Archive for the ‘Esteri’ Category

La domanda del Washington Post sui presunti contatti tra Prigozhin e il capo dei servizi ucraini Budanov irritò Zelensky. Il caso ricostruito attraverso i canali indipendenti russi

lunedì, Maggio 15th, 2023

Jacopo Iacoboni

Il giornalismo russo indipendente dalla sera di domenica non parla quasi d’altro: dell’intervista di Volodymir Zelensky al Washington Post, e del passaggio dell’intervista che non compare nel testo finale pubblicato e editato. Perché c’è un retroscena interessante.

Come noto, la direttrice del Washington Post Sally Buzbee, il capo degli esteri Douglas Jehl, il capo per la Russia e l’Europa orientale David M. Herszenhorn, il capo dell’ufficio di corrispondenza in Ucraina Isabelle Khurshudyan e il corrispondente capo per l’Ucraina Siobhán O’Grady hanno intervistato Zelensky per un’ora il 1 maggio nel palazzo degli uffici presidenziali a Kiev. Ne è venuta fuori una conversazione, poi riportata da tutti i media, molto importante, sulla prevista controffensiva, e su documenti di intelligence statunitensi leakati che hanno rivelato informazioni sensibili anche Ucraina. La conversazione, scrisse il Wapo, ebbe solo un leggero editing per chiarezza.

Tuttavia molti siti e canali giornalistici indipendenti russi stanno notando che la parte inizialmente rimossa è interessante. Il Washington Post – ricostruisce per esempio il sito d’informazione russo “Astra” – chiedeva al presidente dell’Ucraina i contatti della sua intelligence con Yevgeny Prigozhin: «Dai documenti risulta che la GUR, la vostra agenzia di intelligence, mantiene contatti segreti con Prigozhin, lei era a conoscenza di questi contatti, inclusi incontri con Yevgeny Prigozhin e ufficiali della GUR. Questo è vero?».

Zelensky, nella risposta, prima evoca il segreto militare, quasi con una battuta per smorzare la tensione: «Questa è una questione di intelligence militare. Volete che io venga condannato per tradimento?». Poi però rilancia lui stesso: «Tuttavia è molto interessante se qualcuno dice che hai dei documenti o se qualcuno del nostro governo parla delle attività della nostra intelligence. Vorrei anche chiedervi: quali fonti in Ucraina contattate? Chi vi parla delle attività della nostra intelligence? Dopotutto, questo è il crimine più grave nel nostro paese in questo momento. Con quali ucraini parlate?».

Il team del giornale risponde ovviamente senza citare le sue fonti: «Possiamo dire esattamente quali informazioni ci sono su Prigozhin e il GUR. Il 13 febbraio, il capo della direzione principale dell’intelligence dell’Ucraina, Kirill Budanov ,l’ha informata del piano russo per destabilizzare la Moldavia con l’aiuto di due ex dipendenti della Wagner. Budanov le ha detto che vede il piano russo come un modo per smascherare Prigozhin, perché “abbiamo a che fare con lui”. Lei ha incaricato Budanov di informare il presidente moldavo Maia Sandu, e Budanov le ha detto che il GUR ha informato Prigozhin che sarebbe stato dichiarato un traditore che lavora per l’Ucraina. Il documento dice anche che Budanov si aspettava che i russi usassero i dettagli dei negoziati segreti di Prigozhin con la direzione principale dell’intelligence e gli incontri con gli ufficiali della direzione principale dell’intelligence in Africa…».

A quel punto, Zelensky risponde così: «Ascoltate. Ad essere onesto, voi leggete qualcosa, dite qualcosa. Semplicemente non capisco da dove prendete tutto questo, con chi state parlando e così via. State parlando di come ho incontrato Budanov. Dite che siete – come dovrei metterlo? Sembra che voi abbiate persone che hanno qualche tipo di registrazione, o avete delle prove, o avete qualcosa, perché è quello che sembra. State facendo di nuovo, vi chiedo scusa, quello che avete fatto prima. Pubblicate alcune informazioni che non aiutano il nostro stato, io non ho ben capito di cosa parlate». A questo punto però c’è un piccolo crescendo di tensione, perché Zelensky dice questo agli intervistatori americani: «Non capisco bene il vostro scopo. Il vostro obiettivo è aiutare la Russia? Voglio dire, significa che abbiamo obiettivi diversi. Ognuna di queste domande demotiva semplicemente l’Ucraina, demotiva alcuni partner ad aiutare l’Ucraina. Beh, comunque, non capisco il vostro scopo».

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Elezioni Turchia, Erdogan costretto al ballottaggio: accuse incrociate sui conteggi, grande sfida il 28 maggio

lunedì, Maggio 15th, 2023

di Monica Ricci Sargentini

Il leader uscente parte avanti, poi il recupero di Kiliçdaroglu, che ora spera. Intanto il «Reis» si assicura la maggioranza in Parlamento

Elezioni Turchia, Erdogan costretto al ballottaggio: accuse incrociate sui conteggi, grande sfida il 28 maggio

Una serata al cardiopalma, in Turchia, dove lo spoglio dei voti per le presidenziali all’inizio dava l’attuale presidente Recep Tayyip Erdogan largamente oltre il 50%, facendo pensare a una sua vittoria netta al primo turno. Ma, man mano che affluivano i voti, le cifre sono cambiate e il «Reis», l’uomo che regna sulla Turchia da venti anni, più a lungo di qualsiasi altro, persino del fondatore della Repubblica Mustafa Kemal Atatürk, è sceso sotto la soglia del 50%. Con il 98% di schede scrutinate l’uscente si è fermato al 49,34% , mentre il suo rivale Kemal Kiliçdaroglu (qui l’intervista) si attestava al 45% ; Sinan Ogan, il candidato dell’estrema destra, è a poco più del 5%, dopo una dura campagna sul rimpatrio dei migranti siriani, circa 4 milioni.

Una situazione che ha fatto surriscaldare il clima con il leader dell’opposizione, una coalizione eterogenea di sei partiti che va da destra alla sinistra, che ha accusato il presidente in carica di star manipolando i dati: «Il vantaggio di Erdogan è finto, non lasciate i vostri posti». Sotto accusa l’agenzia giornalistica Anadolu che già in passato era stata al centro di polemiche per aver rivelato solo i dati favorevoli al Sultano, colui che detiene ormai il controllo totale dell’informazione. «Cercare di annunciare i risultati in fretta significa usurpare la volontà nazionale» è stata la pronta risposta del presidente e del Partito islamico Giustizia e Sviluppo (Akp) che è apparso, attorniato dai sostenitori a Istanbul.

Per tutta la nottata l’opposizione ha continuato a ripetere di essere in testa e che i dati annunciati erano manipolati. Sembra però sicura la vittoria dell’attuale maggioranza in Parlamento dove avrebbe raggiunto più del 50% dei consensi. Kiliçdaroglu trionfa in gran parte del sudest del Paese a maggioranza curda, ma Erdogan si conferma nelle campagne e nei suoi feudi.

Di sicuro lo spoglio delle schede è stato contestato dagli osservatori dei partiti in diversi seggi. A Çankaya, un quartiere di Ankara, i voti sono stati contati per ben 11 volte, come racconta su Twitter la giornalista Nevsin Mengü . La giornata del voto si era svolta in grande tranquillità. I 64 milioni di elettori, chiamati a scegliere il nuovo presidente e a rinnovare l’Assemblea nazionale, avevano risposto in massa. Secondo dati non ufficiali alle urne si sarebbe recato l’88,29% degli aventi diritto. Numeri confermati dalla folla di persone che sin dalle prime ore della giornata ha affollato i seggi, affrontando lunghissime file.

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Guerra Russia-Ucraina, Zelensky a Berlino per preparare la sua controffensiva. Attacco russo con i droni a Kiev

domenica, Maggio 14th, 2023

a cura della redazione

Quella di ieri è stata una giornata intera a correre da una parte all’altra di Roma, incontri istituzionali, conferenze stampa, esternazioni via social, intervista condotta a più voci. Alla fine il pensiero di Volodymyr Zelensky è più che chiaro. Il messaggio più forte di tutti, quello che gela chi sperava in un qualche spiraglio diplomatico, è che la controffensiva dell’Ucraina continuerà fino alla vittoria.

Il presidente ucraino poi scrive su Twitter: «Oggi c’è anche una Dichiarazione Congiunta con l’Italia sull’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e alla Nato. Segnali giusti e tempestivi. L’Italia ha sostenuto in modo assolutamente chiaro tutti i punti della Formula di pace ucraina».

Nella dichiarazione congiunta, Roma e Kiev sottolineano che «il futuro dell’Ucraina e del suo popolo è nella Famiglia europea».

Sulla Nato, si afferma che «l’Ucraina ha il diritto di scegliere i propri accordi di sicurezza».

Quanto poi alla pace, «la Repubblica Italiana sostiene l’iniziativa dell’Ucraina per una pace giusta e sostenibile basata sulla sovranità e sull’integrità territoriale dell’Ucraina. La Formula di pace ucraina comprende una serie di obiettivi importanti, molti dei quali sono già oggetto di lavoro da parte della Repubblica Italiana, come la sicurezza alimentare ed energetica».

Guerra Russia-Ucraina, cosa è successo sabato 13 maggioPunti chiave

  • 07:22 Respinto ennesimo attacco russo con i droni su Kiev
  • 01:20 Zelensky è arrivato a Berlino per preparare la sua controffensiva

08:21

Esercito di Kiev: in 24 ore 620 militari russi uccisi in battaglia

Secondo l’ultimo aggiornamento delle stato maggiore ucraino postato su Facebook, nelle ultime 24 la Russia ha subito la perdita in battaglia di 620 militari, portando a circa 199mila il numero totale dei soldati della Federazione morti dall’inizio dell’invasione. L’ufficiale ucraino Anatolii Shtefan ha riferito che ieri le truppe russe hanno avuto perdite ingenti a Klishchiivka, vicino Bakhmut, nel Donetsk, come riporta Unian. 07:51

Esercito Mosca: presa parte di un’autostrada cruciale in Donetsk

Secondo le forze speciali del Gruppo Sud della Federazione, l’esercito russo ha preso il pieno controllo di una sezione dell’autostrada vicino al villaggio di Novokalinovo vicino ad Avdiivka, nel Donetsk, uno dei fronti dove si concentrano le battaglie. Lo riporta Ria Novosti. “Siamo sul tratto della strada H20, l’area dell’insediamento di Novokalinovo. Il tratto di strada è sotto il nostro controllo. Abbiamo qui le squadre di fuoco di mortai. Per gli ucraini è molto difficile sfonddare”, ha riferito un combattente del Gruppo Sud all’agenzia di stampa statale russa Novokalinovo si trova a circa sette chilometri a nord di Avdiivka, una delle principali aree fortificate sul territorio dell’autoproclamata repubblica del Donetsk che finora rimane sotto il controllo di Kiev. 07:22

Respinto ennesimo attacco russo con i droni su Kiev

Attacco russo con i droni nella notte su Kiev, la capitale ucraina, che le forze di difesa hanno respinto e distrutto, secondo quanto annunciato su Telegram dall’ amministrazione militare della città e riferito da Ukrinform. «Il settimo attacco aereo contro la capitale dall’inizio di maggio! Secondo le informazioni preliminari, prima di mezzanotte, i russi hanno lanciato droni da ricognizione verso la capitale. Molto probabilmente – ha detto Serhii Popko, il capo della l’amministrazione militare della città – per identificare le posizioni delle nostre difese aeree». Secondo lui, tutti i droni che si muovevano verso Kiev sono stati distrutti nello spazio aereo intorno alla capitale. Di notte, c’è stata anche un’altra allerta aerea dovuta presumibilmente a missili da crociera lanciati da bombardieri strategici russi collocati nel Caspio. Nessun missile da crociera di questo tipo è stato rilevato nello spazio aereo intorno alla capitale, ha sottolineato Popko. Come riportato da Ukrinform, ieri sera sono stati annunciati allarmi aerei in tutto il territorio dell’Ucraina. 01:20

Zelensky è arrivato a Berlino per preparare la sua controffensiva

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Chi è il Gandhi turco che sfida Erdogan dalla cucina di casa?

sabato, Maggio 13th, 2023

Elezioni presidenziali e politiche, la Turchia vota e per la prima volta in vent’anni di potere Recep Tayyip Erdogan teme di non farcela

Elezioni presidenziali e politiche, un secolo dopo la nascita della Repubblica la Turchia vota e per la prima volta in vent’anni Recep Tayyip Erdogan teme di non farcela. Chi è Kemal Kilicdaroglu, l’economista in pensione soprannominato «il Gandhi turco» che dalla cucina di casa vuole sfilargli la presidenza?

Gandhi e il Sultano

Settantaquattro anni, originario della provincia orientale di Tunceli, quarto di sette figli, da ragazzino Kilicdaroglu lavorava nei campi di cocomeri e vendeva uova bollite in stazione. Oggi è il capo del socialdemocratico Partito popolare repubblicano fondato dal generale padre della patria Mustafa Kemal Atatürk e guida una coalizione di sei formazioni dell’opposizione. Promette dialogo, pace e gioia contro l’accentramento dei poteri voluto dal «Sultano» Erdogan in un esercizio del potere che non ammette dissenso, piega limiti e leggi a un progetto in contrasto con la cornice riformista e laica del kemalismo, persegue una politica estera «neo-ottomana», espansionista e interventista dal Mediterraneo orientale al Medio Oriente.


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Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi 13 maggio | Oggi Zelensky in Vaticano e a Roma

sabato, Maggio 13th, 2023

di Marta Serafini, inviata, e redazione Online

Le notizie in diretta sulla guerra di sabato 13 maggio

Guerra Ucraina-Russia, le notizie di oggi 13 maggio | Oggi Zelensky in Vaticano e a Roma

• Oggi Zelensky a Roma, sarà ricevuto da Mattarella. In agenda incontri anche con il Pontefice e la premier
• I russi ripiegano a Bakhmut. Prigozhin: «Lo Stato maggiore sminuisce la situazione»
• Mosca: l’invio dei missili da Londra è una misura «estremamente ostile»
• La Casa Bianca: «Non ci sono cedimenti nel fronte anti-russo»
• A Bruxelles manca l’accordo sul nuovo pacchetto di sanzioni
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Ore 08:34 – Roma blindata per Zelensky: stop ai voli, tiratori scelti, controlli satellitari

(Rinaldo Frignani) Le strade attorno al Parco dei Principi Grand Hotel sono deserte. Transennate e pattugliate dall’Esercito che controlla ogni angolo del quartiere delle ambasciate, fra Villa Borghese e i Parioli. Oggi, e forse domani, il lussuoso albergo che da sempre ospita anche la nomenclatura della diplomazia americana in visita nella Capitale, potrebbe trasformarsi nel quartier generale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Qui l’articolo completo.

Ore 07:07 – La battaglia di Bakhmut: «Oggi non si può morire, oggi stiamo avanzando»

(dalla nostra inviata nel distretto di Bakhmut, Marta Serafini) Quando i medici della 225esima scaricano dall’ambulanza il sergente Viktor, tutti tirano un sospiro di sollievo. È cosciente, anche se ha ferite alla cassa toracica, all’inguine e alla testa. «Oggi non si può morire, oggi stiamo avanzando», gli dicono i barellieri mentre lo trasferiscono su un secondo mezzo che lo porterà al punto di stabilizzazione più vicino.

«Non stiamo sfondando ancora ma stiamo andando in avanti», spiegano i militari della 225esima mentre sulle mappe di Deep State, l’app di mappe usata dai soldati ucraini, per la prima volta in sette mesi di battaglia compaiono le macchie blu che indicano le aree riconquistate. Quasi cinque chilometri quadrati vicino al fiume Siversky-Donets, tra i villaggi di Ivanivske e Kurdiumivka, a sud di Bakhmut sono stati liberati dalla 3ª brigata d’assalto.

Ma anche a nord della città c’è movimento. Vicino alla M-03 in direzione Bakhmut e Soledar, l’artiglieria ucraina è al lavoro, una colonna di mezzi blindati per il trasporto fanteria si sposta verso Sloviansk. Le notizie che arrivano dal fronte, a una manciata di chilometri, sono buone. Gli ucraini da ieri mattina stanno avanzando anche sul fianco nord di Bakhmut. A riconoscerlo è pure il ministero della Difesa russo che nel pomeriggio deve ammettere la ritirata e spiegare come ora siano le truppe ucraine a controllare la strada per Chasiv Yar, la «strada della morte» da mesi contesa. «L’intera operazione per entrare a Bakhmut è in corso da ottobre scorso, 7 mesi. Durante questo periodo, abbiamo preso il bacino idrico di Berkhovskoye, l’insediamento di Berkhovka e ci siamo spostati lungo la strada Bakhmut-Sloviansk in direzione di Sloviansk. Ora il processo è invertito».

Evgeny Prigozhin, ormai più presente in rete di un tiktoker e forse furente anche per le dichiarazioni di un comandante ucraino che alla Cnn parla di miliziani della Wagner in fuga, continua a martellare il Cremlino e accusa: il ministero della Difesa «deve smetterla subito di dire bugie», afferma il capo della Wagner aggiungendo che quella descritta non è una ritirata. «C’è stata semplicemente una fuga di unità del ministero della Difesa dai fianchi» che ha portato a una perdita di terreno di 5 km quadrati.

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Zelensky da Meloni a Roma: lo schiaffo alla Russia di Putin

venerdì, Maggio 12th, 2023

Volodymyr Zelensky potrebbe fare nei prossimi giorni una visita lampo a Roma, dove incontrerebbe la premier Giorgia Meloni. L’indiscrezione arriva dalle agenzie di stampa, che citano diverse fonti qualificate. Il presidente ucraino sta facendo visita ad alcuni Paesi europei e avrebbe deciso di aggiungere una tappa anche in Italia: nei giorni scorsi è stato a Helsinki e all’Aia, mentre sabato 13 e domenica 14 maggio è atteso in Germania. 

Zelensky incontrerà il cancelliere Olaf Scholz e il presidente Frank-Walter Steinmeier a Berlino, dopodiché si recherà ad Aquisgrana per ricevere un premio. In questa agenda affollata potrebbe esserci spazio per un viaggio rapidissimo a Roma, sempre nella giornata di sabato 13 maggio: tappa che al momento non è stata ancora confermata in via ufficiale. Meloni aveva incontrato Zelensky a Kiev lo scorso 21 febbraio e lo aveva invitato in Italia: invito che poi era stato ribadito il 26 aprile in occasione del video collegamento di Zelensky con la Conferenza di Roma sulla ricostruzione. 

Inoltre fonti vaticane fanno sapere all’Ansa che il presidente ucraino potrebbe incontrare anche Papa Francesco nel caso in cui dovesse recarsi a Roma nella giornata di sabato. Si tratta soltanto di un’ipotesi e quindi non ci sono conferme sul luogo e sull’ora dell’eventuale incontro. Un paio di settimane fa il Pontefice ha ricevuto il premier ucraino Denys Shmyhal, mentre non ha mai visto Zelensky da quando è scoppiata la guerra. 

LIBERO.IT

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Paola e Claudio Regeni: “Attoniti per le parole di Descalzi su Al Sisi, aspettiamo ancora la verità sul nostro Giulio”

mercoledì, Maggio 10th, 2023

Serena Riformato

ROMA. «Attoniti». Paola e Claudio Regeni sono rimasti attoniti davanti alle parole dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi che venerdì, sul palco della convention di Forza Italia, si è speso in parole di gratitudine per il governo di Al Sisi: «L’Egitto ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi quest’estate per mandarli in Italia per riempire gli stoccaggi. Questi sono Paesi a cui se dai, ricevi». Il Paese da cui l’Italia «riceve» non ha però mai fornito gli indirizzi dei quattro funzionari della National Security egiziana accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore 28enne. La prossima udienza, il 31 maggio, dovrà ancora una volta affrontare l’impasse giuridica causata dall’irreperibilità degli imputati.

Cosa avete pensato quando avete saputo del discorso dell’ad di Eni?
«Le parole hanno sempre un peso e a volte sono soggette a più interpretazioni. Questa gratuita e ingiustificabile dichiarazione di Descalzi ci ha lasciati attoniti, la nostra “scorta mediatica” vale a dire i tanti cittadini che seguono con noi la dolorosa vicenda di Giulio, ci hanno subito trasmesso la notizia condividendo le nostre perplessità: perché Descalzi parla ora di una rinuncia da parte di Al Sisi (ma semmai avrebbe dovuto dire “del popolo egiziano”) dei suoi carichi di questa estate? E questo messaggio a chi è rivolto? Che cosa voleva dire effettivamente con “questi sono Paesi a cui se dai ricevi”? A quali Paesi si riferisce, alle dittature? E cosa dai e cosa ricevi? L’amministratore delegato di Eni certamente riceve e può esultare per la sua ininterrotta e inossidabile amicizia col dittatore Al Sisi. Ma cosa abbiamo ceduto, a cosa abbiamo rinunciato noi tutti in cambio di questa loro amicizia?».

Aggiungo la domanda della segretaria del Pd Elly Schlein: l’Italia ha “dato” l’impunità ai torturatori di Giulio Regeni in cambio del gas?
«Abbiamo rinunciato alla giustizia (diritto inalienabile) in cambio di merci? E chi ci guadagna in uno scambio così svantaggioso?».

Il ministro degli Esteri Tajani e la premier Meloni hanno scelto di non testimoniare al processo. Che valore avrebbe avuto la loro partecipazione?
«La presenza di Meloni e Tajani all’udienza del 3 aprile avrebbe dato al mondo intero un segnale della dignità che l’Italia può e dovrebbe avere rispetto alla violazione dei diritti umani e la conferma che lo Stato italiano si prende cura dei propri cittadini in tutte le situazioni anche all’estero e anche e soprattutto in ipotesi di tortura e omicidio. La loro testimonianza sarebbe stata, senza dubbio, un contributo nella ricerca di verità e nella battaglia di giustizia. Riteniamo che ogni cittadino abbia il diritto di conoscere le promesse di collaborazione espresse dal presidente Al Sisi. La loro assenza ha privato tutti noi di questi diritti».

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Trump, prima condanna: colpevole di abusi sessuali. E sulla corsa alla Casa Bianca incombe anche l’inchiesta su Mar-a-lago

mercoledì, Maggio 10th, 2023

dal nostro corrispondente Alberto Simoni

WASHINGTON. Donald Trump ha aggredito sessualmente e diffamato, definendola pubblicamente una «bugiarda», la scrittrice ed ex columnist di Elle, E. Jean Carroll, 79 anni, ed è stato condannato a pagare un indennizzo di 5 milioni di dollari. Dopo meno di tre ore di camera di consiglio, la giuria del tribunale di Manhattan – composta da sei uomini e tre donne – ha condannato l’ex presidente ma l’ha assolto dall’accusa di stupro.

Il giudice Lewis Kaplan ha chiesto dapprima ai giurati di decidere se Trump avesse stuprato, sessualmente abusato, o toccato contro la sua volontà la donna. Ognuna di queste opzioni avrebbe rispettato la denuncia formalmente avanzata, di violenza sessuale; quindi, il giudice Kaplan ha invitato i giurati di valutare la diffamazione. Il processo contro il tycoon era una causa civile e non ci sono conseguenze criminali, la donna aveva chiesto un risarcimento.

Sono una dozzina le donne che negli ultimi anni hanno denunciato Trump o sono uscite allo scoperto rivelando di essere state molestate. Due hanno deposto in questo processo. Ma l’unica vicenda arrivata in aula è quella di E. Jean Carroll, 79 anni, che nel 2017 sull’onda del movimento #MeToo aveva trovato il coraggio di raccontare quanto era accaduto in un camerino dei grandi magazzini Bergdorf Goodman a Manhattan a inizio 1996, dove Trump l’aveva bloccata e le aveva fatto violenza. Il processo è stato possibile grazie all’Adult Survivor’s Act, una legge di New York del 2022 che consente alle vittime di violenza di presentare una denuncia una tantum anche con decenni di ritardo.

L’ex presidente, 76 anni, ha sempre negato e ha rifiutato di deporre e testimoniare nel processo. L’unico elemento è stato un suo video di ottobre in cui aveva anche negato di riconoscere la donna dicendo poi che «non era il suo tipo» e che negava di conoscerla. L’impianto dell’accusa si è basato sulla lunga testimonianza della vittima. Aveva raccontato che conosceva Trump e che lo aveva incontrato mentre stava lasciando il negozio. Le chiese di provare un indumento per lui. «Mi ha convinta a entrare in un camerino, poi ha chiuso la porta, mi ha spinto contro un muro e mi ha tolto i collant. Mi sentivo soffocare e ho provato a respingerlo. Le sue dita sono entrate nella mia vagina, è stato doloroso, poi ha inserito il suo pene», ha raccontato alla giuria.

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Putin riduce le celebrazioni per il giorno della vittoria in Russia

martedì, Maggio 9th, 2023

di Marco Imarisio

Oggi parata ridotta per la festività più importante del calendario. Sei i leader stranieri presenti, in 22 città non ci sarà nulla, il clima è cambiato

Putin riduce le celebrazioni per il giorno della vittoria in Russia

È il giorno di una vittoria senza vittoria. Quando si avvicina il 9 maggio, la festività più importante del calendario, per spiegare l’enfasi e il significato della parata sulla Piazza Rossa, gli studiosi tirano fuori dal cassetto la pobedobesie, un concetto che si può tradurre come mania o ossessione per il trionfo, qualcosa di cui la società russa è stata imbevuta negli ultimi vent’anni.

Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta.

La simmetria

L’anno scorso la simmetria fu perfetta. Il Cremlino ebbe gioco facile nel fondere la festa della Grande guerra patriottica all’Operazione militare speciale che era appena entrata nel suo terzo mese, usando la prima come giustificazione della seconda, l’invasione come un tempo supplementare del 1941-1945, contro i nazisti di Kiev. La narrazione era questa. E la sfilata del Reggimento immortale divenne una celebrazione di tutte le guerre russe, anche quelle recenti. I discendenti dei vincitori di allora scesero in strada a milioni urlando «Possiamo farlo ancora».

Lo slogan rimane quello. Ma oggi le cose sono cambiate. La liberazione dai nazisti al potere in Ucraina non è andata come doveva. All’ordine del giorno nei talk show e sui media non è l’avanzata russa, ma l’imminente controffensiva dell’esercito nemico. Il Giorno della Vittoria verrà sì festeggiato. Con giudizio, e con estrema prudenza, perché la faccenda dei droni sul Cremlino è stata presa sul serio. Solo la solitudine della Russia rimane la stessa di un anno fa.

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Guerra Russia-Ucraina, abbattuti decine di droni in Crimea. Aiea: “Preoccupati per la situazione della centrale di Zaporizhzhya”. Accuse a Mosca: “Bombe al fosforo nell’assedio di Bakhmut”

domenica, Maggio 7th, 2023

a cura della redazione

È stata un’altra notte complicata in Ucraina. Gli allarmi antiaerei sono entrati in funzione nella notte in buona parte del paese e la la difesa ha abbattuto un certo numero di droni, incluso uno sopra lo spazio aereo di Kiev. Lo ha riferito la Reuters, citando funzionari ucraini. «Durante l’ultimo allarme aereo, un drone da ricognizione nemico è stato rilevato nello spazio aereo di Kiev» ed è stato «distrutto», ha dichiarato l’amministrazione militare di Kiev, precisando che «non ci sono state vittime o danni».

Ed è ancora forte, intanto, la notizia dell’attentato che ha coinvolto lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, noto per le sue posizioni pro Cremlino e a favore della guerra in Ucraina. Il conducente è morto, mentre Prilepin è rimasto ferito. Un uomo è stato fermato per il suo presunto coinvolgimento nel caso, un cittadino ucraino secondo i media russi. Il Comitato investigativo russo, che sta trattando il caso come «atto terroristico», lo ha identificato come Oleksandr Permyakov e ha riferito che avrebbe confessato di avere agito su istruzioni dei servizi speciali ucraini; avrebbe ammesso di avere piazzato un ordigno sulla strada e di averlo poi azionato a distanza.

Russia, lo scrittore pro Cremlino Prilepin ferito nell’esplosione della sua auto

Mosca, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, ha puntato il dito contro Stati Uniti e Regno Unito: «Washington e la Nato hanno alimentato un’altra cellula terroristica internazionale, il regime di Kiev. Bin Laden, l’Isis, ora Zelensky e i suoi scagnozzi. Responsabilità diretta di Stati Uniti e Gran Bretagna. Preghiamo per Zakhar», ha scritto su Telegram.

Mentre il movimento partigiano di ucraini e tatari di Crimea Atesh ha rivendicato l’attentato, Kiev tramite il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha accusato Mosca definendo Prilepin una vittima della «macchina repressiva russa». Per l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale, si è trattato di un «vile attacco» perpetrato da «estremisti nazisti», il nemico cerca di intimidire la Russia e colpire i veri patrioti, ma questo crimine «non rimarrà impunito».

È la terza esplosione che coinvolge personalità di spicco pro Cremlino dall’inizio della guerra in Ucraina. Nell’agosto del 2022 un’autobomba alla periferia di Mosca uccise Daria Dugina, figlia dell’influente teorico politico russo Alexandr Dugin, spesso definito «il cervello di Putin»; le autorità russe hanno sostenuto che dietro l’esplosione ci fosse l’Ucraina. Il mese scorso un’esplosione in un caffè di San Pietroburgo ha ucciso invece il noto blogger militare Vladlen Tatarsky; anche in quel caso le autorità hanno puntato il dito contro i servizi segreti ucraini.

Ora Prilepin: diventato un sostenitore di Putin nel 2014, dopo che il presidente russo dichiarò l’annessione illegale della penisola di Crimea, lo scrittore è stato coinvolto nel conflitto nell’Ucraina orientale al fianco dei separatisti sostenuti dalla Russia e l’anno scorso è stato sanzionato dall’Unione europea per il suo sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. Nel 2020 ha fondato un partito politico, ‘For the Truth’, che secondo i media russi era sostenuto dal Cremlino. Un anno dopo, il partito di Prilepin si è fuso con il partito nazionalista ‘A just Russia’, che ha seggi in Parlamento.

Intanto, sul campo in Ucraina esplosioni sono avvenute in Crimea, dove l’amministrazione filorussa ha riferito dell’abbattimento di due missili balistici ucraini Grom-2 sulla penisola.

Quanto alla situazione a Bakhmut, gli ucraini hanno accusato le truppe russe di bombardare la città con munizioni al fosforo. «La stessa situazione si è verificata a Mariupol. Quando non possono fare nulla, vengono sparate munizioni al fosforo», ha detto Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, pubblicando un video a riguardo. Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, facendo seguito alla minaccia di venerdì di lasciare Bakhmut il 10 maggio, ha annunciato che cederà le sue postazioni in città alle forze speciali cecene Akhmat di Ramzan Kadyrov. «Sto già contattando i rappresentanti di Kadyrov per iniziare immediatamente a trasferire posizioni, in modo che il 10 maggio alle 00.00, esattamente nel momento in cui, secondo i nostri calcoli, esauriremo completamente il potenziale di combattimento, i nostri compagni prenderanno il nostro posto e continueranno l’assalto al villaggio di Bakhmut», ha fatto sapere Prigozhin.

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