Archive for the ‘Immigrazione’ Category

Gli scafisti del naufragio di Cutro hanno provato a scappare: «Così i superstiti li hanno bloccati»

martedì, Febbraio 28th, 2023

di Giusi Fasano

L’inchiesta: tre persone in carcere per omicidio e naufragio colposo, indagato un quarto uomo. I racconti di chi è sopravvissuto alla strage di migranti vicino a Crotone e le indagini delle autorità italiane

Gli scafisti del naufragio di Cutro hanno provato a scappare: «Così i superstiti li hanno bloccati»

DALLA NOSTRA INVIATA
CROTONE — «Siamo partiti il 23 da Izmir, in Turchia. Quei tizi li chiamavamo “i capitani”. Quando ci hanno detto che era arrivato il momento di partire siamo andati verso la barca, che si chiamava Summer Love. Ci hanno messo nella stiva, a ciascuno di noi hanno dato un ticket con un numero stampato e per tutto il viaggio ci hanno dato soltanto acqua. Le condizioni del mare erano pessime. Loro si alternavano al timone. Secondo i loro piani saremmo dovuti arrivare di domenica perché di domenica, dicevano, lungo le coste ci sono meno controlli. A un certo punto la barca ha avuto un problema al motore ma uno dei capitani si è dato da fare e lo ha riparato».

Ci sono queste e mille altre informazioni nei racconti dei sopravvissuti del naufragio di Cutro. Ci sono le storie drammatiche di ciascuno di loro e ci sono quei minuti passati ad annaspare nelle onde gelide davanti alla foce del fiume Tacina, a sud ovest di Crotone. Un tempo sospeso fra la vita e la morte, che adesso è descritto anche nel lungo provvedimento di fermo per i tre presunti scafisti da ieri in carcere. Un quarto uomo è soltanto indagato. Per tutti gli stessi reati: omicidio e naufragio colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il fermo, dicevamo. Una quarantina di pagine piene di «indizi gravi e concordanti» sulle responsabilità di un turco cinquantenne e due pachistani, un venticinquenne e un ragazzo che dice di avere 17 anni. Sul loro conto le testimonianze dei naufraghi coincidono e gli indizi raccolti sono sufficienti per il carcere.

Non è così invece per il quarto accusato, sul quale sono ancora in corso accertamenti. Nelle prime pagine del provvedimento si racconta di una sorta di rivolta. A naufragio avvenuto, in quei primi minuti sulla battigia, i migranti che avevano ancora la forza di stare in piedi, dopo la lotta impari con il mare grosso, hanno cercato di aggredire gli scafisti. Uno in particolare, il cinquantenne. Che è riuscito a scappare e nascondersi dietro un cespuglio poco prima che sul posto arrivassero i carabinieri. Sono stati gli stessi migranti a indicarlo e farlo catturare mentre gli altri due si mescolavano ai superstiti.

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Calabria, cimitero sulla spiaggia. I sopravvissuti al naufragio: “Gli scafisti ci gettavano in mare”

lunedì, Febbraio 27th, 2023

dal nostro inviato Niccolò Zancan

«Terra!». Continuavano a urlare, a pregare, a vomitare. Mare forza 6, vento di scirocco. «Quando abbiamo visto le luci, credevamo di essere salvi. “Vengono a prenderci!”. A quel punto, gridavamo tutti, eravamo sicuri di avercela fatta. Ma gli scafisti hanno iniziato a buttare giù i ragazzi, li tiravano per le braccia e li gettavano nel mare. A bordo si è scatenato il panico. La barca si è capovolta. E non era vero che ci avevano visto, non sono venuti a salvarci». Fino a quel momento, i fantasmi del motopeschereccio partito dalla Turchia erano sopravvissuti a una traversata terrificante sulla rotta Smirne-Crotone, la rotta ionica. Sono morti a 200 metri da riva, a 200 metri dall’Europa. Qui a Steccato di Cutro, in Italia. È stato un pescatore ad accorgersi per primo del naufragio. «Erano le cinque del mattino quando ha chiamato il mio amico Antonio Grazioso. Lui ha telefonato a me, e insieme siamo arrivati sulla spiaggia. Dopo quello che ho visto e che non potrò mai dimenticare, non sono sicuro che lo rifarei». L’operaio Vincenzo Luciano, cittadino di questo piccolo paese sul Mar Ionio, ha visto i cadaveri spogliati dalla tempesta. Ha visto i sommersi. «Non sapevamo da che parte incominciare. I corpi erano ovunque, per almeno duecento metri di spiaggia. Morti dappertutto, una cosa incredibile. Una donna con le braccia larghe stava là, come crocefissa. Due bambini era vicino a lei. E ne abbiamo presi tanti dalle onde, qualcuno ancora vivo».

Crotone, la distesa di lenzuola bianche che copre i cadaveri dei migranti morti nel naufragio

Sul peschereccio di venti metri partito dalle coste turche, c’erano due cassoni carichi di nafta. E acqua, biscotti, redbull, ginseng, libri di preghiere, scarpe da ginnastica numero 34, una bicicletta da bambino e pochi salvagenti, perché il viaggio con giubbotto di salvataggio costa più caro. È tutto qui. Perfettamente chiaro. Su questa spiaggia.

A bordo viaggiavano da 150 a 180 persone: pachistani, afghani, iracheni, iraniani. Tutti inviati dai loro parenti, in missione per la vita. Con i risparmi messi insieme dopo anni di lavoro e sacrifici. Quattro giorni nel mare, tre notti intere contro le onde. Prima di arrivare a scorgere quelle luci sulla costa italiana. I morti sono già 74, molti sono minorenni. Ottantadue i salvati. Molti altri non si trovano, nessuno sa dire con esattezza quanti. Ventuno ragazzi e bambini sono ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale di Crotone. Era una barca carica di futuro. Un peschereccio di legni azzurri che alle cinque di ieri pomeriggio, dopo il naufragio, era ormai completamente distrutto dalle onde, ridotto in pezzi fra la risacca e la battigia. Ed era già tutto già visto, già vissuto. La stessa identica storia. La stessa vergogna di essere vivi per un privilegio, Lampedusa, Malta, Portopalo di Capo Passero: non cambia mai niente, se non i nomi dei morti.

Strage di Crotone, i sommozzatori recuperano i resti del naufragio in riva al mare

«Ormai erano arrivati», dice senza smettere di fissare il mare Gianluca Messina. È il caposquadra del nucleo sommozzatori arrivato dalla Sicilia. Anche lui c’era il 3 ottobre del 2013 a Lampedusa, per quel naufragio identico a questo davanti alla spiaggia dei Conigli. «Non riesco a crederci, anche questa volta erano a un passo dalla salvezza», continua a ripetere. «Quando siamo arrivati, alle prime luci dell’alba, molti cadaveri erano già sul bagnasciuga. Lo scafo del peschereccio era ancora intero. C’è un video in cui si vede bene. Ecco, guarda. Deve aver picchiato in una secca laggiù, dove si infrangono le prime onde. La barca si è capovolta e sono finiti tutti in mare. Ma lo sappiamo bene che molti di questi ragazzi non sanno nuotare perché non hanno mai visto il mare in vita loro».

E chi sapeva nuotare, ha provato a tenere in alto il più piccolo dei viaggiatori. «Eravamo circondati da cadaveri», dice Laura De Paoli, medico della Fondazione Cisom Cavalieri di Malta. «A un certo punto abbiamo visto due uomini che tenevano in alto un bambino piccolo. Siamo riusciti a recuperali, erano il fratello e lo zio di quel bambino. Abbiamo provato a rianimarlo, ma aveva i polmoni pieni d’acqua e non ce l’ha fatta».

Strage di migranti, il gesto di umanità dei crotonesi: appesi fiori dove riposano le salme

Sulla spiaggia adesso arriva un parroco per la benedizione delle salme, si chiama don Pasquale Squillacioti: «Siamo di fronte a una scena apocalittica. Ho visto tirare fuori dalle onde un ragazzino completamente nudo, e in quell’immagine ho visto la carne di Cristo».

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Barcone si spezza in mare davanti a Crotone: “Eravamo in 250”. La premier Meloni: “L’impegno del governo è impedire le partenze e le tragedie”

domenica, Febbraio 26th, 2023

Tragedia sulle coste calabresi. Una barca di migranti ha fatto naufragio stamattina davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Secondo quanto si apprende dalle operazioni di soccorso, erano circa in 180 i migranti ammassati sul vecchio barcone che non ha retto al moto ondoso spezzandosi in due e facendo cadere in mare i migranti. Circa 50 persone sono state tratte in salvo, oltre 30 i corpi recuperati – tra cui diversi bambini – mentre al momento risultano disperse quasi un centinaio di persone. I corpi di alcuni migranti morti nel naufragio dell’imbarcazione sulla quale viaggiavano sono ancora sulla spiaggia di Steccato di Cutro, coperti da teli bianchi. La pietosa opera di recupero dei cadaveri sta procedendo. I corpi, una volta rimossi, vengono raccolti nelle adiacenze del luogo dell’incidente in attesa di essere trasferiti.

[[(gele.Finegil.Image2014v1) Migranti: naufragio davanti a coste di Crotone, diversi morti_IMG-20230226-WA0002-400×267]]

E il bilancio potrebbe ancora aggravarsi. Il barcone dei migranti, che era molto carico, si è spezzato in due a causa del mare molto agitato. «In Calabria nel 2022 sono arrivati circa 18mila immigrati clandestini, la stragrande maggioranza dei quali a Roccella Jonica, un Comune in provincia di Reggio Calabria diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani. I calabresi – un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione – hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l’Unione europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti» afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. 

«È qualcosa che non si vorrebbe mai vedere. Il mare continua a restituire corpi. Tra le vittime ci sono donne e bambini» commenta Antonio Ceraso, sindaco di Cutro, il comune del crotonese dove è avvenuto il naufragio. «si vedono i resti del barcone su 200-300 metri di costa. In passato c’erano stati sbarchi ma mai una tragedia così».

«Ancora una catastrofe nel Mediterraneo. Dolore e sgomento per le vittime che si contano a decine. Uomini, donne e bambini. Intollerabile che l’unica via d’accesso all’Europa sia il mare. L’assenza di missione di ricerca e soccorso europea è un crimine che si ripete ogni giorno» Così un tweet di SeaWatch, l’organizzazione tedesca no-profit che opera nel Mediterraneo centrale. 

Meloni: «Profondo dolore per le vite stroncate dai trafficanti di uomini» 

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“Così abbiamo evitato il triplo degli sbarchi. L’Italia è attrezzata contro l’eversione”

giovedì, Febbraio 23rd, 2023

Gabriele Barberis

Una stretta di mano ai vigili del fuoco al rientro dalla missione speciale nella Turchia devastata dal terremoto e una carezza a Nikita, il labrador femmina che ha operato tra le macerie. Giornata di incontri e appuntamenti ufficiali al Viminale per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha ridotto la pausa pranzo, come sua abitudine, a una pizzetta bianca consumata sulla scrivania. Abito grigio, camicia bianca e cravatta blu con motivi bianchi, accetta di parlare con il «Giornale» della bomba immigrazione e la minaccia anarchica.

Ministro Piantedosi, mai tanti sbarchi di immigrati come nelle prime settimane del 2023: oltre 13mila. Arrivano ogni giorno barconi in Sicilia, Calabria, Lazio, Sardegna, Abruzzo. L’Italia è sotto attacco?
«L’Italia è al centro del Mediterraneo. Per chi vuole arrivare in Europa dall’Africa noi rappresentiamo il primo punto di approdo. Storicamente per questa posizione geografica subiamo le conseguenze delle crisi politiche, economiche e sociali, che ciclicamente vivono i Paesi del continente africano.
Di fronte a fasi acute di tali crisi, come quella che stiamo vivendo in questi giorni, possiamo contrapporre soprattutto la nostra tradizionale organizzazione per mitigare l’impatto sull’ordine pubblico. È quello che stiamo facendo, ma è evidente come sia necessario che vengano a compiuta efficacia altre misure che stiamo adottando per bloccare le partenze».

Il governo ha annunciato la linea dura sugli sbarchi di clandestini, i suoi decreti restrittivi vengono contestati per la loro durezza da Ong e sinistra radicale, eppure l’emergenza aumenta. C’è qualcosa che non sta funzionando?
«Il governo, sin dal suo insediamento, ha messo tra le sue priorità quella del contrasto all’immigrazione irregolare. Il primo risultato tangibile è che, dopo anni di sottovalutazione del fenomeno migratorio, lo stesso è ritornato al centro della discussione critica della Ue.
Questo è avvenuto per merito, soprattutto, del presidente Meloni. Il collega Tajani degli Esteri, in alcuni casi con il sottoscritto, ha avviato importanti e troppo a lungo trascurate iniziative di raccordo con i Paesi, soprattutto africani di origine e transito dei flussi migratori, per concorrere e sostenere la loro tenuta e lo sviluppo sociale ed economico. Ciò al fine di addivenire al più presto al superamento delle cause e delle motivazioni che spingono le persone a partire, mettendo anche a rischio la propria vita, nel miraggio di un futuro in Europa che tropo spesso si rivela illusorio. È un programma ambizioso che comporta azioni di lungo periodo che non possono essere giudicate dopo solo 4 mesi di impegno di questo governo, che pure qualche risultato tangibile su questo fronte ha cominciato a farlo intravedere. Anche grazie alla nostra cooperazione, seppur in un quadro di arrivi numerosi, le autorità tunisine e libiche, dal 1 novembre ad oggi, hanno scongiurato l’arrivo, rispettivamente, di quasi 13.000 e di oltre 9.000 migranti.
Si tratta di un risultato importante perché sono numeri che si sarebbero aggiunti a quello delle persone che sono riuscite a sfuggire ai controlli arrivando sulle nostre coste».

Tornano segnalazioni di possibili infiltrazioni di estremisti islamici tra i migranti. Le ultime ondate hanno fatto scattare l’allarme?
«È una risalente discussione quella della possibilità che con i barconi possano arrivare in Italia e in Europa anche soggetti con propositi criminali o terroristici. Ma non bisogna fare allarmismi. Le forze dell’ordine hanno in molteplici occasioni dimostrato di saper individuare le persone “a rischio” al momento dell’ingresso sul territorio nazionale, assoggettandole alle conseguenze di legge. È una vecchia storia quella del pericolo terroristico, che è stata spesso oggetto di discussioni distorte: se l’individuazione di soggetti pericolosi può avvenire solo a sbarco avvenuto, l’impossibilità di controllare le partenze rende sempre possibile tale rischio. Ed uno dei motivi per cui vanno contrastate in tutte le direzioni possibili le traversate incontrollate. In buona sostanza la sicurezza nelle nostre città passa anche attraverso una regolazione degli ingressi e non può esservi alcun approccio emotivo o suggestione che possa far superare tale considerazione».

Ora la gravità dei numeri impone rimedi drastici per contenere il fenomeno. Cosa può fare il governo di più specifico nell’immediato?
«Il governo può e deve mantenere ferma la determinazione nel combattere, in molteplici direzioni, il fenomeno dell’immigrazione irregolare e incontrollata. E continuerà a farlo. Può sembrare una risposta scontata, ma non lo è: sono molteplici le dichiarazioni che si limitano a rilevare la drammaticità di viaggi della speranza sottovalutando tutto ciò che segue il momento dello sbarco ed in particolare i riflessi di degrado, emarginazione e disagio che si manifestano nelle nostre città.
Come ho già detto la ferma volontà di governare i flussi migratori sono certo che produrrà i suoi effetti al più presto. Trovo superficiale e talvolta anche un po’ strumentale la pretesa di giudicarci dopo solo 4 mesi di lavoro».

In tutta la grande partita geopolitica dei migranti ci sono soggetti che frenano o vengono meno alla parola data?
«Se la domanda sottende la scarsa attenzione che c’è stata in Europa sulla specificità del problema di un paese come l’Italia che vive la condizione geografica di essere la principale frontiera marittima, la mia risposta non può che ribadire le mie precedenti considerazioni: il governo Meloni ha tra i suoi meriti quello di aver fatto cambiare narrazione e considerazione su questo problema. È evidente che al più presto i fatti e i risultati arriveranno.

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Il Viminale: sbarchi triplicati. “Da gennaio 12mila migranti”

martedì, Febbraio 21st, 2023

Valentina Raffa

Gli sbarchi non conoscono sosta. Da inizio anno sono arrivati 12.906 migranti, il triplo dell’anno precedente, quando i migranti giunti sulle nostre coste erano 4.701, e 3.728 nel 2021. Numeri destinati a crescere visto il bel tempo che ha favorito partenze continue sia dalla Tunisia che dalla Libia. Il 46,5% degli sbarchi di questo già nero 2023 si è concentrato nell’ultima settimana con 5.636 arrivi. La maggior parte dei migranti proviene dalla Costa d’Avorio. Sono 1.043 persone, che rappresentano l’8,6% degli sbarcati. Seguono i pakistani con il 7,9% (967), al terzo posto i migranti originari della Guinea (925, pari al 7,6% degli approdati). I minori non accompagnati finora arrivati sono 861. Mentre continuano a giungere imbarcazioni stracariche di migranti, l’Italia si trova ad accogliere un altro morto. L’ennesimo. È una donna, deceduta durante la traversata da Sfax, in Tunisia, a bordo di un barchino di 7 metri che è stato soccorso al largo di Lampedusa nella notte tra domenica e ieri da Guardia di finanza e Capitaneria, in assetto Frontex. Sul natante c’erano altri 44 migranti, fra cui 7 donne. Sono originari di Costa d’Avorio, Guinea, Conakry, Senegal e Nigeria. Spetterà alla polizia ricostruire cosa sia accaduto durante la traversata. Per questo, vengono sentiti i compagni di viaggio e sarà effettuata l’autopsia. All’alba di ieri è stato individuato un altro barchino alla deriva con 37 migranti e poi ne sono arrivati altri 207. Tutti sono stati ospitati nel già sofferente hotspot di Lampedusa, da cui la prefettura di Agrigento continua a trasferire gente su terraferma (1.200 migranti tra ieri e oggi) almeno per garantire il turnover. Ieri all’alba nella struttura c’erano 2.168 ospiti e nei giorni scorsi si sono sfiorati i 3mila a fronte di 350 posti. C’è un rischio concreto di replicare la situazione drammatica della scorsa estate, quando i migranti erano accampati fuori dall’hotspot su materassi e giacigli improvvisati per mancanza di posti all’interno. Immagini non proprio edificanti che hanno fatto il giro del mondo, con bagni ai limiti dell’agibilità e spazzatura a palate in ogni dove. Anche la corsa notte molti migranti hanno dormito su materassi all’esterno del centro con coperte termiche. Vista la situazione delicata, il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del Viminale, Valerio Valenti, ieri ha effettuato un sopralluogo all’hotspot e al molo Favarolo. Ad accoglierlo, il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa e il questore Rosa Maria Iraci. «Il governo dice il sindaco, Filippo Mannino – sta cercando di dare risposte in maniera strutturale e non emergenziale alle esigenze del territorio». Sbarchi non solo a Lampedusa, ma anche in Sardegna.

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Doppio spot per Majorino. Sala vuole più immigrati e fa appello al voto utile

giovedì, Febbraio 2nd, 2023

Chiara Campo

Doppio spot per Majorino. Sala vuole più immigrati e fa appello al voto utile

Un doppio assist per il candidato Pd-M5S in crisi nei sondaggi. Mancano undici giorni al voto e Pierfrancesco Majorino deve scalare una montagna per recuperare i punti che lo separano dal governatore uscente del centrodestra Attilio Fontana, che incasserebbe a seconda delle società di rilevazione tra il 45 e il 50% delle preferenze. Beppe Sala ieri ha lanciato un video-appello al voto disgiunto: «il presidente della Regione verrà eletto in un’unica tornata elettorale, non esiste il ballottaggio – ricorda -. Ciò rende fondamentale la scelta che farete il 12 e 13 febbraio. I sondaggi non sono oro colato ma c’è una significativa convergenza nelle rilevazioni dei principali siti di ricerca: se la giocheranno Fontana e Majorino», Letizia Moratti in campo con il Terzo Polo è terza. E quindi il sindaco senza citarla prova a scippare i suoi elettori: «Invito al voto utile – continua -. Chi vuole che la guida della Regione cambi deve votare Majorino, è possibile anche il voto disgiunto, potere mettere la ics su un candidato presidente e una ics sul partito a cui vi sentite più vicini, anche se non è collegato».

Tanto per non far imbufalire del tutto il leader di Italia Viva Matteo Renzi e di Azione Carlo Calenda, in arrivo domenica a Milano per chiudere la campagna elettorale al fianco della Moratti. Majorino ovviamente ringrazia: «Sala che è un pragmatico fa un ragionamento di buon senso. La corsa ormai a due è evidente. Con massimo rispetto verso Moratti, diciamo a quelli che vogliono cambiare di votarci e di votarmi perchè oggettivamente noterete il cambiamento». E non l’ha presa affatto bene Moratti, che invece ribatte a Sala: «Ha ragione, il voto utile è a due, e io credo di essere uno dei voti utili».

E il sindaco ha dedicato la puntata di ieri del suo podcast quotidiano «Buongiorno Milano» a un altro tema tanto caro a Majorino, quello dell’immigrazione. Il candidato Pd-M5S da assessore milanese al Welfare nel 2019 lanciò una marcia antirazzista e sfilò accanto a Sala dietro allo striscione «People». Ieri il sindaco ha ripreso un recente articolo del Corriere per motivare perchè «è indispensabile» favorire l’immigrazione, ma visto che dal 2019 ad oggi si deve essere reso conto che la gestione del fenomeno è complicata, «dirotta» i nuovi arrivi nel Mezzogiorno. Fa un ragionamento «non ideologico, non buonista, non populista ma semplicemente razionale» è la premessa. Ricorda che nel 2022 l’Italia ha perso duecentomila abitanti e sarebbero stati il doppio senza il movimento migratorio di 200mila persone. E l’Italia è il Pese con la più bassa natalità d’Europa e uno dei Paesi al mondo col più basso numero medio di figli per donna.

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Decreto Ong, il Consiglio d’Europa a Piantedosi: “Ritirarlo o cambiarlo”

giovedì, Febbraio 2nd, 2023

L’Italia deve valutare il ritiro o la revisione del Decreto Ong: è quanto si legge in una lettera indirizzata al ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic. Le disposizioni del decreto, si legge nella missiva, “potrebbero ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle Ong e, quindi, essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale.

La Commissaria rileva inoltre che, in pratica, alle navi delle Ong sono stati assegnati luoghi sicuri lontani per sbarcare le persone soccorse in mare, come i porti del Centro e Nord Italia”. “Il decreto e la pratica di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiano di privare le persone in difficoltà dell’assistenza salvavita delle Ong sulla rotta migratoria più mortale del Mediterraneo“, scrive la Commissaria. Inoltre, Mijatovic ribadisce il suo invito alle autorità italiane a sospendere la cooperazione con il governo libico sulle intercettazioni in mare. 

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Boom di sbarchi ma la Svezia dice no ai ricollocamenti. Il piano Piantedosi

martedì, Gennaio 10th, 2023

L’ondata di sbarchi nei primi nove giorni di gennaio è senza precedenti: 3.673 arrivi, secondo i dati del Viminale, dieci volte tanto lo stesso periodo del 2022

Fausto Biloslavo

L’ondata di sbarchi nei primi nove giorni di gennaio è senza precedenti: 3.673 arrivi, secondo i dati del Viminale, dieci volte tanto lo stesso periodo del 2022. In un solo giorno, il 3 gennaio, sono sbarcati 1.194 migranti. Di fronte a questa nuova ondata la presidenza svedese dell’Unione europea fa spallucce ribadendo che «da parte nostra non prenderemo alcuna iniziativa sulla questione ricollocamenti». In pratica l’Italia rischia di rimanere da sola ad affrontare l’ondata, che arriva in tutte le maniere.

Nella notte fra domenica e lunedì è stato registrato il primo sbarco dell’anno a Crotone: 62 persone soccorse al largo di Isola Capo Rizzuto da una motovedetta della Guardia di Finanza. Tutti a bordo di un veliero partito dalle coste turche lungo la rotta del Mediterraneo orientale, la più costosa fra gli 8mila e 10mila euro.

I trafficanti con meno scrupoli sono quelli tunisini, che soprattutto da Sfax imbarcano gli africani su barchini di ferro saldati con delle lamiere, che navigano per miracolo. Dalle foto scattate dalla Guardia costiera si nota che hanno come salvagente le camere d’aria nere dei pneumatici. Costo minimo, sui 1500 euro, e rischio massimo. I tunisini, al contrario e anche altri arabi viaggiano su barchini in legno più sicuri e talvolta con veri salvagenti. Il costo per la breve traversata, ma Vip, può arrivare fino a 3mila euro.

Dalla Tripolitania partono i lunghi gommoni grigi, che vengono caricati anche con un centinaio di migranti. Il prezzo minimo e meno sicuro, senza salvagente, è di 1800 dollari. Nell’altra Libia, la Cirenaica, i trafficanti fanno salpare i grossi pescherecci in disuso, che imbarcano dalle 400 alle 500 persone alla volta. I siriani arrivano in aereo a Bengasi con una specie di visto delle autorità del generale Haftar. Gli egiziani passano il confine via terra. Entrambi pagano fino a 8mila o 10mila dollari per tutto il viaggio fino allo sbarco in Italia.

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Migranti, lo schiaffo svedese

giovedì, Gennaio 5th, 2023

Flavia Amabile

ROMA. Non ci sarà una riforma sull’immigrazione prima del 2024. Una dura lezione di sovranismo viene impartita ai sovranisti al governo in Italia. «Faremo sicuramente avanzare il lavoro con tutta la forza» ma «non ci sarà un patto migratorio completato durante la presidenza svedese», ha spiegato Lars Danielsson, rappresentante svedese presso la Ue in un’intervista rilasciata al Financial Times nel giorno di inizio del semestre europeo guidato da Stoccolma, a proposito di un accordo a livello europeo sulla ripartizione dei migranti. Danielsson ha aggiunto che un accordo non sarà raggiunto prima della primavera del 2024.

La presa di posizione del governo svedese di destra da poco formato lascia, quindi, l’Italia e gli altri Paesi del Mediterraneo a gestire da soli i flussi provenienti dal Nord Africa. E ha costretto il governo a mostrarsi pienamente in grado di gestire il colpo e che non ci si trova di fronte a una rottura ma rientra in un clima di collaborazione anche se Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a metà dicembre al Consiglio Europeo aveva chiesto una risposta europea a un tema centrale per Italia ma un problema europeo e che come tale va affrontato.

La prima risposta arrivata dall’Ue, quindi, è che tutto continuerà secondo il sistema attuale almeno ancora per un anno. Dal Viminale fanno sapere che l’annuncio non è una sorpresa, perché nessuno si aspettava che una riforma di questo tipo possa avvenire in tempi rapidi.

Il compito di esprimere la scelta del governo di evitare polemiche viene affidato al ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. L’ex europarlamentare conosce bene gli ingranaggi dell’Ue e nello scontro con la Francia sui migranti dell’autunno scorso, pur ribadendo le posizioni del governo Meloni, si è adoperato per non esasperare la tensione. Quella della Svezia – spiega – «non è una posizione contro uno Stato membro specifico, il dossier della riforma strutturale dell’asilo è molto complesso».

Quello che più crea difficoltà è lo scontro tra politico tra sovranisti, uno schiaffo ricevuto da un partito alleato. Il governo di Stoccolma è presieduto dal moderato Ulf Kristersson e si regge anche sull’appoggio esterno del partito sovranista Svedesi Democratici, il secondo più ampio nel Parlamento svedese, e una formazione che, in Europa, siede nel gruppo dei Conservatori e Riformisti, lo stesso di Fdi. E’ stato facile, quindi, per diversi esponenti dell’opposizione in Italia, sottolineare il paradosso . Come ha avvertito la deputata di Azione-Iv Daniela Ruffino, si è trattata di «una lezione di sovranismo ai sovranisti» perché – ha sottolineato – questo è «il succo dell’europeismo in salsa sovranista: ognuno per sé e Dio per tutti. La Svezia, al pari dell’Italia, ha un governo di destra. Chi pensa di costruire la solidarietà europea con certe forze politiche prima o poi dovrà rendersi conto che è impossibile. Gli amici svedesi di Meloni e Salvini lasciano l’Italia con il cerino in mano».«A fare i sovranisti trovi sempre qualcuno più sovranista, che difende solo gli interessi del proprio Paese», ha commentato anche l’ex ministro per gli Affari Ue. il deputato Pd Enzo Amendola. Critiche che il governo respinge. Secondo Raffaele Per Fitto, le parole di Danielsson «non possono in alcun modo essere strumentalizzate politicamente a livello nazionale». Il rappresentante svedese presso la Ue ha anche ridimensionato la possibile influenza dei Democratici Svedesi sulle scelte di Stoccolma nel semestre di presidenza. «Probabilmente – ha detto . ci sono argomenti tabù per loro ma io ricevo istruzioni dal governo». E nel loro governo non ci sono ministri sovranisti.

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Assalto senza fine. Altri 800 migranti sono già sbarcati in Sicilia e Calabria

mercoledì, Gennaio 4th, 2023

Valentina Raffa

Il 2023 inizia col botto di migranti: più di 800 soltanto nelle ultime ventiquattro ore. Gli ultimi sono 546 che erano a bordo di un peschereccio individuato dalla guardia costiera e dalle Fiamme gialle a circa 26 miglia a sud-est dalle coste di Siracusa. Sono stati fatti sbarcare ieri in 198 a Catania dalla nave Dattilo della Guardia costiera che li aveva presi a bordo, in 196 al molo Norimberga del porto di Messina, e i restanti 152 a Roccella Jonica. Sono di varie nazionalità (pakistani, egiziani, siriani, bengalesi, afgani e iraniani) e tra loro ci sono parecchi nuclei familiari, alcune donne incinte e con bambini a seguito e minori non accompagnati. Dopo circa due ore dal loro arrivo, a Roccella Jonica si è registrato un altro sbarco a seguito di un intervento in mare della Guardia di finanza che ha recuperato 78 migranti, iraniani e afgani. In questo gruppo ci sono una quindicina di donne, tra cui due incinte e una ventina di bambini piccoli. In attesa della destinazione definitiva, tutti gli approdati nello scalo calabrese sono stati sistemati nella tensostruttura all’interno del porto. Con questi due sbarchi sono già in 320 i migranti giunti a Roccella Jonica fino a ieri. Le strutture di accoglienza sono sotto pressione per l’alto numero di ospiti e le prefetture sono al lavoro per redigere i piani di trasferimento. Da Lampedusa, ad esempio, ieri sono partiti in due distinti viaggi in 200 per Porto Empedocle, da dove poi raggiungeranno la destinazione definitiva nei vari centri sparsi per lo Stivale. Ieri nell’hotspot dell’isola gli ospiti erano 1.208 a fronte di una capienza di 350 posti. Qui gli arrivi non hanno conosciuto sosta. Basti pensare che in 24 ore sono arrivati 500 migranti che viaggiavano su diversi barconi tutti partiti da Sfax, in Tunisia. A questi sbarchi si aggiungono quelli dalle navi Ong. Proprio stamattina è previsto l’arrivo a Taranto della Geo Barents di Medici senza frontiere. A bordo ci sono 85 migranti dei quali 41 sono stati raccolti in mare dalla nave Ong in un’operazione difficile visto che il barchino si è ribaltato durante l’intervento, mentre 44 sono stati trasbordati da un mercantile. Operazioni eseguite su richiesta dell’Imrcc, tiene a precisare la Ong, anche alla luce delle nuove regole sugli interventi delle Ong stabilite dal governo.«Un ragazzo ci ha raccontato di aver visto con i propri occhi persone essere uccise davanti a lui perché non avevano abbastanza soldi per pagare il viaggio», ha raccontato Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi sulla Geo Barents.

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