Archive for Luglio 20th, 2018

Perché la nazione ha ancora un senso

venerdì, Luglio 20th, 2018

L’Unione europea è visibilmente in crisi, non riesce a fare alcun passo avanti in quanto soggetto politico (anzi negli ultimi tempi ne ha fatto parecchi indietro), ma l’ideologia europeista almeno un successo importante può continuare comunque a vantarlo. Essere riuscita a delegittimare alla radice la dimensione della nazione in generale. Essere riuscita a farla passare come responsabile di tutte le sciagure novecentesche e come il ricettacolo delle più inquietanti ambiguità ideologiche, tipo quelle messe in circolazione da Matteo Salvini con il suo sciovinismo xenofobo a base di «prima gli italiani» e «padroni in casa nostra». Il risultato è che in pochi Paesi come l’Italia ogni riferimento alla nazione appare, ormai, come il potenziale preludio di una deriva sovranista, di una dichiarazione di guerra antieuropea, come sinonimo di sopraffazione nazionalistica. Non abbiamo forse sentito ripetere fino alla nausea, ad esempio, e dalle cattedre più alte, che gli Stati nazionali significano inevitabilmente la guerra? Come se gli esseri umani avessero dovuto aspettare la Marsigliese, il Kaiser o Mussolini per trovare il motivo di scannarsi. Come se prima dell’esistenza dei suddetti Stati nazionali di guerre non ce ne fossero mai state, e come se i Romani, l’impero turco, gli Aztechi, gli Arabi dell’epoca di Maometto o mille altri non avessero tutti coperto di stragi e di morti ammazzati il proprio cammino nella storia.

Naturalmente l’ostracismo comminato alla nazione ha avuto effetto non tanto sulla gente qualunque, sulla maggioranza dell’opinione pubblica quanto nei confronti delle élites, della classe dirigente. Anche perché l’Italia, si sa, non è la Francia. Da noi la cultura della nazione era già stata messa abbastanza nell’angolo dalla storia: non per nulla la Repubblica, nata e vissuta con l’obbligo di differenziarsi dal fascismo specialmente su questo punto, ha intrattenuto a lungo un rapporto per così dire minimalista con la nazione. Come del resto le sue maggiori culture politiche fondatrici (quella cattolica e quella comunista), il cui sfondo ideologico non aveva certo molto a che fare con la nazione. (altro…)

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Boeri attacca il governo: ottimistiche le stime sulla perdita dei posti di lavoro

venerdì, Luglio 20th, 2018
roberto giovannini
roma

Nessun passo indietro. Anzi. Il presidente dell’Inps Tito Boeri, ascoltato dalla Camera sul caso politico esploso a proposito della Relazione tecnica del «decreto dignità», ha difeso puntigliosamente le sue stime sulla perdita di posti di lavoro, che ha definito «addirittura ottimistiche». Ha ribadito di essere pronto ad andarsene dall’Inps, se glielo chiederanno nella forma giusta. E infine, l’economista ha attaccato in modo furibondo i due vicepremier. Matteo Salvini? «Mi minaccia chi dovrebbe tutelare la mia sicurezza». Luigi Di Maio? Primo, neanche ha sfogliato la relazione tecnica. Secondo, «ha perso contatto con la crosta terrestre». In serata, è arrivata la replica del premier Giuseppe Conte, che ha fatto sapere di considerare le parole di Boeri su Di Maio «inaccettabili e fuori luogo», facendo filtrare la sua «forte irritazione».

 

Anche Di Maio ha risposto in serata: «La verità è che oggi Boeri si è seduto sui banchi dell’opposizione. Non è la prima volta, speriamo sia l’ultima». Sulla carta Tito Boeri decadrà dalla presidenza dell’istituto di previdenza pubblica a febbraio prossimo. Ma dopo la presa di posizione del presidente del Consiglio forse dovrebbe dimettersi. A meno di voler davvero farsi ricevere – e cacciare – da Conte in persona. (altro…)

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Francobolli in lire per risparmiare: ecco il trucco (legale) dei commercianti

venerdì, Luglio 20th, 2018
marco menduni
genova

La Lira non muore mai. Era il 6 dicembre 2011 quando il governo Monti decise, unilateralmente, la cessazione della validità della vecchia moneta, scatenando anche un bel putiferio di contestazioni da parte di chi, dopo quella data, scoprì di avere ancora un bel gruzzolo che non poteva più essere cambiato. Però la tradizionale valuta, coriacea e ostinata, resiste ancora. Ha ancora una sua circolazione, per quanto di nicchia, e non ha mai perso valore legale. È il mondo delle poste, delle affrancature, dei pacchi spediti e soprattutto dei «pieghi di libri», la formula più tradizionale con la quale si inviano tomi e volumi. L’occasione per scoprirlo è l’arrivo di una busta voluminosa dopo un ordine online, regolarmente consegnata all’inizio della settimana. Ci sono tagliandi da 600 lire dedicati ai cani, primo tra tutti un bel pastore tedesco, un’emissione commemorativa dedicata a Grazia Deledda da 50 lire, un’altra dello stesso valore per Arrigo Boito. Ancora 600 lire per Giuseppe Gioachino Belli e la Sagra musicale malatestiana di Rimini.

Tutto regolare? Sì e a togliere ogni dubbio è la risposta ricevuta da Poste Italiane dopo la nostra richiesta: «È ancora possibile affrancare lettere o pacchi con francobolli il cui valore sia espresso in lire. Ovviamente il valore dell’affrancatura deve corrispondere a quello della tariffa in corso per le diverse spedizioni. Questo perché tutti i francobolli stampati dopo il 1967 possiedono ancora valore legale e non sono “scaduti”». Perché proprio il 1967? «Prima di quell’anno le affrancature recavano anche la data di scadenza della validità e quindi oggi non potrebbero più essere utilizzati francobolli emessi prima di quella data».
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Salta il vertice sulle nomine della Cdp. Incontro riservato tra Conte e Tria

venerdì, Luglio 20th, 2018
alessandro barbera
roma

Un vertice convocato dal premier e poi sconvocato fra l’imbarazzo generale. Matteo Salvini che dice platealmente di «non saperne nulla» mentre Luigi Di Maio alla Camera si scaglia riservatamente contro il ministro del Tesoro. E infine un incontro a quattr’occhi fra quest’ultimo e Giuseppe Conte a Palazzo Chigi,in cui si sarebbe parlato perfino di dimissioni. È solo l’antipasto dell’autunno che verrà: alla prima decisione rilevante vengono a galla le contraddizioni della maggioranza giallo-verde. I partiti della coalizione non sono due, sembra siano tre: la Lega, il Movimento Cinque Stelle, il partito di Giovanni Tria. Il lettore prenda il concetto di partito nel senso più lato del termine. Tria è il leader dell’ala più moderata e silenziosa della maggioranza, quella sensibile alle ragioni del Quirinale e delle istituzioni. Conte si trova tra due fuochi, parteggia un po’ per Tria, ma dà la sensazione di non riuscire a mediare alcunché.

Il premier cerca di mediare per abbassare la tensione con Lega e 5Stelle

Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti ieri lo ha quasi ammesso pubblicamente: «Sulle nomine esiste una procedura, chiedete a chi la gestisce e leggete il Fatto quotidiano». La battuta si riferiva ad una lunga intervista in cui Conte ieri mattina spiegava come funzionerebbe l’interazione nel governo: «Il ministro competente fa le proposte, io ne parlo con i due vicepremier, poi decidiamo insieme. Se non c’è accordo sulla persona più competente, rinviamo per trovarne una migliore». (altro…)

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Salvini: “L’annessione russa della Crimea è legittima. Per l’Africa serve un piano Marshall”

venerdì, Luglio 20th, 2018
FEDERICO CAPURSO

Dal «piano Marshall per l’Africa», al «progetto di un fronte sovranista europeo», fino alla «legittimità dell’annessione della Crimea da parte della Russia». È un’intervista fiume, quella del vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini al Washington Post, in cui il leader leghista traccia la linea d’orizzonte del governo giallo verde, del suo partito e delle proprie aspirazioni.

L’immigrazione resta un punto nodale della visione politica di Salvini e di quello che lo stesso Washington Post riconosce sempre di più come il suo governo, tanto da mettere in ombra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Siamo in sintonia con premier Conte, usiamo solo toni differenti». E sullo scontro politico nato dal caso della nave della Guardia Costiera Diciotti, bloccata per ore nel porto di Trapani con 67 migranti a bordo, minimizza: «Solo una lieve divergenza con Conte sulle tempistiche dello sbarco». Ma la stabilità di Palazzo Chigi non è a rischio, assicura Salvini: «Fin quando il M5S rispetta le regole del governo, non c’è pericolo. (altro…)

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