Archive for Marzo, 2017

Che succede davvero se usciamo dall’Euro?

sabato, Marzo 4th, 2017

 

di Luca Piana, Gloria Riva e Stefano Vergine

Gli stipendi aumenterebbero. Al contrario, l’inflazione si mangerebbe tutto. Le esportazioni volerebbero. Ma no, le industrie andrebbero a gambe all’aria. Quando parlano di che cosa accadrebbe all’Italia se uscisse dall’euro, i vari politici dicono di tutto. Chi vuole dare l’addio alla moneta unica, la dipinge come la causa dei mali che ci affliggono e sostiene che tornare alle valute nazionali potrebbe dar vita a un nuovo Rinascimento, rilanciando l’industria e gli stipendi dei lavoratori. I difensori del progetto europeo ribattono che non è così, e che una sua disintegrazione rischierebbe di provocare danni irreversibili, soprattutto nei Paesi più fragili.

Per raccontare un dibattito dove gli estremi sono così lontani fra loro, e nel quale dar retta ai sogni o agli incubi esibiti dai politici rischia di essere fuorviante, L’Espresso ha scelto di rispondere agli interrogativi sul senso e il futuro della moneta unica con un’indagine di largo respiro. Abbiamo mandato un questionario di dodici domande a economisti, imprenditori e sindacalisti, chiedendo la loro opinione su quanto c’entra l’euro con alcuni dei problemi che affliggono l’Italia, dall’elevata disoccupazione agli stipendi troppo bassi. E domandando loro se ritengono vere o no le argomentazioni più ricorrenti nello scontro in atto.

Ci hanno risposto 52 persone, una quota consistente degli interpellati . Ci sono imprenditori molto conosciuti come Alberto Bombassei e Oscar Farinetti, Pasquale Natuzzi e Roberto Snaidero, Emma Marcegaglia e Alessandro Benetton, ma anche rappresentanti del “made in Italy” più verace e industrioso, nonché startupper in qualche caso giovanissimi, che l’azienda se la sono costruita da soli in questi anni di crisi, quando l’economia tricolore sembrava imbalsamata. Hanno poi contribuito numerosi economisti, che insegnano in Italia o all’estero.

Rispondi tu al nostro sondaggio Queste sono le dodici domande che abbiamo fatto a un grupo di 52 tra industriali, economisti, imprenditori e sindacalisti. Dicci quale sarebbe invece la tua risposta ai quesisti sull’euro

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Inchiesta Consip, una domanda a Matteo Renzi: fu tutto a sua insaputa?

sabato, Marzo 4th, 2017

di Tommaso Cerno

Nemesi vuole che già Dante Alighieri, fiorentino, esiliato per giunta dalla sua città, scrivesse nel Purgatorio che «rade volte risurge per li rami l’umana probitate», cioè che poco spesso le virtù dei padri (di conseguenza i difetti) passano ai figli. E questo perché, nella visione medievale dei destini, spettava solo a Dio diffondere sapienza e virtù. Ecco perché l’inchiesta firmata da Emiliano Fittipaldi e Nello Trocchia , che mette in luce un “sodalizio” e rivela nuovi, importanti elementi nelle relazioni pericolose – in terra di Toscana – fra Tiziano Renzi, padre dell’ex premier ed ex segretario Pd Matteo, Denis Verdini, ex berlusconiano legato ai Renzi da avventure di altri tempi e poi divenuto stampella del governo piddino, e Luca Lotti ci pone di fronte a una questione fondamentale. Quella di sapere, con certezza, cosa Matteo Renzi sapesse, direttamente o indirettamente, rispetto ai fatti ipotizzati nell’inchiesta Consip. Ombre che si stendono su tre figure chiave: il genitore, l’alleato scomodo, l’amico e fedelissimo di governo.

In esclusiva i nuovi elementi sul caso Consip che coinvolge il padre di Matteo Renzi, Denis Verdini e Luca Lotti e fanno emergere un vero e proprio sistema di potere; un lungo approfondimento sul declino dell’Occidente con un contributo di Ezio Mauro e altri intellettuali; l’intervista all’infermiera di Lugo sospettata di essere una serial killer. Il direttore Tommaso Cerno e il vicedirettore Marco Damilano raccontano cosa troverete sul settimanale in edicola da domenica
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4 marzo: “Buon compleanno Lucio”. L’omaggio di Bologna a Dalla

sabato, Marzo 4th, 2017

di EMANUELA GIAMPAOLI

A rendere celebre il suo compleanno ci pensò da solo, con “4-3-43”, e provvide invece il destino a farlo coincidere con l’addio che la sua città gli ha tributò cinque anni fa, in piazza, con le esequie davanti a San Petronio. Il 4 marzo torna ad essere oggi il “Dalla day”, con la sua musica suonata ovunque, strade, piazze, vicoli, giardini, come gli sarebbe piaciuto. In mezzo alla gente.

Si comincia la mattina, con le note dei suoi brani più celebri selezionati dal dj Stefano Malaisi, e così via fino all’ora dell’aperitivo. Lo stesso accadrà in via d’Azeglio: non solo il consueto omaggio serale, ma tutto il giorno un sottofondo, ancora e sempre Lucio.

“Caro Lucio ti scrivo”: un film sulle canzoni di Dalla

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Consip: “Pressioni, incontri e ricatti”. Ecco le accuse di Marroni a Tiziano Renzi e Verdini

sabato, Marzo 4th, 2017

di Emiliano Fittipaldi e Nello Trocchia
Consip: Pressioni, incontri e ricatti. Ecco le accuse di Marroni a Tiziano Renzi e Verdini
Luigi Marroni, amministratore delegato della Consip dal 2015 e renziano di ferro, lo scorso 20 dicembre si è seduto di fronte ai pm napoletani Henry John Woodcock e Celeste Carrano. Che lo hanno interrogato come persona informata sui fatti sul grande appalto da 2,7 miliardi di euro per i servizi pubblici chiamato Facility Management 4, sul presunto sistema corruttivo messo in piedi dall’imprenditore napoletano Alfredo Romeo (arrestato ieri) e su eventuali sollecitazioni ricevute da politici e faccendieri.

Marroni comincia a parlare subito, facendo saltare dalla sedia i magistrati. Il dirigente renziano racconta infatti di un vero e proprio «ricatto» subito da un sodale di Tiziano Renzi, l’imprenditore Carlo Russo. Riferisce di pressanti «richieste di intervento» sulle Commissioni di gara per favorire una specifica società; di «incontri» riservati con il papà di Renzi a Firenze; e di «aspettative ben precise» da parte di «Denis Verdini e Tiziano Renzi» in merito all’assegnazione di gare d’appalto indette dalla Consip del valore di centinaia di milioni di euro.

In esclusiva i nuovi elementi sul caso Consip che coinvolge il padre di Matteo Renzi, Denis Verdini e Luca Lotti e fanno emergere un vero e proprio sistema di potere; un lungo approfondimento sul declino dell’Occidente con un contributo di Ezio Mauro e altri intellettuali; l’intervista all’infermiera di Lugo sospettata di essere una serial killer. Il direttore Tommaso Cerno e il vicedirettore Marco Damilano raccontano cosa troverete sul settimanale in edicola da domenica (altro…)
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Radar, Giannini: ”Renzi e Lotti, l’operazione verità che serve al Paese”

sabato, Marzo 4th, 2017

Lo scandalo Consip ha un “impatto devastante” sulla politica italiana e su Palazzo Chigi perché nell’inchiesta “è coinvolto Luca Lotti, ministro e da sempre plenipotenziario di Matteo Renzi”. Lotti si difende parlando di “gigantesca montatura”, “deve fare passo indietro non per riconoscere colevolezza ma per difendersi meglio e mettere al sicuro il governo”.  Altro “problema” riguarda Renzi e il padre Tiziano, indagato per traffico di influenze. Anche qui “il nodo è politico e pesa tutto sulle spalle di Renzi che deve spiegare cosa è stato in questi tre anni il giglio magico”

Radar di Massimo Giannini
riprese Sonny Anzellotti

REP TV

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Il groviglio dei fedelissimi

sabato, Marzo 4th, 2017

di EZIO MAURO

TUTTI i nodi non sciolti negli anni del comando stanno soffocando Matteo Renzi oggi, nei mesi della sconfitta, e ciò che più conta rischiano di trascinare a fondo con lui l’intera parabola del Pd, tra scissioni, tesseramenti gonfiati, avvisi di garanzia. Sono nodi politici e giudiziari, riassumibili in un unico concetto: il groviglio del potere cresciuto intorno all’ex presidente del Consiglio, che lo ha coltivato o tollerato nell’illusione di proteggersi, fino a restarne imprigionato.

È infatti la concezione del potere del leader che merita fin d’ora un giudizio, mentre giustamente si attende che le ipotesi d’accusa dei magistrati inquirenti vengano accertate, e intanto gli indagati hanno il diritto di essere considerati giudiziariamente innocenti fino a prova contraria. Dunque l’inchiesta dirà se Tiziano Renzi approfittava del ruolo pubblico del figlio per influenzare nomine e appalti, se il ministro Lotti ha avvisato i vertici Consip dell’indagine in corso e addirittura delle “cimici” negli uffici, in modo che venissero rimosse.

Se Romeo teneva a libro paga il padre del premier, come credono i carabinieri che hanno materialmente ricostruito dalla spazzatura dell’imprenditore un appunto stracciato dove una “T.” figura accanto all’indicazione: 30 mila per mese.

Ma nell’attesa è inevitabile chiedere conto a Renzi di ciò che è già evidente, e soprattutto è sufficiente: il meccanismo di controllo e influenza che ha creato intorno a sé, nominando uomini di provata fedeltà personale nei centri più sensibili del potere pubblico, lasciando germogliare filoni di interesse privato che intersecano quei punti decisionali, mescolando come nei peggiori anni della nostra vita lobby, Stato e famiglia, perché da noi la degenerazione del potere pubblico passa spesso per scorciatoie affettive e tentazioni domestiche. (altro…)

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Scissione e scandali, il Pd perde voti e Grillo lo sorpassa. Bene Gentiloni

sabato, Marzo 4th, 2017

di FABIO BORDIGNON

l Pd limita i danni della scissione, ma perde oltre due punti rispetto al mese scorso (27,2%). Soprattutto, perde il primo posto tra i partiti, superato dal M5s (28,8%). Sono i principali “movimenti”, nelle intenzioni di voto, rilevati dall’Atlante politico di Ilvo Diamanti, che registra inoltre un allargamento della sinistra extra-Pd. Per effetto, anzitutto, del debutto di due nuove formazioni: Democratici e progressisti (4%), fondato dai fuoriusciti Pd; e Campo progressista di Giuliano Pisapia (2%). (altro…)

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Le maschere tragicomiche nella farsa degli appalti

sabato, Marzo 4th, 2017
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Quella rete di 007 e potenti per accaparrarsi gli appalti

sabato, Marzo 4th, 2017
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Il rischio del «tutti contro tutti» nel Partito democratico

sabato, Marzo 4th, 2017

Non più un Pd che considera quello di Paolo Gentiloni un «governo amico». Semmai, il premier costretto in qualche modo a tenersi a distanza dal suo partito, per i lampi di instabilità che sprigiona. La ricaduta immediata di quanto sta succedendo con le inchieste giudiziarie sulla Consip sembra questa. E il presidente del Consiglio l’ha capito così bene che ieri l’ha raccomandato a tutti i membri dell’esecutivo. Non è scontato che lo smarcamento riesca: dipenderà molto da come e a chi si allargheranno le indagini della magistratura, che coinvolgono il padre dell’ex premier, Tiziano Renzi, interrogato ieri, e il ministro dello Sport, Luca Lotti. Ma Gentiloni è costretto a ritagliarsi margini di autonomia dal Pd, per non essere risucchiato nella sua crisi. Solo rispondendo al Paese, e non ai dem, può evitare di diventare il capro espiatorio delle tensioni interne. Perché già si intravede la seconda conseguenza di questa vicenda imbarazzante e opaca: trasformare il prossimo congresso del Pd in una sorta di ring dove si celebrerà il rito del «tutti contro tutti». Con la politica tenuta in un angolo, e le accuse di affarismo, disonestà, giustizialismo bene in vista; e destinate a dominare un dibattito avvelenato dall’eco delle inchieste.

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