Archive for the ‘Esteri’ Category

Attentato a Putin, uno sfregio all’immagine dello zar intoccabile. I «duri» chiedono vendetta

giovedì, Maggio 4th, 2023

di Marco Imarisio

In crisi l’immagine di potenza che i russi proiettano sul Cremlino. Medvedev indica «l’unica opzione possibile: eliminare fisicamente Volodymyr Zelensky»

Attentato a Putin, uno sfregio all’immagine dello zar intoccabile. I «duri» chiedono vendetta

Come nel 1942. Quando caddero per l’ultima volta le bombe su Mosca, il nemico era alle porte e il piccolo padre Stalin era chiuso in un bunker. Da ieri pomeriggio i media di Stato ripetono questo mantra all’unisono. Non lo fanno per disfattismo, ma per risvegliare paure ancestrali nel loro vasto pubblico, quello della Russia più profonda.

Nelle ultime settimane molti conduttori e ospiti dei più importanti talk show di propaganda avevano evocato lo spauracchio di un attacco su Mosca. Lo aveva fatto Vladimir Solovyov, che il 27 aprile aveva detto di essere «preoccupatissimo» per l’incolumità personale del suo grande amico Vladimir Putin.

Due giorni dopo, Igor Korotchenko, analista militare di fiducia del Cremlino, aveva avvertito della possibilità di attacchi terroristici ucraini contro la Federazione russa «nei prossimi giorni», motivandola con una specie di eresia. Il fatto che i servizi segreti inglesi e americani stiano trasmettendo al governo di Kiev informazioni preziose sullo stato del sistema di difesa aerea di Mosca dimostra «come i nostri principali nemici di oggi non abbiano più paura di noi». Forse non si tratta di un vero attentato. Ma è senz’altro qualcosa di peggio. È l’attacco a un simbolo, a una immagine di potenza che costituisce il segreto neppure troppo nascosto del legame tra Putin e il suo popolo.

Alcuni storici sostengono che il fallimento di Mikhail Gorbaciov e del suo progetto di riforme è cominciato nel 1987 con il volo di Mathias Rust sulla Piazza Rossa, quando il suo piccolo aereo da turismo bucò una difesa dei cieli sopra il Cremlino che si credeva impenetrabile, causando per altro licenziamento a catena ai vertici dell’esercito. Quel giorno, molti russi capirono che l’uomo della perestrojka non era un vero Zar, non era una guida infallibile, perché non era in grado di proteggere il proprio giardino di casa.

«L’unico vero problema che pone un evento del genere è che non esiste una replica realistica», spiega al telefono Sergey Markov, il super falco che dal 2011 al 2019 è stato l’addetto alle missioni estere più complicate per conto del Cremlino. «Non sappiamo dov’è Zelensky e sicuramente da oggi lo nasconderanno ancora meglio. Colpire Kiev significherebbe distruggere una città russa, colpire Washington farebbe cominciare la Terza guerra mondiale, e usare il nucleare ci isolerebbe ancora di più. Uno a zero per i nostri avversari, chiunque essi siano hanno fatto un bel colpo di immagine». Dunque, è lesa maestà. Poco importa che Putin fosse altrove, nella sua residenza di Novo-Ogaryovo, vicina alla quale ha fatto da poco costruire una ferrovia privata più che segreta, perché il Cremlino sa come custodire i veri segreti. È per lui che hanno suonato i droni sul Cremlino, beffandosi del mito della sua intoccabilità. Il dispositivo di sicurezza che lo circonda coinvolgendo oltre cinquecento che si dedicano solo a lui, è fonte continua di fascinazioni e iperboli che si autoalimentano. Come i sosia pronti all’uso che verrebbero utilizzati in certe situazioni particolari, gli invisibili schermi antiproiettili sempre disposti dietro alle sue spalle, gli ombrelli da difesa rinforzati in kevlar in dotazione ai suoi angeli custodi, fino ai treni personali corazzati, agli imponenti cortei di auto che bloccano il centro di Mosca con compiaciuta enfasi quando il Capo va in ufficio.

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Perché le elezioni in Turchia sono importanti per l’Europa (e per il mondo)

martedì, Maggio 2nd, 2023

Giada Ferraglioni , Sergio Colombo

Le elezioni di maggio in Turchia sono tra gli appuntamenti più importanti del 2023. Il prossimo presidente definirà i rapporti del Paese con gli Stati Uniti, l’Unione europea e la Russia, e deciderà che ruolo avrà Ankara nella Nato e nella guerra in Ucraina. Dovrà inoltre decidere il futuro delle relazioni con i vicini Israele e Siria, da cui dipenderanno gli equilibri nel Medio Oriente, e gestire le tensioni nel Mediterraneo orientale. Non da ultimo, le elezioni del 14 maggio avranno risvolti sulle politiche migratorie della Turchia, crocevia delle rotte da Est più pericolose e battute. Difficile fare previsioni su quelle che saranno le svolte dell’opposizione dopo un’eventuale vittoria: al momento, a unire il “tavolo dei sei” è principalmente il sentimento anti-Erdoğan.

La Nato e la guerra in Ucraina

La Turchia si è ritagliata un ruolo di rilievo nella guerra in Ucraina. Proprio a Istanbul si sono firmati nel 2022 i primi accordi tra Mosca e Kiev: l’intesa, mediata dai turchi e dall’Onu, aveva permesso di smuovere oltre 20 milioni di tonnellate di grano bloccati nei porti del Mar Nero dall’inizio della guerra. I rapporti con la Nato da una parte e con la Russia dall’altra sono il tema più spinoso che dovrà affrontare il nuovo presidente. La Turchia è membro dell’Alleanza Atlantica dal 1952, ma non ha aderito alle sanzioni del G7 e dell’Unione europea contro Mosca. Inoltre, dalla fuga dei documenti del Pentagono, è emerso che la brigata Wagner, impegnata in Ucraina, aveva avvicinato “contatti turchi” a febbraio con l’obiettivo di comprare armi.

A fine marzo l’attuale presidente turco ha dato il via libera all’adesione alla Nato della Finlandia, e dunque all’estensione dell’Alleanza Atlantica a ridosso del confine con la Russia. Ma lo ha fatto dopo mesi di veti e di ultimatum: un equilibrismo che ha indispettito i partner occidentali e attirato feroci critiche da parte dell’opposizione guidata da Kemal Kılıçdaroğlu, erede di un kemalismo che guarda tradizionalmente a ovest. Il leader del Chp ha annunciato che, se sarà eletto, punterà a normalizzare definitivamente i rapporti con la Nato. Mosca permettendo.

I rapporti tra Turchia e Russia

Le relazioni tra Turchia e Russia si reggono su equilibri estremamente delicati. I due Paesi sono entrambi presenti in Libia (il primo in Tripolitania, il secondo nella Cirenaica), e Mosca ha ospitato il 25 aprile l’incontro tra i ministri degli Esteri di Turchia, Siria e Iran per discutere il riavvicinamento tra Damasco e Ankara.

Inoltre, per il governo turco Mosca resta a oggi un partner irrinunciabile dal punto di vista energetico: nel 2022, la Turchia ha importato il 40% del gas dalla Russia, mentre l’import di combustibili fossili è aumentato da 14,3 a 41,8 miliardi di dollari. Il 27 aprile il presidente russo Vladimir Putin ha partecipato in video-collegamento alla consegna del carburante per la centrale nucleare di Akkuyu, realizzata dalla russa Rosatom.

Gli interessi degli Usa e la questione curda

Nel tentativo di blindare il riavvicinamento alla Nato, Kılıçdaroğlu promette di “prendere iniziative” per tornare al programma di acquisto degli aerei F-35, sospeso dagli Usa nel 2019. Secondo alcuni analisti, il leader del Chp potrebbe decidere persino di restituire a Mosca i sistemi di difesa aerea S-400, il cui acquisto fu alla base dello strappo con Washington.

Gli Stati Uniti guardano con interesse al voto, e agli effetti che questo potrebbe avere sui rapporti con la Turchia. Negli ultimi anni, i due Paesi si sono scontrati a più riprese sulla questione dei curdi, sostenuti dagli Usa in Siria e combattuti – all’estero e in patria – da Erdoğan. Una vittoria di Kılıçdaroğlu, appoggiato dal partito filo-curdo Hdp, potrebbe dare nuovo impulso alle relazioni.

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Re Carlo, dall’olio di Gerusalemme al trono, dalle due carrozze al “caso Harry”: tutti i dettagli della “Operazione Globo” tra tradizione e novità

martedì, Maggio 2nd, 2023

Antica più di mille anni, la cerimonia di incoronazione di Carlo III e la regina consorte Camilla, durerà circa due ore e sarà officiata dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, nella solenne cornice dell’abbazia di Westminster.

I cinque momenti dell’incoronazione
Sono previste cinque fasi distinte: il riconoscimento, il giuramento, l’unzione, l’investitura e l’intronizzazione. Il rito rispetterà pienamente la tradizione, ma con alcune novità per sottolineare il rispetto di tutte le fedi e comprenderà un giuramento corale di fedeltà al re, che potrà essere pronunciato da tutti i britannici.

L’ingresso di Carlo alle ore 11
Carlo III entrerà nell’abbazia poco prima delle 11 del 6 maggio (mezzogiorno in Italia) attraverso la Great West Door. Si prevede che indosserà un’uniforme militare, invece dell’abito regale con scarpini e calze di seta di suo nonno re Giorgio VI.

Una processione reale accompagnerà il sovrano sino al Coronation Theatre in fondo all’abbazia. Fra i paggetti vi saranno il principino George, primogenito di William e Kate, destinato un giorno a diventare re, assieme ai nipotini di Camilla, Lola, Eliza, Gus, Louis e Freddy.

La musica scelta dal sovrano
La musica dell’intera cerimonia è stata scelta personalmente dal re e comprende 12 brani creati per l’occasione, fra cui una composizione di Andrew LLoyd Webber e un’altra di musica greco ortodossa, in memoria del padre del sovrano, principe Filippo, nato in Grecia. Per la prima volta non vi saranno inni solo in inglese, ma anche in gallese, gaelico scozzese e gaelico irlandese, altre lingue parlate nel Regno Unito.

Le fasi più importanti della cerimonia
La cerimonia vera e propria inizierà con il «riconoscimento». Re Carlo verrà presentato «al popolo» dall’arcivescovo di Canterbury, che lo proclamerà «indubbio re».

La congregazione risponderà con il grido: «Dio salvi il re», seguito dal suono delle trombe. Successivamente Carlo giurerà sul Vangelo di rispettare la legge e la Chiesa d’Inghilterra. Il testo dei tre giuramenti, compreso l’impegno a mantenere «la religione riformata protestante», non cambierà, ma l’arcivescovo sottolineerà che la Chiesa d’Inghilterra vuole creare un contesto in cui «le persone di tutte le fedi possono vivere liberamente».

Il trono
A questo punto il sovrano siederà sulla Coronation Chair, un sedile di legno risalente al 1300, sul quale sono stati incoronati 26 monarchi. Fu realizzato per ordine di re Edoardo I per contenere la Pietra del Destino, antico simbolo della monarchia scozzese.

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Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 maggio | Casa Bianca: 100 mila soldati russi morti da dicembre

martedì, Maggio 2nd, 2023

di Lorenzo Cremonesi, inviato, Paolo Foschi e Redazione Online

Le notizie sulla guerra di martedì 2 maggio, in diretta. Kyiv Independent: «Uccisi due cittadini canadesi vicino a Bakhmut»

Guerra Ucraina-Russia, le notizie del 2 maggio | Casa Bianca: 100 mila soldati russi morti da dicembre
Soldati ucraini in addestramento a Kharkiv (Afp)

• Secondo gli Usa è disastroso il bilancio per la Russia della guerra: come riferito da John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Mosca ha perso da dicembre, centomila uomini, di cui 20 mila del gruppo Wagner . E l’offensiva nel Donbass sarebbe da considerarsi ormai fallita.
• La notte di missili russi su tutta l’Ucraina non scoraggia Kiev: «Pronti alla controffensiva»
• I sabotatori delle ferrovie russe arrestati: la battaglia dietro le linee.

Ore 08:28 – Yermak: «Intere generazioni di russi pagheranno per i danni provocati all’Ucraina»

In un post su Telegram, Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, ha affermato che le future generazioni di russi dovranno pagare per le azioni compiute dalla loro nazione durante la guerra, includendo i danni ambientali causati al territorio ucraino. Yermak ha sottolineato che la Russia dovrà rispondere per tutto ciò che ha causato, compresi i danni alle infrastrutture e le perdite umane, nonché per i rapimenti di bambini. Inoltre, ha avvertito che le generazioni future di russi non avranno scelta se non quella di pagare il prezzo delle azioni del loro paese, e saranno gravati dalla responsabilità di essere discendenti dei terroristi russi che hanno commesso il genocidio del popolo ucraino. Yermak ha concluso dicendo che non ci sarà modo per i discendenti dei terroristi russi di nascondersi da questa vergogna in qualsiasi parte del mondo.

Ore 08:22 – Isw: Mosca informa la popolazione degli attacchi in Ucraina per ridurre l’ansia nel Paese

Secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda, l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), ha riferito che il ministero della Difesa russo ha iniziato a fornire informazioni sugli attacchi missilistici in territorio ucraino, al fine di ridurre l’ansia nel paese riguardo alla prevista controffensiva di Kiev. L’Isw ha citato l’esempio dell’attacco russo contro Pavlograd nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, affermando che il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’attacco ha preso di mira le strutture militari-industriali ucraine e ha interrotto la produzione di risorse militari. Gli esperti del think-tank hanno inoltre osservato che il ministero della Difesa russo ha recentemente cambiato la sua retorica, pubblicizzando ampiamente le sue campagne di attacchi, probabilmente per mostrare un approccio proattivo a fronte della crescente preoccupazione nel media russo riguardo a una possibile controffensiva ucraina.

Ore 08:20 – Scholz: «Le armi tedesche in Ucraina non devono essere utilizzate per attaccare la Russia»

L’Ucraina non deve utilizzare le armi che ha ottenuto dalla Germania per attaccare la Russia. È quanto dichiarato dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, come riferisce il quotidiano «Handelsblatt». Il capo del governo federale ha evidenziato come la stessa posizione sia tenuta dagli altri Stati che forniscono aiuti militari all’ex repubblica sovietica. Per Scholz, è necessario «fare di tutto» al fine di evitare una guerra tra la Russia e la Nato.

Ore 07:54 – Dalla Russia: «Le forze ucraine hanno bombardato la regione russa di Bryansk»

Il governatore di Bryansk, Alexander Bogomaz, ha riferito su Telegram che in mattinata le forze armate ucraine hanno bombardato il villaggio di Kurkovichi, situato nella regione russa di Bryansk vicino al confine con l’Ucraina. Ciò è accaduto un giorno dopo che un’esplosione ha fatto deragliare un treno merci nella stessa regione. Bogomaz ha precisato che non ci sono state vittime nel bombardamento, ma un’abitazione è stata colpita dal fuoco. Le operazioni di soccorso sono in corso sul luogo dell’incidente.

Ore 07:53 – Kyiv Independent: «Uccisi vicino a Bakhmut due cittadini canadesi»

Il Kyiv Independent ha riportato su Twitter che due cittadini canadesi sono stati uccisi in una azione nei pressi di Bakhmut, una città dell’oblast di Donetsk che da tempo è al centro dei combattimenti tra le forze ucraine e quelle russe d’invasione.

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La telefonata di Xi Jinping a Zelensky: perché proprio ora? La paura della reazione atomica alla controffensiva ucraina

giovedì, Aprile 27th, 2023

di Guido Santevecchi

Un segnale all’Europa. E forse un tentativo di far rinviare i piani a Kiev

La telefonata di Xi Jinping a Zelensky: perché proprio ora? La paura della reazione atomica alla controffensiva ucraina

Perché proprio ora? Perché solo ora Xi Jinping ha finalmente parlato con il presidente dell’Ucraina aggredita dalla Russia? Il presidente cinese è un calcolatore e una possibilità è che abbia scelto i tempi del suo intervento «guardando» alle mappe dei generali di Kiev di cui tutti gli analisti militari occidentali discutono: sul tavolo ci sono i piani di una controffensiva ucraina prevista per maggio.

Il piano militare sta creando grandi attese e altrettanto nervosismo, da Washington a Mosca. Si teme un allargamento del conflitto, l’ombra di una reazione nucleare russa. Xi, aprendo il canale personale con Zelensky, spedendo un suo inviato con l’incarico di sondare «tutte le parti», forse vuole evitare o almeno far rinviare il contrattacco ucraino. Non sappiamo se il presidente cinese si sia di nuovo consultato in segreto nelle ultime ore con l’amico Vladimir Putin; se tema che l’Armata russa sia destinata a subire altri rovesci sul campo, o che il Cremlino immagini una risposta disperata con l’arma nucleare tattica. Certo, ora Kiev e Mosca (e anche gli occidentali) dovranno valutare il passo della superpotenza cinese, l’ipotesi di una mediazione. Xi ha evocato «il pensiero razionale» e «l’importanza di cogliere le opportunità». Sembra un invito anche agli Stati Uniti.

Stiamo ai fatti emersi. La nota di Pechino sulla telefonata, ieri è arrivata a tempo di record. La portavoce degli Esteri cinese ha anticipato nell’annuncio anche Zelensky, lo ha dato su Twitter in inglese, russo e spagnolo. Si capisce che Zhongnanhai (quartier generale del Partito-Stato) aveva già scritto la velina con il riassunto del discorso di Xi, pronta per il lancio internazionale, per impressionare il mondo.

Tre i punti chiave. 1) La cosa più concreta è l’annuncio dell’invio del Rappresentante speciale cinese per gli affari euroasiatici a Kiev e «in tutti gli altri Paesi interessati alla soluzione della crisi ucraina». Si tratta di Li Hui, in passato e per dieci anni ambasciatore a Mosca: dunque molto esperto di discussioni con il Cremlino.

2) Xi ha evocato il rischio di uso dell’arma nucleare, dicendo che «nessuno esce vincitore da uno scontro del genere». Si tratta di una ripetizione della posizione cinese, ma ricordarla in questa fase del conflitto, mentre personaggi come il russo Medvedev continuano ad agitarne lo spettro, aggiunge un senso di urgenza, quasi che i cinesi vogliano convincere gli ucraini della necessità di sedersi rapidamente al tavolo per scongiurare un esito atroce e umanamente insostenibile.

3) A Pechino nelle ultime settimane si è svolta una processione di leader europei, dal premier spagnolo Pedro Sánchez, al presidente francese Emmanuel Macron, che hanno chiesto a Xi di premere su Putin e di proporsi come grande mediatore, chiamando Zelensky. Per dare copertura alle missioni politiche (e commerciali) degli europei e rispondere alla posizione più critica espressa dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il leader comunista aveva bisogno di un bel gesto. Ha finalmente telefonato a Kiev.

Secondo il riassunto cinese, Xi ha citato a Zelensky le idee elaborate in questi lunghi mesi per «avviare colloqui, ristabilire e preservare la pace, i confini riconosciuti e la sovranità di ogni Paese».

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l disarmo nucleare spiegato in 2 minuti: dal trattato del ’68 alla sospensione di Putin

mercoledì, Aprile 26th, 2023

di Niccolò Locatelli

Il 21 febbraio Vladimir Putin rivolgendosi alla nazione dalla Duma ha annunciato la sospensione del trattato New Start, relativo alla limitazione delle armi nucleari, firmato  nel 2010 da Obama e Medvedev. La Russia, ha spiegato Putin, non può permettere agli ispettori americani di visitare i siti nucleari considerata la posizione assunta dagli Usa sulla guerra in Ucraina. Il trattato consentirebbe infatti agli ispettori statunitensi e russi di  autorizzare ogni anno fino a 18 ispezioni con breve preavviso nelle rispettive basi nucleari. Ma come si è arrivati a firmare questo accordo? Qui si vuole ripercorrere la complessa opera di mediazione e dialogo portata avanti da Stati Uniti e Russia nel corso degli ultimi decenni per raggiungere un accordo sul disarmo nucleare. 
Ucraina – Russia, le news sulla guerra di oggi 26 aprile

LA STAMPA

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In Russia “sta crollando tutto, la gente si ammazzerà per le strade” e il potere è “nelle mani di uno s…”. Il nuovo devastante audio tra due oligarchi russi

mercoledì, Aprile 26th, 2023

Jacopo Iacoboni

In Russia «sta crollando tutto», e il potere è «nelle mani di uno stronzo».

Se la conversazione è autentica – come molti indicatori lasciano credere, e come sostengono e scrivono gli osservatori russi indipendenti che abbiamo consultato –è un altro devastante capitolo della lotta intestina nelle élite russe, che ormai non credono più a Vladimir Putin e, non potendolo dire pubblicamente, parlano tra loro. Tanto. Disperatamente. Un nuovo impressionante leak (rivelato del progetto investigativo russo “Sistema”) svela il dialogo tra due uomini che sembrano essere il miliardario Roman Trotsenko (un uomo vicinissimo a Igor Sechin, il boss di Rosneft), e l’uomo d’affari Nikolai Matushevsky.

I due che parlano al telefono discutono della guerra, organizzano la partenza dei loro parenti dalla Russia e dicono quello che pensano sulle autorità del paese. «Non esiste il concetto di un domani. Moriranno [dannazione], a un certo punto nel tempo, e non lasceranno nulla dietro. Sarà solo un deserto bruciato», dice un uomo con una voce simile a quella di Trotsenko, che è una delle persone più ricche di Russia. Trotsenko e Matushevsky hanno definito la registrazione un falso. Matushevsky ha detto ai giornalisti di “Sistema” «penso che sia un falso o uno stupido scherzo di qualcuno che usa l’intelligenza artificiale». Ma – scrivono per esempio «Astra» e «Svoboda» – diversi fatti suggeriscono che la conversazione registrata sia autentica. Anche “Sota” la avvalora. Current time, citando una fonte, scrive che il numero dal quale telefona l’uomo che nell’audio viene chiamato “Roma” corrisponde a quello di Trotsenko.

I due interlocutori prevedono scenari da guerra civile, come già fecero – in un altro precedente leak – l’oligarca Akhmadov e il produttore musicale Iosif Prigozhin, d cui La Stampa aveva dato conto in anteprima. «Le persone si taglieranno a vicenda per le strade di Mosca», dice il presunto Trotsenko. «Sfortunatamente, la Russia, che amiamo così sinceramente, è finita nelle grinfie di uno stronzo». «Le persone si uccideranno a vicenda per le strade di Mosca. È solo una questione di tempo». E il suo interlocutore raddoppia, dice di aver visto di recente un video con il taglio degli auguri di Capodanno dei presidenti, «a partire da Eltsin […] fino all’ultimo, quando questo deficiente non è sullo sfondo dell’albero di Natale, come sempre, ma i militari». «Come può vivere una nazione in cui l’unica ideologia è che un ristretto gruppo faccia soldi e mantenga il potere?».

Trotsenko è considerato una delle “casse” del capo di Rosneft Igor Sechin, e Nikolai Matushevsky è il creatore di spazi artistici importanti e alla moda, Flakon e Khleb-zavod, a Mosca. Lo sfondo della conversazione, che avrebbe avuto luogo all’inizio di gennaio 2023, è di estrema confidenza. I due si chiamano con diminutivi affettuosi – Kolya e Roma – discutono delle vacanze a Bali, “Kolya” dice a “Roma” che ci sono molti investitori lì e che è un posto da tenere in considerazione in tutti i sensi: «Recentemente, è stato davvero difficile per me in Russia, ho capito che qualcosa non andava, non è bello stare lì», si lamenta Kolya, e quello che sarebbe Trotsenko si mostra d’accordo. Poi Kolya parla in dettaglio del suo nuovo progetto: “Airbnb for Business”: «Esatto, non devi ricordare più cosa è successo in Russia. Non esiste più e non accadrà più», e a quel punto “Roma” approva l’idea e sostiene che in Indonesia «tutto decuplicherà in dieci anni, e la Russia cadrà due volte». Si decuplicherà, par di capire, anche il livello di capitali (russi) che stanno affluendo. Poi gli amici parlano di trasloco, bambini, famiglie, e finiscono a commentare la guerra e la situazione in Russia.

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Francia nel caos per la riforma pensioni: migliaia in strada e scontri

sabato, Aprile 15th, 2023

Via libera del Consiglio costituzionale francese al nodo centrale, nonché il più contestato, della riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron, cioè quello dell’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Dopo che da tre mesi massicce proteste infiammano la Francia, i 9 ‘saggi’ – così vengono definiti i membri della Corte costituzionale – hanno deciso di respingere 6 disposizioni presenti nel testo, ma di dare luce verde all’impalcatura essenziale della riforma. Macron potrebbe dunque ora promulgare il testo. Migliaia le persone scese subito in strada in diverse città, da Parigi a Nizza, da Lione a Caen a Rennes. Nella capitale i manifestanti si sono raccolti davanti all’Hotel de Ville e da lì è partito un corteo spontaneo.

I sindacati hanno lanciato un appello a Macron a non promulgare la riforma. Il presidente della Repubblica ha 15 giorni di tempo per farlo, ma fonti vicine a Macron hanno fatto sapere che la promulgazione potrebbe essere rapida. Entro 48 ore secondo Bfmtv. “Dal 2017 il presidente promulga sistematicamente tutte le leggi il giorno successivo o quello dopo ancora”, hanno ricordato a Franceinfo dall’entourage presidenziale. In mattinata Macron aveva invitato i sindacati a partecipare a un incontro all’Eliseo martedì 18 aprile, ma dall’intersindacale è giunto un no, tanto più che, secondo quanto filtrato, il presidente vorrebbe promulgare la legge prima di allora: a seguito della decisione della Corte i sindacati uniti contro la riforma hanno annunciato che non accetteranno alcun incontro con l’esecutivo prima del 1° maggio, data per la quale hanno indetto una nuova giornata di “mobilitazione eccezionale e popolare contro la riforma delle pensioni e per la giustizia sociale”.

“Questa sera non ci sono né vincitori né vinti”, è stata la reazione della premier francese Elisabeth Borne. “La Corte costituzionale ha stabilito che la riforma è in linea con la nostra Costituzione, sia nel merito che nella procedura. Il testo è giunto alla fine del suo processo democratico”, ha twittato, rivendicando che “richiede uno sforzo da parte dei francesi che possono permetterselo”, “ma prevede anche molti progressi”. Il governo ha sostenuto che la riforma è necessaria per mantenere a galla il sistema pensionistico a fronte dell’invecchiamento della popolazione.

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Chi è la talpa dei documenti rubati agli Usa: nome in codice «OG». Il «guru» e gli adepti devoti a Dio e alle armi

venerdì, Aprile 14th, 2023

di Viviana Mazza

Un membro del gruppo: «Era cristiano, contro la guerra e voleva solo tenere informati i suoi amici»

Chi è la talpa dei documenti rubati agli Usa: nome in codice «OG». Il «guru» e gli adepti devoti a Dio e alle armi

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK — Gli adolescenti appassionati di armi e di videogiochi della chat che «OG» amministrava lo ammiravano e dicevano che era una figura paterna. Uno di loro lo aveva descritto come una specie di Jason Bourne: «È in forma, è forte, è armato, è addestrato. È tutto ciò che ti aspetteresti in uno di quei film d’azione». Ma anche l’americano arrestato ieri a North Dighton, in Massachusetts, per i documenti del Pentagono e della Cia trafugati e diffusi online, è giovanissimo. L’Fbi e i militari con i fucili spianati giunti con un blindato da guerra lo hanno portato via in pantaloncini da basket rossi e maglietta grigia dalla casa dei genitori, sotto lo sguardo delle telecamere.

Jack Teixeira, 21 anni, noto online con la sigla «OG», che in slang significa Original Gangster, è un riservista dell’intelligence della Guardia nazionale del Massachusetts (sono militari part-time, presenti in ogni Stato). Era anche l’amministratore e il leader di un piccolo gruppo online di circa 25 persone, molti dei quali minorenni «uniti dall’amore per le armi, l’equipaggiamento militare e Dio», nato nel 2020 sulla piattaforma Discord.

Teixeira aveva seguito le orme di molti familiari attivi nelle forze armate. Aveva iniziato da poco a lavorare di notte alla base militare di Cape Cod, in Massachusetts, ha detto sua madre Dawn ai giornalisti del New York Times presentatisi davanti casa, prima di capire la gravità della situazione. OG aveva detto ai compagni di chat di passare parte del giorno all’interno di una struttura dove i cellulari e altri strumenti elettronici sono vietati e di avere annotato per ore le informazioni che per mesi ha condiviso con loro, prima di iniziare a diffonderne le foto.

Il gruppo, chiamato «Thug Shaker Central», era accessibile solo su invito. Era un rifugio per adolescenti che si erano ritrovati chiusi in casa durante la pandemia; si aiutavano a vicenda anche in momenti di depressione. Erano una ventina, di indole conservatrice; non particolarmente interessati alla geopolitica, condividevano insulti e meme razzisti; guardavano film e pregavano insieme. Ma OG li istruiva anche sull’attualità e su presunte operazioni governative segrete. Due membri del gruppo, uno dei quali minorenne, intervistati dal Washington Post e dal New York Times, oltre che dal sito investigativo Bellingcat, insistono che «OG» non lavora per lo spionaggio straniero. «Era cristiano, contro la guerra e voleva solo tenere informati i suoi amici», che restavano colpiti dalle sue capacità quasi profetiche di anticipare le notizie e i titoli di giornale. Ora la deputata di destra Marjorie Taylor Greene lo dipinge come «un naturale nemico di Biden», in quanto bianco, cristiano e anti-guerra. Ma secondo molti resta una figura diversa da Assange o Snowden: ha condiviso i file in un piccolo gruppo privato.

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Guerra Russia Ucraina, individuato il presunto responsabile dei leaks del Pentagono, un razzista patito di armi che lavorava in una base militare

giovedì, Aprile 13th, 2023

a cura della redazione

L’esercito russo ha portato via più di 100.000 bambini ucraini dalle regioni occupate di Donetsk e Luhansk per «cure mediche». Lo riferisce il Centro di resistenza nazionale ucraino, come riporta il Kyiv Indipendent. Secondo il centro, la Russia ha stanziato 17 milioni di dollari per il cosiddetto «programma di visita medica». Alla maggior parte dei bambini ucraini viene raccomandato il trattamento medico in Russia e i genitori non possono rifiutarlo senza essere minacciati di perdere i propri diritti genitoriali.

Le immagini dalla bodycam del soldato ucraino: ecco cosa significa combattere a Bakhmut

Un video che mostra la decapitazione di un soldato ucraino ha generato sgomento e condanna da parte delle autorità di Kiev e della comunità internazionale. L’Ucraina si appella alla Corte penale internazionale affinché presti immediatamente attenzione. Il Cremlino lo ha definito «orribile» e ha avvertito che doveva essere verificato, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i leader a reagire contro le azioni di terrore della Russia.

Zelensky sulla decapitazione del prigioniero ucraino: “Non è un caso isolato, i russi sono bestie che uccidono con facilità”

Intanto continuano a emergere nuovi dettagli sui documenti dell’intelligence Usa diffusi online. Tra questi ve n’è uno in particolare che delinea quattro scenari ‘jolly’ che potrebbero influenzare l’andamento del conflitto in Ucraina, come la morte del presidente russo Vladimir Putin o quella di Zelensky. Durante una visita ufficiale a Madrid il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha riferito che i documenti trafugati contengono un mix di notizie vere e di falsità. E che le notizie vere non sono più attuali. Il ministro ha quindi categoricamente smentito la presenza di forze speciali della Nato sul suolo ucraino, come sembrano indicare i documenti, e si è detto convinto che la pubblicazione di questi è un’operazione che è stata condotta per minare la fiducia degli alleati negli Stati Uniti.

La Russia ha testato il lancio di un missile balistico intercontinentale

07:35

Individuato il presunto responsabile della fuga di documenti dal Pentagono

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