Archive for Novembre, 2018

Dl sicurezza, ok dal Senato con 163 sì: il testo passa ora alla Camera

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Via libera del Senato al decreto sicurezza con 163 sì, 59 no e 19 astenuti. I presenti sono stati 288, i votanti 241. Il decreto, che è stato approvato con il voto di fiducia, ora passa al vaglio della Camera. “E’ una giornata storica, ora mi piacerebbe realizzare una riforma complessiva, coraggiosa e rivoluzionaria”, ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Voglio in galera corrotti e corruttori, è una riforma intelligente. E lo vogliamo io, Di Maio e Bonafede”, ha sottolineato Salvini. E ha aggiunto: “Non ci sarà problema a risolvere tutte le questioni su giustizia, Manovra, legge di bilancio e autonomia. Si rassegnino gli sciacalli. Non abbiamo date di scadenza, non siamo al mercato e con Di Maio troveremo un accordo sicuramente“. Quella sul decreto sicurezza è della prima fiducia su un provvedimento chiesta dal governo Conte a Palazzo Madama, dopo quella ricevuta in occasione dell’insediamento il 5 giugno.

Forza Italia ha deciso di non partecipare al voto, mentre il Pd ha votato contro e inscenato la protesta in sala stampa. Alla maggioranza sono mancati anche i voti dei “dissidenti” M5s Paola Nugnes, Elena Fattori, Gregorio De Falco e Matteo Mantero, che hanno abbandonato l’Aula. Il Movimento ha avviato un’istruttoria nei loro confronti. “Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al governo”, ha dichiarato il capogruppo dei 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. (altro…)

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House Democrats ascendant, set to check Trump’s power

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Updated 0726 GMT (1526 HKT) November 7, 2018

(CNN)Democrats on Tuesday captured the House of Representatives and are set to exert a major institutional check on President Donald Trump, while breaking the Republican monopoly on power and ushering in a younger, more female and more racially diverse political generation.

But the GOP solidified their Senate majority after an acerbic midterm election that enshrined America’s deep divides and shaped a highly contentious battleground for the stirring 2020 presidential race.
The opposite trends in the House and the Senate underscored a political and cultural gulf among diverse and affluent liberals living in big cities and their suburbs and the mostly, white, working class and rural conservative bloc of voters for whom Trump remains an iconic figure.
In his first reaction to a mixed night, Trump chose to celebrate Republican successes even though the loss of the House meant his record of busting political convention could not defy the traditional first-term midterm curse faced by many of his predecessors.
“Tremendous success tonight. Thank you to all!” he tweeted.

But the new Democratic House will pose a perilous problem for the President, who must now brace for the novel experience of oversight from Capitol Hill with Democratic committee chairs promising constraints on his power that the GOP never attempted. (altro…)

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Prova di forza di Salvini, rabbia dei 5 Stelle. Parlamento appeso a un’intesa politica che non c’è

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Una farsa che rischia in un battibaleno di trasformarsi in tragedia. È sera quando Matteo Salvini piomba in Senato. Convoca le telecamere per esultare per l’imminente approvazione del decreto Sicurezza. Poi trasloca in aula, dove si divide tra i banchi del governo e momenti d’ilarità tra i banchi dei suoi. Una pura ostentazione di forza, una costruzione simbolica della leadership che ribalta il tavolo fino a quel momento imbandito dal Movimento 5 stelle.

È una partita di giro. Gli uomini di Luigi Di Maio vogliono il via libera al fine-prescrizione-mai, introdotto alla Camera da un emendamento al ddl anticorruzione. Il segretario della Lega smania per chiudere sul decreto Sicurezza, in discussione a Palazzo Madama. Un braccio di ferro. Riccardo Fraccaro, fedelissimo del capo politico M5s, calcia in continuazione il barattolo più in là. Fino a che, quando pone la fiducia sul provvedimento caro al Carroccio, i tempi costringono i senatori a rispondere alla chiama solo mercoledì mattina.

È qui che il film si ingarbuglia. Perché inizialmente Di Maio convoca ministri e capigruppo per un punto sul da farsi. È Stefano Patuanelli, che guida la pattuglia dei senatori, a mettere giù le carte sul tavolo: “La nostra lealtà non può prescindere da quella della Lega”. Un do ut des chiaro, lampante. Che tuttavia si gioca su piani asimmetrici, visto che il disco verde sulla prescrizione arriverebbe comunque dopo quello sul decreto sicurezza. Con in mezzo un voto di fiducia che, se negativo, porterebbe dritti verso la crisi di governo. (altro…)

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Referendum Atac, cosa potrebbe cambiare nei trasporti a Roma: videoforum con Riccardo Magi e Sergio Rizzo

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Il prossimo 11 novembre dalle 8 alle 20 i romani saranno chiamati alle urne per il referendum sull’Atac: dovranno esprimersi sulla possibilità di aprire il servizio pubblico dei trasporti alla concorrenza privata attraverso una gara. Come e dove si vota? E soprattutto: qual è la portata di questo referendum? (altro…)
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Conte e quell’incontro segreto in hotel. “Così mi offrirono di fare il premier”

mercoledì, Novembre 7th, 2018

di BRUNO VESPA

Roma, 7 novembre 2018 – Esce oggi il libro di Bruno Vespa ‘Rivoluzione – Uomini e retroscena della Terza Repubblica’ (Mondadori, Rai Libri, 336 pagine, 20 euro). Ne pubblichiamo un estratto.

«Quando sembrava che nessun accordo fosse possibile», mi racconta Salvini, «andai da Berlusconi e gli dissi che eravamo pronti ad andare al voto. Le elezioni non ci hanno mai spaventato, buone o cattive che fossero le previsioni. Fu allora che lui mi disse di provare a mettere in piedi una maggioranza con i 5 Stelle» (…).

L’INCONTRO SEGRETO IN UN HOTEL MILANESE
Per Lega e 5 Stelle fu allora possibile mettersi alla ricerca di un premier. Quando Di Maio propose a Salvini di fare un nome tra i parlamentari eletti nel M5S, questi portò il «facciario» per visionare con Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli e Gian Marco Centinaio uno per uno le donne e gli uomini pentastellati e individuare chi avrebbe potuto avere il profilo adatto. Arrivati alla lettera C, Centinaio esclamò: «Eccolo, Emilio Carelli. È l’uomo ideale. Non è un giustizialista, cosa che ci aiuta anche con i nostri alleati di Forza Italia, ed è un volto televisivo noto anche a mia mamma. Perché no?». Di Maio informò immediatamente Carelli (…), ma un paio d’ore dopo il capo politico del M5S lo richiamò per dirgli che la cosa non era andata a buon fine. Aveva parlato con Grillo, con Casaleggio, con Fico, ed erano giunti alla conclusione che il nome di Carelli avrebbe spaccato il Movimento. (…) (altro…)

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Spaccati sulla giustizia: il Carroccio ora spinge per una legge ad hoc

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Alta tensione sul nodo dello stop alla prescrizione. Dopo il pasticcio di due giorni fa sull’emendamento modificato in corsa per prendere tempo, l’impasse non viene risolta neppure dopo il ritorno di Matteo Salvini dal Ghana e di Luigi Di Maio dalla Cina.

«Se non ci sarà lealtà sulla prescrizione, non ci sarà sul dl sicurezza», dicono i vertici Cinquestelle, ricordando che il decreto sicurezza – in votazione in queste ore al Senato – deve passare ancora al vaglio della Camera. La Lega, però, tiene il punto, non cede al pressing pentastellato e fa sapere che l’abolizione tout court della prescrizione non è ammissibile. Le distanze, insomma, restano profonde con i presidenti di Commissione impegnati – la riforma della prescrizione dovrebbe figurare all’interno del ddl anti-corruzione – a prendere tempo in attesa di una schiarita. Giuseppe Brescia e Giulia Sarti, entrambi M5s, annunciano infatti che non daranno il parere sulla ammissibilità dei nuovi 4 emendamenti presentati al ddl anticorruzione, tra cui quello sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. (altro…)

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I dem prendono la Camera Ma Trump non esce sconfitto

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Donald Trump è andato incontro a quello che è il tradizionale scoglio per tutti i presidenti degli Stati Uniti: le elezioni di Midterm. Solo due presidenti, nella storia americana, sono riusciti a superare indenni l’ostacolo di medio termine: Franklin Delano Roosvelt e George W. Bush. Per il resto, il voto di metà mandato ha sempre rappresentato il castigo degli elettori di fronte alle promesse mancate o a errori fatali da parte dell’amministrazione in carica.

È stato così per quasi tutti i presidenti, sarà così per Trump. Che si trova ora a dover fronteggiare una situazione politica difficile ma già ampiamente ipotizzata da molti osservatori. La Camera in mano ai democratici, anche di poco, di fatto comporta conseguenze non di poco conto sul piano del processo politico. Innanzitutto, Trump ha perso un rampo del Parlamento. E questo comporta inevitabilmente un pantano legislativo per molti progetti di legge che adesso avranno un iter di approvazione sempre più difficile. Inoltre, una Camera dei Rappresentanti a maggioranza blu rende possibile per quanto poi irrealizzabile in Senato, la messa in stato d’accusa nei confronti del presidente degli Stati Uniti.

Ma perché Trump continua a dire che, infondo, quella di oggi è stata una vittoria? Lo è per diversi motivi. Innanzitutto perché, effettivamente, visto il modo in cui era stato dipinto il rapporto fra presidente ed elettorato Usa, molti (ingenuamente o per ideologia) si aspettavano che l’onda democratica sommergesse gli Stati Uniti. Mentre così non è stato. E il Senato ne è la dimostrazione. Gli Stati Uniti non sono un Paese che non si riconosce nel partito che governa. Anzi, alcuni successi elettorali dimostrano anche l’esatto opposto: che gli elettori hanno premiato i proprio repubblicani. (altro…)

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#MaratonaMentana – Speciale Elezioni USA, questa sera dalle 24.00

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Lunga maratona con il Direttore del TGLA7 Enrico Mentana per seguire le elezioni di midterm negli Stati Uniti d’America

LA7

 

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Elezioni Midterm, Tito: “Delusione per i democratici in Florida e Texas. Non c’è stato il cambiamento sperato”

mercoledì, Novembre 7th, 2018

Andrew Gillum poteva diventare il primo governatore afroamericano della Florida, ma le speranze dei democratici sono state deluse dopo i sondaggi che per mesi lo davano per vincente. In Texas si afferma di nuovo Ted Cruz, ma Beto O’Rourke astro nascente del partito democratico, ha sfiorato l’impresa recuperando uno svantaggio di quasi 20 punti. Claudio Tito, in collegamento da Tallahasee in Florida, commenta i risultati delle elezioni di metà mandato con il direttore Mario Calabresi, Laura Pertici e Raffaella Menichini.

REPTV

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Elezioni midterm, Calabresi: ”Un voto che fa emergere la tensione fra due Americhe”

mercoledì, Novembre 7th, 2018

“Quando dieci anni fa intervistai il direttore di un sito di estrema destra alla vigilia della elezione di Obama, mi disse che anche se lui avesse vinto l’America ‘vera’ avrebbe lavorato sottotraccia per riportare un maschio bianco alla Casa Bianca. E infatti, ora abbiamo Donald Trump al potere. (altro…)

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