L’ombra della forza di Putin su una debole Europa
venerdì, Gennaio 13th, 2017di Angelo Panebianco
Una volta pronunciate le frasi di rito («I paralleli storici sono sempre rischiosi», «Le vicendesono tutte diverse», eccetera), è il caso di domandarsi se l’Europa,
a fronte della Russia di Putin, non sia alla vigilia di una congiuntura che ne ricorda altre: per esempio, quella in cui si trovò Atene nel IV secolo avanti Cristo quando subì la politica espansionistica del re macedone Filippo II (il padre di Alessandro Magno). Se il paragone vi sembra spericolato, considerate i fatti. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, un’altra grande potenza ha interferito nella campagna presidenziale per favorire, con i suoi cyber attacks, l’amico Donald Trump e danneggiare la nemica Hillary Clinton.
Per giunta, forse Trump dice il vero quando sostiene di non essere ricattabile da parte dei russi e forse no. Anche nell’ipotesi migliore, gli Stati Uniti — il «Lord protettore» dell’Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale — sono pronti, come Trump ripete, a stabilire una partnership permanente con la Russia. Non è difficile indovinare a spese di chi. Il possibile tramonto delle relazioni atlantiche come le abbiamo conosciute può lasciare l’Europa allo scoperto, in una posizione di grande debolezza, può spingerla a un accordo con i russi
alle condizioni di questi ultimi. Più in generale, hanno probabilmente ragione coloro che sostengono che la politica di Trump rischia di terremotare la sicurezza e l’economiaLa politica di Trump (anche per il suo atteggiamento pro business anziché pro mercato come ha scritto Luigi Zingales sul Sole 24 Ore, 8 gennaio), potrebbe smantellare quel sistema di relazioni politiche, economiche e di sicurezza — il «mondo libero» dei tempi della Guerra fredda — di cui gli Stati Uniti sono stati l’egemone e il garante. Accelerando così il declino, già in atto da tempo, della stessa potenza americana. Siamo forse alla vigilia di un cambiamento geopolitico radicale.