Archive for Gennaio 15th, 2019

Nairobi, attentato a un hotel. I jihadisti rivendicano l’assalto

martedì, Gennaio 15th, 2019

Raffaello Binelli

Forti esplosioni e spari all’hotel DustiD2 di Nairobi (Kenya). “C’è stata una bomba, ci sono molti spari”, racconta un uomo che lavora negli uffici del complesso dell’hotel.

L’esplosione è stata avvertita anche dagli uffici dell’agenzia Afp, che si trova a circa cinque km di distanza dal compound, che ospita l’albergo e uffici in un quartiere di lusso.

Una guardia privata di sicurezza ha fatto riferimento a “banditi”. Sembra che il commando sia composto da quattro persone e che si trovi ancora nella struttura. Nell’albergo ci sarebbero anche diversi ostaggi, persone rimaste intrappolate. Nell’esplosione hanno preso fuoco anche diverse automobili che hanno reso la zona una blocco di fuoco. I morti, al momento, sarebbero tre e i feriti sono già 14.

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Cesare Battisti, il fratello: “Non è colpevole ma vittima, se parlasse farebbe crollare la politica”

martedì, Gennaio 15th, 2019

“Per me Cesare non ha ammazzato nessuno. Non è colpevole, bensì una vittima. I processi furono in contumacia. E’ stato condannato contumace”. Lo dice Vincenzo Battisti, il fratello maggiore del terrorista arrestato in Bolivia ed estradato in Italia. “Se mio fratello parlasse, farebbe crollare la politica. Non hanno mai voluto che parlasse perché sono tutti compromessi”, aggiunge.

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Ha finito di ridere

martedì, Gennaio 15th, 2019

Alessandro Sallusti

L’arresto e l’estradizione, dopo trentasette anni di latitanza, del delinquente comune pluriomicida nonché terrorista rosso Cesare Battisti è sicuramente una bella notizia.

Il suo ghigno beffardo immortalato nei salotti bene della sinistra parigina o sulle spiagge di Copacabana non umilierà più i parenti delle sue vittime, magistrati e investigatori che lo hanno condannato e inutilmente sorvegliato a distanza per decenni, gli italiani – non tutti – indignati dalla sua furba vigliaccheria. Già, perché quella di Battisti non è stata una latitanza eroica ma una passeggiata sulla passerella della sinistra internazionale con tanto di tappeto rosso, flash dei fotografi e applausi dei complici che nel tempo si sono alternati al suo fianco. Una compagnia variegata e con nomi altisonanti che comprende il presidente francese Mitterrand, quello brasiliano Lula, la prima dama francese Carla Bruni e un bel gruppetto di comunistoidi nostrani, da Saviano a Vauro.

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Ora Re Giorgio rinnega Lula: “Ha lasciato Battisti alla destra”

martedì, Gennaio 15th, 2019

Franco Grilli

Giorgio Napolitano sale (pure lui) sul carro della cattura di Battisti.

Re Giorgio che per lungo tempo ha avuto la possibilità di esercitare il suo ruolo di Presidente della Repubblica per convincere l’allora presidente del Brasile, Lula, a restituire alle patrie galere un assassino come Battisti adesso spiega come sono andate le cose affermando tra le righe che nel corso dei suoi due mandati ha di fatto fallito nella missione più importante: riportare in Italia un pluriomicidia che ha umiliato e beffato la giustizia italiana. In una lettera al quotidiano La Stampa, Re Giorgio punta il dito in modo forte cotro Lula: “Durante gli anni della mia Presidenza – ricorda il capo dello Stato emerito – la questione Battisti è stata sempre al centro dell’attenzione mia e dei governi italiani: ricordo in particolare le mie iniziative di protesta e di sollecitazione nei rapporti con il presidente Lula, sia per via diplomatica ed epistolare, sia personalmente soprattutto in occasione della sua visita in Italia nel novembre del 2008, e successivamente durante il vertice G8 dell’Aquila del luglio 2009. Aggiungo che con Lula avevo avuto un importante momento, anche polemico, di confronto e chiarimento politico già in occasione di una mia visita politica in America Latina nel lontano 1988”.

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Il palco e la diretta social. L’arrivo di Battisti in Italia si trasforma in uno show

martedì, Gennaio 15th, 2019

maria corbi roma

Il Falcon del 31esimo Stormo apre le porte ed eccolo, Cesare Battisti, sulla scaletta con una scorta di forze dell’ordine e la faccia tesa, con quella sua solita smorfia che in tanti leggono come sorriso. Anche oggi che non c’è niente da ridire e che sarebbe opportuno il silenzio, di tutti. La Giustizia ha parlato e dovrebbe bastare. Ma non sono questi i piani e si capisce subito quando allestiscono un palchetto ai bordi della pista, mai vista prima una cosa del genere. Non una conferenza stampa, quella ci sarà alle 14 a Palazzo Chigi per includere tutti, ma un breve comizio del ministro del’Interno Matteo Salvini che indossa la giacca a vento della Polizia di Stato e ha accanto, un po’ in ombra, il responsabile della Giustizia Alfonso Bonafede.

LEGGI ANCHE – Una vergogna internazionale che trasforma gli assassini in romantiche primule rosse (Mattia Feltri)

Nell’attesa Salvini dice: «Spero di non vederlo da vicino». Rimane il dubbio su cosa farebbe il ministro dell’Interno a Battisti incrociandolo, mentre è chiara la piega che sta prendendo questa giornata. C’è anche una piccola telecamera a favore dei social che non molla il ministro dell’Interno e trasmette anche un suo colloquio con un dirigente della Polizia. Salvini gli dice: «Siamo solo all’inizio», il funzionario risponde: «Ma ce n’è uno, una grande perla, che ci è rimasto qua (e si indica la gola, ndr) ma abbiamo delle carte da giocare». I follower impazziscono.

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Dopo le europee/ Come il voto può riscrivere le alleanze, il Pd al bivio

martedì, Gennaio 15th, 2019

Luca Ricolfi

Sono sempre di meno, ormai, i politici e gli osservatori che pensano (o sperano) che le tensioni fra Lega e Movimento Cinque Stelle possano condurre a una rottura prima delle elezioni europee del prossimo maggio. Ed è logico: ormai si è capito che le scintille fra Salvini e Di Maio servono solo ad occupare la scena del circo mediatico, un gioco cui purtroppo il mondo dell’informazione, specie televisiva, ha difficoltà a non prestarsi.
La convinzione che il governo gialloverde, dopo aver superato lo scoglio della finanziaria, durerà almeno fino a maggio, si accompagna tuttavia alla convinzione opposta per il dopo-maggio: ben pochi sono disposti a scommettere che, incassati i consensi che saranno riusciti a incamerare alle Europee, non prevalga la tentazione di cambiare gioco. Vale per Salvini, cui converrebbe tornare al voto nella speranza di raddoppiare i seggi in Parlamento, ma vale forse anche per Di Maio, che potrebbe prima o poi dover constatare che l’abbraccio con la Lega gli costa troppo in termini di voti.

La vera incertezza che aleggia sulla politica italiana, su cui forse sarebbe il caso di cominciare a riflettere, è come si posizionerebbero le forze politiche nel caso di un ritorno alle urne. Qui le possibilità paiono essere solo due, diversissime fra loro. 

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Buonuscita statali, anticipo delle banche gratuito ma fino a 50mila euro

martedì, Gennaio 15th, 2019

di Andrea Bassi e Luca Cifoni

ROMA Anticipo della liquidazione in banca con interessi a carico dello Stato fino a un importo intorno ai 50 mila euro, circa il 70% delle somma media dovuta ai dipendenti pubblici. Questa è la soluzione a cui sta lavorando il governo per risolvere il nodo del trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici, oggi versato con un ritardo di anni che aumenterebbe in caso di uscita con “Quota 100”. Il dossier è comunque complesso e il meccanismo esatto sarà definito solo nelle prossime ore, prima dell’esame del decreto-legge su reddito e cittadinanza e pensioni previsto per giovedì.

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Di Maio e Di Battista in ‘gita’ a Strasburgo: toccata e fuga in macchina in giornata per uno spot elettorale

martedì, Gennaio 15th, 2019

Magari i loro elettori avrebbero voluto sapere qualcosa in più su chi saranno i prossimi compagni di viaggio del M5s in Europa, chi li aiuterà a “chiudere l’Europarlamento” di Strasburgo, “una marchetta per la Francia”, come dice Luigi Di Maio accompagnato da Alessandro Di Battista nella diretta su Facebook davanti all’edificio cilindrico della cittadina francese. E invece dovranno pacificarsi: la ‘gita’ dei due leader pentastellati qui a Strasburgo, alla vigilia della plenaria di febbraio, non risponde a queste domande, non va al di là degli annunci sui social: uno spot per dare inizio alla campagna elettorale per le europee e marcare le differenze con la Lega, primo avversario in patria.

Cosa sono venuti a fare Di Maio e Di Battista a Strasburgo? Cosa c’è al di là della trasferta dall’Italia in macchina, che secondo alcune voci sarebbe stata solo una toccata e fuga con rientro già in serata? Se non ci si vuole fermare al video mandato stamattina sui social durante il viaggio per annunciare la ‘gita’ e quello nel pomeriggio davanti al Parlamento, non c’è altra informazione ufficiale sulle motivazioni che hanno spinto un ministro-vicepremier della Repubblica, capo politico del Movimento, e un ex deputato, leader del Movimento, ad affrontare un viaggio così lungo. Dato che stiamo parlando di una forza politica che disdegna i retroscena giornalistici, cui dice di preferire solo il livello di comunicazione ufficiale, si deve concludere che, sì, la ‘gita’ di oggi non va oltre lo spot elettorale.

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Valle dei Re, l’egittologo Zahi Hawass: “Individuata la tomba di Cleopatra, sepolta insieme a Marco Antonio”

martedì, Gennaio 15th, 2019

ROMA – Nella Valle dei Re e ad Alessandria si lavora con le tecnologie più avanzate per svelare i misteri ancora irrisolti delle piramidi egiziane e per trovare la tomba di Cleopatra. La regina sarebbe sepolta insieme a Marco Antonio, l’uomo con cui condivise il declino del regno tolemaico e il passaggio dell’Egitto sotto la Roma imperiale di Ottaviano.

Il punto sulle ricerche, che hanno già dato risultati importanti e liquidato molte leggende, è stato fatto a Palermo da Zahi Hawass, considerato il massimo egittologo al mondo, che per iniziativa di BcSicilia ha tenuto in un’aula gremitissima dell’Università di Palermo una conferenza sulla sua lunga esperienza.

Hawass sostiene di avere già individuato la tomba della regina e di essere sulle tracce di quella di Marco Antonio. I fedelissimi di Cleopatra ne avrebbero occultato il corpo mummificato, seppellendolo con in un luogo sacro e sicuro: avrebbero così unito simbolicamente un comune destino di morte e di amore.

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In gommone fra Tunisi e Lampedusa, 14 fermi. La Finanza sequestra il tesoro degli scafisti

martedì, Gennaio 15th, 2019

di SALVO PALAZZOLO

l capo dell’organizzazione che gestiva i viaggi clandestini fra Tunisi e Lampedusa dirigeva le operazioni dal suo bel ristorante di Mazara di Vallo, il “Bellavista”, sul lungomare Giuseppe Mazzini. Fadhel Moncer, tunisino da anni residente in Italia, è stato fermato questa notte dai finanzieri dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo assieme ad altre 11 persone. Due sono i ricercati. La procura di Palermo ha fatto scattare un nuovo fermo per gli scafisti che continuavano a gestire gli sbarchi “fantasma”, a bordo di potenti gommoni. Tremila euro per un viaggio,  come già documentato anche in altre indagini, perché le organizzazioni degli sbarchi “fantasma” sono diverse.

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