Archive for Luglio, 2018

Governo-Confindustria, scontro sul dl dignità. Divieto di spot sulle scommesse, l’ira dei gestori

mercoledì, Luglio 4th, 2018

Il decreto dignità si basa su «tre concetti: diamo un colpo mortale al precariato, licenziando il Jobs Act; diamo un colpo mortale alla parte più insidiosa della burocrazia, per cui ci diranno che vogliamo favorire gli evasori quando vogliamo favorire i cittadini onesti; siamo il primo Paese in Ue che dice stop al gioco d’azzardo e diciamo no alle multinazionali che vengono qui, prendono soldi e delocalizzano». Lo afferma il vice premier Luigi Di Maio in conferenza stampa a Palazzo Chigi illustrando i punti del decreto.

«Il decreto tutela i lavoratori onesti, senza danneggiare le imprese oneste: chi non abusa non ha nulla da temere. Saremo dalla parte degli imprenditori per far calare il costo del lavoro», dice Di Maio. «Non siamo contro le imprese, serve una sana alleanza», fa eco il premier Conte che annuncia «misure per la crescita».

La reazione di Confindustria

Dura la replica di Confindustria per le norme sul lavoro precario: «Il decreto-legge “dignità” approvato ieri è il primo vero atto collegiale del nuovo esecutivo e, anche per questo, è un segnale molto negativo per il mondo delle imprese». Questo il primo commento di Confindustria sulle decisioni assunte ieri dal consiglio dei Ministri. «Come abbiamo sempre sostenuto – prosegue Confindustria – sono infatti le imprese che creano il lavoro. Le regole possono favorire o scoraggiare i processi di sviluppo e hanno la funzione di accompagnare i cambiamenti in atto, anche nel mercato del lavoro. Si dovrebbe perciò intervenire sulle regole quando è necessario per tener conto di questi cambiamenti e, soprattutto, degli effetti prodotti da quelle precedenti. Il contrario di ciò che è avvenuto col decreto “dignità”. Mentre infatti i dati Istat raccontano un mercato del lavoro in crescita, il Governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita».
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La Cassazione: “Sequestrare i fondi della Lega ovunque siano”. Salvini: processo politico

mercoledì, Luglio 4th, 2018
MATTEO INDICE

Si complica il futuro finanziario della Lega, dopo un pronunciamento depositato oggi dalla Cassazione. I giudici della Suprema Corte hanno infatti stabilito che i futuri introiti vanno sequestrati «ovunque venga rinvenuta» qualsiasi somma di denaro riferibile al partito – su conti bancari, libretti, depositi – fino a raggiungere 49 milioni di euro, provento della truffa allo Stato per la quale sono stati condannati nel luglio 2017 in primo grado l’ex leader Umberto Bossi e l’ex cassiere Francesco Belsito. La Cassazione, tecnicamente, lo sottolinea nelle motivazioni che accolgono il ricorso della Procura di Genova contro il movimento di Matteo Salvini, che si era opposto ai sequestri a tappeto. Il tribunale del Riesame, competente sul caso, deve ora seguire le indicazioni degli ermellini.

Rischio per i conti futuri  

Il provvedimento rischia di rivelarsi molto destabilizzante, poiché la Lega in teoria non può più incassare un euro, sia sui conti principali che su quelli delle varie ramificazioni territoriali intestati al partito, senza rischiare che le venga sequestrato. E proprio lo spauracchio giudiziario viene ritenuto da tempo una delle motivazioni alla base della creazione di bacini “alternativi”, fondazioni o altri enti vicini al partito ma tali da poter aprire propri depositi senza che questi siano aggredibili dalla magistratura. È il caso per esempio della fondazione “Più Voci” creata un anno e mezzo fa da Giulio Centemero, allora come oggi tesoriere e fedelissimo di Salvini, oltre che neodeputato, su cui aveva indirizzato oltre 200 mila euro in passato il costruttore Luca Parnasi, poi arrestato per lo scandalo dello stadio della Roma. Quei soldi, a differenza di quelli che transitano sui conti “ufficiali”, non sarebbero sequestrabili poiché non appartengono a un fondo intestato alla Lega vera e propria
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“Brennero blindato”, la mossa di Vienna fa infuriare l’Italia

mercoledì, Luglio 4th, 2018
walter rauhe
berlino

Il compromesso raggiunto in extremis tra la Cdu di Angela Merkel e il partito fratello bavarese della Csu di Horst Seehofer ha fatto rientrare per il momento il rischio di una crisi di governo in Germania ma non ha accantonato tutte le incognite attorno alla spinosa questione migratoria. La decisione da parte della Grosse Koalition di creare «centri di transito» lungo il confine tra Germania e Austria nei quali poter trattenere e poi respingere più celermente i migranti secondari, rischia di innescare un effetto domino in tutta Europa e di far vacillare il già di per sé labile trattato di Schengen.

La prima ad aver reagito ieri all’accordo raggiunto a Berlino tra la cancelliera e il suo ministro degli Interni è stata l’Austria. Temendo l’arrivo dei profughi respinti dalla Germania, Vienna corre ai ripari e annuncia a sua volta misure per proteggere i suoi confini meridionali con l’Italia e la Slovenia. Per il cancelliere austriaco Sebastian Kurz le nuove misure unilaterali annunciate dal governo tedesco rappresentano una minaccia.

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Moavero avverte l’Austria: “Se chiude il Brennero se ne assume responsabilità”

martedì, Luglio 3rd, 2018

La sferzata di Enzo Moavero all’Austria di Kurz, che vuole fare un ulteriore giro di vite anti immigrazione in frontiera, specialmente lungo i confini meridionali, con Slovenia e Italia.

Rimpallando perciò, anche a noi, altri migranti in cerca di casa.

“Il Consiglio europeo ha affermato che l’immigrazione è una questione europea, che serve uno sforzo condiviso. Se questo è lo spinto dovremmo entrare in una fase di cooperazione, ma la decisione dell’Austria di chiudere il Brennero sarebbe contro questo spirito. Allora chi la mettesse in atto se ne dovrebbe assumere la responsabilità” le schiette parole del ministro degli Esteri, chiacchierando con i giornalisti in occasione della visita di Stato in Lettonia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. (altro…)

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Lega, parte la caccia dei pm: “Sequestrate i conti ovunque”

martedì, Luglio 3rd, 2018

Avanti tutta con i sequestri sui conti della Lega di Matteo Salvini. La Cassazione ha dato il via libera ai pm di Genova di estendere “l’originario provvedimento cautelare”, finalizzato alla “confisca diretta” di quasi 49 milioni di euro, anche alle somme “affluite in un momento successivo alla data di esecuzione del decreto di sequestro del 4 settembre 2017” sui conti e depositi riferibili alla Lega Nord.

Potranno, quindi, andare a cercare questi soldi “ovunque e presso chiunque”. È partita, insomma, la caccia grossa alla Lega che, dopo essere arrivata al governo grazie all’exploit incassato alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, continua a crescere nei sondaggi.

Nella camera di consiglio del 12 aprile scorso, la seconda sezione penale della Cassazione ha deciso di accogliere il ricorso dei pm genovesi contro il “no” del tribunale del Riesame del capoluogo ligure di fronte all’istanza di poter andare avanti con i sequestri in relazione alle somme che verranno depositate sui conti correnti del Carroccio. (altro…)

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La staffetta

martedì, Luglio 3rd, 2018

Può darsi che la splendida vittoria delle staffettiste italiane nere ai Giochi del Mediterraneo sia «la risposta all’Italia razzista di Pontida», come dicono Saviano e il Pd. Ma mi chiedo se il dirlo non renda quell’Italia ancora più sorda al richiamo di chi irride i suoi timori invece di sforzarsi di comprenderli. Quando provi disagio per l’immigrazione incontrollata, magari perché abiti in un quartiere dove ti finisce addosso di continuo, vederti sventolare in faccia a mo’ di sfida un fulgido esempio di integrazione non elimina il tuo fastidio, ma alimenta il tuo vittimismo. Come si può fare cambiare idea a qualcuno a cui non si riconosce il diritto di averne maturata una diversa sulla propria pelle? Chi convive con lo spavento o la preoccupazione andrebbe rassicurato, utilizzando storie di successo come quella delle staffettiste per mandare segnali di speranza, non di incomunicabilità.
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Merkel salva il suo governo (per ora) a scapito di Italia e Austria

martedì, Luglio 3rd, 2018

Una conferma del trattato di Dublino. E la responsabilità dei migranti scaricata sull’Italia. È questo, di fatto, il contenuto dell’accordo tra Angela Merkel e il Ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer hanno raggiunto per salvare il proprio governo. L’esecutivo, infatti, rischiava di saltare a causa delle dimissioni minacciate da Seehofer a causa delle politiche migratorie adottate dalla Cancelliera nelle ultime settimane. “O fa un passo indietro o me ne vado” aveva detto il ministro subito prima di chiudersi con la Merkel per cinque lunghe ore all’interno della Konrad Adenauer Haus, la sede centrale della Union a Berlino. Sotto la supervisione del presidente del parlamento Wolfgang Schauble i due hanno negoziato fino a tarda notte per trovare una quadra. Che alla fine è stata raggiunta.

Dopo lunghe trattative tra la Cdu e la Csu ci siamo finalmente accordati su come sconfiggere l’immigrazione illegale nel futuro tra Germania e Austria” ha annunciato uno stanco ma soddisfatto Seehofer. Che, in base a quanto ottenuto, ha dichiarato che non rassegnerà le dimissioni. Il governo è dunque salvo grazie a questo accordo che, ha poi continuato a spiegare, si fonda su tre punti condivisi: (altro…)

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Il consiglio dei ministri approva il decreto dignità. Assente Salvini

martedì, Luglio 3rd, 2018

È il primo consiglio dei ministri in cui il nuovo governo approva un decreto con provvedimenti “politici” ma il problema delle coperture non permette di andare fino in fondo e di mantenere tutte le promesse della vigilia. Anche se Luigi Di Maio definisce il Decreto Dignità appena approvato la “Waterloo del precariato”, la sostanza è poca. Un dato politico però c’è. Matteo Salvini si tiene a distanza da Palazzo Chigi preferendo al Consiglio dei ministri il Palio di Siena, città tra l’altro dove la Lega ha vinto nonostante la tradizione rossa. La scena romana quindi è tutta per il capo politico M5s che in un Facebook live annuncia l’approvazione del decreto provando ad uscire dall’ombra in cui era stato confinato a causa del dossier migranti.

Il provvedimento è di chiaro segno pentastellato, vieta la pubblicità sui giochi d’azzardo e limita le delocalizzazioni. Tra le misure principali c’è soprattutto un pacchetto di articoli per dare un primo colpo al Jobs Act. Su questo i 5 stelle hanno dovuto superare i dubbi dei leghisti – che però alla fine hanno fatto buon viso a cattivo gioco e ceduto. Nel corso del pre-consiglio al testo del decreto vengono aggiunti alcuni punti, come la riduzione da 36 a 24 mesi dei contratti a termine con causale (senza, la durata massima viene ridotta a un anno) o l’aumento del 50% all’indennizzo per i licenziamenti senza giusta causa. Si tratta tuttavia di misure a costo zero. Il reddito di cittadinanza, come era prevedibile, non viene contemplato. (altro…)

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Approvato il decreto Dignità: Di Maio stanga le imprese

martedì, Luglio 3rd, 2018

È arrivao il via libera del Consiglio dei ministri al decreto Dignità, il pacchetto di misure voluto dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e che – dopo vari rinvii – è arrivato svuotato all’esame di Palazzo Chigi.

Tre i punti cardine del dl che vuole abolire il Jobs Act di Renzi. Si parte dai contratti a termine che passano dagli attuali 36 mesi massimi a 12 mesi, rinnovabili di altri 12 mesi a patto di indicare la causale. Le proroghe potranno essere al massimo 4 (contro le 5 attuali) e avranno un costo maggiore.

Per la lotta al precariato, gli interinali avranno le stesse tutele degli altri lavoratori e verranno disincentivati i licenziamenti senza gusta causa con indennizzi più alti rispetto alla normativa attuale.

Introdotte inoltre sanzioni contro le delocalizzazioni, con multe salate per le aziende che decidono di lasciare l’Italia entro il termine dei cinque anni “dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”. (altro…)

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Stadio della Roma, la procura della Capitale: ok alla scarcerazione di Parnasi

martedì, Luglio 3rd, 2018
edoardo izzo
roma

La procura di Roma ha dato parere favorevole alla scarcerazione dell’imprenditore, Luca Parnasi, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin hanno espresso parere favorevole agli arresti domiciliari per il costruttore dopo le ammissioni fatte da Parnasi la scorsa settimana nell’interrogatorio fiume durato 11 ore. Il costruttore, che si è dimesso dalla presidenza di Eurnova, ha ammesso davanti ai pm romani di aver «pagato» profumatamente tutti i partiti politici. E lo ha fatto perché «sono i politici a cercarti per essere finanziati, e se non lo fai sei fuori dai giri che contano». La tesi dei legali dell’uomo, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini, è in sostanza quella di far passare Parnasi come vittima di un sistema nel quale chi non «paga» resta fuori dai giochi delle opere pubbliche. In quest’ottica sarebbero avvenuti i pagamenti nei confronti dell’ex presidente di Acea e uomo forte dei 5 Stelle, Luca Alfredo Lanzalone.

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