Trump preoccupa le Borse. Milano chiude a -3%, sale lo spread
lunedì, Gennaio 30th, 2017–di Paolo Paronetto
La confusione seguita alle decisioni del presidente Usa Donald Trump in tema di immigrazione, e alle successive reazioni di condanna arrivate da istituzioni internazionali, imprese e anche dai procuratori generali di 16 Stati americani, preoccupa i mercati globali. La settimana si è aperta all’insegna delle vendite su tutti i principali listini azionari (qui l’andamento degli indici principali). In Europa maglia nera è stata Milano (-2,95% il FTSE MIB), zavorrata dalle pesanti perdite accusate dai titoli bancari mentre si avvicina il lancio del maxi aumento di capitale da 13 miliardi di Unicredit (-5,45%). Debole anche il settore dell’energia con il petrolio Wti in calo di oltre un punto percentuale (Saipem -6,72%).
Il clima di incertezza pesa anche sull’andamento dei titoli di Stato italiani: il rendimento del BTp decennale è salito al 2,33% con uno spread rispetto al Bund arrivato a sfiorare quota 190 punti base e ai massimi da tre anni.
Sul mercato dei cambi, rapporto euro/dollaro poco mosso a 1,0695 da 1,0696 venerdì in chiusura. In deciso rafforzamento lo yen, a 121,59 per un euro (123,07) e 113,69 per un dollaro (115,06). Scende, infine, il prezzo del petrolio: il future marzo sul Wti lascia sul terreno l’1,09% a 52,59 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent cede lo 0,63% a 55,17 dollari.
Nel Vecchio Continente, intanto, è stato pubblicato l’atteso dato sull l’inflazione tedesca che a gennaio si è attestata all’1,9%, sotto le previsioni (2%) degli analisti: gli operatori aspettano domani i dati dei prezzi al consumo dell’eurozona con le sue possibili conseguenze sulle prossime mosse della Banca centrale europea anche se il governatore della Banca di Austria e membro del direttorio della Bce, Ewald Nowotny, durante un discorso a Vienna,ha escluso che a Francoforte, già nella riunione di marzo, si parlerà dei tempi del programma di acquisto di titoli di stato.
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