Archive for Aprile, 2018

Racconti, Augias: “Segreti e magie di 100 capolavori italiani”

domenica, Aprile 29th, 2018

“L’arte italiana in 15 weekend e mezzo” (Mondadori) è il titolo del romanzo dello storico dell’arte Flavio Caroli. Un viaggio tra opere famosissime che riesce a catturare anche i non addetti ai lavori con un taglio imprevedibile e narrativo. Per esempio scoprendo il primo “urlo” nel Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca o illustrando l’inizio della pittura tonale nell'”Incoronazione della vergine” di Bellini. Tra le curiosità, Caroli rivela il segreto gioco di parole osé legato alla “Fornarina” e alla vita di Raffaello

Racconti, di Corrado Augias
riprese Valeria Lombardo e Luciano Coscarella
montaggio Francis D’Costa

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Corea, l’annuncio di Kim Jong-un: “A maggio smantelleremo il sito dei test nucleari”

domenica, Aprile 29th, 2018

La Corea del Nord chiuderà a maggio il sito dei test nucleari di Punggye-ri e lo “farà in pubblico”, attraverso un processo rivelato a esperti Usa e sudcoreani, e giornalisti. Lo ha riferito l’Ufficio di presidenza di Seul. Una ulteriore conferma del cammino di pace intrapreso da Kim Jong-un che nei gioni scorsi ha incontrato anche il presidente della Corea del sud Moon Jae-in.

Coree, Kim e Moon piantano un albero di pino in segno di “pace e prosperità”

La chiusura di Punggye-ri, nel nordest del Paese, avverrebbe in “forma pubblica”, al punto che Kim ha espresso l’esplicito desiderio di un invito esteso ad esperti sulla sicurezza Usa e sudcoreani, nonché ai giornalisti. “Alcuni dicono che stiamo chiudendo il sito non più funzionate, ma voi vedrete che abbiamo due ulteriori tunnel che sono più grandi degli esistenti e che sono in buone condizioni”, ha detto Yoon Young-chan, portavoce del presidente Moon Jae-in, in un briefing con i media, riferendo le parole del leader nordcoreano Kim Jong-un durante il summit di venerdì. Quasi 10 giorni fa, al Comitato centrale del Partito dei Lavoratori, Kim annunciò lo stop ai test nucleari e missilistici, e la chiusura di Punggye-ri dove sono stati condotti i sei esperimenti atomici. Il primo risale al 9 ottobre del 2006, mentre l’ultimo è del 3 settembre 2017, tanto forte da causare un sisma artificiale di magnitudo 6.3. Si stima che quest’ultimo, oltre a danneggiare irrimediabilmente la struttura, sia stato tra i 70-120 chilotoni, circa 8 volte la bomba sganciata su Hiroshima. (altro…)

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Adesso Di Maio fa la corte al Pd ​”Ecco i nostri punti in comune”

domenica, Aprile 29th, 2018

Luigi Di Maio adesso fa la corte a Renzi e al Pd. Nell’attesa di capire quali saranno le mosse dell’ex premier, il capo politico del Movimento 5 Stelle con una lettera al Corriere fissa i punti della trattativa grillini-dem: “Lo studio del professor Della Cananea – afferma, tra l’altro, Di Maio – ha individuato i punti in comune tra il nostro programma e il loro e oggi vorrei passare in rassegna i principali e lanciare un appello: realizziamoli per il bene superiore degli italiani! Sono fiducioso perchè sulla carta la carta dei programmi ci sono tanti punti di convergenza che vanno nella direzione di soddisfare le esigenze dei cittadini, nostro unico interesse.

Non ci illudiamo che i programmi elettorali abbiano sempre una valenza, ma adesso è il momento di mettere alla prova la politica affinchè dimostri che non si tratta solo di parole, ma di obiettivi concreti che si possono tradurre in fatti, con tempi e procedure concordate. Una delle funzioni del Movimento 5 Stelle è proprio questa”. (altro…)

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Renzi, blitz in tv e “100 punti” Ecco la trappola per i grillini

domenica, Aprile 29th, 2018

P iù si tiene aperto il «forno», più si allunga il brodo. Ossia si guadagna tempo, evitando di precipitare subito verso una nuova campagna elettorale che nessuno vuole, e nel frattempo si regolano i conti dentro il Pd, neutralizzando il rischio di clamorose spaccature.

In estrema sintesi, è questo l’obiettivo delle mosse dei Dem, alle prese con le avances grilline per il governo e con il dibattito interno sul tema. In realtà quasi nessuno nel Pd, anche tra i più aperturisti, crede seriamente che ci siano le condizioni per cercare e trovare un’intesa programmatica e politica con il partito della Casaleggio per poi fare i portatori d’acqua di Gigino Di Maio a Palazzo Chigi. «L’importante – confida un esponente renziano – è che, nella loro incontenibile ansia di andare al potere, ci credano i grillini. Così li rosoliamo un po’». (altro…)

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Berlusconi:”Faremo governo di minoranza Troveremo voti in Parlamento”

domenica, Aprile 29th, 2018

Silvio Berlusconi delinea la road map per la soluzione del “rebus” governo.

Il Cavaliere sottolinea il risultato elettorale del centrodestra alle urne lo scorso 4 marzo e rivendica per la coalizione l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Per il leader di Forza Italia la strada da seguire è una sola: “Un governo di centrodestra che va in Parlamento a chiedere il consenso o almeno l’astensione alle altre forze politiche e ai singoli parlamentari sulla base di un programma che riprenda quello votato dai nostri elettori che ci hanno fatto arrivare primi alle elezioni”, afferma in un’intervista al Corriere. Poi mette nel mirino i grillini e il loro capo politico, Luigi Di Maio: “Non riesco a prendere sul serio le dichiarazioni di Di Maio. Però sarebbe grave mettere in pericolo una delle maggiori aziende che fanno comunicazione e cultura in Italia e in Europa, dando lavoro a decine di migliaia di persone, ed è grave minacciare l’avversario politico di colpirlo nelle sue proprietà personali. (altro…)

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Renzi: “Governo con il M5S? Una gigantesca presa in giro”

sabato, Aprile 28th, 2018
Francesca Schianchi
roma

«Prego tutti di riflettere avendo a cuore l’unità del Pd e della nostra comunità». A cinque, lunghi giorni dalla Direzione dem che dovrà decidere la posizione da tenere nei confronti del M5S, il reggente Maurizio Martina invoca compattezza e unità. Investito nei giorni scorsi dalle dichiarazioni di guerra dei renziani, consapevole delle difficoltà del passaggio, ha dato un significato preciso alla riunione di giovedì prossimo: non il via libera a un accordo di governo con i Cinque Stelle, perché tutta l’ala renziana si era ribellata all’idea e lo aveva minacciato di mandarlo in minoranza con una conta, ma più modestamente l’occasione per «decidere se accettare il confronto o meno, per giudicarne gli esiti solo alla fine di un vero lavoro di approfondimento». Un esito che secondo il segretario dimesso Renzi è comunque già scritto: «Un governo Pd-M5S sarebbe una gigantesca presa in giro agli elettori».

 Lui domani andrà a ripeterlo in tv, a «Che tempo che fa» da Fabio Fazio. Ieri, ospite da Lilli Gruber a «Otto e mezzo», è andato il presidente Matteo Orfini a sostenere il no a qualsiasi accordo, al grido di «Salvini e Di Maio sono la stessa cosa». Fino a qualche giorno fa, lo stesso ex premier era tentato dalla mission impossibile di incaricarsi lui di convincere un partito in gran parte ostile al dialogo con Di Maio e compagnia, riprendendo così centralità e potendo dire di essere stato quello che ha evitato le urne garantendo un governo al Paese. Ora, dopo la gestione secondo lui malaccorta di Martina, lo scenario è cambiato. E in Direzione, dove è convinto di avere ancora la forza dei numeri, farà pesare la sua posizione.< (altro…)

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Il Colle comincia a riflettere su un governo-ponte verso il voto

sabato, Aprile 28th, 2018
fabio martini

Il variopinto rifiorire di procedure da Prima Repubblica – dagli esploratori ai preincarichi – nei prossimi giorni potrebbe far lievitare anche il più vintage degli scenari: l’ipotesi di un governo balneare. Uno di quei governi messi lì per lasciar «decantare», per prendere un po’ di tempo, per traghettare il Palazzo da uno scenario all’altro. In questo caso per portare il Parlamento verso elezioni anticipate. Nell’ovattato riserbo del Quirinale in questi ore si continua a monitorare l’intensità dei veti contrapposti e i segnali restano poco incoraggianti.

 Ecco perché, assieme alla speranza di dare un governo stabile al Paese, si stanno cominciando ad esaminare anche gli scenari che potrebbero determinarsi in caso di fallimento del mandato esplorativo affidato al presidente della Camera e degli incarichi che dovessero seguire. E tra le ipotesi c’è anche quella che contempla la possibilità di elezioni in autunno.

In questi primi 55 giorni post-elettorali Sergio Mattarella si è trovato a fronteggiare scenari senza precedenti nella storia della Repubblica: in 72 anni mai era mancata una maggioranza in entrambe le Camere.

 

Mai era diventata così plausibile la possibilità di una legislatura sciolta nel giro di pochi mesi e senza aver potuto dare la fiducia ad un governo. Tanto è vero che nelle ultime 48 ore nel Transatlantico i peones più ingenui e i parlamentari più esperti si ritrovano a condividere lo stesso destino: chiedersi quanto siano plausibili le prime date che circolano per le elezioni. C’è il «partito» del 23 settembre, quello del 30 settembre e quello dell’11 novembre.

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M5S-Pd, Martina: “Scelta difficile, serve tutto il Pd”. Toninelli: “Ma non rinunciamo a Di Maio premier”

sabato, Aprile 28th, 2018

di ALBERTO CUSTODERO e CARMINE SAVIANO

ROMA – “Prego tutti di discuterne e rifletterci avendo sempre a cuore l’unità del Pd e della nostra comunità. Ragioniamoci insieme. C’è davvero bisogno di tutto il Pd”. Maurizio Martina lancia oggi un appello all’unità. Ma cosa ha spinto il segretario reggente del Partito democratico a postare questo messaggio su Facebook nel pieno della trattativa con il M5s per la formazione di un governo? Martina è cosciente che non può fare nessun passo se è contrario Matteo Renzi, che – almeno sulla carta – ha ancora il controllo della maggioranza dei dem. E sa che non può fare una trattativa così delicata senza il suo predecessore. Quindi cerca con lui una collaborazione, quasi una alleanza, una sponda. In questi giorni, del resto, molte voci all’interno del partito avevano chiesto un ‘ritorno’ di Renzi. Martina aveva sempre invocato la ‘collegialità’ delle decisioni. Poi, però – a dire dei renziani – faceva di testa sua. Martina in sostanza rappresenta tutti quelli che nel partito sostengono la tesi dell’accordo con il M5s motivandolo con il pericolo per il Paese di un governo grillini-leghisti. Strada, questa, che non farebbe i conti con l’elettorato dem.

Ora, avendo intuito l’aria che tira, e in vista della riunione della Direzione fissata per il 3 maggio, Martina invoca un partito “unito”. Va precisato che il 3 maggio la Direzione dem dovrà decidere se sedersi o meno al tavolo per parlare con il M5s. Non necessariamente dovrà decidere se raggiungere un accordo. Nessuno all’interno del partito, del resto, ha mai pensato, avendolo chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di non sedersi al tavolo con i 5 Stelle soprattutto dopo che questi hanno garantito di aver chiuso il ‘forno’ con la Lega. Resta da vedere cosa succederà dopo il voto in Friuli Venezia Giulia. Se la Lega – come indicherebbero le previsioni – vincerà con distacco su Fi, potrebbe esserci un rilancio di Salvini con i grillini chiedendo a Berlusconi un passo di lato, magari relegandolo a un ruolo ‘tecnico’. Visto che la risposta alle trattative Pd-M5s dovrà arrivare entro il 9 maggio, resta difficile pensare che saranno indette nuove elezioni entro giugno. Pare certo che si scavallerà l’estate. Sembra poco probabile pure un ritorno al voto in autunno visto che non converrebbe né a Berlusconi, né ai 5 Stelle (che risulterebbero di nuovo il partito che vince ma che non può governare), né al Pd. Forse l’unico che uscirebbe rafforzato sarebbe proprio Salvini che, però, ora si trova spiazzato dalla chiusura di Di Maio nei suoi confronti. (altro…)

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Centrodestra, il patto tiene

sabato, Aprile 28th, 2018

Tradimento, divorzio? Come una coppia matura Matteo Salvini e Silvio Berlusconi smentiscono ogni rischio di separazione e si confermano fedeltà reciproca.

(Foto d’archivio)

Il sospetto che il leader della Lega sia un fedifrago nasce dai suoi ripetuti inviti al capo grillino, anche mentre Luigi Di Maio flirta con il Pd.

Per le male lingue sarebbe pronto a mollare il Cavaliere per andare a nozze con lui, appena incassata la vittoria alle elezioni regionali di domani in Friuli Venezia Giulia. Salvini, però, si difende dalle insinuazioni, sfoggiando una moralità d’altri tempi: «Non è vero, tutto a posto. Sono settimane che qualcuno mi propone ministeri su ministeri per un patto, ma io non tradisco per i ministeri». E aggiunge: «Non cambio idea ogni quarto d’ora, come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra». Ho l’«ambizione sciocca e fuori moda», di «dare agli italiani un governo che rispecchia il loro voto». Il leader di Forza Italia, che di tradimenti ne ha visti tanti, al momento appare tranquillo, fiducioso che non rimarrà da solo dopo il voto. I due sono nella stessa Regione, per chiudere la campagna elettorale, ma su piste parallele e si lanciano messaggi di pace, dopo molte tensioni: «Sono tutte menzogne – dice il Cav a Trieste – bugie che mettono in giro i nemici del centrodestra. (altro…)

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I partiti e le promesse cambiare è facile (a parole)

sabato, Aprile 28th, 2018

È l’ora dei programmi dunque, almeno se si deve credere a quello che si annuncia come il più straordinario caso di trasformismo della storia politica italiana, il futuro accordo di governo Pd-5Stelle. È l’ora dei programmi o meglio del «contratto», come va dicendo da settimane l’onorevole Di Maio con singolare lessico mercantil-capitalistico che sembra preso in prestito al miglior Berlusconi di «Porta a Porta». Ma è un «contratto» che seppure si farà avrà di certo un contenuto assai diverso dalle promesse fatte dai grillini ai propri elettori, caratterizzate da un tasso di radicalità più o meno analogo a quello del programma della Lega, anch’esso peraltro — tutto lo farebbe credere — destinato a restare sulla carta.

Insomma, passato il 4 marzo, per una ragione o per l’altra i propositi elettorali dei vincitori appaiono inesorabilmente avviati al ripostiglio. C’è però da chiedersi se davvero gli elettori leghisti e pentastellati volessero e pensassero che fossero realizzabili misure come la flat tax al 15 per cento, un reddito di cittadinanza generalizzato a tutti i senza lavoro, l’abolizione di fatto della legge Fornero sulle pensioni, l’espulsione di oltre mezzo milione di immigrati clandestini presenti nella Penisola, e così via fantasticando. Indubbiamente una parte di loro lo voleva e lo pensava: ma non la maggioranza, credo. La maggioranza degli elettori dei due partiti vincitori voleva e vuole presumibilmente un’altra cosa. (altro…)

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