Archive for the ‘Economia – Lavoro’ Category

Dichiarazione dei redditi: 128 metri di guida e modelli. Una follia tutta italiana

mercoledì, Aprile 26th, 2023

di Milena Gabanelli

Perfino i commercialisti si lamentano. Proprio loro che hanno tutto da guadagnare: più è complessa la dichiarazione dei redditi e più i cittadini sono costretti a transitare dai loro uffici e pagare parcelle. Eppure da anni si dice: «Stiamo semplificando». Che non è vero si capisce guardando le istruzioni del 2023 relative alla dichiarazione dei redditi del 2022. Partiamo dal 730, che dovrebbe essere il più semplice perché riguarda i dipendenti e i pensionati: sono 144 pagine di istruzioni e 16 di modello, in totale 160 pagine. Quello delle persone fisiche (modello che possono utilizzare i professionisti e i lavoratori autonomi): sono 383 pagine di istruzioni (divise in tre fascicoli) e 51 di modelli. In totale 434 pagine. Provando a misurarli sono rispettivamente 47 metri per il 730 e 128 metri per le persone fisiche. Nel 2013 si chiamava «Unico», ed erano 277 pagine totali. Quasi un raddoppio in 10 anni.

La giungla delle detrazioni

Il quadro più pesante del modello redditi persone fisiche (ma vale anche per il 730) è quello degli oneri e delle spese deducibili, che da anni ogni legge di bilancio sforna a getto continuo. Sulle 167 pagine totali di istruzioni del primo fascicolo, ben 54 sono costituite dal quadro RP (oneri e spese).
Nei nostri modelli non ci sono guide, bisogna fare riferimento alla normativa, che è enormemente complessa. Per esempio le spese sanitarie sono divise per patologie, per familiari a carico, per disabilità, per i cani guida, e spese veterinarie. E poi il Caf o commercialista devono conservarle per la verifica per 5 anni. Per spiegare come interpretare ogni singola casistica relativa a oneri e spese deducibili delle persone fisiche, l’Agenzia delle Entrate ha inviato a luglio 2022 due megacircolari (la n. 28 e la n. 24) per un totale di 549 pagine.
Il problema (che la riforma fiscale dice di voler risolvere) è proprio questa giungla di deduzioni e detrazioni, e se non si procede con un’opera di razionalizzazione e semplificazione non ne usciamo più.

Francia e Germania

In Francia le spese mediche stanno in una riga, e riguardano anche il coniuge più 2 familiari. Il contribuente deve indicare solo l’importo. In Italia invece il modello «redditi persone fisiche» è solo per singoli. La congiunta non si può fare. In Germania si compila online. Il contribuente (o chi per esso se autorizzato) entra nel sito dell’agenzia tedesca, si identifica fornendo le credenziali, e trova la compilazione guidata.

Nessuno di questi due Paesi produce una quantità di pagine di istruzioni e modelli lontanamente paragonabile a quella italiana In Francia la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche è decisamente semplificata, in Germania un po’ meno. Per questa ragione le spese del commercialista o del Caf si possono detrarre.

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Talenti in campo a RomeCup: la sfida tra capitale umano e intelligenza artificiale

martedì, Aprile 25th, 2023

Dal 3 maggio panel di esperti e competizioni tra studenti al campus Biomedico. I vincitori saranno premiati in CampidoglioMario Benedetto 25 aprile 2023

L’interazione tra capitale umano e «macchina» rappresenta l’asse portante delle riflessioni sul nostro futuro, da quello più prossimo sino agli scenari più distanti. L’innovazione, infatti, parla sempre più il linguaggio dell’intelligenza artificiale, ricorrente nel dibattito quotidiano, ma necessita di seri approfondimenti sul suo utilizzo e sulle sue implicazioni, in ogni ambito della nostra vita.

In questo scenario diventa determinante il contributo offerto dalla RomeCup, manifestazione dedicata all’ecosistema dell’innovazione, che sin dal 2007 avvicina i giovani allo studio e alle carriere in ambito Steam, della robotica e dell’intelligenza artificiale stessa. L’evento è promosso dalla Fondazione Mondo Digitale e dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, che ne ospiterà i lavori in questo emblematico anno che vede ricorrere il suo trentesimo anniversario.

La 16ª edizione di RomeCup che si appresta a partire è dedicata al tema «Intelligenza artificiale e intelligenza umana. Le sfide cruciali per un mondo migliore. L’apertura è fissata per il 3 maggio alle ore 10 con i saluti del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. A seguire previsto un fitto programma con interventi di personalità di primo piano tra scienziati, studiosi, educatori, decisori pubblici e manager. Tutti chiamati a interrogarsi sulle sfide per lo sviluppo sostenibile tra intelligenza artificiale e umana, nonché sulle implicazioni etiche della loro interazione. Molti gli interrogativi cui il dibattito intende fare luce, a partire dalla relazione tra intelligenza artificiale a confronto con la versatilità dell’intelligenza umana, con l’obiettivo di comprendere se e come l’intelligenza artificiale potrà contribuire a salvare il pianeta o sostituire il lavoro umano. E ancora se, come sostiene Raymond Kurzweil, in questo secolo la parte «non biologica» della nostra intelligenza supererà di molto l’intelligenza umana. Quale sarebbe la nostra reazione? C’è poi l’affascinante questione del rapporto uomo-macchina a confronto con il disegno divino: un rapporto di continuità o antagonismo? Tante le domande, con un confronto qualificato finalizzato a fornire le migliori risposte possibili, in termini di applicazioni tecnologiche e implicazioni etiche. Le giornate di dibattito culmineranno nella chiusura del 5 maggio in Campidoglio, dove si terranno le fasi finali delle competizioni, con le premiazioni dei team vincitori e dei giovani ricercatori da parte del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Previsti numeri importanti: oltre 3 mila partecipanti, 120 team in gara per il Trofeo internazionale Città di Roma di Robotica e per le qualificazioni alla RoboCup Junior 2023, 10 team nei contest con le università per la prototipazione di robot e la creazione di interfacce software, 25 organizzazioni nello spazio espositivo con i prototipi innovativi progettati da scuole, aziende, startup, università e centri di ricerca. In programma anche 12 talk di orientamento universitario a cura dei vari atenei presenti, sui temi della robotica legata alla cybersecurity, scienze del mare e medicina, ingegneria e digital humanities. Tra i partecipanti anche speaker internazionali come Hermano Igo Krebs, uno dei padri nel campo della robotica riabilitativa del Mit, Massachusettes Institute of Technology). L’Università ospitante Campus Bio-Medico esporrà il robot TIAGo, in grado di interagire autonomamente nell’ambiente. L’IRCCS San Raffaele di Roma presenterà, tra le varie tecnologie anche Atlas, un’innovazione di particolare valore scientifico e «sociale» quale l’esoscheletro «overground» indossabile in età pediatrica. L’Università Politecnica delle Marche porterà «Guizzo», un pesce robotico programmabile dotato di una coda motorizzata. Tra le istituzioni dell’area espositiva anche gli atenei romani Sapienza, Università Telematica San Raffaele, Roma Tre, Tor Vergata e Rome Technopole.

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Dichiarazione dei redditi, il nuovo 730: addio scontrini e nuove aliquote, cosa cambia

mercoledì, Aprile 19th, 2023

di Diana Cavalcoli

Modello 730, addio scontrini, nuove aliquote: le novità

Dalla riforma dell’Irpef con le nuove aliquote all’Assegno unico universale passando per la rimodulazione delle detrazioni e le modifiche al quadro dei familiari a carico. Oltre alle semplificazioni per Caf e commercialisti con la possibilità di non conservare ricevute e scontrini relativi alle spese sanitarie non modificate. Sono diverse le novità per il modello 730 del 2023 che cambia in alcune sue parti. Ecco cosa sapere.

Irpef, detrazioni e bonus

Da gennaio 2022 sono state introdotte le nuove aliquote Irpef, che hanno rimodulato la distribuzione dei redditi nei vari scaglioni. Cambiano quindi le detrazioni per il lavoro dipendente, per la pensione e per il lavoro autonomo. Da Altroconsumo ricordano che: «Nell’ambito del reddito da lavoro trova spazio nel 730 anche il trattamento integrativo del 2022 cioè la misura che prevede un’integrazione alla retribuzione di 1.200 euro ai lavoratori il cui reddito massimo sia di 15 mila euro e la cui imposta, determinata tenendo conto solo dei redditi da lavoro dipendente e di alcuni assimilati, sia superiore alle detrazioni per lavoro dipendente. Lo stesso contributo, calcolato come differenza tra queste detrazioni e l’imposta lorda, viene riconosciuto anche ai lavoratori che hanno un reddito fino a 28 mila euro». Tra le nuove voci: il bonus barriere architettoniche e la detrazione per i canoni di locazione dei giovani fino a 31 anni. Misura che prevede il recupero del 20% del canone di locazione fino a un massimo di 20 mila euro.

Addio agli scontrini per le spese mediche

Importanti novità anche per chi invia il 730 tramite Caf o commercialista. Sono infatti esclusi dai controlli i dati relativi alle spese sanitarie che non sono stati modificati nel precompilato. Per queste spese non ci sarà più bisogno di conservare scontrini o altra documentazione. Una semplificazione importante dato che in precedenza bisognava conservare centinaia di carte e documenti per il contribuente.

L’Assegno unico

Tra le novità più importanti c’è l’Assegno unico universale (Auu). Introdotto a marzo 2022 (qui le novità 2023) ha preso il posto delle detrazioni per i figli a carico. Ecco quindi che il quadro dei familiari a carico nel frontespizio ha cambiato veste, introducendo delle colonnine che spariranno dal prossimo modello e che servono per indicare la situazione familiare fino al 28 febbraio 2022.

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Emissioni zero 2035: le falsità degli Efuel e dei biocarburanti

mercoledì, Aprile 19th, 2023

di Domenico Affinito e Milena Gabanelli

Chi nei prossimi anni deve acquistare un’auto cosa sceglierà? Le previsioni del settore non lasciano dubbi, mentre a seminarli ci pensano i portatori di interessi e le loro rappresentanze politiche. Partiamo da due dati certi: 1) il settore auto da solo è tra le principali fonti di emissioni climalteranti in Europa, 2) dal 2035 non si potranno più immatricolare auto con il motore a scoppio. Il 28 marzo, infatti, i ministri europei dell’Energia hanno ratificato il regolamento a maggioranza: astenute Italia, Bulgaria e Romania, contraria la Polonia. Chieste due deroghe: la Germania per gli Efuel e l’Italia per i biocarburanti. La prima è stata accettata perché i carburanti sintetici sono considerati neutri in termini di CO2. La seconda respinta. Il nostro Paese però tornerà alla carica, soprattutto dopo aver incassato un’apertura al ruolo dei biocarburanti nel processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti da parte del G7 che si è svolto a Sapporo in Giappone domenica 16 aprile. Il tema in discussione è: Efuel e biocarburanti si possono considerare green? Ci aiutano i professori del Politecnico di Milano Marcello Colledani, Simone Franzò, Carlo Giorgio Visconti e il dirigente del Centro Ricerca del Cnr Nicola Armaroli.

Flourish logo

A Flourish chart

Gli Efuel oggi non esistono

Efuel sta per electrofuel: sono combustibili sintetici ricavati da monossido di carbonio e idrogeno, che non esistono in natura. Il monossido si ricava catturando la CO2 (per esempio dalle ciminiere delle centrali a carbone) e l’idrogeno dall’acqua con l’elettrolisi: servono 9 kg di acqua per ogni kg di idrogeno e 55 kWh di energia elettrica, pari al consumo elettrico settimanale di una famiglia italiana. Si tratta quindi di un processo molto energivoro. Il prodotto finale è un carburante liquido che, bruciando, ha più o meno le stesse emissioni inquinanti della benzina. Si possono dunque considerare neutri a livello di emissioni di CO2? No, secondo uno studio di Transport & Environment, think tank europeo creato da 61 organizzazioni senza scopo di lucro che osserva gli impatti dei trasporti su ambiente e salute. Considerando l’intero ciclo di vita un’auto alimentata a carburanti sintetici prodotti utilizzando il 100% di energia rinnovabile produrrebbe l’82% di emissioni di CO2 in meno di una a benzina tradizionale, rimanendo comunque più impattante di un’auto elettrica a batteria, alimentata al 100% con energia rinnovabile, che ne produrrebbe l’87% in meno. Ma è una tecnologia ancora di là da venire, e sulla quale le tedesche Bosch e Porsche stanno investendo da anni, motivo per cui la Germania spinge e protegge questo ipotetico segmento di mercato. Qualora si arrivasse a una produzione su vasta scala, sono combustibili che andranno bene soprattutto per i mezzi pesanti, come navi ed aerei.

Biocarburanti, l’interesse dell’Eni

Allo stesso modo l’Italia punta sui biocarburanti perché c’è l’interesse dell’Eni. Si ricavano dal processo di fermentazione del mais, colza, olio di palma, canna da zucchero. Oggi il 90% arriva da colture dedicate, che significa consumo di suolo e acqua. Vanno bene anche gli olii esausti della ristorazione, che però andrebbero importati: in Italia ogni anno se ne recuperano 40.000 tonnellate e, anche trasformandole tutte in carburante, stiamo parlando dello 0,25% del consumo annuo nazionale. Bruciando emettono meno CO2, ma non sono neutri perché quella emessa dai processi produttivi e dal motore non si bilancia con quella assorbita dalle piante in fase di crescita.

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Contratti a termine, bonus giovani, Gal e Gil, pensioni anticipate, assegno unico: ecco le novità del Decreto Lavoro

lunedì, Aprile 17th, 2023

di Enrico Marro

Il decreto legge su lavoro: tutti i contenuti

Contratti a termine più semplici; bonus sulle assunzioni dei giovani; proroga fino al 2025 dei contratti di espansione; maggiorazione dell’assegno unico estesa ai minori orfani con un solo genitore lavoratore. Il decretone legge sul Lavoro che sarà approvato in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri contiene una corposa parte su lavoro e pensioni, oltre al cuore del provvedimento, rappresentato dalla riforma del Reddito di cittadinanza, con l’introduzione, dal prossimo primo gennaio, di due misure: la Gil, Garanzia per l’inclusione lavorativa, che potrà essere chiesta dalle famiglie, con Isee fino a 7.200 euro, al cui interno vi sia almeno un minore, un disabile, un anziano con più di 60 anni o un invalido civile; la Gal, Garanzia perl’attivazione lavorativa, che potrà essere richiesta dalle famiglie con Isee fino a 6 mila euro, composte solo da adulti tra 18 e 59 anni, senza la presenza quindi di persone appartenenti alle categorie che danno diritto alla Gil. La Gil avrà, come l’attuale Reddito, un importo base per un single di 500 euro al mese più un contributo fino a 280 per l’eventuale affitto e durerà 18 mesi, rinnovabili, ma per 12 mesi. L’importo della Gal sarà 350 euro per un single e 525 per una coppia.
Leggi anche:
– Decreto Lavoro: come cambiano reddito, pensioni, assegno unico, contratti a termine

Incentivi alle aziende: a chi assume under 30 uno sconto del 60%

N ella bozza del decretone Lavoro (una quarantina di articoli) è previsto un robusto incentivo per le aziende che assumono giovani under 30 che non lavorano e non studiano (Neet). Si tratta uno sgravio contributivo applicabile sulle assunzioni dal primo giugno al 31 dicembre di quest’anno con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Lo sconto è pari al 60% della retribuzione lorda e ha la durata di un anno. L’incentivo è cumulabile con altri sgravi sulle assunzioni già vigenti, compresa la decontribuzione totale per tre anni di giovani con meno di 36 anni. In questo caso però l’incentivo previsto dal nuovo decreto scende dal 60% al 20% della retribuzione. Secondo le valutazioni contenute nella relazione tecnica che accompagna il provvedimento del bonus under 30 potranno essere sostenute circa 70 mila assunzioni di giovani. Del resto l’incentivo è finanziato entro il limite di 80 milioni nel 2023 e di 52 milioni nel 2024. Finiti i fondi l’Inps cesserà di accettare le domande delle aziende. Il decreto prevede incentivi anche sulle assunzioni dei percettori del sussidio di povertà: fino a 8 mila euro l’anno per due anni.

IL Reddito di cittadinanza cambia così: arrivano Gal e Gil

Il cuore del provvedimento è rappresentato dalla riforma del Reddito di cittadinanza, con l’introduzione, dal primo gennaio 2024, di due misure: la Gil, Garanzia per l’inclusione lavorativa, che potrà essere chiesta dalle famiglie, con Isee fino a 7.200 euro, al cui interno vi sia almeno un minore, un disabile, un anziano con più di 60 anni o un invalido civile; la Gal, Garanzia perl’attivazione lavorativa, che potrà essere richiesta dalle famiglie con Isee fino a 6 mila euro, composte solo da adulti tra 18 e 59 anni, senza la presenza quindi di persone appartenenti alle categorie che danno diritto alla Gil.
La Gil avrà, come l’attuale Reddito, un importo base per un single di 500 euro al mese più un contributo fino a 280 per l’eventuale affitto e durerà 18 mesi, rinnovabili, ma per 12 mesi.
L’importo della Gal sarà 350 euro per un single e 525 per una coppia.

Contratti a termine, causali più «morbide» per i rinnovi

I l decretone Lavoro interviene sul decreto legge Dignità, voluto nel 2018 dai 5 Stelle. Quel provvedimento aveva posto diversi paletti, stabilendo che il contratto a termine si poteva fare senza causali per non più di 12 mesi e si poteva prorogare al massimo per altri 12 solo in presenza di motivazioni dettate dalla legge riferite a esigenze oggettive di aumento dell’attività. Con la riforma, ferma restando la possibilità di stipulare liberamente i contratti per i primi 12 mesi, per andare oltre scatteranno nuove casuali che fanno riferimento a: esigenze previste dai contratti, anche quelli aziendali; motivi di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuati da accordi tra aziende e sindacati; esigenze di sostituzione di altri lavoratori.I contratti potranno essere così più facilmente prolungati.

Si potrà arrivare fino a 36 mesi con i nuovi contratti a termine ma servirà l’ok degli uffici territoriali del ministero del Lavoro. Il nuovo decreto, inoltre, rimuove i vincoli per le aziende introdotti l’anno scorso col decreto Trasparenza: esse non dovranno più, all’atto dell’assunzione, consegnare tutta una serie di documenti sul rapporto di lavoro, ma potranno rimandare alla consultazione dei contratti.

Pensioni, si potrà lasciare il lavoro prima per altri due anni

C ol decreto Lavoro arriverà anche la proroga dei contratti di espansione, introdotti per il biennio 2019-20 e poi prorogati fino alla fine del 2023 ed estesi dalle aziende con più di mille dipendenti a quelle con più di 50. Il contratto di espansione è un accordo tra impresa e sindacati per il prepensionamento fino a 5 anni di anticipo sul raggiungimento della pensione di vecchiaia (67 anni d’età e 20 di contributi) o della pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età, un anno in meno per le donne). Il lavoratore che accede al prepensionamento riceve un’indennità mensile pari all’importo della pensione maturata fino a quel momento.
In cambio della possibilità di prepensionare l’azienda si impegna a nuove assunzioni (in quelle con più di mille dipendenti almeno una ogni tre prepensionamenti). I lavoratori più distanti di 5 anni dalla pensione possono, a fronte di una riduzione di orario, accedere a un’indennità a carico dello Stato per 18 mesi. Il decreto Lavoro prevede la proroga di due anni, fino alla fine del 2025, dei contratti di espansione, stimando di coinvolgere 100 mila lavoratori.

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Inflazione, denuncia di Landini: “Profitti esagerati sul carrello della spesa”

domenica, Aprile 16th, 2023

“Sul carrello della spesa si stanno facendo profitti esagerati, perché negli ultimi mesi i costi di produzione sono molto scesi, pensiamo al prezzo del gas, mentre gli aumenti per le famiglie hanno continuato a correre”. A denunciarlo è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista al Corriere della Sera. Intanto, “i salari – evidenzia Landini – devono aumentare. Dall’inizio di quest’ondata d’inflazione si sente parlare solo del rischio che i rinnovi dei contratti inneschino una spirale prezzi-salari. Quel che si è visto è diverso, salari fermi e profitti delle imprese in crescita, che ora non ritirano gli aumenti anche se producono a costi molto minori di sei mesi fa. E investimenti delle imprese comunque deboli. A fronte di imprese che non moderano i rincari diventa indispensabile – rimarca – un contributo straordinario di solidarietà sui profitti”. 

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Lavoro, le aziende cercano 10mila tecnici. Come candidarsi

domenica, Aprile 16th, 2023

Da uno studio condotto da Distretto Italia è emerso che il maggior fabbisogno di unità lavorative in ambito tecnico è al Nord. A seguire ci sono le Isole, il Centro e il Sud Ignazio Riccio 1

Lavoro, le aziende cercano 10mila tecnici. Come candidarsi

L’analisi a campione condotta dal Centro Studi di Distretto Italia sul fabbisogno lavorativo delle imprese italiane ha fornito un dato interessante: le aziende sono alla ricerca di oltre 10mila tecnici nell’ambito dei settori energia, telecomunicazioni, costruzioni e digitale. Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo per quei tanti giovani in cerca di un’occupazione, i quali potrebbero trovare la strada giusta per inserirsi nel mondo del lavoro. Ma come si può fare per candidarsi ai ruoli ricercati dalle imprese?

I corsi

L’opportunità è data dai corsi organizzati a livello nazionale. Le persone interessate possono già iscriversi alle prime quattro Scuole dei Mestieri che avvieranno la formazione per posatori di fibra ottica, responsabili di cantiere e impiantisti e per programmatori software. Per i primi due corsi le lezioni dureranno cinque settimane, dopodiché si potrà accedere al mercato del lavoro, mentre per i programmatori la durata della formazione è di venti settimane. È possibile candidarsi accedendo alla piattaforma web www.distrettoitalia.elis.org.

Gli enti coinvolti nel progetto

Sono trentaquattro i soggetti coinvolti nel progetto di formazione di nuovi tecnici. A capo della cordata, per i primi sei mesi, c’è Autostrade per l’Italia. Gli altri enti partecipanti sono: A2A, Acciaierie d’Italia, Adecco, Bain & Company, Bnl Bnp Paribas, Boston Consulting Group, Cisco, Confimprese, Enel, Engineering, Eni Corporate University, Ferrovie dello Stato, Fincantieri, FMTS Group, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Generali Italia, Gi Group, Gruppo FNM, Made in Genesi, ManpowerGroup, Milano Serravalle – Milano Tangenziali, OpenEconomics, Open Fiber, Orienta, Poste Italiane, Randstad, SITE Spa, Skuola.net, Soft Strategy, Synergie, TIM, Trenord e Umana.

I numeri del fabbisogno lavorativo

Dallo studio condotto da Distretto Italia è emerso che il maggior fabbisogno di unità lavorative in ambito tecnico è al Nord, con il 31% delle richieste. A seguire ci sono le Isole, con il 12%, il Centro, con il 6%, e il Sud, con il 4%. La restante domanda, pari al 47%, è spalmata su tutto il territorio nazionale. I profili di tecnici più richiesti sono: addetti alla posa di cavi di fibra ottica (35%), responsabili di cantiere (8%), tecnici operativi (6%), tecnici programmatori (7%).

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Appalti impossibili, dalle carrozze per i treni alle case popolari quasi 600 gare a vuoto: persi lavori per due miliardi

sabato, Aprile 15th, 2023

PAOLO BARONI

ROMA. Il caro materie prime, ma non solo. Fatto sta che una bella fetta delle gare bandite negli ultimi otto mesi per far marciare i progetti finanziati coi fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza o attraverso il Piano nazionale complementare sono rimaste al palo. Da agosto 2022 a marzo 2023, stando alle informazioni della Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Autorità nazionale anticorruzione, sono state ben 517 le gare andate deserte, a cui si aggiungono poi altre 61 procedure che si sono concluse senza esito in seguito a offerte irregolari, inammissibili, non congrue o non appropriate. Si tratta, è vero, di una frazione rispetto alle oltre 60 mila gare bandite in questo lasso di tempo, quanto basta però per impedire di mettere a terra nei tempi previsti all’incirca 1,8 miliardi di euro di investimenti.

La maggior parte delle gare andate a vuoto, ben 356, riguarda il settore dei lavori, 162 i servizi, 60 riguardano appalti per forniture. Sono soltanto 83 le gare a procedura aperta, dove tutte le imprese sono libere di partecipare e presentare offerte, andate deserte. Per il resto si tratta per lo più di procedure negoziate per affidamenti sotto soglia – ben 223 gare con questa tipologia – seguite da 199 affidamenti diretti, 52 con procedura negoziata senza previa indizione di gara e 21 procedure ristrette che prevedono una selezione qualitativa preliminare degli operatori ammessi all’appalto.

Tra le tante voci spicca una gara di Trenitalia a procedura negoziata, importo base 1.176.550.000 euro relativa alla fornitura di carrozze «Notte» per il servizio Intercity. Sempre nel Gruppo Fs quattro le gare con procedura ristretta indette da Rete ferroviaria italiana (Rfi) andate deserte: la più consistente riguarda i lavori di potenziamento sulla linea Bari-Foggia (69,85 milioni), seguita dall’appalto per la progettazione e i lavori di realizzazione del nuovo apparato centrale computerizzato Milano Certosa (31,75 milioni) e da quello dello scalo di Torino Orbassano (due gare da 39,2 milioni totali). Deserta anche la gara dell’Anas da 29 milioni di euro per realizzare il monitoraggio strutturale di ponti, viadotti e gallerie in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna.

Nulla da fare a Genova per la gara europea per completare la stazione di piazza Corvetto (38,38 milioni di euro) e a Catania per i lavori per l’implementazione dei sistemi di controllo e gestione della tratta della Circumetnea tra Catania Borgo e Riposto (38,51 milioni). Lo stesso vale per l’acquisto di nuovi mezzi. L’Azienda Regionale Sarda Trasporti, ad esempio, non è riuscita ad ottenere i 46 autobus elettrici ed i 3 mezzi a idrogeno che aveva in programma posto che sono andate deserte le gare per 4 lotti (importo gara a procedura aperta 64,5 milioni). Al Comune di Napoli, invece, non è andata in porto la gara per acquistare 10 tram bidirezionali (26 milioni di euro), idem a Firenze (51 veicoli elettrici, 1,2 milioni di euro).

Pesante la situazione nel campo dell’edilizia. Tra le tante gare non hanno ricevuto offerte 3 dei 7 lotti in cui Invitalia ha suddiviso la procedura (30 milioni di euro totali) per i lavori di riqualificazione degli immobili dell’Aler Bergamo-Lecco-Sondrio. Lo stesso vale per le due gare, 32,6 milioni in tutto, bandite in Liguria dall’azienda regionale Arte per ristrutturare 2 immobili a Ventimiglia. Stessa sorte è toccata a Latina all’Azienda territoriale (gara da 14,68 milioni) e a Firenze al Comune (15,8 milioni per riqualificare un intero comprensorio urbano).

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Solo 4 miliardi per l’Irpef e ora nel Def rispunta la revisione del Catasto

venerdì, Aprile 14th, 2023

Luca Monticelli

ROMA. Otto miliardi di euro in due anni per il lavoro e il fisco: troppo poco per chiamarlo tesoretto. La prossima legge di Bilancio parte in salita, la coperta è già cortissima. Ci sono 3,4 miliardi di euro che dal mese prossimo e fino a dicembre andranno a tagliare il cuneo fiscale, rendendo le buste paga dei lavoratori con redditi medio bassi un po’ più pesanti, e poi 4,5 miliardi che nel 2024 serviranno a finanziare la riforma del fisco, soprattutto per aiutare le famiglie. Il governo chiederà alle Camere di utilizzare questi soldi in deficit per sostenere il potere d’acquisto degli italiani eroso dall’inflazione.

Lo spazio fiscale dello 0,2% del Pil per l’anno prossimo è frutto della differenza tra un indebitamento tendenziale al 3,5% e uno programmatico al 3,7%, che, si legge nel Documento di economia e finanza pubblicato ieri nella sua versione definitiva, «verrà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale». Sono allo studio anche misure per aumentare l’importo dell’assegno unico per i figli.

La riforma delle tasse, perciò, non verrà coperta solo con il riordino delle agevolazioni e con le somme recuperate dalla lotta all’evasione, ma sarà finanziata con l’apporto del deficit.

Il sentiero è sempre più stretto: la spesa per interessi è destinata a salire fino a 100 miliardi nel 2026; l’inflazione è stimata al 5,7% quest’anno, al 2,7 nel 2024 per tornare al 2% solo nel biennio 2025-26. La spesa per la previdenza sale al 16,1% del Pil (la più alta a livello Ocse), superando il 17% nel 2036 per poi imboccare un trend leggermente in discesa dopo il 2040. Non a caso, non si fanno ipotesi su quanti soldi potrebbero essere messi sul piatto per la riforma delle pensioni. Un altro esempio emblematico è rappresentato dal ponte sullo stretto: costa 13 miliardi e mezzo e al momento «non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, dovranno essere individuate in legge di Bilancio».

Il quadro finanziario per il 2024 sarà più chiaro con la Nadef di fine settembre, ma di fatto la prossima manovra parte da quattro miliardi e mezzo. Pochi, visto che i collegati individuati sono 21: dal fisco alle pensioni, e poi il lavoro, la scuola, la disabilità, il turismo, la giustizia e così via. Sarà necessario rafforzare la spending review: le riduzioni di spesa dei ministeri proseguono e consentono una riduzione complessiva di 1,5 miliardi nel 2024, 2 miliardi nel 2025 e 2,2 miliardi a partire dal 2026. I risparmi saranno destinati anche ai rinnovi contrattuali della pa. La situazione di incertezza a livello internazionale obbliga alla prudenza, tuttavia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sottolinea nella premessa del Def che è «del tutto realistico puntare per i prossimi anni a un aumento del tasso di crescita del Pil e dell’occupazione che vada ben oltre le previsioni».

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Sciopero 14 aprile, Trenitalia si ferma dalle 9 alle 17: tutto quello che c’è da sapere

venerdì, Aprile 14th, 2023

di Valentina Iorio

Sciopero 14 aprile, Trenitalia si ferma dalle 9 alle 17: tutto quello che c'è da sapere

I dipendenti di Trenitalia si fermeranno dalle 9 alle 17 di oggi, venerdì 14 aprile, per uno sciopero generale proclamato dalle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Sml Fast Confsal e Orsa Ferrovie. «Lo sciopero – ricorda Trenitalia in una nota – potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni Regionali di Trenitalia. Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dello sciopero». ferrovie

I treni garantiti

Durante la protesta sindacale saranno garantite le corse di alcuni treni nazionali elencate nell’apposita tabella, consultabile nella sezione «Treni garantiti in caso di sciopero» del sito di Trenitalia. Per quel che riguarda il trasporto regionale saranno garantiti i servizi essenziali nelle fasce orarie di maggiore frequentazione, vale a dire dalle 6 alle 9 e dalle ore 18 alle 21. Per vedere quali sono le corse garantite regione per regione clicca qui. Il consiglio dell’azienda, in ogni caso, è di informarsi prima di recarsi in stazione. «Ulteriori informazioni su collegamenti e servizi saranno diffusi attraverso l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità del sito di Trenitalia, i canali social e web del gruppo Fs Italiane, il numero verde gratuito 800 89 20 21, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, alle self service e presso le agenzie di viaggio convenzionate», fa sapere Trenitalia.


Le richieste dei lavoratori

«Dalla fine della fase pandemica di fatto sono andate a peggiorare le condizioni di lavoro sia di tutti i ferrovieri che degli addetti delle ditte appaltatrici di pulizie», dicono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal, spiegando le ragioni dello sciopero. «Serve un adeguato piano di assunzioni e un maggiore equilibrio nella programmazione dei turni che tenga conto della conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata – aggiungono i sindacati – . Gli equipaggi dei treni convivono con un’eccessiva saturazione dei turni di servizio al punto di arrivare alla mancata concessione delle giornate di ferie». Tra le richieste delle sigle sindacali c’è anche quella di migliorare le condizioni di sicurezza alla luce delle frequenti aggressioni subite dal personale di bordo e delle stazioni, anche attraverso l’attivazione del Protocollo per la promozione della sicurezza nella mobilità-attività ferroviarie, che è stato sottoscritto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero dell’Interno.

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