Archive for Gennaio 12th, 2019

Ora Conte invoca l’aiuto delle partecipate di Stato: “3 assunti per ogni uscita”

sabato, Gennaio 12th, 2019

Gian Maria De Francesco

Roma Il governo bussa ancora alle porte delle partecipate statali.

Se a ottobre l’esecutivo in un incontro a Palazzo Chigi aveva chiesto di accelerare i piani di investimento, ora si entra nel vivo della questioni occupazionale. «Stiamo impostando quota 100 anche per assicurare un ricambio generazionale», ha ribadito ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, osservando che «dobbiamo vedere la fase attuativa ma un’importante azienda di Stato, Eni, mi ha anticipato, e non è la sola, che nel 2019 per un lavoratore che andrà in pensione ne verranno occupati 2/3». A questo proposito il premier ha annunciato «un altro incontro con le grandi aziende di Stato e con gli illuminati imprenditori per valorizzare al massimo questa riforma».

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Ecco il “ricatto” di Bruxelles per aprire i porti italiani

sabato, Gennaio 12th, 2019

Luca Romano

Lo sbarco dei migranti della Sea Watch a Malta continua a far discutere.

L’Italia, come è noto, ha espresso l’impegno ad ospitare almeno 15 persone sul proprio territorio. Un impegno questo che si può attribuire del tutto al premier Giuseppe Conte che ha di fatto sfidato la linea dei porti chiusi voluta dal Viminale. Lunedì è un giorno chiave. A Roma sia Salvini che Conte incontreranno il Commissario euopeo alla Migrazione, Avramopuolos. In questi due incontri sostanzialmente Bruxelles indicherà le sue proproste per una gestione allargata dell’emergenza sbarchi. L’ue si impegnerà ad offrire un aiuto concreto per accelerare l’analisi delle domande di asilo e stabilire una linea per i rimpatri veoloci.

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Sicurezza a Roma, in dieci anni persi tremila uomini delle forze dell’ordine

sabato, Gennaio 12th, 2019

di Camilla Mozzetti

Alla Magliana, periferia sud di Roma, non si sparava da anni. Giovedì scorso, invece, quattro colpi sono stati esplosi da una calibro 7.65 contro un pregiudicato, Andrea Gioacchini, morto a distanza di poche ore. E in un attimo nel quartiere – che tanti omicidi aveva conosciuto negli anni della banda dei “bravi ragazzi” – e in tutta la città molti si sono posti una domanda: «Quanto è davvero sicura Roma?». APPROFONDIMENTI

La percezione dei residenti non rincuora e a leggere i numeri delle forze dell’ordine presenti in campo per il controllo del territorio si prende atto del calo avvenuto nell’ultimo decennio e stimato intorno al 20%: con mille agenti di polizia e 2 mila caschi bianchi in meno. È vero comunque che nella Capitale sono diminuiti i reati – dalle rapine ai furti – ma non si è ridotta l’insicurezza percepita dai cittadini, come confermano fonti del Viminale, che si basa su un parametro diverso dal numero delle denunce effettivamente esposte.

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ll tesoro rubato dai nazisti è ancora nascosto in Germania

sabato, Gennaio 12th, 2019

di Flaminia Bussotti

BERLINO Lo Stato tedesco, a 74 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, è ancora in possesso di migliaia di opere d’arte di provenienza oscura: quadri, sculture, mobili, su cui grava il sospetto possa trattarsi di Raubkunst, oggetti d’arte rubati o acquisti dai nazisti con metodi dubbi da famiglie, per lo più ebree durante la guerra. Secondo quanto rivelato questi giorni dalla Bild, e confermato dal ministero delle finanze, e poi ulteriormente approfondito da un’indagine dallo Spiegel, circa 2.500 opere si trovano oggi nei depositi del governo a Berlino-Weissensee, o esposte nei musei o negli uffici di istituzioni pubbliche, in attesa che si chiarisca la loro provenienza e si possa risalire ai legittimi proprietari.  APPROFONDIMENTI

LEGGI ANCHE: Capolavoro del 700 conteso, il direttore tedesco degli Uffizi alla Germania: «Rubato dai nazisti, restituitelo»

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L’Italia in zona recessione: a rischio gli obiettivi del Tesoro

sabato, Gennaio 12th, 2019

di Andrea Bassi

Si può guardare il bicchiere mezzo pieno. Sperare, cioè, che il crollo della produzione industriale di novembre sia dipeso dal maltempo che ha colpito l’Italia quel mese, o dal ponte dei morti particolarmente lungo. O anche dall’incertezza che due mesi fa c’era sulla manovra e sulla trattativa con l’Europa. Ma meglio non farsi troppe illusioni. Il dato è brutto, pessimo. Gli osservatori più attenti sono scettici sul fatto che a dicembre possa esserci un rimbalzo. Significa che anche nel quarto trimestre è più che probabile che davanti al Pil ci sia il segno meno. Sarebbe la seconda volta consecutiva. Tecnicamente significa che il Paese è entrato in recessione tecnica. Altro che boom economico. Secondo i dati diffusi dall’Istat, dei tredici settori che compongono l’industria manifatturiera, solo tre hanno chiuso con il segno più: l’alimentare, la farmaceutica e i settori minori. APPROFONDIMENTI

Industria auto, crolla a novembre produzione veicoli: -19%. Istat, negativo bilancio 11 mesi 2018: – 5,1%

Di Maio: «Possibile nuovo boom economico come negli anni sessanta»

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Non dire sacco

sabato, Gennaio 12th, 2019

di Massimo Gramellini

Da qualche mese, a Roma, nel quartiere di piazza Bologna, un giovane africano si è inventato un sistema intelligente per guadagnarsi il pane. Pulisce le strade, specie le più strette disdegnate dai netturbini, che prediligono i grandi spazi come i cowboy. Un caso esemplare di imprenditoria: trovare il bisogno e offrire la soluzione a costi competitivi. Il ragazzo mastica qualcosa di marketing, infatti gira con un cartello in cui inneggia alla bellezza di Roma e chiede un contributo che nessuno ha il cuore di negargli. Ma l’altro giorno è accaduto l’incredibile. Nella strada dove stava pulendo è arrivato un camion della raccolta rifiuti.

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Salvini e Di Maio, i litigi non faranno cadere il governo

sabato, Gennaio 12th, 2019

di Francesco Verderami

Squadra che litiga non si cambia. Per sei mesi lo schema di gioco tra Cinquestelle e Lega ha retto, perché sull’asse Di Maio-Salvini i partiti di maggioranza hanno cannibalizzato l’attenzione dei media e le forze di opposizione.

Dividendosi quotidianamente su qualsiasi argomento si sono presi per intero il campo, annichilendo finora gli avversari e costringendoli a schierarsi. È un pressing che il capo del Movimento e il segretario del Carroccio continuano a produrre — sulla Tav, le trivelle, la liberalizzazione della cannabis — immaginando di spartirsi il consenso alle Europee e consolidare il nuovo assetto bipolare.

L’attivismo di Conte non inganni. L’immagine di un premier che acquisisce autonomia e ruolo rispetto agli azionisti di maggioranza del governo è solo un effetto ottico: è il frutto della narrazione costruita a palazzo Chigi nei giorni della mediazione con Bruxelles sulla Finanziaria, ed è dettata dalla contingenza politica. Siccome in questa fase nessuno può permettersi una crisi, al presidente del Consiglio è garantita una libertà di manovra che è stata sfruttata per il decreto salva-Carige (subìto da Di Maio) e per la missione salva-migranti (subìta da Salvini).

Era nel conto, insomma, ed era stata peraltro preannunciata. Ma non c’è dubbio che questo spazio si assottiglierà fino a scomparire dopo il voto di maggio, quando M5S e Lega verificheranno i nuovi rapporti di forza e decideranno che fare del loro «contratto». Per tentare di cristallizzare l’attuale assetto di potere, dentro e fuori l’esecutivo c’è chi spinge invece per un rapido rimpasto, così da rafforzare Conte e renderlo «intoccabile» dopo le urne. L’operazione è evidente e il premier sarebbe anche tentato dal sostenerla. Timidamente ci ha persino provato, quando non ha escluso la possibilità di alcuni cambi nella squadra. Ma la fermezza con cui Di Maio e Salvini (per contrapposte ragioni) hanno scartato l’opzione, lo ha indotto a ritrarsi. Il derby lo giocano i vice premier, e il leader grillino ha voluto ribadirlo per smentire indirettamente l’ipotesi di venir sostituito da Conte: perciò ha parlato di una «leale competizione» con il titolare dell’Interno. Fino a quando potranno andare avanti «insieme e contro», è un’altra storia. Perché la tensione fra i due gruppi sta arrivando a livelli di guardia che i leader faticano a contenere. Anche nel governo. Dove si nota la crescente freddezza con cui Giorgetti gestisce i rapporti con i cinquestelle. «Sono come bambini viziati», ha confidato nei giorni caldi della manovra: «Se non sbattono la testa contro il muro, non ci credono».

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Turismo, un ministero fantasma: progetti e dipendenti dimezzati

sabato, Gennaio 12th, 2019

flavia amabile roma

Qualcuno ricorda una decisione presa in materia di turismo dal nuovo governo? Difficile che possa accadere. La materia era in transito tra due ministeri: dai Beni Culturali dove era stata assegnata durante i governi Renzi e Gentiloni alle Politiche Agricole dove si era deciso di avviarla con il governo Conte. Annunciato a giugno, il passaggio effettivo è avvenuto il 1 gennaio. Tre giorni prima il Consiglio di Stato dava il suo parere, negativo senza appello. Non è un parere vincolante e, secondo il ministro per le Politiche Agricole Gian Marco Centinaio che ha voluto l’accorpamento, nemmeno una bocciatura, ma la richiesta «di meglio esplicitare le ragioni dello schema come proposto». Il ministero sta provvedendo, assicura Centinaio, «rivedendo il testo alla luce delle osservazioni formulate nel parere».

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Tav, la Lega in piazza sfida il M5S: “Non possiamo bloccare il Paese”

sabato, Gennaio 12th, 2019

federico capurso roma

Matteo Salvini guarda alla Tav e vuole«un’Italia che dica sì». Il pensiero del vice-premier, nel quartier generale leghista, viene esteso anche «alle trivelle lontane dalle coste, alla Tap, alle autostrade». La lista è lunga, perché «la Lega pensa che l’Italia non si possa fermare». E dunque non si può fermare neanche la Torino-Lione, «se permetterà di viaggiare sicuri, veloci e con benefici per il territorio superiori agli eventuali problemi».

Finisce quasi in secondo piano, nei desideri del Carroccio, l’analisi costi-benefici sulla Tav. Sarà pronta «a fine gennaio», sostiene il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, invece, «il lavoro istruttorio è stato completato. Adesso lo studieremo ed espliciteremo la decisione del governo». Le versioni ormai si intrecciano fino a contraddirsi. Persino la decisione finale sulla Torino-Lione dipenderà dalla volontà politica di quello stesso governo che oggi, a Torino, nella piazza per il Sì alla Tav, farà sfoggio dello scintillante conflitto in atto tra le sue due anime: sfileranno i leghisti; resteranno a casa i Cinque stelle.

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De André, l’omaggio di Genova a 20 anni dalla scomparsa di «Faber»

sabato, Gennaio 12th, 2019
Il cantautore scompariva l’11 gennaio 1999 | Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev – CorriereTv
(Agenzia Vista) Liguria, 11 gennaio 2019 Undici gennaio, un giorno che Genova non puo’ dimenticare: l’11 gennaio 1999, la Liguria perdeva uno dei piu’ grandi cantautori e uno dei personaggi che hanno fatto la sua storia, Fabrizio De Andre’. Una data che non poteva passare inosservata: Regione Liguria e Palazzo Ducale hanno celebrato Faber a palazzo Ducale, nel ventesimo anniversario dalla sua scomparsa, con un grande evento.
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