Alessandro Sallusti –
Non so che tipo di orologio sia uso portare Matteo Salvini, ma se per caso fosse un Rolex al suo posto prenderei qualche precauzione, viste le pericolose frequentazioni di questi giorni.
Ieri un amico napoletano doc, e orgoglioso di esserlo, mi ha suggerito un’interessante chiave di lettura, vagamente razzista, di quello che è accaduto in politica dal 4 marzo in poi. Dice: «Un milanese (Salvini) non può trattare con due napoletani (Di Maio e Fico) senza perdere al gioco delle tre carte».
Lo abbiamo già scritto. È evidente che Di Maio considera Salvini l’utile idiota del suo progetto per arrivare a governare pur non avendo vinto le elezioni e che il suo corteggiamento alla Lega punta prima di tutto a rompere per sempre il centrodestra, cioè l’unica forza politica in grado di contrastarlo, stante l’implosione della sinistra. Per raggiungere l’obiettivo Di Maio si comporta appunto come i truffatori del gioco delle tre carte che appaiono e scompaiono per illudere e spellare il pollo di turno. (altro…)