Archive for Gennaio, 2017

Salute, firmati i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Lorenzin: “Storico”

venerdì, Gennaio 13th, 2017

di MICHELE BOCCI

FIRENZE – Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha firmato il via libera ai nuovi lea, livelli essenziali di assistenza. “È un passaggio storico per la sanità italiana”, ha commentato su Twitter il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Sono infatti 15 anni che le prestazioni sanitarie che tutte le Regioni devono fornire ai propri assistiti non venivano rinnovate. C’erano quindi dei lea ormai obsoleti, mentre le amministrazioni locali non erano obbligate ad assicurare ai propri assistiti alcuni trattamenti diventati ormai fondamentali. Fino ad oggi molti cittadini ottenevano certe prestazioni solo pagando. Passando nel sistema pubblico, queste attività saranno prevalentemente gratuite grazie alle esenzioni.

Tra le varie attività che entrano nel Lea ci sono tutte le prestazioni di procreazione medicalmente assistita (Pma), compresa l’eterologa, che già veniva passata da alcuni sistemi sanitari regionali ma non da tutti. Poi viene rivisto profondamente l’elenco delle prestazioni di genetica, è introdotta la consulenza genetica e sono inserite prestazioni di elevato contenuto tecnologico (come la adroterapia contro certi cancri) o di tecnologia recente, come la radioterapia stereotassica. (altro…)

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Cronache di una Rivoluzione 1917 Ezio Mauro racconta la rivoluzione russa. Seconda puntata: Pietrogrado, gli ultimi giorni

venerdì, Gennaio 13th, 2017

A un passo dalla rivoluzione: un mondo sta per finire, ma sembra non accorgersene. Nel gennaio 1917 la vita a San Pietroburgo (allora Pietrogrado) continua come sempre. I nobili affollano i club e i teatri. Gli zar sono assenti e lontani. Massoni e spiritisti si riuniscono in una città magica ed esoterica. Ma la guerra mondiale è in corso e le perdite per la Russia sono pesanti. E nei quartieri operai della capitale dell’Impero sta nascendo la rivolta: andiamo a Vyborg, nella fabbrica dove, a febbraio, è cominciato l’esperimento rivoluzionario che avrebbe cambiato il ‘900. (altro…)

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Voucher, ecco il compromesso: un tetto legato ai dipendenti fissi

venerdì, Gennaio 13th, 2017

di ROBERTO PETRINI

ROMA – L’intervento per limitare l’utilizzo dei voucher da parte del governo si avvicina. Sul tavolo di Palazzo Chigi ci sono una serie di ipotesi che si concretizzeranno in un provvedimento nel prossimo mese di febbraio. L’obiettivo è quello di ridurre la platea dell’utilizzo dei “buoni” con l’introduzione di “quote” e circoscrivendo i settori dove è possibile utilizzarli. Per valutare la consistenza della stretta si attende – come spiegano al ministero del Lavoro – il risultato del monitoraggio scattato l’8 ottobre dello scorso anno da quando è in vigore la tracciabilità. “Dobbiamo aspettare le motivazioni della sentenza e i risultati della tracciabilità introdotta dal governo Renzi dalla quale potremmo avere sorprese positive”, ha detto ieri Annamaria Parente, capogruppo del Pd alla Commissione Lavoro del Senato.

La linea del governo è dunque quella di intervenire, ma non per evitare il referendum. “Non ci sarà un maquillage per evitare la consultazione. Da mesi il governo sta studiando modifiche per tornare alle finalità originarie dello strumento ed impedirne un uso distorto”, ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Dunque si voterà lo stesso perché l’intervento che sta studiando il governo non combacia con la richiesta del referendum promosso dalla Cgil che chiede una abolizione totale dei buoni-lavoro.

Voucher, Camusso; “Uno strumento malato, va abolito”

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L’ombra della forza di Putin su una debole Europa

venerdì, Gennaio 13th, 2017

di Angelo Panebianco

Una volta pronunciate le frasi di rito («I paralleli storici sono sempre rischiosi», «Le vicendesono tutte diverse», eccetera), è il caso di domandarsi se l’Europa,
a fronte della Russia di Putin, non sia alla vigilia di una congiuntura che ne ricorda altre: per esempio, quella in cui si trovò Atene nel IV secolo avanti Cristo quando subì la politica espansionistica del re macedone Filippo II (il padre di Alessandro Magno). Se il paragone vi sembra spericolato, considerate i fatti. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, un’altra grande potenza ha interferito nella campagna presidenziale per favorire, con i suoi cyber attacks, l’amico Donald Trump e danneggiare la nemica Hillary Clinton.

Per giunta, forse Trump dice il vero quando sostiene di non essere ricattabile da parte dei russi e forse no. Anche nell’ipotesi migliore, gli Stati Uniti — il «Lord protettore» dell’Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale — sono pronti, come Trump ripete, a stabilire una partnership permanente con la Russia. Non è difficile indovinare a spese di chi. Il possibile tramonto delle relazioni atlantiche come le abbiamo conosciute può lasciare l’Europa allo scoperto, in una posizione di grande debolezza, può spingerla a un accordo con i russi
alle condizioni di questi ultimi. Più in generale, hanno probabilmente ragione coloro che sostengono che la politica di Trump rischia di terremotare la sicurezza e l’economiaLa politica di Trump (anche per il suo atteggiamento pro business anziché pro mercato come ha scritto Luigi Zingales sul Sole 24 Ore, 8 gennaio), potrebbe smantellare quel sistema di relazioni politiche, economiche e di sicurezza — il «mondo libero» dei tempi della Guerra fredda — di cui gli Stati Uniti sono stati l’egemone e il garante. Accelerando così il declino, già in atto da tempo, della stessa potenza americana. Siamo forse alla vigilia di un cambiamento geopolitico radicale.

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Il ragazzo che ha ucciso i genitori con l’amico: “Con la cocaina mi sento come un supereroe”

venerdì, Gennaio 13th, 2017
niccolò zancan
inviato a pontelangorino (ferrara)

«È successo davanti alla lavanderia», dice adesso un caro amico degli assassini. È un mondo stretto. Senza aria alle finestre e senza sogni. Tutto compreso qui, fra il Bar Club 1 e questa lavanderia con un parcheggio e una panchina davanti.

 

Passano le auto sulla strada provinciale, i ragazzi fumano le sigarette elettroniche, entrano, escono, fumano ancora, giocano a biliardino, raccontano. Questo amico degli assassini ha 17 anni, dà nome, cognome e numero di telefono: «R. aveva provato la coca. Lo ha raccontato qui davanti alla lavanderia. Gli era piaciuta molto. Si sentiva proprio bene, carico. Aveva tirato calci a una porta e sfondato una finestra a pugni. Mi ricordo che aveva detto di essersi sentito come un supereroe. Secondo me, per combinare quello che hanno fatto l’avevano presa entrambi. E poi so che fumavano anche le canne e l’oppio».

 

Così sono stati uccisi i due coniugi di Pontelangorino dal figlio e l’amico

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Il primo mese del nuovo governo. Fiducia record al ministro Minniti

venerdì, Gennaio 13th, 2017
nicola piepoli

Oggi scocca il primo mese del governo guidato da Paolo Gentiloni. Le prime informazioni indicano un’accoglienza dell’esecutivo da parte dell’opinione pubblica discreta, anzi nell’insieme buona. In termini di numeri, infatti, il presidente del Consiglio ha iniziato con il punteggio analogo a quello ottenuto dal governo Prodi nel 1996. Quasi metà del campione intervistato si schiera quindi in suo favore. Non raggiunge le vette di Berlusconi nel suo secondo governo o di Monti reputato universalmente un «liberatore» (durato però molto poco nel favore popolare), ma Gentiloni è una personalità che ha dalla sua l’onestà e la capacità di generare armonia, virtù rare per l’opinione pubblica consultata.

 

Le incertezze del premier

In questi 30 giorni l’immagine del presidente del Consiglio tuttavia non si è rafforzata. Pur mantenendosi sopra la soglia 40, cioè sopra la soglia del normale gradimento di un nuovo premier, Gentiloni ha dimostrato una certa esitazione nel comunicare il proprio reale valore. Le motivazioni, secondo gli intervistati, sono da imputare ad una sua esitazione nel risolvere i fondamentali problemi del Paese. Tra questi: il lavoro e l’occupazione, la crisi economica e le conseguenze del terremoto che si stanno manifestando in questi giorni di maltempo. Anche la questione banche e le incertezze sull’iter di una nuova legge elettorale confermerebbero, secondo la ricerca, un atteggiamento attendista sui problemi chiave dell’Italia.

 

 

Una squadra che piace (altro…)

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M5S, mossa filo-russa: gli italiani votino se restare nella Nato

venerdì, Gennaio 13th, 2017
ilario lombardo
roma

Se, come dicono, non sono filo-russi, i 5 Stelle fanno di tutto per sembrarlo. Prendiamo Manlio Di Stefano, unico italiano presente al congresso di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin: il blog ieri ha ospitato un suo post che affronta tre temi in uno. La possibile uscita dalla Nato, le speranze su Donald Trump, le esigenze geopolitiche di Putin.

 

Il M5S sa da che parte stare e lo dice chiaro: definisce «patetico» l’addio di Barack Obama, «fatto di sgambetti a Trump», e di operazioni militari che «mettono a rischio l’Europa». «Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia si sentono “minacciate” dalla Russia e Obama che fa? Ci sommerge di carri armati». Di Stefano non lo cita ma si riferisce anche all’invio di 140 soldati italiani in Lettonia, al confine con la Russia, in missione per conto della Nato. Ma per lui la minaccia è roba da virgolette. Questioni di punti di vista, certamente quelli di Di Stefano sono gli stessi di Putin, come le argomentazioni che seguono: «A oggi Trump fortunatamente ha rassicurato gli animi e parlato di ottime relazioni con la Russia». La soluzione? «Ridiscutere e sottoporre ai cittadini la partecipazione italiana alla Nato» che «sta giocando con le nostre vite». L’indebolimento dell’Alleanza Atlantica è il sogno di Putin, con cui le simpatie non mancano. Di Stefano e i 5 Stelle sono spesso ospiti graditi dei siti russi molti dei quali ruotano attorno al governo, da Sputnik Italia a Russia Today. (altro…)

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Rivolta a Tripoli, Roma rimane isolata: Europa e Stati Uniti non prendono posizione

venerdì, Gennaio 13th, 2017
francesco grignetti
roma

Parola d’ordine, minimizzare: a Tripoli non è successo niente o forse appena un qualcosina. Fuori dall’ufficialità, invece, la preoccupazione è massima. Sembra essersi innescata una reazione a catena che potrebbe sfociare nel dramma. Il governo italiano esamina attentamente le dinamiche di Tripoli perché un po’ se l’aspettava: a riaprire l’ambasciata, in splendida solitudine, l’Italia ha deciso di esporsi. Mostrare il tricolore, in certi contesti, produce un effetto immediato. Il discorso del ministro Marco Minniti in conferenza stampa, poi, doverosamente amplificato dai media libici, ha fatto il resto. Il messaggio è stato univoco: Roma continua a credere nella scommessa di Al Sarraj. Il guaio è che siamo rimasti soli. E le notizie che filtrano dalla Libia profonda fanno temere il peggio.

 

Il primo a troncare e sopire è il neoambasciatore Giuseppe Perrone: «Non mi risulta – diceva ieri – alcun golpe in atto. Le sedi istituzionali nelle quali opera il governo di accordo nazionale sotto la guida di Sarraj continuano a lavorare». Frase anodina. Dato che il governo legittimo non è mai riuscito a controllare i tre ministeri contesi, formalmente non ha perduto nulla. Ma è una magra consolazione. È la certificazione, anzi, che la scommessa di Al Sarraj arranca e rischia di finire nel sangue di uno scontro tra clan.

 

LEGGI ANCHE – Non è solo un problema dell’Italia (altro…)

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Syria accuses Israel of bombardment

venerdì, Gennaio 13th, 2017

Syria has accused Israel of bombarding an area west of Damascus, with reports of a military airport being hit.

State television quoted the army as saying several rockets landed in the airport compound in Mezzeh, Reuters news agency reports.

It remains unclear if the alleged bombardment, which caused fires, has caused any casualties.

The Israeli government has previously not confirmed or denied that it carries out strikes in Syria. (altro…)

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US Marine F-35s to be ‘cornerstone’ in Japan, Pacific defense

venerdì, Gennaio 13th, 2017
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