Archive for Luglio 10th, 2018

Ecco i numeri del flop Dignità. Draghi: «Per ora solo parole»

martedì, Luglio 10th, 2018

La metà dei contratti di lavoro in vigore che rischia di non essere rinnovata. Costo del lavoro e della burocrazia che sale di altri 100 milioni, a danno delle piccole aziende italiane.

Fatturato incerto per settori che rappresentano l’eccellenza dell’Italia: agroalimentare, turismo e anche calcio. Rischia di essere pesante il bilancio del decreto dignità, unico vero provvedimento del governo giallo verde.

Per il resto pesa ancora l’incertezza, come ha sottolineato ieri il presidente della Bce Mario Draghi a proposito di riforma delle pensioni e riduzione del debito. «Prima di pronunciare giudizi è necessario aspettare la prova dei fatti, per il momento ci sono solo proclami, che tra l’altro sono cambiati». Una sospensione di giudizio che sa sfiducia sui reali spazi di manovra del governo.

Il giudizio dei mercati e delle istituzioni europee sull’Italia, arriverà con la legge di Bilancio. Sul decreto dignità si sono espresse le associazioni di categoria. Tutte contrarie, tanto che i partiti si sono messi al lavoro per cambiarlo. (altro…)

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Lavorare all’estero? Il sì di tre under 30 su quattro

martedì, Luglio 10th, 2018

Tre giovani under 30 su quattro lascerebbero l’Italia per cercare un lavoro all’estero. E tra le principali ragioni che li spingono fuori dal nostro Paese ci sono migliori opportunità di carriera, l’allargamento degli orizzonti personali, l’arricchimento del curriculum, la conoscenza di una cultura diversa e il miglioramento degli standard di vita. E’ quanto emerge dal report «Decoding Global Talent 2018» di Boston Consulting Group, un’indagine su dipendenti e persone in cerca di lavoro realizzata intervistandone 360 mila in 197 Paesi. Requisiti essenziali sono invece un buon equilibrio vita-lavoro, un valido rapporto con i superiori, formazione e training e una relazione serena con i colleghi. Si può evincere dunque che lo stipendio non sia una priorità per gli italiani.

Nel resto d’Europa

Mentre a livello globale su tutte le fasce di età si riscontra, rispetto alla precedente edizione dello studio del 2014, che la propensione globale a muoversi è diminuita dal 64% al 57%. Questo perché si sono irrigidite le regolamentazioni nelle principali destinazioni, Regno Unito e Stati Uniti, ed è migliorata l’economia in Paesi i cui cittadini si muovevano precedentemente molto di più come quelli dell’Europa centrale e dell’Est. Inoltre i lavoratori hanno meno bisogno di muoversi anche grazie alla maggiore disponibilità di tecnologie che permettono ormai di connettersi da ogni angolo più remoto del mondo. Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Canada, Brasile e India si muovono comunque controcorrente registrando un incremento della mobilità (in uscita) del 10%. (altro…)

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Lo stato corporativo e la politica evanescente

martedì, Luglio 10th, 2018

Le poche settimane di vita del governo 5 Stelle/Lega bastano a confermare che nelle società complesse l’alternativa alla democrazia rappresentativa non è la democrazia diretta. L’alternativa (però instabile, come si dirà poi) è invece lo Stato corporativo, lo Stato dominato da alcune (poche) potenti corporazioni. Nulla di nuovo, in realtà. Lo Stato corporativo appartiene alla nostra storia. La sua forza e la sua presenza sono maggiori in certe fasi e minori in altre. Si manifesta con la maggiore intensità quando le classi politiche parlamentari, fulcro e baricentro della democrazia rappresentativa, sono, per qualsivoglia ragione, deboli, fragili, delegittimate. Da questo punto di vista, l’attuale «governo del cambiamento» è un governo della continuità. Solo che la perdurante debolezza della classe politica parlamentare, unita alle ideologie dominanti fra coloro che nominalmente controllano l’esecutivo, sta esasperando certi tratti della nostra tradizione.

Non c’è novità, per esempio, nel fatto che, come già mostrano le prime mosse del governo, la scuola continui (è sempre stato così), ad essere «appaltata» ai sindacati. Così come non è novità il fatto che il ministero della Giustizia sia sotto il controllo della magistratura ordinaria (un controllo che, di sicuro, non può essere scalfito dalle contingenti polemiche di un sottosegretario leghista). (altro…)

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Nave italiana soccorre 66 migranti, il Viminale: “Anticipati i libici, no attracco”

martedì, Luglio 10th, 2018

Scatta per la prima volta il blocco del Viminale per una nave italiana che ha soccorso 66 migranti al largo delle coste libiche. Per il ministero dell’Interno il rimorchiatore Vos Thalassa “ha anticipato l’intervento della guardia costiera libica che era già stata allertata” e quindi non potrà attraccare nei porti italiani. I migranti sono stati poi trasferiti sulla nave Diciotti della guardia costiera ma la posizione “del ministero non cambia”.

Nave italiana soccorre 66 migranti, il Viminale: "Anticipati i libici, no attracco"

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Enrico Mentana, il direttore riscrive il futuro: “La sfida finale tra Lega e M5s, cosa succederà presto in Italia”

martedì, Luglio 10th, 2018
di Francesco Specchia

Enrico Mentana ha pensieri e sintassi talmente veloci che temi sempre possano deragliare. Ma non accade quasi mai. Come in un romanzo di Kazuo Ishiguro, in questo momento un suo clone sta dirigendo il TgLa7 (share medio assai buono, 6,5%); un altro è afflosciato sul divano di casa davanti alla partita mentre la fidanzata gli fa un’ amatriciana, un terzo ottimizza il tempo con quest’ intervista (che interromperà a sua volta per un intervento radiofonico su tutt’ altri argomenti). Questo per dirvi, il tipo Caro direttore, l’ ultima notizia che ti riguarda è che avresti ritirato la tua adesione da un appello, sulla rivista Rolling Stone, di cantanti e conduttori tv contro Matteo Salvini.

Corrisponde al vero?
«L’ adesione contro Salvini non l’ ho mai data, le parole sono importanti. Se devo esprimere un’ opinione lo faccio in tv o via Facebook. Sono un direttore di telegiornale, via, petizioni di questo genere oltre che stupide sono controproducenti, a meno l’ oggetto non sia Hitler, ma non mi pare questo il caso. E, bada, io non ho mai lesinato critiche a Salvini».

Appunto. Non eri tu ad aver fatto un post di fuoco quando Salvini parlava di censimento dei Rom; non richiamasti addirittura la schedaura nazista degli ebrei?
«Sì. Ed era un modo per far capire al ministro degli Interni che queste cose, oltre a essere contro la legge, fanno pensare ad un tragico passato».

Però non sei sempre tu quello che ha detto “Matteo ha fatto un capolavoro politico, non sottovalutatelo”?
«Certo, ha vinto la sfida interna con Berlusconi. Ma non c’ entra con questa ossessione delle Ong. Per le quali, finora, latitano le prove che abbiano commesso reati». (altro…)

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Matteo Salvini, parla Nando Pagnoncelli: “Ha vinto per quel Vangelo in piazza”

martedì, Luglio 10th, 2018
di Pietro Senaldi

Emozionali, per nulla razionali, volubili, tendenzialmente insoddisfatti e votati al cambiamento purchessia, ambivalenti e contraddittori, con la più marcata differenza in Europa tra realtà e percezione di essa, per lo più ignoranti (nel senso etimologico, spesso ignorano la realtà dei fenomeni, le cause e le conseguenze).

Vatti a fidare degli italiani E non provare a convincerli con i numeri, tantomeno con i fatti, perché «anche se il tempo delle ideologie è finito, le rendite di posizione sono un ricordo, le appartenenze politiche sono alquanto sfumate e il voto è mutevole come non mai», quando hanno una cosa in testa, gli elettori sono irremovibili e altamente conflittuali. «Accade un po’ come per le squadre di calcio quando viene fischiato un rigore», spiega Nando Pagnoncelli, il più autorevole sondaggista italiano, amministratore delegato di Ipsos. «È inutile chiedere a un tifoso un giudizio oggettivo per sapere se c’ era o no il fallo in area e nessuna moviola potrà mai fargli cambiare idea». Con un’ aggravante non da poco: mentre ai tempi di Dc e Pci, che pure interpretavano due visioni del mondo quasi opposte, «c’era un perimetro di valori condivisi e un rispetto istituzionale che permetteva a tutti, indipendentemente dagli steccati ideologici, di ritrovarsi dalla stessa parte su temi decisivi come il terrorismo o la crisi petrolifera, oggi neppure di fronte a una calamità naturale come il terremoto nel Paese la pensano tutti allo stesso modo; radicalizzazione e posizioni viscerali hanno la meglio sempre». (altro…)

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