Archive for Gennaio 19th, 2017

La strada per evitare i mutui trappola

giovedì, Gennaio 19th, 2017

Sono uno dei tanti padri di famiglia (circa 10.000) intrappolato da un mutuo in euro indicizzato al Chf erogato da Barclays Bank Plc, un prodotto che si è rilevato pericoloso tanto quanto un cattivo investimento in Borsa. In pratica il capitale mutuato mi veniva (e mi viene) comunicato in euro, mentre in realtà era (ed è) un capitale in franchi svizzeri, con effetti devastanti sulle famiglie, nella fattispecie la mia. Per me (e tante altre persone) è arrivata finalmente una buona notizia, direttamente dal Tribunale di Roma, con l’accoglimento delle richieste di una famiglia di mutuatari.

Nell’ordinanza si sottolinea l’inadempienza della banca rendendo nullo l’articolo sulla rivalutazione monetaria da applicare in caso di estinzione per mancanza di trasparenza. Viene condannata, pertanto, Barclays Bank Plc, che dovrà restituire quanto indebitamente pagato dal mutuatario (con gli interessi) e versare una somma come riconoscimento del danno, oltre alle spese legali. Altri mutuatari, pur non essendo direttamente collegati all’associazione Tuconfin (la cui campagna di sensibilizzazione e di informazione ha permesso a molti di trovare il coraggio di affrontare il colosso inglese) potranno reperire le informazioni utili. Sarà la volta buona che i mutuatari potranno finalmente dire addio a mutui trappola?

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Milano +0,7% con Fca e banche, in rosso il resto dell’Europa

giovedì, Gennaio 19th, 2017

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Nessuna sorpresa dalla Bce, che ha confermato i tassi a zero e una politica monetaria ultraespansiva fino a quando sarà necessario, e le Borse europee non si scaldano e chiudono in territorio negativo a eccezione di Piazza Affari. Ora, l’attesa è tutta rivolta al neo presidente americano Donald Trump, che domani terrà il suo discorso d’insediamento mentre anche Wall Street ha aperto le negoziazioni in negativo. L’unico listino positivo è dunque Milano, che chiude con ilFTSE MIB a +0,69% trascinato al rialzo dal comparto bancario e da Fca, che guadagna il 4,8% e torna a intravedere quota 10 euro (oggi ha chiuso a 9,4 euro). La migliore delle blue chip è comunque Ubi Banca (+7,3%), che ieri ha firmato il contratto per rilevare le tre good bank; brillante anche Bper (+5,4%) in procinto di rilevare la quarta e ultima good bank rimasta sul mercato, cioè CariFerrara. Seduta negativa, invece, per Yoox Net-A-Porter Group (-5%) e Luxottica (-2,7%); deboli anche utility e titoli petroliferi con il greggio che recupera comunque lo 0,6% con il Wti a 51,4 dollari al barile. Sul mercato valutario l’euro è tornato sotto la soglia di 1,07 dollari a 1,0623 (da 1,0684). La divisa unica vale inoltre 122,42 yen (da 121,23), mentre il dollaro-yen si attesta a 115,22 (da 113,45). (altro…)

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Draghi detta le quattro regole sull’inflazione ai tedeschi

giovedì, Gennaio 19th, 2017

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Mario Draghi con il vice Vitor Constancio (Afp)

«Signor Draghi, se l’inflazione dovesse superare l’obiettivo che vi siete prefissi, per quanto tempo le permetterete di stare sopra quei livelli?». Non si può certo dire che la domanda posta durante la conferenza stampa dal corrispondente di Reuters da Francoforte abbia sorpreso Mario Draghi. Anzi, con tutta probabilità il presidente Bce non aspettava altro per rispondere al fuoco di fila di critiche (provenienti anche dai politici tedeschi, non ultimo il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble proprio qualche minuto prima) dettando non le sue, ma le regole stesse che la banca centrale si è posta per statuto, e non certo ieri.

Guardare il vero l’obiettivo
«La risposta risiede in ciò che definiamo come obiettivo», ha affermato con calma, scandendo bene le parole, ma anche con decisione Draghi, che ha quindi enumerato di seguito una dietro l’altra le quattro condizioni prima di assistere poter abbassare la guardia e di assistere al cosiddetto «tapering» tanto invocato da Berlino e anche tanto temuto dagli investitori. (altro…)

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Non arrivano i nostri

giovedì, Gennaio 19th, 2017
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Non è colpa del destino i terremoti vanno studiati

giovedì, Gennaio 19th, 2017

«Oltre a ciò l’inverno fu rigidissimo e seguirono grande carestia, mortalità di uomini, pestilenza di animali…», scrive fra Jacopo Filippo Foresti del sisma pauroso del gennaio 1117. E ancora gelo e nevicate si accanirono sugli scampati al grappolo di terremoti del gennaio 1703 in Abruzzo. E poi su quelli del gennaio 1915 nella Marsica. La neve, scrisse il Corriere, «ha come voluto collaborare con il terremoto schiacciando tetti già indeboliti…». Non bastasse, calarono i lupi aggirandosi «con particolare insistenza intorno alle macerie». Solo questi racconti riemersi dal passato danno la dimensione epocale di quanto è successo e sta succedendo sul nostro Appennino. Strade bloccate, sfollati con il morale a pezzi e le lacrime gelate sulle guance, soccorsi nel caos, allarmi in un’area sempre più vasta, sfoghi di rabbia contro i ritardi, animali sgomenti che vagano nel nulla… Non ci sono più i lupi. Ma il senso d’impotenza e di un destino ineluttabile che prendeva alla gola i nostri antenati è rimasto intatto. È vero, bufere di neve così violente sono una fatalità. Lanciata una maledizione a Chione, la dea della neve, però, c’è tutto il resto. E lì tirare in ballo il Fato non ha senso.

A Pieve Torina in provincia di Macerata la neve ha tirato giù una tensostruttura provvisoria adibita ad asilo. Non c’erano bambini, per fortuna. Ma prima di montarla per metterci la scuola d’infanzia si erano presi la briga di controllare, ad esempio in un saggio di Vincenzo Romeo di Meteomont, il Servizio nazionale di previsione neve e valanghe, le serie storiche dove si spiega che sull’Appennino centro-meridionale nevica, e tanto, per una media di 25 giorni e mezzo a inverno? (altro…)

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Neve, Salvini attacca il governo: “Italiani al gelo, migranti in hotel”

giovedì, Gennaio 19th, 2017
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L’ora di religione e il miracolo tra i banchi

giovedì, Gennaio 19th, 2017
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Gran Sasso, slavina su hotel: “Qui ci sono tante vittime”

giovedì, Gennaio 19th, 2017
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D’Alema: «Leader e candidato premier nuovi. Populisti bene nel governo locale»

giovedì, Gennaio 19th, 2017

Massimo D’Alema, lei è tra i vincitori del referendum. Che ha abbattuto l’ultimo leader di centrosinistra che resistesse in Europa. Ora si va verso il proporzionale e, se tutto va bene, un governo Pd-Berlusconi. Un vero trionfo.
«Non è che l’alternativa sarebbe stata migliore. Buona parte di questi guai li ha provocati Renzi. Diciamo le cose come stanno: la caduta di Renzi è stata costruita da lui stesso. È stato lui a imporre con tre voti di fiducia una legge elettorale incostituzionale, per poi dopo tre mesi considerarla anche sbagliata. È stato lui a impostare il referendum come un grande plebiscito sulla sua persona; dopo un’esperienza di governo fallimentare, nonostante il favore al di là di ogni ragionevole limite del sistema dell’informazione, almeno di quella ufficiale; che non mi pare abbia comunque avuto una grande influenza sull’esito finale del voto».

Fallimento totale?
«Legga il rapporto del World Economic Forum, che non è un’organizzazione trotzkista. Su 30 Paesi industrializzati, l’Italia è quartultimo come crescita inclusiva, terzultimo come equità tra generazioni con trend in netto peggioramento negli ultimi due anni, per fare alcuni esempi».

Renzi rivendica di aver cambiato segno: dal meno al più.
«Il segno è cambiato in tutto il mondo. Ma da noi la crescita economica è particolarmente bassa, mentre abbiamo una crescita impressionante delle disuguaglianze e della povertà, che si riflette nella geografia sociale del voto. Il Sì ha perso nelle periferie, al Sud, tra i giovani».

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Così la nuova faglia più a sud scatena le scosse a ripetizione «Mai vista una sequenza simile»

giovedì, Gennaio 19th, 2017

di Giovanni Caprara

Quattro scosse tra le 10.25 e le 14.33 di ieri con una magnitudo superiore ai 5 gradi della Scala Richter nelle province dell’Aquila: una sequenza che impressiona. «Sono il frutto di un’estensione a Sud del sistema di faglie dei Monti della Laga da cui è nato il terremoto nel settore più settentrionale del 24 agosto scorso», precisa Alessandro Amato dirigente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Un nuovo fronte, dunque, in una zona lunga 15 chilometri e larga sei che già aveva manifestato movimenti tellurici meno intensi negli ultimi mesi sino ad arrivare a 4.4 di magnitudo nel novembre scorso e per questo guardata con attenzione.

Le varie faglie dell’Appennino

Già a partire dalla mattinata si erano registrate un centinaio di scosse superiori a 2 gradi di magnitudo, di cui le quattro rappresentano i picchi più intensi. Gli ipocentri sono tutti ad una profondità tra 8.9 e 10 chilometri ben allineati fra loro: Montereale, Capitiniano (due volte) e Barete. «L’Appennino centrale è attraversato da varie faglie attive con geometrie e direzioni diverse che interagiscono fra loro influenzandosi a vicenda — precisa Amato —. Nel tempo accumulano energia fino al momento, come quello di ieri, in cui si manifesta».

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