ROMA – A poco più di un’ora dall’inizio della direzione Pd, il governatore della Puglia Michele Emiliano, a lungo indeciso se presentarsi o meno al Nazareno, scioglie la riserva: resta nel partito, va alla riunione e si candida nella corsa alla segreteria contro Matteo Renzi. L’ex segretario, invece, non ci sarà. Prima di di salire sul volo che lo porterà negli Usa, attacca nella sua e-news la minoranza e cerca di compattare i suoi sostenitori, ribadendo frasi e concetti già espressi in assemblea: “Mentre gli organismi statutari decidono le regole del Congresso – scrive – io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti. Vi racconterò sul blog.matteorenzi.it il mio diario di bordo dalla California dove incontreremo alcune realtà molto interessanti. Priorità: imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell’innovazione”.
Come detto, Renzi riprende poi alcuni passaggi già enunciati in assemblea: “Facciamola semplice, senza troppi giri di parole. Dal primo giorno della vittoria alle primarie del 2013 alcuni amici e compagni di strada hanno espresso dubbi, riserve, critiche sulla gestione del partito e soprattutto alla gestione del Governo. Penso che sia legittimo e doveroso in un partito democratico, di nome e di fatto, che chi ha idee diverse possa presentarle in un confronto interno, civile e pacato. Tuttavia è bene essere chiari: non possiamo bloccare ancora la discussione del partito e soprattutto del paese. È tempo di rimettersi in cammino. Tutti insieme, spero, ma in cammino. Non immobili. Il destino del pd e del paese è più importante del destino dei singoli leader”. (altro…)