Archive for Aprile 16th, 2018

Salvini zittisce Di Maio “Rispetti voto degli italiani”. E chiude a Calenda

lunedì, Aprile 16th, 2018

Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ha per nulla gradito le parole di Luigi Di Maio, che aveva detto che è un “danno” che gli elettori abbiano premiato il centrodestra come prima coalizione.

Così chiede al M5s di rispettare il voto degli italiani. Se in democrazia il voto vale qualcosa, io rispetto il voto degli altri, come dico che non ci sono elettori ed eletti pericolosi. Così anche gli altri devono avere rispetto”.

“Spero che il governo a Roma nasca il prima possibile – prosegue Salvini – perché di questi sprechi non ne posso più. Spero che gli altri smettano di litigare il prima possibile, sto facendo esercizio di tranquillità. Basta, che la smettessero di insultarsi a vicenda e si cominciasse a lavorare”.

“Gli italiani – spiega il leader della Lega – vogliono essere messi in condizione di lavorare, serve abbassare le tasse e tagliando la burocrazia. Sento che qualcuno vorrebbe un governo alla Mario Monti, alla ‘tutti dentro’ per tirare a campare, per spennare gli italiani ed essere servi di Bruxelles e delle alleanze di bombardatori e dei lanciatori di missili. Noi siamo leali, vogliamo rispettare gli impegni presi nel l’interesse del futuro degli italiani. Non esistonono unioni o alleanze che prevedano che i vantaggi siano per altri e i problemi degli italiani. Voglio un Paese che non pieghi la testa nei confronti di nessuno e che torni ad essere protagonista del suo futuro”. (altro…)

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Mattarella rompe gli indugi: domani può arrivare l’incarico

lunedì, Aprile 16th, 2018

Roma – Talora è anche il passato a sembrare farsi beffe del presente, a giocare con i fatti che si succedono frenetici.

Immemori di storia, dunque privi di gravità. Ed è perciò il caso, più che un segno, a indirizzare il capo dello Stato oggi verso Forlì per commemorare il senatore demitiano Roberto Ruffilli, ucciso dalle Br il 16 aprile 1988. Fondatore del movimento cattolico «Lega democratica» con Pietro Scoppola e Achille Ardigò, Ruffilli era «la mente del progetto politico di De Mita» anche per i brigatisti. «Ricucitore» che non disdegnava di ricorrere a «forzature», secondo il ricordo di Romano Prodi, suo compagno di studi nel collegio Augustinianum della Cattolica di Milano. Riformatore, Ruffilli era un deciso sostenitore del premio di maggioranza per spingere i partiti dell’epoca a coalizzarsi e dar loro forza di governo. (altro…)

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Racconti, Augias: ”Le startup e l’arte di fallire ed essere felici”

lunedì, Aprile 16th, 2018

Nove startup su dieci non sopravvivono ai primi tre anni dalla nascita. In una società come la nostra, permeata dalla retorica dell’ottimismo, questo viene visto negativamente. Andrea Dusi, dirigente di azienda ‘inventivo’, ha scritto un libro dal titolo volutamente clamoroso: Come far fallire una startup e essere felici (Bompiani). (altro…)

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Salvini non vede intese: «Adesso sono altri che devono muoversi»

lunedì, Aprile 16th, 2018

Che cosa offrirebbe Matteo Salvini a Luigi Di Maio? La domanda alza la palla al segretario leghista: «Uno Sforzato. Perché Di Maio deve sforzarsi di fare qualcosa di più». Il faccia a faccia tra il capo della Lega e quello dei 5 Stelle, entrambi al Vinitaly di Verona, ufficialmente non era in agenda. E Salvini sembra dare per scontato che non avverrà: il sontuoso passito valtellinese «non glielo offro oggi».

Se il segretario leghista voleva conferme al suo personale consenso, di certo ieri ne ha avute quante ne voleva. Per otto ore, ininterrottamente, la folla gli preme addosso, lo incoraggia, gli grida «Vai, Matteo», instancabile come è instancabile lui che passa di padiglione in padiglione, di produttore in produttore, assaggiando, commentando e ribadendo a ogni passo il valore del grande vino italiano.

Eppure, il faccia a faccia mancato è un’altra piccola divaricazione. Il «patto dell’Amarone» mai nato segna una distanza in più tra quelle che, giorno dopo giorno, allontanano la possibilità di un governo che unisca il centrodestra ai 5 Stelle. E Salvini ne sembra consapevole, anche se a prima vista dice il contrario: «Io conto ancora su un giusto ripensamento finale». Però, il tempo ha ormai iniziato a correre. E lui avvisa: «Sono altri che se vogliono, a questo punto si devono muovere». Di spazio ne è rimasto pochissimo. Almeno se si vuole «lavorare con la Lega». Lo dice ai 5 Stelle ma anche a Silvio Berlusconi, che nella lettera al Corriere della Sera di ieri, ha parlato della necessità di un «governo autorevole» e «non qualsiasi». E Salvini torna a ripetere: «Mai e poi mai governoni o governissimi». Mentre Giorgia Meloni, anche lei tra gli stand di Vinitaly, avvisa: «Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che un governo autorevole non è mai frutto di inciucio». (altro…)

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Di Maio, segnali al Pd: «Il centrodestra unito è un danno al Paese»

lunedì, Aprile 16th, 2018
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Quando la politica sceglie un silenzio molto sterile

lunedì, Aprile 16th, 2018

È arcinoto l’episodio che oggi forse più di ogni altro fa ai nostri occhi la grandezza politica di Winston Churchill: il discorso che, proprio quando la Germania hitleriana nel giugno del 1940 sembrava sul punto di riportare la vittoria definitiva, egli pronunciò alla Camera dei Comuni chiamando la Gran Bretagna alla lotta senza quartiere contro il nemico nazista. Perché è così: gli uomini politici
democratici parlano. Hanno il dovere di parlare ai propri concittadini. Questa centralità della parola, del discorso, è nella natura medesima della democrazia fin da quand’essa vide la luce tra il VI e il V secolo a. C. ad Atene, in un’assemblea di uomini liberi chiamati a decidere chi e come li avrebbe governati, e a ascoltare gli stessi rendere conto dei propri propositi e del proprio operato. Senza comunicazione tra governanti e governati, insomma, non c’è democrazia.

Ma parecchi politici italiani di questa regola non sembrano affatto convinti. Specie quando le cose non gli vanno troppo bene, infatti, il silenzio appare loro come la soluzione più conveniente, il comportamento più ovvio. Garruli e spesso logorroici quando hanno il vento in poppa, diventano campioni di discrezione appena il vento gira. (altro…)

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Tutto il mondo in un carrello

lunedì, Aprile 16th, 2018
emanuela griglié
MILANO

I centri commerciali si stanno estinguendo. In America, dove il fenomeno è già in fase acuta, nel 2018 ne scompariranno altri 300 (su 1100), come emerge da un’analisi di Cushman&Wakefield, tra le più grandi società immobiliari del mondo. Dalle loro ceneri nascono nuovi generi di supermercati, soprattutto urbani, che cannibalizzano i grandi mall condensando tra gli scaffali una grande varietà di beni (dalla biancheria intima all’aceto biologico), ma in particolare di servizi. Perché la strategia per conquistare i nuovi consumatori (soprattutto millennials e con lavori flessibili) è creare alleanze per ampliare l’offerta non alimentare.

 Lidl a breve inizierà a vendere macchine aziendali della Bmw: 10.000 in un anno quelle messe a disposizione nel patto siglato fra la casa automobilistica tedesca e la catena di discount in alcuni punti vendita in Germania. Del resto anche l’americana Walmart è entrata nel mercato delle auto: nel supermercato, anche se non saranno fisicamente disponibili le vetture, i clienti potranno chiedere informazioni sui prodotti del rivenditore online CarSaver.

 

Design curato

Nei supermercati multitasking cambia anche l’estetica: ormai è quasi impossibile, per esempio a Milano, imbattersi in spazi in cui il design non è curato. Whole Foods (il colosso americano del cibo biologico acquistato di recente da Amazon) ha fatto scuola, ed ecco che anche da noi tutto è minimal e curassimo, con frutta e verdura esposte in prima fila, meglio se in scala cromatica. (altro…)

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L’editoriale del direttore Molinari: Guerra fredda sul destino di Damasco

lunedì, Aprile 16th, 2018

L’editoriale settimanale del direttore de La Stampa Maurizio Molinari.

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Opere d’arte “velate” per gli ospiti musulmani: nel Savonese scoppia un caso

lunedì, Aprile 16th, 2018

La statua di Epaminonda con il drappo. Anche un quadro di nudo sarebbe stato «censurato»

mauro camoirano
cairo mONTENOTTE (SAVONA)

Mostra «censurata» dai musulmani a Cairo Montenotte, nel Savonese: tanto rumore per nulla? Tante polemiche e i rimandi al discusso episodio in occasione dell’incontro istituzionale tra l’allora premier Matteo Renzi e il presidente dell’Iran Rouhani in Campidoglio, quando alcune statue di nudo dei Musei Capitolini vennero coperte per non offendere la delegazione islamica. È andata così anche a Cairo?

 Il tutto parte dalla concomitanza, al Palazzo di Città di Cairo, del convegno interreligioso organizzato dalla Confederazione Islamica Italiana insieme alla Federazione Islamica Liguria, e dell’allestimento della mostra dell’artista cairese Mario Capelli che si sarebbe inaugurata ieri, domenica 15 aprile. Il risultato è stato un quadro raffigurante una donna nuda di spalle che si lava, sostituito dopo una ispezione da parte della delegazione musulmana. Ed una statua di Epaminonda coperta con un drappo. Lo stesso Capelli ha postato su Facebook le foto delle opere «censurate», innescando la polemica che, però, poi cerca di stemperare: «Non voglio creare un caso, anche se come artista mi sono sentito abbastanza mortificato. È stata una mia preoccupazione chiedere alla delegazione del quadro, e mi è stato detto, con gentilezza, ma fermezza, di sostituirlo. Per la statua di Epaminonda sento parlare di esigenze cerimoniali, e posso anche crederci, ma le perplessità rimangono».< (altro…)

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La Casa Bianca al futuro governo: “Non togliete le sanzioni a Mosca”

lunedì, Aprile 16th, 2018
paolo mastrolilli
inviato a new york

«L’Italia non può togliere le sanzioni alla Russia senza subire gravi conseguenze». Con queste parole Kurt Volker, inviato speciale dell’amministrazione Trump per l’Ucraina, non intende lanciare un avvertimento, ma sottolineare un dato di fatto: «Sono misure europee, non italiane. Non rispettarle provocherebbe prima di tutto un problema con Bruxelles».

 Entriamo nel dettaglio. Le elezioni del 4 marzo sono state vinte dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega. Matteo Salvini, che potrebbe diventare il prossimo premier italiano, ha detto che se andasse a Palazzo Chigi toglierebbe le sanzioni a Mosca. Quale sarebbe l’impatto, se l’Italia rompesse il fronte occidentale?

«Mettiamo la questione nel contesto. La Russia non ha rispettato l’obbligo di applicare l’accordo di Minsk e ristabilire la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, dove è in corso una guerra in cui la gente muore. Poi ha fatto altre cose, come l’attacco con i gas nervini in Gran Bretagna. In questo quadro, togliere le sanzioni sarebbe esattamente il segnale sbagliato da dare. Dobbiamo garantire che le sanzioni restino in vigore, e magari vengano rafforzate, a causa delle azioni russe. Il secondo elemento da notare è che non sono solo misure italiane, ma europee. L’Ue si è accordata sul quadro e il contenuto delle sanzioni: se l’Italia non le applicasse avrebbe un problema prima di tutto con Bruxelles. Ciò mi rende ottimista, nonostante le posizioni prese dalla Lega, perché sul piano pratico l’Italia non può togliere le misure senza che ci siano gravi conseguenze».
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