhiaie giallastre. E non mi scandalizza che una giovane leader politica affronti questi temi apparentemente voluttuari su una prestigiosa rivista di moda.

Il problema è che quella di Elly Schlein a «Vogue» non era un’intervista qualsiasi. Era la prima da segretaria del Pd, per di più alla vigilia della Festa del Lavoro, un tempo «core business» della ditta. E per la sua prima uscita pubblica, quella che dà il tono di una leadership, mi sarei aspettato una conversazione sul salario minimo, o una di politica estera con i quotidiani stranieri, oppure una sui diritti civili con qualche settimanale popolare.

A scanso di equivoci, avrei provato la stessa sorpresa se il segretario del Pd fosse stato Bonaccini e avesse concesso la prima intervista a un giornale sportivo per parlare del Bologna o a una rivista di parrucchieri per indagare il senso del suo pizzetto. Oltre a quelli dell’armocromista, a Schlein potrebbero far comodo i consigli di un cromista della comunicazione o, meglio ancora, di un friggitore di salsicce della festa dell’Unità.

Con permesso, vado ad armonizzare il maglione. Non vorrei mai che scoppiasse la rivoluzione e non avessi niente da mettermi.

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Palermo, arrestata la preside antimafia Daniela Lo Verde: rubava cibo in mensa e tablet per gli studenti

sabato, Aprile 22nd, 2023

di Lara Sirignano

La dirigente dell’istituto «Falcone» dello Zen, nominata Cavaliere da Mattarella, è accusata di corruzione e peculato. Arrestato anche il vice Daniele Agosta. Le intercettazioni choc: «Ci arrivano soldi da tutte le parti». E il ministro la sospende

Palermo, arrestata la preside antimafia Daniela Lo Verde: rubava cibo in mensa e tablet per gli studenti
La preside (a destra) e il suo vice mentre porta via un computer dalla scuola

Le immagini girate dai carabinieri la riprendono mentre razzia la mensa scolastica e si appropria di tablet e cellulari destinati alla sua scuola, l’istituto «Giovanni Falcone» dello Zen di Palermo, quartiere tra i più difficili della città. Per anni ritenuta una preside di frontiera, baluardo di legalità in una zona a rischio, nel 2020 nominata cavaliere della Repubblica dal capo dello Stato, oggi Daniela Lo Verde, 53 anni, è stata arrestata per corruzione e peculato insieme al vicepreside Daniele Agosta. Per mesi si sarebbero appropriati del cibo, di computer e di tablet destinati ai ragazzi e acquistati con i fondi europei. Il gip che, per entrambi, ha disposto gli arresti domiciliari parla di quadro probatorio «chiaro, del tutto inequivocabile e imbarazzante» e di una gestione assolutamente spregiudicata e volta a curare meramente interessi di natura personale. LEGGI ANCHE

Domiciliari per una commessa in un negozio di informatica

L’inchiesta, coordinata dal pm della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, coinvolge anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, anche lei ai domiciliari: si tratta di una dipendente di un negozio di informatica che avrebbe ottenuto le forniture di dispositivi alla scuola in via diretta e in esclusiva e in cambio avrebbe regalato ai due dirigenti tablet e cellulari. Lo spaccato che viene fuori dalle indagini è disarmante. «Il riso .. . lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo… benissimo… ora sistema sopra il frigorifero… questa cosa di origano mettila pure per casa… – spiegava la Lo Verde alla figlia non sapendo di essere intercettata—. Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto… poi lo portiamo a casa a Sferracavallo (la villa al mare della preside ndr)».

L’inchiesta nasce dalla denuncia di una insegnante

Intanto le «cimici« dei carabinieri, coordinati dal colonnello Salvatore Di Gesare, comandante del Reparto Operativo di Palermo, registravano tutto. L’inchiesta nasce dalla denuncia di una insegnante che ha svelato i metodi della donna. Particolarmente grave ed emblematica una intercettazione di una conversazione tra la preside e il suo vice che commentano un furto di computer avvenuto a scuola e denunciato sui media dalla donna. «Per un cornuto un cornuto e mezzo – diceva Agosto — ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!».

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Treno merci deragliato a Firenze, oggi: circolazione interrotta, ritardi e treni cancellati in tutta Italia

giovedì, Aprile 20th, 2023

di Paolo Foschi e Alessandro Fulloni

L’incidente nella stazione di Firenze Castello, non ci sono feriti: la situazione dei treni Italo e Frecce in tempo reale

Treno merci deragliato a Firenze, oggi: circolazione interrotta, ritardi e treni cancellati in tutta Italia

La circolazione ferroviaria è interrotta oggi tra Firenze e Bologna a causa del deragliamento di alcuni carri di un treno merci nella stazione di Firenze Castello: lo rende noto in un comunicato Rete ferroviaria italiana (Rfi) precisando che l’incidente ha provocato danni ma nessun ferito.

Interrotte le linee per Bologna
«La circolazione ferroviaria è interrotta tra Firenze e Bologna sia sulla linea ad Alta Velocità, sia su quella storica a causa dello svio di alcuni carri di un treno merci nella stazione di Firenze Castello. Svio che ha provocato danni all’infrastruttura — si legge in una nota — ma nessuna conseguenza a persone». Ancora non sono chiare invece le cause che hanno determinato il deragliamento dei carri del convoglio.

Traffico rallentato su tutta la rete
A causa dello stop sulla tratta Firenze-Bologna, il traffico ferroviario sta intanto accumulando ritardi su tutta la Rete, peraltro alla vigilia di un lungo ponte per il quale sono previsti intensi flussi di viaggiatori.

Bloccati tutti i regionali. Tutte le informazioni
Per adesso, sui siti di prenotazione ferroviaria, la possibilità di fare acquisti è fortemente ridotta. Da Sud, si arriva sino a Firenze. E dalle informazioni che giungono da Trenitalia, qui ci si ferma.Questo perché il deragliamento ha interrotto la circolazione anche sui treni regionali, sempre da Firenze a Bologna. Per il momento, è impossibile fare previsioni sul ripristino della linea. Al minimo, «è questione di ore».

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