Archive for Gennaio, 2017

La retorica degli sciacalli

sabato, Gennaio 21st, 2017

di FRANCESCO MERLO

SUBITO dopo il terremoto, come primo atto di decenza, il Viceré di Sicilia Giovan Francesco Paceco, duca di Uzeda, esibiva i corpi penzolanti degli sciacalli che faceva impiccare. A quei tempi gli sciacalli rovistavano tra le rovine e tagliavano le dita dei cadaveri per rubare le fedi d’oro. Oggi vanno in televisione in doposci, come nel programma di Lilli Gruber ha fatto Matteo Salvini che però dei tanti sciacalli d’Italia è solo il più volgare e dunque anche il più visibile, è il Bertoldo della politica che contrappone le disgrazie dei terremotati ai presunti agi e conforti degli infelici immigrati: Amatrice contro il Nord Africa, l’Abruzzo contro il Senegal.

Proprio come ai tempi dei Vicerè, oggi gli sciacalli d’Italia di nuovo si avventano sulle vittime. Non più per strappare vestiti e gioielli, ma per fare di quei poveri corpi il podio e la cattedra della peggiore demagogia nazionale. Dunque lucrano consenso facile approfittando del malessere e dello smarrimento di tutti. Indicano ogni giorno un qualche responsabile nuovo. Espongono alla rabbia collettiva un capro espiatorio. E gridano contro gli untori manzoniani che non hanno spalato in tempo o non sono riusciti a fare alzare gli elicotteri. Ci sono gli untori che hanno speculato sui terreni, quelli che hanno venduto licenze, o gonfiato gli appalti. E c’è il super untore che è lo Stato, cattivo per definizione. La colpa vera è sempre sua, come nella psicanalisi è sempre di Edipo e di Laio. (altro…)

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I venti Comuni che restano isolati Gentiloni stanzia trenta milioni

sabato, Gennaio 21st, 2017

Almeno venti Comuni ancora isolati, intere aree dove manca la luce e l’acqua. Strade ostruite che non consentono di raggiungere chi è in difficoltà. È ancora drammatica la situazione nel centro Italia, con una particolare emergenza nelle Marche e soprattutto in Abruzzo. Sono 8.000 gli uomini in campo, tra loro anche 3.000 militari. Mentre il governo dichiara un nuovo stato di emergenza, amplia l’area degli interventi e stanzia 30 milioni di euro per le prime urgenze, la macchina dei soccorsi cerca di fare fronte a tutte le necessità. I problemi sono ancora moltissimi, gravi i ritardi soprattutto per quanto riguarda il ripristino delle forniture ai cittadini. Una situazione drammatica che rischia di aggravarsi nelle prossime ore in quelle zone dove sono previste altre nevicate. Non a caso si è deciso di mobilitare mezzi anche da altre Regioni, soprattutto del sud e tenere in allerta altri contingenti dell’esercito. Anche perché è tornato a salire il numero degli sfollati che adesso supera le 11 mila persone.

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La rivincita dell’Italia che scava e sa soffrire

sabato, Gennaio 21st, 2017

RIGOPIANO Poi dalla tomba di ghiaccio sbuca una testolina castana: e la storia cambia, cambiando tutti noi. Alle undici di mattina il primo sopravvissuto alla valanga dell’hotel Rigopiano è un bambino di 8 anni. I pompieri gli battono le mani, lo sfiorano, lo stringono, ridono e piangono e, stendendolo in barella sotto coperte finalmente calde, gli gridano «bravo, chicco, bravo!»; e un po’ sembrano dirlo a loro stessi, bravi, sì, dopo queste interminabili ore di calvario in cui tutto pareva devastare l’onore dell’Italia e quello di ciascuno. Bravo, chicco. Tanti che non torneranno sono da piangere e da ricordare, e non sarà mai possibile festeggiare davvero: perché questa è e resta una tragedia immane. Ma, da ieri, è anche un’altra storia. Perché ogni viso stravolto e grato che viene strappato alla montagna è una rivincita dell’altra Italia. Non il Paese furbastro e sciatto, non il Malpaese che con grottesca pigrizia prende sottogamba l’allarme per il disastro lanciato quasi in diretta da un superstite (per l’ennesimo capriccio del destino proprio il papà di «Chicco»). No, questa è l’Italia che scava e sa soffrire. Quella che non smette di sperare, dando in fondo qualche ragione pure al tanto criticato capo della Protezione civile Fabrizio Curcio che mai aveva buttato la spugna.

Dopo il bambino, esce dal cunicolo aperto nel ghiaccio la mamma, Adriana che, voltandosi, implora i pompieri di pensare anche all’altra figlia più piccola, «è nella stanza accanto…», o almeno in ciò che resta d’una stanza d’albergo tra lastroni, detriti e tronchi.

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Trump giura: “Restituiamo il potere al popolo”

sabato, Gennaio 21st, 2017

francesco semprini

«Questo momento è il vostro momento, appartiene a voi». Così Donald Trump, dopo aver giurato sulla Bibbia di Abramo Lincoln nella veste di 45 esimo presidente degli Stati Uniti, condivide col popolo americano la giornata più importante della sua vita, quella che gli consegna le chiavi della Casa Bianca. E la leadership del Paese, una leadership rivoluzionaria, almeno a dar retta al tenore del discorso pronunciato sulla scalinata di Capitol Hill dal nuovo Commander-in-chief.

 Sono da poco passate le dodici quando The Donald prende la parola, ringrazia Barack e Michelle Obama: «Sono stati magnifici», è l’unica breve parentesi di bon-ton politico, a chi lo a preceduto (rosso o blu) non concede più nulla, il suo è un affondo a tutto campo racchiuso in un discorso che dura meno dei previsti venti minuti e ha il sapore del manifesto politico.

 

«Questo non è il passaggio di consegne da un’amministrazione all’altra ma è la restituzione del potere da parte di Washington a voi, il popolo – dice Trump – Questo giorno, il 20 gennaio 2017 sarà ricordato come il giorno in cui la gente è tornata ad essere il vero legislatore di questo Paese». (altro…)

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Seconda inchiesta su allarme meteo e tempi dei soccorsi

sabato, Gennaio 21st, 2017

Rinforzi. Nelle ultime ore è aumentata la presenza dell’esercito e dei suoi mezzi

francesco grignetti
inviato a pescara

Sulla scrivania dei magistrati che indagano sulla catastrofe di Rigopiano, Cristina Tedeschi e Andrea Papalia, c’è una cartellina in evidenza. Il titolo è esplicito: «Bollettino valanghe». Dentro c’è la serie di avvisi di gennaio del servizio Meteomont, specifico per il rischio delle valanghe e slavine, a cura di truppe alpine e Forestale (oggi nei carabinieri). «Vorremmo capire – si spiega in procura – se tutti questi warning servono a riempire i cassetti o se qualche cosa si era attivato per la prevenzione». Domanda retorica. Il 9 gennaio, il warning recitava: «Appennino abruzzese a rischio forte per caduta valanghe». Il 12 gennaio: «Majella, la montagna italiana con il maggior rischio valanghe». Il 16 e il 17, l’allerta per Gran Sasso e dintorni arriva a grado 4, un passo sotto il massimo. (altro…)

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Autobus ungherese prende fuoco sull’A4. A bordo ragazzi tra i 14 e i 18 anni: 16 morti e 36 feriti

sabato, Gennaio 21st, 2017

È di 16 morti e 36 feriti il bilancio dell’incidente stradale avvenuto la notte scorsa all’altezza dello svincolo di Verona Est con un’autobus ungherese che ha preso fuoco dopo essere finito contro un pilone. A bordo c’era una comitiva di ragazzi, pare in gita scolastica, che dalla Francia stava facendo ritorno a Budapest.

 Il veicolo ha sbandato da solo, finendo contro un pilone e incendiandosi, senza coinvolgere altri mezzi: questa la dinamica dell’incidente. La polizia stradale di Verona sta lavorando per cercare di stabilire anche le possibili cause dell’improvvisa sbandata. Tutte le ipotesi sembrano aperte, tra le quali anche un possibile malore del conducente o un problema meccanico al pullman.

 

Le condizioni dei corpi estratti dal pullman ungherese rendono particolarmente difficili le operazioni per l’identificazione delle vittime. I corpi sono in gran parte carbonizzati. Al lavoro, oltre alla stradale di Verona, anche la polizia scientifica che ha compiuto un attento esame anche all’interno del mezzo alla ricerca di ogni possibile traccia utile agli accertamenti in corso.
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Dalle mosse di Trump e May possiamo scoprire le future sfide dell’occidente

sabato, Gennaio 21st, 2017

Il commento del direttore de La Stampa Maurizio Molinari a SkyTg24, al termine del discorso di insediamento del quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

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Rigopiano, otto fuori dalle macerie. Quattro vittime. I soccorritori: sentiamo altri sopravvissuti

sabato, Gennaio 21st, 2017

fulvio cerutti, daniela lanni, elena masuelli, marco sodano
 

Nella notte sono state estratte vive altre quattro persone (due uomini e due donne) delle cinque individuate ieri e sopravvissute alla slavina che ha travolto l’Hotel Rigopiano, sul Gran Sasso pescarese. Sale però a quattro il numero dei morti, l’ultimo cadavere recuperato fra le macerie è quello di una donna (in precedenza erano stati trovati senza vita due uomini già identificati, Alessandro Giancaterino, capo cameriere del resort, e Gabriele D’Angelo, anch’egli cameriere del Rigopiano, e un’ altra donna, ancora senza nome). Sono invece almeno 10 i sopravvissuti, tra questi quattro bambini, estratti dai soccorritori dalle macerie quasi 48 ore dopo il crollo provocato da un fronte di 300 metri di neve.

 

LE RICERCHE – Gli angeli del ghiaccio “Siamo commossi ma scaviamo ancora”

 

LA MADRE CORAGGIO – “Grazie a tutti non ci speravo più”

 

Le persone estratte vive

I quattro salvati nella notte facevano parte del gruppo di cinque persone che era già stato localizzato nel pomeriggio (Gianpaolo Matrone di 33 anni, Vincenzo Forti di 25, Giorgia Galassi di 22, Francesca Bronzi 25 e Stefano Feniello, 28) ma che non era stato possibile raggiungere perché lontane dai primi cinque salvati, tenute prigioniere da travi di cemento, solai pericolanti, cumuli di neve e ghiaccio, pezzi di roccia, rami di alberi che la slavina ha scaraventato nei locali dell’Hotel Rigopiano. Un paio d’ore prima i soccorritori avevano dato un’altra buona notizia: si sentono le voci di altre persone ancora, potrebbero essere altri superstiti. Potrebbero, per esempio, condurre chi scava a trovare la ventina di persone che ancora mancano all’appello. (altro…)

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Could EU citizens get better UK access?

sabato, Gennaio 21st, 2017
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Dear Mr President: welcome to the real world

sabato, Gennaio 21st, 2017

(CNN)Dear Mr. President,

Congratulations on your huge inauguration. Now, it’s time to confront the real world — and your first tests.
Now, everyone will be testing you, your mettle, your resolve — and especially the world according to your tweets. Crises, many of your own making, will be arriving from every direction. As president, you must be prepared to cope with them or defuse them before they overwhelm your entire agenda at home and abroad.
When you and your national security team arrive in the White House, you will find little to help you. As Richard Haass, president of the Council on Foreign Relations and a former presidential adviser, observed when he and his National Security Council colleagues arrived in their offices in January 1989, “the cupboards were all bare,” not out of any malevolence.
“All the papers (of our predecessors) were gone from the safes to the National Archives.”
Starting with a clean slate has both its advantages and disadvantages. But in your case, the slate will hardly be completely clean. After all, as President-elect, you’ve been tweeting up a whole crowd of dangers in areas that have never before been crisis points. In each case, as president, every action, every one of your tweets, has real, tangible, potentially deadly consequences.

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