Archive for the ‘Università’ Category

Mai così tante matricole da 15 anni. Il nuovo exploit degli atenei italiani

martedì, Giugno 13th, 2017

CORRADO ZUNINO

ROMA – I ragazzi d’Italia tornano all’università. Le immatricolazioni del 2016-2017, anno accademico che volge al termine, segnalano una crescita impetuosa: 283.414 diplomati sono passati dal liceo al dipartimento. Sono 12.295 in più sulla stagione precedente, il 4,3 per cento di crescita: il miglior exploit degli ultimi quattordici anni (nel 2002 crebbero di oltre 15mila). Per l’accademia italiana il 2015-2016 era stato l’anno dell’inversione di tendenza: 5mila nuove matricole in più, una crescita dell’1,9 per cento dopo una discesa iniziata nel 2004 che aveva inaridito le aule. Quest’anno, a seguire, il boom.

Il ministero dell’Istruzione ha fotografato i dati a gennaio scorso, ma una verifica di “Repubblica” su 26 atenei certifica che già a marzo i numeri erano in crescita ulteriore e con buona probabilità — a conti fermi — cifre assolute e percentuali saranno superiori. Su 90 atenei (statali, privati e telematici) che hanno riversato i dati al Miur, 58 hanno matricole in crescita e 32 dimagriscono. In particolare, tra le statali (il dato più importante sul piano numerico e politico), a gennaio 2017 quaranta vedono aumentare le matricole rispetto all’anno precedente e ventidue sono in arretramento. Dati più avanzati, tuttavia, spostano la Statale di Milano e il Politecnico di Milano, l’Università di Genova, quelle di Urbino e Macerata in area positiva. E riducono le perdite — legate a nuovi corsi diventati a numero chiuso — del Politecnico di Torino e della Ca’ Foscari di Venezia.
Innanzitutto le università del Sud. (altro…)

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«Gli studenti non sanno l’italiano» La denuncia di 600 prof universitari

domenica, Febbraio 5th, 2017

di Orsola Riva

Possibile ritrovarsi a correggere una tesi di laurea dovendo usare la matita rossa e blu come in un temino della scuola elementare? Purtroppo sì. Basta leggere alcune delle testimonianze drammatiche dei 600 professori universitari che in pochi giorni hanno sottoscritto un accorato appello al governo e al Parlamento per mettere in campo un piano di emergenza che rilanci lo studio della lingua italiana nelle scuole elementari e medie. Ripartendo dai fondamentali: «dettato ortografico, riassunto, comprensione del testo, conoscenza del lessico, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano». Può sembrare un ritorno indietro ma, come spiega Giorgio Ragazzini, uno dei quattro docenti di scuola media e superiore del Gruppo di Firenze che hanno promosso la lettera, «forse stiamo risentendo anche di una svalutazione della grammatica e dell’ortografia che risale agli anni 70». E invece, come già si diceva in un film diventato di culto dopo gli anni del riflusso, «chi parla male pensa male». O, come preferisce ricordare il professor Ragazzini citando Sciascia, «l’italiano non è l’italiano, è il ragionare».

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Gli studenti e il valzer delle cattedre In 2,5 milioni hanno cambiato prof

lunedì, Gennaio 9th, 2017

 Mai visto, in tutta la storia, un caos così. Fatti i conti, i maestri e i professori che hanno cambiato cattedra quest’anno sono stati oltre 250 mila. Il triplo del solito. E gli studenti che hanno subito il carosello impazzito di uno o più docenti due milioni e mezzo: uno su tre. Un incubo. La prova d’un andazzo che pesa come un macigno: prima dell’interesse degli studenti, da noi, vengono quelli degli insegnanti. L’opposto di quanto sosteneva Tullio De Mauro, oggi incensato anche dagli ipocriti: «La scuola è degli alunni, non dei docenti e dei dirigenti. È per gli alunni e per le loro famiglie che la scuola vive ogni giorno; e ogni giorno tutto il personale scolastico opera nella scuola soltanto perché ci sono loro. È questa la centralità della scuola». La denuncia sulla giostra impazzita è contenuta in un dossier di «Tuttoscuola». Che non fa sconti a nessuno. Non al governo Renzi, reo d’aver immaginato il percorso della Buona Scuola senza calcolare bene i contraccolpi immediati. Non alle burocrazie ministeriali, incapaci di valutare gli effetti catastrofici del tourbillon. Non ai sindacati, pronti a cavalcare assieme a torme di avvocati le buone ma pure le cattive ragioni di chi rifiuta di prendere atto di una realtà: il contenuto d’una botte (la massa crescente di docenti meridionali) non potrà mai entrare in un bicchiere, cioè gli spazi sempre più ridotti delle scuole del Sud.

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