Archive for Aprile 29th, 2017

Le scuole italiane e il tabù della bocciatura

sabato, Aprile 29th, 2017

«Se tutti gli studenti avessero i voti che meritano non verrebbe promosso più del 20 per cento». Spetta a un professore di un istituto tecnico commerciale pugliese il merito di aver ancora una volta portato alla ribalta nel modo più clamoroso, con queste parole (Corriere, 23 aprile), la grande menzogna su cui si regge da anni il sistema dell’istruzione italiano: le promozioni d’ufficio. Proprio perché il suddetto professore non stava al gioco, e viceversa dava ai suoi studenti i voti che meritavano, il dirigente della scuola dove insegnava lo ha sospeso a suo tempo dal servizio: sanzione disciplinare che adesso, dopo ben cinque anni, il giudice del lavoro di Lecce ha però annullato dandogli ragione. Le cose in effetti stanno così: nelle scuole italiane la bocciatura è di fatto bandita, così come è bandito ogni autentico criterio di selezione e quindi di reale accertamento del merito. Gli abbandoni scolastici beninteso ci sono (ad esempio negli istituti tecnico-professionali), ma hanno una spiegazione di altro genere, perlopiù legata alla condizione socio- culturale dell’ambiente familiare. Di fatto, dunque, chi nel nostro Paese inizia il corso di studi è pressoché matematicamente sicuro di arrivare al traguardo. E infatti gli esami di diploma finale fanno regolarmente segnare percentuali di promossi che da anni sfiorano il cento per cento (in che senso possa essere considerato tecnicamente un «esame» una prova che dà abitualmente risultati simili resta per me un mistero).

Quale affidamento possano dare in Italia i voti di diploma si capisce, del resto, considerando che nel 2016, per esempio, gli alunni promossi alla licenza in Puglia e Campania con il massimo dei voti sono stati più numerosi di quelli promossi con la stessa votazione in Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia messi insieme. In Italia, insomma, al momento degli scrutini, in una grande quantità di casi, probabilmente la maggioranza, non si valuta l’effettivo grado di apprendimento degli alunni. Si dà un voto che si può ben dire un voto politico. E si promuove.

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Fango e legni, i rifugi di Igor

sabato, Aprile 29th, 2017

MOLINELLA (Bologna) «Avrei giurato che questa storia si sarebbe chiusa in pochi giorni» ammette uno dei predatori. E invece no. La preda — Igor il russo alias Norbert Feher il serbo, 41 anni — è in fuga da un mese dopo aver ucciso due volte e aver lasciato dietro di sé un ferito gravissimo. Ha quasi mille uomini alle calcagna e il vantaggio tutt’altro che secondario di conoscere «molto, molto bene il territorio», come raccontano di lui gli investigatori che in queste settimane di caccia e di indagini hanno messo assieme mille dettagli sul suo conto. Compresi aspetti caratteriali e profilo psicologico. Per esempio si è scoperto che nei suoi quattro anni e mezzo di carcere (dicembre 2010-maggio 2015) la sua unica richiesta al mondo esterno è stata la «Settimana Enigmistica» (in italiano). Oppure che in una delle sue rapine ha chiesto a un uomo 150 euro e gli ha restituito un biglietto da 20 perché quel tizio aveva banconote che per il loro taglio arrivavano a 160 euro. Una personalità doppia, quella di Igor: da una parte stratega capace di sfuggire alla cattura e a volte violento durante le rapine al punto da aprirsi la strada sparando. Dall’altra uomo perennemente alla macchia, sbandato e senza fissa dimora né progetti (nemmeno criminali). Uno che la sera del 29 marzo scorso spara per terra per rapinare della pistola un metronotte e che mentre gliela porta via si informa: «Stai bene? Quando vado via puoi chiamare l’ambulanza».

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I cento giorni di Trump, perché l’America potrebbe crescere di più

sabato, Aprile 29th, 2017

L’economia americana procede bene. La disoccupazione è ai minimi storici, la crescita è tra il 2 ed il 3%, l’inflazione intorno al 2% (l’obiettivo della Fed) ed i tassi di interesse hanno cominciato ad allontanarsi dal pericoloso «zero». Ovviamente tutto ciò non grazie ai primi cento giorni di Trump. A quest’ultimo si può accreditare il balzo di Wall Street; i mercati hanno brindato alle promesse di Trump di deregolamentazione e di riduzione di imposte. Come giudicare la politica economica di Trump nei suoi primi tre mesi? La parola che viene in mente per descriverla è «confusione». Lo stesso Trump ha ammesso in una intervista che fare il presidente è piu complicato di quanto pensasse.

La sua riforma del sistema sanitario (per cambiare Obamacare) è stata un fallimento. Era un progetto fatto in fretta e bocciato anche da parte del suo partito; ora l’amministrazione sta disperatamente cercando un’altra via. In campagna elettorale aveva promesso di uscire dal Nafta (l’accordo di libero scambio con Canada e Messico) ora dice che vuole «negoziare» (non si capisce bene su cosa) ma non uscire. Aveva promesso una guerra commerciale con la Cina che (per fortuna) ora sembra accantonata per motivi di politica estera. Il muro con il Messico pare non si faccia più, non ci sono i soldi nel bilancio e il Messico (che sorpresa!) non vuole pagare. La politica contro gli immigrati da molti Paesi «a rischio» è stata ripetutamente bocciata da vari giudici federali. L’altro ieri Trump ha proposto un taglio delle aliquote sul reddito riducendo gli scaglioni a tre, (10, 25, e 35%) e cancellando qualche detrazione, ma non quella degli interessi sui mutui edilizi. Invece quest’ultima va eliminata perché favorisce un eccessivo indebitamento per case, che tra l’altro, contribuì alla crisi del «subprime». I mercati hanno accolto non bene la proposta fiscale: stavano correndo e all’annuncio sono scesi, sembrerebbe per i pochi dettagli forniti sulla riforma e per un senso di approssimazione nell’operato di governo. Il sistema fiscale americano va riformato. È troppo complicato, ingiusto e pieno di «favori» a questo o quel settore dell’economia (le cosiddette «tax expenditures») e con una infinità di possibili elusioni.

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Salvataggio Mps, il conto per lo Stato aumenta ancora

sabato, Aprile 29th, 2017
alessandro barbera, gianluca paolucci

Sembra ieri, eppure sono già passati quattro mesi. Fu il primo atto del governo Gentiloni, mancavano poche ore a Natale e sembrava non ci fosse tempo da perdere. E invece la pratica Mps è sempre lì, inevasa, in un rimpallo continuo fra Siena, Roma, Francoforte e Bruxelles. L’ultima novità è che il salvataggio pubblico del Monte più antico del mondo si è complicato una volta di più, con il rischio che l’onere per lo Stato salga ancora rispetto ai 6,6 miliardi ipotizzati finora.

 

Che sta accadendo? Sono due i problemi emersi. Nei giorni scorsi la Bce ha recapitato a Siena gli esiti dell’ultima ispezione, conclusa lo scorso febbraio e che riguardava la classificazione dei crediti, i livelli di copertura e la valutazione delle garanzie dei crediti deteriorati. La banca, anche in virtù degli scambi di vedute con il team di ispettori europei, aveva già modificato metodologie e parametri utilizzati per il calcolo nel bilancio 2016. Ma l’esito dell’ispezione ha comunque fatto emergere perdite superiori a quelle calcolate fino a ora e che pesano nel computo dell’intervento statale.

 

Il secondo problema irrisolto riguarda la cessione delle sofferenze. La Bce ha infatti richiesto che il valore venga fissato nel piano sulla base di offerte puntali di soggetti terzi. I prezzi di mercato sono però ancora estremamente bassi. La maxi operazione lanciata da Unicredit ha avuto un prezzo medio di poco superiore al 17 per cento del nominale. Sulla base dei valori delle sofferenze scritte nei bilanci di Montepaschi – sono attorno al 30 per cento – venderle anche solo al 20 per cento comporterebbe un’ulteriore perdita fino a circa 4,5 miliardi, con il quasi azzeramento del patrimonio netto che al 31 dicembre scorso era di 5,4 miliardi. (altro…)

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La Corea del Nord sfida le sanzioni: lancia missile balistico, ma fallisce

sabato, Aprile 29th, 2017

La Corea del Nord sfida gli Usa e lancia un nuovo missile balistico nello stesso giorno in cui il segretario di stato Rex Tillerson, presiedendo al consiglio di sicurezza dell’Onu una riunione sulla crisi, apre ai negoziati ma chiede un maggior isolamento diplomatico ed economico di Pyongyang ammonendo che «tutte le opzioni devono restare sul tavolo», compresa quella militare.

 

Poco conta che il lancio sia fallito e che il razzo, probabilmente del tipo “Kn-17” a medio raggio, lanciato da una regione a nord della capitale verso il mar del Giappone, sia esploso in volo pochi minuti dopo, senza «rappresentare una minaccia per il Nord America», come sottolineato dal comando Usa nel Pacifico. Resta il segnale di voler tener testa a Washington e di voler proseguire il proprio programma missilistico e nucleare.

 

«Il Consiglio di Sicurezza Onu deve agire prima che lo faccia la Nord Corea», aveva sollecitato Tillerson, sostenendo che «non agire immediatamente sulle questioni fondamentali della sicurezza nel mondo potrebbe portare conseguenze catastrofiche”. Un rischio evocato in una intervista alla Reuters anche da Donald Trump. Il presidente che è stato immediatamente informato, in un briefing, se da un lato confida nell’azione del presidente cinese Jinping dall’altro avvisa che «c’è la possibilità che si arrivi ad un grande, grande conflitto con la Corea del Nord». (altro…)

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Bande armate e miseria, nelle strade di Caracas l’incubo della guerra civile

sabato, Aprile 29th, 2017
paolo mastrolilli
inviato a caracas

Verso l’ora del tramonto, la piazza Altamira è illuminata solo dai fuochi di sbarramento accesi dai ragazzi della protesta contro il governo chavista. Bottiglie molotov in mano, passamontagna calati sulla faccia, hanno appena salutato l’ultima vittima della repressione, lo studente ventenne Juan Pernalete, ucciso da una bomba lacrimogena che lo ha colpito al petto. La polizia ha bloccato le strade, ma dopo i trenta morti dell’ultimo mese, stasera almeno lascia fare. È l’immagine di un Venezuela arrivato al bivio, tra l’incubo di una guerra civile che già si intravede, la perpetuazione del chavismo in una dittatura militare, o una soluzione politica di compromesso che però nessuno sembra in grado di immaginare.

 

L’accelerazione è cominciata a fine marzo, quando la Corte suprema legata al regime ha tentato di esautorare l’Asamblea Nacional, il parlamento dove l’opposizione ha una maggioranza di due terzi. Dicono che l’abbia fatto per trasferire al presidente Maduro i poteri necessari a garantire i prestiti chiesti alla Russia, indispensabili per evitare il default dello stato sommerso dai debiti. Quella sentenza maldestra è stata denunciata persino dalla procuratrice generale Luisa Ortega Diaz, ed è stata mezzo revocata poche ore dopo, ma per l’opposizione è diventata l’occasione della svolta. Da allora in poi è scesa in piazza tutti i giorni, con manifestazioni che puntano a costringere il governo ad accettare nuove elezioni. Sicura che Maduro le perderebbe, perché i sondaggi più generosi non gli danno oltre il 20% dei consensi. Proprio per questo il regime ha risposto con la repressione, e potrebbe continuarla o inasprirla, fino a cancellare le presidenziali che in teoria dovrebbero tenersi l’anno prossimo.

 

AP

(Un manifestante travestito nelle strade della capitale venezuelana regge la scritta «La dittatura di Maduro è la morte») (altro…)

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Trump: ‘8-year assault’ on Second Amendment is over

sabato, Aprile 29th, 2017

Atlanta (CNN)On the eve of his 100th day in office, President Donald Trump used a speech at the National Rifle Association to help renew his standing among a conservative base that’s wary after watching the President reverse course on a series of campaign promises.

Trump declared that an “eight-year assault” on gun ownership rights had come to a “crashing end” with his election.
He vowed to press forward on his plan to construct a border wall, despite setbacks in securing funding for the project or convincing Mexico to pay for it.
And after regaling the crowd with a retelling of his Election Night victory, he revived a campaign trail insult of Sen. Elizabeth Warren, who he suggested was plotting to challenge him in 2020.
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The NRA endorses Donald Trump, but do its members? 01:16
Even amid the right-wing rhetoric, however, Trump warned that simply electing him president wouldn’t suffice in advancing the hard-right agenda his audience hopes to see realized. (altro…)
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North Korea’s missile test fails, US military says

sabato, Aprile 29th, 2017

(CNN)North Korea on Saturday launched a ballistic missile that blew up over land, a spokesman for the US Pacific Command said.

The missile didn’t leave North Korean territory, US Navy Cmdr. Dave Benham said.
A US military assessment found the main part of the missile landed approximately 35 kilometers (22 miles) from Pukchang airfield, a US official told CNN.

“North Korea disrespected the wishes of China & its highly respected President when it launched, though unsuccessfully, a missile today. Bad!,” US President Donald Trump tweeted.

‘Continuously playing with fire’

South Korea condemned the “provocative action,” saying it clearly violated UN Security Council resolutions and constituted a serious threat to peace and security.
“It demonstrates once again the regime’s belligerence and recklessness of categorically disobeying the international community’s resolve to achieve the denuclearization of North Korea,” the foreign ministry said.
“The South Korean government solemnly warns if the regime refuses to denuclearize, while continuously playing with fire against the entire world, it will only face rigorous punitive measures, including those of the UN Security Council.” (altro…)
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ビールと弁当は花見、地図と双眼鏡は… 「共謀罪」例示

sabato, Aprile 29th, 2017

ビールと弁当を持っていたら「花見」、地図と双眼鏡を持っていたら「犯行現場の下見」――。「共謀罪」の成立に必要な「準備行為」の判断基準について、金田勝年法相は28日の衆院法務委員会でこんな例示で説明した。

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東京メトロや北陸新幹線が一時見合わせ ミサイル報道で

sabato, Aprile 29th, 2017

北朝鮮がミサイルを発射したとの情報を受け、北陸新幹線東京メトロ全線など一部の鉄道は29日早朝、安全確認のために約10分間、運転を見合わせた。北陸新幹線でこうした対応をとったのは初めてという。

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