Siracusa, l’autofinanziamento choc del museo: “Vendiamo frammenti di papiri”
lunedì, Aprile 9th, 2018«Il museo mette in vendita 20 frammenti di papiri greci e demotici della propria collezione, di accertata provenienza, acquistati circa dieci anni e, per quanto di conoscenza, inediti». L’ente in questione è il Museo del papiro Corrado Basile di Siracusa: una realtà «unica al mondo», «dedita al papiro e ai suoi usi», estensione naturale dell’Istituto internazionale del papiro fondato da Anna Di Natale e Corrado Basile, due nomi noti nel settore per il loro impegno nella ricerca papirologica, anche in collaborazione con Il Cairo. E l’inusuale annuncio, per quanto legale, non è passato inosservato, scandalizzato molti studiosi e appassionati per la scelta dei due ricercatori di privarsi di rari reperti risalenti a 1500 anni fa in modo così plateale, attraverso il sito internet e i social del museo.
«La notizia è apparsa in forma di pubblicità sulla pagina Facebook di un mio collega», ha raccontato sul suo blog Roberta Mazza, curatrice del Museo di Manchester. «Abbiamo pensato a uno scherzo, ma sia la pagina Facebook che il sito del museo riportavano la stessa notizia». E contattando il museo, «attraverso la Papy-list, la mailing list dei papirologi», la direttrice Anna di Natale le ha risposto che «Il Museo del papiro ha deciso di mettere in vendita alcuni papiri della propria collezione per reperire risorse e realizzare altri progetti» ma «quali siano questi progetti non è per ora dato a sapere». L’episodio non è certo isolato: «Tra gli ultimi casi ricordo la vendita di alcuni papiri della collezione Bodmer al collezionista americano Steve Green e la vendita ad almeno tre collezionisti privati di alcuni papiri da Ossirinco da parte del Badè Museum of Archaeology di Berkeley – prosegue Mazza -. (altro…)