Archive for Novembre, 2018

M5S “blinda” ddl anticorrotti, prescrizione è in Contratto

sabato, Novembre 3rd, 2018

Dopo il decreto sicurezza, anche il disegno di legge anticorruzione rischia di trasformarsi in un nuovo campo minato per la maggioranza. Oltre all’emendamento che punta a sospendere la prescrizione in presenza della sentenza di primo grado, scavano un ennesimo solco tra Lega e 5 Stelle anche quelle norme sui partiti e le fondazioni che il Carroccio vorrebbe sopprimere. Delle oltre 300 proposte di modifica presentate al testo, ce ne sono alcune targate Lega che puntano ad eliminare l’articolo 7, considerato il “fiore all’ occhiello” per il M5S, visto che “garantisce trasparenza” nella gestione di partiti e fondazioni. Il contrasto tra i parlamentari è intenso, tanto che alla fine, per alzare l’asticella nella trattativa, i pentastellati decidono di inserire prima la norma sulla prescrizione e poi un inasprimento delle pene per gli evasori.

La misura in realtà viene firmata da uno dei relatori, Francesca Businarolo (M5S), ma non viene depositata in commissione. Annunciata su alcuni giornali, si spiega, sarebbe ancora oggetto di confronto serrato nella maggioranza. Nell’attesa, i pentastellati fanno quadrato intorno all’ articolo 7 e avvertono che la norma non si tocca. “Sulla trasparenza dei partiti non ci sarà alcun passo indietro” assicura il Guardasigilli Alfonso Bonafede. E ancora più diretto è il vicepremier Luigi Di Maio: “Ho visto che sono stati presentati emendamenti soppressivi alla trasparenza dei partiti e delle fondazioni”, “magari ci sono problemi interni alla Lega, non lo so e non mi interessa”, osserva, ma sul punto non si molla, come ribadiscono molti altri pentastellati. (altro…)

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La manovra torna ostaggio

sabato, Novembre 3rd, 2018

La notizia è che la manovra torna di nuovo ostaggio del “gioco politico” italiano. E della confusione (e relativa tensione) all’interno del governo. Qualunque sia la ragione – e su questo torneremo – il dato politico è che stavolta l’Europa, intesa come fattore esterno di “destabilizzazione”, non c’entra. E non c’entrano i mercati che, invece, proprio sulla soluzione “all’italiana” trovata fino a ieri, sembravano aver trovato la ragione per rinviare l’Apocalisse.

Perché questo è il punto. Ricapitoliamo brevemente: all’inizio, quando è stata concepita, la manovra prevedeva un impegno finanziario non derogabile di sedici miliardi di euro da destinare alle due misure simbolo del governo gialloverde, il reddito di cittadinanza e “quota cento”. Tutto e subito. Nell’ultima versione, quando è stata scritta, quei fondi non sono più vincolati alle due misure ma possono essere utilizzati anche per altro, come la riduzione del deficit. Mossa furba e molto all’italiana, che consentiva a Di Maio e Salvini di dire che si faranno, in tempi tutti da definire, ma al tempo stesso consentiva di disinnescare la reazione dei mercati. Entrambe le misure, così è stato scritto nel Def, venivano rinviate a dei “collegati” ovvero in provvedimenti successivi alla manovra. Per i non addetti ai lavori: il collegato è un disegno di legge che, considerati i tempi parlamentari, avrebbe reso assai complicato approvare le misure in un paio di mesi. Il combinato disposto dei fondi resi non “vincolati” e dello strumento del ddl, di fatto, svuotava la manovra. Certo, senza annunciarlo con le fanfare, ma dava non pochi margini di gioco, perché, allungando i tempi e dunque facendo entrare in vigore le misure più in avanti nel tempo, si riduceva l’asticella del rapporto deficit-Pil. Non sarebbe bastato a Bruxelles per evitare una procedura di infrazione, che ormai appare scontata. Però la soluzione trovata consentiva sufficienti margini di ambiguità per salvare la faccia, perché comunque l’impegno rimaneva, ma, al tempo stesso, di ridurre la posta nel gioco d’azzardo con i mercati. (altro…)

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Piazza Affari (+1%) ancora la migliore con le banche, spread in calo a 287

venerdì, Novembre 2nd, 2018

 

Chiusura in rialzo per le Borse europee (segui qui i listini), che tuttavia hanno bruscamente frenato sul finale, risentendo dell’andamento debole di Wall Street. Sul mercato Usa ha pesato il crollo di Apple, i dubbi su un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, il deficit commerciale salito ancora e i timori di pressioni inflattive con l’impennata delle retribuzioni medie orarie. Milano, comunque, è salita e ha registrato la performance migliore del Vecchio Continente, pur dimezzando i guadagni rispetto a metà giornata. Il FTSE MIBha chiuso in progresso dell’1%, mentre lo spread è sceso a 287 punti.

Bene le banche, in vista di stress test positivi
A Piazza Affari sono andate bene le banche, sia sull’onda dell’andamento dei titoli di stato in risalita, sia sulle indiscrezioni sugli stress test, positivi per tutti i principali istituti italiani.

Continua a correre Fca

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M5S, l’intervista inventata a Dijsselbloem: l’attacco inesistente alle finanze italiane – il confronto

venerdì, Novembre 2nd, 2018

Alcuni giorni fa “MoVimento 5 Stelle Europa” ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il video di un’intervista all’ex presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem della quale – come ha sottolineato “Il Post” in un articolo – ha distorto i contenuti fino a inventarsi intere dichiarazioni. In questa clip mettiamo a confronto l’intervista originaria della rete Usa CNBC a Dijsselbloem con il video tradotto e pubblicato dagli M5S, comparso originariamente sul sito Pandora Tv.
Nell’intervista originaria, l’ex presidente dell’Eurogruppo ha affermato che “il debito sovrano [Italiano] è per la maggior parte in mano a investitori italiani, fondi pensione italiani e banche italiane”. Per questo motivo l’Italia non può permettersi l’aumento dei tassi di interesse sui propri titoli di Stato, conseguenza invevitabile della sfiducia degli investitori internazionali nei confronti della manovra economica del governo Lega-M5s.

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Manovra, la Lega stronca il M5S: “Il reddito minimo non darà lavoro”

venerdì, Novembre 2nd, 2018

Il reddito di cittadinanza? Ha complicazioni attuative non indifferenti“.

Giancarlo Giorgetti ha ancora dubbi sul provvedimento fortemente voluto dal M5S e per cui il governo ha stanziato 9 miliardi nella legge di bilancio ora all’esame delle Camere.

Se riuscirà a produrre posti di lavoro, bene. Altrimenti resterà un provvedimento fine a se stesso“, dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a Bruno Vespa, che lo ha intervistato nel libro “Rivoluzione” in uscita il 7 novembre.

Il numero due della Lega ha parlato anche di flat tax, cara al centrodestra ma ridimensionata almeno per ora nel piano di governo. “Per un naturale bilanciamento abbiamo dovuto portare avanti la quota 100 sulle pensioni, rinunciando, con questo, a una flat tax più estesa”, ha spiegato, “Se l’avessimo fatta al posto delle pensioni, l’atteggiamento dell’Europa e dei mercati sarebbe stato diverso”. (altro…)

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Matteo Salvini, il piano di guerra per l’8 dicembre: così il leghista si prende il governo

venerdì, Novembre 2nd, 2018

Il segnale che Matteo Salvini e la Lega vogliono lanciare con la manifestazione dell’8 dicembre potrebbe una portata talmente forte da scuotere dalle fondamenta non solo l’ormai uscente Commissione europea, ma anche il governo e gli alleati grillini. Durante la diretta Facebook dal suo ufficio al Viminale, Salvini ha invitato i militanti leghisti e i fan a “fare un mega-selfie e lo manderemo a Juncker, gli mandiamo un bel caffé Borghetti”.

L’avvertimento è all’Europa, perché palazzo Chigi intenda. Le intenzioni di Salvini sono ben più decise di quanto lui stesso ammetta: “Andiamo pacificamente in tanti a dire ai signori di Bruxelles: lasciateci lavorare, lasciateci vivere e respirare”. Sul tavolo del governo da giorni si accumulano le lettere della Commissione europea che impallinano la manovra di bilancio senza particolari diplomatismi, a differenza di quanto accaduto in passato. E col passato Salvini vuol segnare un punto di rottura: “Nessuna letterina o letterona potrà farci tornare indietro, mai più una Italia in ginocchio. Importante è la gente vera, facciamo vedere al mondo che l’Italia vuole stare tranquilla, sicura”. (altro…)

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La strada della limitazione del danno di Sergio Mattarella

venerdì, Novembre 2nd, 2018

La modalità dice già tutto. Perché Sergio Mattarella avrebbe potuto diffondere già nella giornata di ieri la lettera inviata al presidente del Consiglio, in cui si autorizza la presentazione della manovra e si invita al “confronto e dialogo” con l’Europa. E invece il testo della breve missiva è stato reso noto solo questa mattina, nella forma di una “precisazione” rispetto ad alcune “indiscrezioni” apparse sui media. La cautela del metodo, assieme a quella delle parole, contribuisce a conferire al testo, e al “titolo” che ne deriva, il carattere di un invito – in verità l’ennesimo – alla collaborazione più che di una bacchettata al governo.

Il che però non significa che va tutto bene o che, al Quirinale, sia venuta meno la preoccupazione che ha accompagnato queste settimane complesse sul fronte dei conti pubblici. Non a caso Mattarella “sollecita il governo” a un “confronto” sereno con l’Europa, proprio sulla base di tutti i fattori di criticità emersi in queste settimane, come le valutazioni dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, le “osservazioni della Commissione europea”, i vincoli che prevede la costituzione in materia di conti pubblici. Parliamoci chiaro: il capo dello Stato non poteva non autorizzare la presentazione della manovra, perché per un gesto del genere avrebbe dovuto ravvisare clamorose violazioni costituzionali. Ma, nell’autorizzare, e sempre evitando contrapposizioni frontali, ribadisce – anche in questo caso, per l’ennesima volta – il suo allarme sui possibili contraccolpi della manovra. E, come nel messaggio inviato all’Acri, sottolinea la necessità di una “legge di bilancio che difenda il risparmio degli italiani”. Già, il “risparmio”. Perché è chiaro, come dicono da settimane tutti gli analisti, che se lo spread dovesse rimanere a questi livelli le banche meno solide potrebbero andare in sofferenza. Ed è altrettanto chiaro che le tensioni con l’Europa non aiutano e non aiuteranno quando, se il governo come pare continuerà a rifiutare ogni mediazione, arriverà la procedura di infrazione da parte della Commissione europea. (altro…)

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L’allerta infinita non dà tregua al Nord. “In Veneto l’ondata peggiore da 50 anni”

venerdì, Novembre 2nd, 2018
andrea zambenedetti
belluno

Un minuto e quarantadue secondi. Un reportage audio affidato a WhatsApp in cui Andrea de Bernardin scandisce quel che sta vivendo il suo Comune, dove nulla è più come prima. Per trovare segnale e spedirlo il sindaco è stato costretto a lasciare la sua Rocca Pietore, devastata dal maltempo, e a raggiungere Cencenighe. Poche parole sofferenti ma composte. Da domenica il Veneto sta facendo i conti con la più imponente ondata di maltempo degli ultimi cinquant’anni.

E le previsioni non annunciano nulla di buono. Nell’intera regione il bollettino della Protezione civile ha indicato una nuova allerta rossa per oggi. Gli appelli dei sindaci a non muoversi, se non è strettamente indispensabile, si susseguono. A Belluno migliaia di famiglie sono ancora prive di energia elettrica e il prefetto, Francesco Esposito, ieri ha richiesto in modo perentorio l’arrivo di 300 generatori per le 26 mila famiglie che da inizio settimana vivono ancora senza energia elettrica. Il sindaco Jacopo Massaro suggerisce a considerare l’acqua dei rubinetti come non potabile. Nella regione occhi ancora puntati su Piave e Brenta. La viabilità ha 2000 tratti interrotti, un migliaio sono gli edifici danneggiati. Ma ad essere flagellata dal maltempo è l’intera penisola. In Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Campania, Abruzzo, Molise e Sicilia rimane l’allerta arancione.

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A fuoco un impianto per rifiuti nel Casertano: “Un altro disastro ambientale”

venerdì, Novembre 2nd, 2018

Un incendio è divampato nello Stir di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), l’impianto di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti. Sul posto sei squadre dei vigili del fuoco di Caserta con il supporto di due squadre di Napoli e Benevento. Il rogo è all’interno di uno dei capannoni. I pompieri hanno fatto molta fatica per entrare a causa delle fiamme molto alte. Il timore è che la struttura possa crollare. Il primo novembre lo Stir era chiuso e ad accorgersi del rogo sono stati i guardiani. Quando sono arrivati sul posto i vigili del fuoco, l’incendio di rifiuti era già estes

Il sindaco: un altro disastro ambientale

«Sta bruciando l’impianto di rifiuti, un altro disastro ambientale. Una settimana fa era andato a fuoco lo stabilimento della Lea a Marcianise». Così, in un post su Facebook, il sindaco di Marcianise Antonello Velardi interviene sul rogo in corso allo Stir di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), dove stanno bruciando rifiuti di vario tipo all’interno di uno dei capannoni. (altro…)

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Dal 2019 sigarette più care. Rischio rincaro per Imu e addizionali Irpef

venerdì, Novembre 2nd, 2018
PAOLO BARONi
ROMA

Brutte notizie sul fronte delle tasse locali: con la nuova legge di Bilancio salta infatti il blocco delle imposte che entrano nelle casse di Comuni e Regioni. Gli enti che avranno mano libera su Imu e addizionali potranno tirare un sospiro di sollievo, ma i cittadini non saranno certo contenti. Tanto più che col nuovo anno aumenterà anche il prezzo delle sigarette e saliranno le tasse sulle slot. In parallelo con la manovra il governo sterilizza gli aumenti di Iva e accise ma non disinnesca completamente questi rincari. Che senza altri interventi torneranno a loro volta a salire.

Imu e Tasi

Dal prossimo anno ci saranno «inevitabilmente più tasse locali» denuncia l’ex presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia (Pd), il primo a segnalare che con la legge di Bilancio il governo ha rimosso il blocco introdotto nel 2016. «Come accade spesso nel bilancio dello Stato il diavolo è sempre nei dettagli e basta approfondire il quadro degli investimenti pubblici per capire le scelte miopi effettuate. La sintesi della manovra – commenta Boccia – è: più tasse locali e meno investimenti pubblici». In pratica Regioni e Comuni potranno aumentare le aliquote fino ai livelli massimi. Ovvero sino al 3,3% per l’addizionale Irpef regionale, lo 0,8% per quella comunale (con l’eccezione di Roma che è già allo 0,9%) e lo 10,6 per mille per Tasi e Imu. Oggi sono ben 6782 Comuni che potrebbero rivedere al rialzo le addizionali perché non hanno ancora raggiunto il tetto massimo, mentre altri 6516 possono rialzare l’Imu.

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