Archive for Novembre, 2018

L’allarme degli imprenditori: l’Italia è ferma

giovedì, Novembre 15th, 2018

di Vittorio Malagutti e Gloria Riva

Crescere. E cresceremo. Con volitiva determinazione, Luigi Di Maio ripete da mesi il mantra scacciapensieri destinato, almeno nelle intenzioni, a rassicurare la nazione tutta sul futuro prossimo dell’economia italiana. Lo ha fatto anche nell’intervista pubblicata lunedì 5 novembre dal Financial Times, affermando con sprezzo del pericolo (o del ridicolo?) che l’Europa intera finirà per adottare la ricetta italiana per rilanciare la crescita. E cioè tagli alle tasse e aumento della spesa pubblica.

Il vicepremier vola alto e pensa positivo (cit.), ma le sue parole, calate nella realtà quotidiana di migliaia di aziende grandi e piccole del Nord e del Centro Italia, suonano come la chiamata alle armi di un esercito depresso e preoccupato. «Da settembre, al ritorno dalle ferie, il clima è cambiato», afferma Paolo Agnelli, titolare dell’omonima azienda di Bergamo, leader in Italia nella lavorazione dell’alluminio. «I telefoni hanno cominciato a squillare con meno frequenza e si sono ridotti anche i contatti con gli agenti. Per noi», conclude Agnelli, «è stato il primo segnale di un’inversione di tendenza, un’indicazione chiara che la fase espansiva ormai è alle spalle». Il 30 ottobre è stata l’Istat a certificare la frenata, fissando a zero la variazione del Pil (Prodotto interno lordo) tra luglio e settembre. Lo stop arriva dopo 16 trimestri di crescita ininterrotta e coincide con le prime turbolente settimane del governo tra Lega e Cinque Stelle, segnate dal confronto con l’Unione europea e con i mercati sulla prossima manovra economica.

È troppo presto per affermare che i provvedimenti dell’esecutivo gialloverde abbiano già avuto effetti concreti sull’andamento delle imprese. Un fattore chiave che almeno in parte spiega la frenata va piuttosto ricercato nelle aspettative sull’andamento a breve e a medio termine dell’economia. E qui lo scetticismo sull’efficacia delle prossime mosse del governo appare molto diffuso. (altro…)

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La clessidra di Minniti

giovedì, Novembre 15th, 2018
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Brexit, premier May: “Ok allʼintesa con lʼUe, ma non è stato facile”

giovedì, Novembre 15th, 2018

Il governo britannico ha deciso “collettivamente” di adottare la bozza d’accordo sulla Brexit definita a Bruxelles. Lo ha annunciato la premier Theresa May dopo 5 ore di riunione con i suoi ministri, precisando che non è stata una decisione “leggera”, ma difendendo il testo come il migliore possibile “nell’interesse nazionale”. Secondo May, la bozza consentirà a Londra di “recuperare il controllo”.

“Questo è decisamente nell’interesse nazionale, è un accordo che mantiene le promesse del referendum”, “la decisione protegge il lavoro e l’unione”, ha detto la prima ministra britannica, annunciando la luce verde del governo. May ha parlato anche di “un lungo, dettagliato e acceso dibattito” con i ministri, definendo l’intesa come il “risultato di negoziati molto difficili, di lunghi incontri in questi ultimi due anni”. “Questa è una decisione che arriverà sotto intenso controllo, è stata presa per costruire un futuro per il Paese”, ha aggiunto ancora.

L’inquilina di Downing Street 10 ha affermato in maniera concisa: “Questo accordo, nessun accordo o nessuna Brexit“. La decisione del suo governo però è stata criticata da molti Brexiters nonostante non sia ancora emerso alcun dettaglio sull’intesa. Una frase che ha fatto pensare a non pochi laburisti che la Brexit non sia inevitabile e in caso di bocciatura parlamentare potrebbe aprire la strada a un secondo referendum.

Farage: “Questo è il peggior accordo della storia” – “Ogni membro del gabinetto che è un autentico Brexiteer deve dimettersi subito o non sarà più attendibile, questo è il peggior accordo della storia”. Lo ha detto su Twitter l’europarlamentare britannico Nigel Farage. (altro…)

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Le incognite M5S, dai dissidenti al ritorno di Di Battista

giovedì, Novembre 15th, 2018

di ROSALBA CARBUTTI

Roma  – La fronda all’interno dei 5 Stelle rischia di allargarsi. Ma il Senato non è l’unica incognita del Movimento 5 Stelle. Ad agitare i grillini c’è anche l’imminente ritorno di Alessandro Di Battista, previsto a Natale, e anche il peso del movimento a favore delle grandi opere che sta diffondendosi da Torino alla Liguria. Insomma, grane di non poco conto che rischiano di mettere in difficoltà la leadership di Luigi Di Maio e gli equilibri all’interno del suo Movimento.

La fronda del Movimento 5 Stelle. La maggioranza è caduta sul condono di Ischia, dove i dissidenti grillini sono stati decisivi. Il punto dolente è il Senato, dove la pattuglia dei senatori ribelli supera quota sei. C’è Gregorio De Falco, in primis, che si è schierato con Forza Italia votando contro il gruppo sul condono di Ischia, ma anche l’astensione dell’altra ribelle Paola Nugnes, vicina al presidente della Camera Roberto Fico, che ha contibuito a far andar sotto il governo per la prima volta. Di Maio ha subito contrattaccato, evocando il tema dei ‘soldi’, insinuando che dietro questa ribellione ci fosse il nodo delle restituzioni (a cui i grillini sono tenuti secondo il loro statuto interno), ma il tema del dissenso, bestia nera già del primo ingresso del M5S in Parlamento, torna in auge. (altro…)

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La nave alla deriva

giovedì, Novembre 15th, 2018

di GABRIELE CANE’

E pensare che è diventato famoso per il tentativo (fallito) di far risalire a bordo Schettino. Adesso è il senatore-comandante De Falco che rischia di scendere a terra. È l’alterno destino dei naviganti, forse, soprattutto sotto un cielo in cui le Stelle cominciano a oscurarsi, e la nave sembra andare alla deriva. Brutto momento per il movimento di Casaleggio. Se non fossero il maggior partito di governo sarebbero fatti loro, così, invece, sono anche e soprattutto fatti nostri. Disuniti, litigiosi, rabbiosi. Non per i due o tre dissidenti saliti agli onori della cronaca per aver bocciato il condono per Ischia. (altro…)

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Quando Alessandro Di Battista faceva l’animatore nei villaggi e si faceva chiamare «Cuore di panna»

giovedì, Novembre 15th, 2018

Il video pubblicato dal settimanale Oggi risale al 2001 e fu girato a San Vito Lo Capo, quando Di Battista aveva 23 anni | Oggi.it

Il video pubblicato dal settimanale Oggi risale al 2001 e fu girato a San Vito Lo Capo. Di Battista aveva 23 anni

CORRIERE TV

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Tav, monito della Ue: “Finite l’opera o niente fondi”

mercoledì, Novembre 14th, 2018

Se la Tav non sarà completata, Italia e Francia perderanno i fondi europei previsti per l’opera.

Lo ha annunciato la Commissione europea tramite uno dei suoi portavoce, il responsabile del dossier Trasporti Enrico Brivio. “È un progetto importante non solo per Francia e Italia ma per l’intera Europa“, ha detto Brivio, che ha invitato i due Paesi a “fare sforzi per completare l’opera nei tempi previsti“.

Sull’alta velocità, dunque, interviene Bruxelles. E al sollecito dell’Ue fa eco l’intervento di Paolo Foietta, commissario straordinario del governo per la realizzazione dell’asse ferroviario Torino-Lione. “Se da dicembre non partiranno le gare d’appalto, ogni mese si perderanno 75 milioni di finanziamenti europei con un danno erariale di cui qualcuno dovrà farsi carico“. (altro…)

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Borse, pesa lo scontro Italia-Ue. Milano chiude in rosso, spread a 313

mercoledì, Novembre 14th, 2018

–di

Le Borse europee chiudono in territorio negativo una seduta nervosa in parallelo all’inversione di rotta (in rosso) di Wall Street. Pesa, a Piazza Affari e non solo, anche il perdurare dello scontro tra Italia e Commissione Ue sulla manovra con Austria e Olanda che hanno chiesto l’avvio della procedura di infrazione contro l’Italia. Lo spread Btp-Bund ha così archiviato la giornata in rialzo a 310 punti. A Milano, dove l’Ftse Mib chiude in ribasso dello 0,78%, spiccano i ribassi di Mediaset (-6,9% dopo la trimestrale), con l’andamento della raccolta pubblicitaria che preoccupa gli operatori, e Telecom Italia(-3,1%) causa le incertezze sul ricambio ai vertici dopo la sfiducia all’ad Amos Genish. Negative anche le banche e i petroliferi anche se il greggio tenta il rimbalzo (+2,4% il Wti oltre 57 dollari al barile) In cima al listino spiccano invece Buzzi Unicem(+2,7%), Moncler (+2%) dopo l’ottimismo del numero uno Remo Ruffini sui conti 2018, e Pirelli (+2,2%) in attesa dei conti. Bene alcune utility dopo i conti in crescita della tedesca E.On(+3,6%) a Francoforte con A2a (+0,5%) che continua a correre dopo la trimestrale e il rialzo della guidance 2018 comunicati ieri. Sul resto del listino mini rimbalzo per Banca Carige (+5,2%) dopo il tracollo di ieri; tonfo di Geox (-15,5%) dopo i conti e la prudenza sul 2018.

Sul fronte valutario, l’euro si rafforza a 1,131 dollari (da 1,1290 ieri). Vale inoltre 128,8 yen (da 128,7 yen), mentre il dollaro-yen si attesta a 113,88 (da 114).

Andamento dello spread Btp / Bund

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Borse in altalena. A Piazza Affari tonfo di Mediaset e Tim, rimbalza Carige

mercoledì, Novembre 14th, 2018

–di

Europa contrastata dopo aver passato la prima parte della seduta in calo mentre Wall Street ha aperto in buon rialzo. Piazza Affari, pur risultando un passo indietro rispetto agli altri listini, ha ridotto decisamente le perdite della mattina, anche se lo spread è in rialzo in area 307 punti. Del resto desta preoccupazione la risposta italiana inviata ieri sera dal Governo all’Ue sulla manovra economica. Risposta che va incontro a una possibile procedura d’infrazione, già chiesta da Austria e Olanda.

A Milano sono in rosso le Telecom Italia dopo il ribaltone ai vertici con la sfiducia di Genish. Pesante ribasso per Mediaset, che è finita anche in volatilità dopo i risultati trimestrali. Ancora sotto i riflettori Carige dopo il tracollo della vigilia. Hanno invece allungato il passo lePirelli & C . Come ieri sono ben impostate le azioni della galassia Agnelli, daFerrari a Fiat Chrysler Automobilest Gli occhi dei mercati restano quindi puntati sull’Italia: il Governo ha confermato i saldi e i target di crescita, a fronte della richiesta di revisione della legge di Bilancio da parte dell’Ue. In manovra sono state inserite dismissioni «anche immobiliari», pari all’1% del Pil (circa 18 miliardi di euro). In Gran Bretagna, intanto, la premier Theresa May presenta oggi al Governo la bozza di accordo sulla Brexit.

Andamento dello spread Btp / Bund

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Pd, le primarie slittano e nei sondaggi testa a testa Zingaretti-Minniti. Ma Martina è il più noto

mercoledì, Novembre 14th, 2018

di GIOVANNA CASADIO

Colpa delle due tornate di amministrative e regionali del 10 e il 24 febbraio prossimo, se il Pd farà slittare le primarie alla prima settimana di marzo del 2019. Probabilmente il 3 marzo, ma anche un po’ più in là. Nulla è ancora certo tra i Dem, che sabato prossimo riuniscono l’Assemblea dei mille delegati (“il parlamentino”), che prenderà atto delle dimissioni del segretario Maurizio Martina e avvierà il congresso dove il partito si gioca il tutto per tutto dopo la pesante sconfitta alle politiche del 4 marzo.

Dopo l’Assemblea, sempre sabato sarà convocata la Direzione che elegge la commissione per il congresso: a restare in carica e garantire la continuità è il presidente del partito, Matteo Orfini. Sono queste le procedure formali in cui si stabiliscono regole, tempi e il limite massimo entro cui si può presentare la candidatura alla guida del Pd.

rep

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