Archive for Giugno, 2018

Renzi, spuntano gli assegni: roba da 1,3 milioni di euro. Politica? Macché: il colpaccio dell’ex segretario

sabato, Giugno 30th, 2018

Da un conto corrente con meno di 16mila euro, Matteo Renzi, che assicurava in tv di “non essersi arricchito con la politica”. Intanto l’ex premier e segretario del Pd, “senatore semplice di Scandicci”, starebbe per concludere un affarone immobiliare: come riportato dalla Verità, avrebbe già staccato 4 assegni di 100mila euro e a breve effettuerà il saldo di 900mila euro per acquistare una villa in uno dei luoghi più lussuosi di Firenze, a sud di Piazzale Michelangelo. Totale: 1,3 milioni di euro. Non male.

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Migranti, in Germania richiedenti asilo bloccati alla frontiera in centri sorvegliati

sabato, Giugno 30th, 2018

BERLINO – La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha definito accordi con 14 paesi per il ritorno rapido dei migranti che cercando di entrare in Germania, ha reso noto l’agenzia di stampa tedesca “Dpa” dopo aver visionato un documento ufficiale. Ieri il governo tedesco aveva annunciato il raggiungimento di un accordo con Spagna e Grecia per il ritorno dei migranti che avevano precedentemente presentato la richiesta di asilo in quei Paesi. (altro…)

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Conti pubblici, Cottarelli: senza Monti, ora debito-pil +11 punti

sabato, Giugno 30th, 2018

Il rapporto tra debito pubblico e Pil, in assenza della stretta operata da Monti, sarebbe cresciuto più rapidamente di quanto osservato, arrivando nel 2018 a 142,1% (circa 11 punti percentuali al di sopra di quanto attualmente previsto per il rapporto tra debito pubblico e Pil alla fine di quest’anno). E’ quanto si legge nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio dei conti pubblici, diretto da Carlo Cottarelli. (altro…)

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Salvini boccia il sindaco: “Sei moschee in città? Non sono una priorità”

sabato, Giugno 30th, 2018

Ha provato a sfidare il ministro dell’Interno, «gli mostreremo che il nostro modello di accoglienza funziona, offriamo un’alternativa a Salvini». E il piano di integrazione della popolazione musulmana secondo Sala parte dalla regolarizzazione di quattro moschee abusive e l’apertura di altre due nuove di zecca in aree che verranno messe a bando dal Comune. Il Piano di governo del territorio che sbloccherà (anche) l’allegato piano delle attrezzature religiose ha già sollevato polemiche. E ieri, protagonista al Festival del lavoro al centro congressi MiCo in Fiera, il vicepremier leghista è intervenuto a gamba tesa sulla questione. Intanto non ha voluto definire Sala l’«anti Salvini». «Io da milanese tifo per la mia città, a prescindere dal colore della maglietta del sindaco – ha risposto -. Da milanese però ritengo che aprire sei moschee non sia una priorità per la mia città». Prima dei ricorsi che sono già stati minacciati dal centrodestra e persino da alcune sigle islamiche il «piano moschee» di Sala rischia dunque di essere affossato dal governo. L’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ribatte: «Salvini non faccia demagogia, a Milano abbiamo ben chiaro che le nostre priorità sono creare posti di lavoro e riqualificare i quartieri popolari. Poi certo che a Milano è garantito il diritto di culto per tutti i credo come previsto dalla Costituzione, spero la pensi così anche il Ministro dell’Interno». (altro…)

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L’autorevolezza perduta della stampa inglese

sabato, Giugno 30th, 2018

Un tempo i giornali anglosassoni, quando venivano citati da noi poveracci meridionali, erano sempre etichettati come «autorevoli».

Certo c’erano e ci sono i tabloid, i giornali popolari, che vendono ancora una caterva di copie, che ieri come oggi, piazzavano belle fanciulle in prima pagina e notizie su sconvolgenti cure, che in realtà nessuno ha mai testato.

Il Daily Mail, quasi fosse un Giornaletto italiano, si era permesso la settimana scorsa di aprire sul rischio immigrazione nel Regno Unito: ne abbiamo 3,8 milioni in casa e 600 si possono ricongiungere. Il problema è che parlava di immigrati dotati di passaporto europeo. Insomma la moneta cosiddetta cattiva dei giornali popolari, non cacciava quella buona dei fogli autorevoli. L’Economist ne ere il principe. L’Italia ha un piccolo conto in sospeso con il giornale britannico, la cui proprietà, per la verità, è anche un po’ italiana. (altro…)

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CIAONE EUROPA

sabato, Giugno 30th, 2018

Se l’esodo biblico dall’Africa verso l’Europa fosse stato progettato e organizzato da un grande vecchio per mettere in difficoltà l’Europa, oggi questo Mister X potrebbe festeggiare la vittoria.

In queste ore, infatti, il mancato accordo sulla politica di contrasto all’immigrazione sta provocando la prima vera, profonda e forse irrimediabile rottura dell’Unione europea almeno così come l’abbiamo conosciuta fino ad ora – dai tempi della sua creazione. È una spaccatura che riguarda sì l’accoglienza e la gestione degli immigrati, ma che ha effetti clamorosi anche sui cittadini europei. In mancanza di unanimità sulla condivisione dei flussi sarà inevitabile ripristinare le frontiere, e quindi le dogane, tra alcuni dei Paesi membri. Addio quindi alla libera circolazione di uomini e merci, caposaldo dell’Unione e parziale contrappeso ai danni provocati dalla moneta unica. (altro…)

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Renzi comprerà una villa da 1,3 milioni di euro a Firenze

sabato, Giugno 30th, 2018

di ERNESTO FERRARA

L’ex premier Matteo Renzi torna a far parlare di sé. Questa volta per una casa in uno dei posti più belli e ambiti della città, a due passi dal piazzale Michelangelo, cioè dalla terrazza con vista mozzafiato su Firenze che il neo-senatore sta per comprare per 1,3 milioni di euro.

La villa ha 11,5 vani disposti su due livelli. Come riportato dall’annuncio di vendita l’immobile ha una sala tripla, grande cucina abitabile, studio, tre camere e tre bagni, terrazza, per 276 metri quadrati lordi e un giardino da 1.580 metri. L’ex leader del Pd  dovrebbe entrarci “dal prossimo primo agosto”, racconta uno dei vicini, Flavio Nuti, aggiungendo di aver visto “la moglie di Renzi, Agnese, andare a vedere la casa”.  (altro…)

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Messina Denaro, l’ambasciatore del boss a Roma tradito dalla passione per i selfie su Facebook

sabato, Giugno 30th, 2018

di SALVO PALAZZOLO

A cena, andava al ristorante “Al pescatore” di Ostia. Ma solo con pochi amici fidati. Gli incontri d’affari li teneva invece in strada, dalle parti del Vaticano o alla Garbatella, come fossero chiacchierate fra amici. Raffaele Cinuzzo Urso faceva di tutto per non apparire un boss in missione nella Capitale. E che boss, l’ambasciatore del superlatitante Matteo Messina Denaro. Però, questo distinto signore residente a Campobello di Mazara amava comunque apparire, su Facebook: pubblicava spesso selfie con i suoi quadri e l’amato tavolo da biliardo, oppure si fotografava in bicicletta o a passeggio con un bellissimo cane razza Collie. Cinuzzo Urso è l’uomo del mistero, “è un gran massone” dicevano di lui nelle intercettazioni dei carabinieri del comando provinciale di Trapani.
Da due mesi, ormai, è in carcere, e non ha detto una sola parola davanti ai giudici, nella migliore tradizione mafiosa. Per provare a comprendere quale rete di relazioni avesse nella Capitale, bisogna ripercorrere centinaia di ore di intercettazioni e i pedinamenti fatti  a Roma dai carabinieri del Ros. Un viaggio, in particolare, è finito all’attenzione del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dei sostituti Carlo Marzella e Geri Ferrara.
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Stadio di Roma, Parnasi ai pm: “Erano i politici a cercare me per i finanziamenti”

sabato, Giugno 30th, 2018
Edoardo Izzo
Roma

Ha «pagato» profumatamente tutti i partiti politici. E lo ha fatto perché «sono i politici a cercarti per essere finanziati, e se non lo fai sei fuori dai giri che contano». Nell’interrogatorio fiume durato oltre 11 ore, l’imprenditore Luca Parnasi, ha cercato di ribaltare la proporzione spiegando ai pm di Roma di «essere stato avvicinato da diversi esponenti politici e di aver pagato, ma di non aver contattato lui i potenti di turno». Una strategia difensiva, quella adottata dagli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini legali di Parnasi, che permetterebbe di far passare il loro assistito come vittima di un sistema nel quale chi non «paga» resta fuori dai giochi delle opere pubbliche. E proprio su questi finanziamenti sono in corso accertamenti da parte della procura di Roma. «Tutti i soldi versati sono frutto di pagamenti regolarmente registrati e messi a bilancio. In nero ho pagato solamente il capogruppo romano di Forza Italia, Davide Bordoni», ha spiegato Parnasi al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pm Barbara Zuin che lo incalzavano con le domande. L’indagine dei carabinieri del Nucleo Investigativo, infatti, non si limita alla liceità dei finanziamenti, ma agli eventuali «accordi corruttivi» che potrebbero essere alla base delle erogazioni. Quale utilità aveva Parnasi a finanziare la Lega, il Movimento 5 Stelle, e il Pd partiti, almeno in campagna elettorale, distanti tra loro? Il costruttore nel corso dell’atto istruttorio ha spiegato che «E’ importante pagare un po tutti i partiti per ottenere appoggi nelle mie attività imprenditoriali», ma il sospetto è che potrebbe esserci di più: ovvero accordi già presi per realizzazioni di opere pubbliche future.
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Quote, rimpatri e centri. Così Parigi e Berlino hanno spiazzato Roma

sabato, Giugno 30th, 2018
marco bresolin
inviato a bruxelles

Un accordo scritto sulla sabbia. Sventolato come un successo dal premier Giuseppe Conte alle cinque del mattino, dopo una notte di trattative estenuanti. Ma che con il passare delle ore si sgretola tra le puntualizzazioni dei vari capi di Stato e di governo. Tutti cantano vittoria, ognuno sostiene di aver portato a casa il risultato. E questo perché i punti-chiave dell’intesa sull’immigrazione ruotano attorno al concetto di «volontarietà». Uno stratagemma per uscire dall’impasse che vuol dire tutto e niente, ma che serve a salvare dal fallimento un summit carico di attese. E così, pur in assenza di risultati concreti, i leader riescono a non perdere la faccia. Mentre, dalla parte opposta del Mediterraneo, cento esseri umani perdono la vita.

L’Italia è stata indubbiamente la vera protagonista di questo Consiglio europeo estivo. L’esordiente Conte si è subito fatto avanti con prepotenza, giocando alla prima occasione il «jolly». La minaccia del veto ha costretto i 28 a un negoziato a oltranza che si è concluso soltanto alle 4.30 del mattino, con un risultato che «ci soddisfa all’80%», dice Conte. Eppure anche Viktor Orban considera l’esito del summit «una grande vittoria per i Paesi di Visegrad», ma per le ragioni opposte a quelle dell’Italia. Chi ha ragione?< (altro…)

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