元日の譲位「難しいと考える」 宮内庁次長
martedì, Gennaio 17th, 2017天皇陛下の退位をめぐり、政府が2019年1月1日に新天皇が即位、同日から新元号とする方向で検討しているとされることについて、宮内庁の西村泰彦次長は17日、1月1日から新元号となることは難しいとの考えを示した。同日の定例会見で明らかにした。
天皇陛下の退位をめぐり、政府が2019年1月1日に新天皇が即位、同日から新元号とする方向で検討しているとされることについて、宮内庁の西村泰彦次長は17日、1月1日から新元号となることは難しいとの考えを示した。同日の定例会見で明らかにした。
道下美里さん(右端)と伴走用のロープを握り合いジョギングするケネディ大使=2016年10月29日、福岡市の大濠公園
トランプ氏の米大統領就任に伴い、オバマ政権で2013年から駐日大使を務めたキャロライン・ケネディ氏(59)が近く退任し、日本を離れる。ジョン・F・ケネディ元大統領の娘という抜群の知名度と親しみやすい人柄で、日本各地で市民に慕われた。
“Abbiamo predisposto un piano operativo dettagliato per affrontare eventuali emergenze legate a neve, formazione di ghiaccio e ondate di grande freddo”. Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, rassicura i cittadini sulle previsioni meteo da brivido un’ondata di gelo polare che oggi dovrebbe investire anche la Capitale rischiando di metterla in crisi. (altro…)
Da ieri, con l’approvazione dei decreti attuativi, le unioni civili sono legge e lo Stato riconoscerà da tutti i punti di vista i matrimoni indipendentemente dal sesso dei contraenti.
È di fatto l’unica riforma per cui sarà ricordato il governo Renzi, anche se l’atto finale porta la firma di Gentiloni. Chissà cosa ne pensa dall’oltretomba il suo avo Vincenzo Ottorino che all’inizio del secolo scorso riportò i cattolici in politica attraverso il «patto Gentiloni» che segnò la definitiva fine delle ostilità iniziate a Porta Pia tra la Chiesa e il Regno d’Italia. Corsi e ricorsi, a volte beffardi, della storia. Dicono che così ora siamo un Paese più moderno. Può essere, e sono felice per le non tante coppie omosessuali che aspettavano con ansia questo giorno. Anche se la modernità non è in sé un valore assoluto. Possiamo per esempio considerare «moderno» estendere il concetto di tutela di Stato all’amore in quanto tale alla poligamia? Non è una provocazione ma il prossimo problema etico che ci troveremo, più presto di quanto immaginiamo, ad affrontare. (altro…)
di EZIO MAURO
Poi?
“Poi ho pensato che solo il vigliacco scappa nei momenti di difficoltà. Ho ripensato alle migliaia di lettere ricevute, al desiderio di futuro espresso da milioni di persone. La nostra battaglia è appena incominciata”.
Una rivincita o una vendetta?
“Nessuna delle due: sono parole che pensano al passato. Noi guardiamo avanti, non indietro”.
Non è anche questo un modo per scappare dalla sconfitta?
“Se uno nasconde la testa sotto la sabbia e fa finita di niente, sì. Ma vorrei ricordarle che io mi sono dimesso, in un Paese dove di solito le dimissioni si annunciano”.
Era difficile resistere dopo aver perso 41 a 59, lo ammette?
“Sarei andato via anche con il 49 per cento. In realtà mi sono dimesso tre volte”. (altro…)
ALDO FONTANAROSA
ROMA – La Chiesa cattolica, scatenata, le tenta tutte pur di fare il pieno di soldi con il meccanismo dell’8 per mille. E si affida soprattutto a campagne di spot in tv, che risultano “martellanti” ed efficacissime.
Invece lo Stato italiano – che pure avrebbe bisogno di questo contributo, ad esempio per ristrutturare le scuole – non si impegna per convincere i contribuenti. La Corte dei conti, sorpresa dalla timidezza dei nostri governi, ha anche altri dubbi. Contesta allo Stato italiano di essere sleale quando impiega i soldi che riceve (quasi suo malgrado) dall’8 per mille.
Lo Stato dunque mostra “disinteresse” per questo aiuto, al punto che i contributi in suo favore si sono “drasticamente ridotti” negli anni. Cittadini laici nello spirito, contrari a sostenere una confessione religiosa, non trovano così una “valida alternativa” in campo. Vorrebbero destinare “una parte della imposta sul reddito” a cause “sociali e umanitarie”. Ma questo sentimento – osserva la Corte – è “frustrato”.
di BARBARA ARDU’
I dati del Rapporto 2016, dal titolo significativo, “Un’economia per il 99%” (la percentuale di popolazione che si spartisce le briciole), raccontano che sono le multinazionali e i super ricchi ad alimentare le diseguaglianze, attraverso elusione e evasione fiscale, massimizzazione dei profitti e compressione dei salari. Ma non è tutto. Grandi corporation e miliardari usano il potere politico per farsi scrivere leggi su misura, attraverso quello che Oxfam chiama capitalismo clientelare.
E l’Italia non fa eccezione. I primi 7 miliardari italiani possiedono quanto il 30% dei più poveri. «La novità di quest’anno è che la diseguaglianza non accenna a diminuire, anzi continua a crescere, sia in termini di ricchezza che di reddito», spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia. Nella Penisola il 20% più ricco ha in tasca il 69,05% della ricchezza, un altro 20% ne controlla il 17,6%, lasciando al 60% più povero il 13,3%. O più semplicemente la ricchezza dell’1% più ricco è 70 volte la ricchezza del 30% più povero. (altro…)
Immaginate una classifica dei trenta Paesi più ricchi del mondo con cui misurare insieme qualità delle istituzioni, opportunità d’impresa e sicurezza sociale. L’ha fatta il World Economic Forum, e l’Italia ne esce male, appena ventisettesima. Si chiama “Inclusive Growth and Development Report”: nell’era dei populismi, delle diseguaglianze e della stagnazione secolare occorre aggiornare le parole d’ordine. All’ultimo G20 i cinesi hanno lanciato il mantra della globalizzazione inclusiva, un messaggio che sarà fatto proprio anche dal G7 made in Italy. La “crescita inclusiva” è da qualche anno il concetto chiave al Forum di Davos, l’appuntamento più atteso dalla politica e finanza mondiale che inizia domani fra le montagne svizzere.
La classifica per il 2017 è il trionfo di quelle che una volta chiamavamo le socialdemocrazie nordiche. L’indice di “sviluppo inclusivo” incorona come migliore fra le vecchie economie ricche la Norvegia, seguita da Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Danimarca e Svezia. Oggi quei Paesi vincono per ragioni in parte diverse da quelle che negli anni settanta e ottanta ne facevano un modello. Non solo perché si tratta di Paesi con (ancora) i migliori standard di sicurezza sociale, ma perché nel frattempo sono diventate economie dinamiche e in grado di attrarre capitali esteri. Educazione, servizi di base, infrastrutture, livello di corruzione, lavoro. Ad eccezione di Australia e Nuova Zelanda (rispettivamente ottava e nona) i primi dodici Paesi con il miglior mix di sviluppo imprenditoriale e sicurezza sociale sono tutti a nord delle Alpi. La Germania è tredicesima, la Francia diciottesima, la Spagna ventiseiesima seguita dall’Italia. Fanno peggio di noi Portogallo, Grecia e Singapore. Fuori dalla classifica dei trenta Paesi Ocse – con un indice a parte – svettano la Lituania, l’Azerbaijan, Ungheria, Polonia e Romania. (altro…)
Muore a New York Arturo Toscanini, uno dei più acclamati direttori d’orchestra. Il mito di Toscanini è legato alla sua assoluta fedeltà al testo, al suo leggendario perfezionismo e alla sua intensità. Di storico rilievo risultano le interpretazioni delle composizioni di Verdi e di Puccini, di cui dirige, in prima assoluta, La fanciulla del West nel 1910.
Renzi e Berlusconi tornano a mandarsi segnali e si sente subito odore di Nazareno-bis. Salvini, che ne pensa?
«L’effetto è curioso».
Curioso?
«Sì, sembra che entrambi siano fuori dal tempo. Evidentemente pensano che nel 2016 nel mondo non sia successo nulla, che non ci siano stati la Brexit o Trump. Sono ancora lì a parlare di legge elettorale e di inciuci».
Renzi che impressione le fa?
«Ammettere gli errori fatti è segno di intelligenza, ma che fossero errori gliel’avevano già detto al referendum 20 milioni di italiani. Non so quanto sia sincero sulla manfrina di lasciare la politica, anzi no. Prendo invece per buono che voglia andare a votare. A differenza di Berlusconi».
Berlusconi sostiene che, se si vota e nessuno fra centrodestra, centrosinistra e grillini ha la maggioranza, allora l’accordo con il Pd è inevitabile. (altro…)