La strana strategia del tattico Salvini
giovedì, Novembre 22nd, 2018Nel «day after» dell’affronto all’identità dei 5stelle, cioè l’approvazione dell’emendamento che rivede il reato di peculato, a Montecitorio va in scena l’autocoscienza grillina. La ferita è grave: l’imboscata di una vecchia conoscenza della prima Repubblica, come i franchi tiratori, nell’occasione di marca leghista, ha lasciato il segno.
Eccome. «Non siamo abituati ammette il ministro della Giustizia, Bonafede nel movimento che chi dissente ne parli ai giornali; nei partiti, invece, ci sono altri modi per dimostrare il dissenso verso le leadership…». Pochi passi più in là il portavoce Rocco Casalino smentisce ipotesi di rappresaglia verso i leghisti, magari sul decreto sicurezza, ma aggiunge, nel suo stile, una postilla al vetriolo: «La vendetta è un piatto che si serve freddo». Mentre il ministro Riccardo Fraccaro azzarda una disquisizione sull’antropologia grillina. «Noi siamo dei pivelli, siamo degli innocenti», esordisce, «si tratta di un’operazione studiata. Ma che avremmo potuto fare? Siamo vittime di una congiura condotta in segreto, nel magma. Sono i nostri alleati, divisi tra salviniani, maroniani e giorgettiani a confrontarsi nel voto segreto. Dovremo studiare delle contromisure». Poi il pensiero va all’altra imboscata del giorno, anche quella annunciata: la bocciatura della manovra a Bruxelles. «A che punto è lo spread?», chiede il ministro all’inviato della Casaleggio associati nel governo, Pietro Dettori. «Sopra i 300 punti», è la risposta. «Ah, bene sorride con una punta d’ironia Fraccaro , siamo ancora ai preliminari. Comunque, niente paura, dopo le elezioni europee a Bruxelles cambieranno gli equilibri e altre persone daranno le carte». (altro…)
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