IL PROBLEMA non è che i nostri ragazzi vivano attaccati al telefonino, il problema è che vivendo attaccati al telefonino (e agli iPad e ai videogiochi) c’è il fondato sospetto che i nostri ragazzi perdano un po’ alla volta ma inesorabilmente buona parte di quelle facoltà che più configurano l’intelligenza: la memoria, la capacità di attenzione, la fantasia, la concentrazione, la manualità, lo spirito critico. Tutto si consuma nell’attimo, nel brevissimo periodo di un eterno presente, nella scia di una qualche emozione passeggera e sempre dibattendosi sulla superficie delle cose.

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