Archive for Gennaio, 2019

Sea Watch fa rotta sull’Italia Salvini: “Nessuno sbarca qui”

giovedì, Gennaio 24th, 2019

Luca Romano

La Sea Watch non ha nessuna intenzione di porre la parola fine alla sfida che porta avanti da tempo contro l’Italia.

La nave della Ong tedesca di fatto dopo aver salvato 47 migranti in mare adesso sta facendo rotta verso l’Italia. A segnalarlo è stato lo stesso ministro degli Interni, Matteo Salvini: “Ennesima provocazione in vista: dopo aver sostato per giorni in acque maltesi, la nave olandese Sea Watch3 con 47 a bordo si sta dirigendo verso l’Italia”.Il titolare del Viminale però non ha perso l’occasione per ribadire ancora una volta la linea sugli sbarchi che resta quella dei porti chiusi: “Ribadisco che la nostra linea non cambia, né cambierà. Nessuno sbarcherà in Italia. Pronti a mandare medicine, viveri e ciò che dovesse servire ma i porti italiani sono e resteranno chiusi”. Solo ieri anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, aveva segnalato la presenza della Sea Watch a poche miglia dalle coste italiane: “La Sea Watch con 47 a bordo è vicina alle coste di Lampedusa? Noi non erigiamo muri. Gli sbarchi del resto li abbiamo ogni giorno…”.

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Niente caccia ai trafficanti L’Italia è stata beffata

giovedì, Gennaio 24th, 2019

Gian Micalessin

Berlino protesta, accusa l’Italia e pretende di far tornare la missione Sophia ai suoi compiti originali.

Ma i primi a lamentarsi e a esigerlo dovremmo essere noi italiani. Nel 2015 Eunavfor Med, alias Sophia, ci venne venduta come una missione destinata a combattere i trafficanti di uomini, colpirne le basi e smantellarne le organizzazioni. L’esempio, a dar retta a Bruxelles, era Atalanta, l’operazione europea che inflisse duri colpi ai pirati somali. Come Atalanta anche Sophia prefigurava il passaggio ad una fase in cui navi e incursori avrebbero operato nelle acque territoriali della Libia e sulle sue coste dando la caccia ai trafficanti. Questo permetterebbe, oggi, di riportare i migranti sulle coste libiche e garantirne la sicurezza all’interno di centri difesi dalle stesse forze di Sophia. In questo contesto poteva venir accettata, se non altro per motivi logistici, l’anomala condizione per cui Sophia sbarca i migranti recuperati in mare non nei porti delle navi europee coinvolte, ma solo in quelli italiani.

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L’era dell’incompetenza

giovedì, Gennaio 24th, 2019

Alessandro Sallusti

Più si accendono allarmi sulla tenuta dell’economia più questo governo spinge l’acceleratore sui temi che sono all’origine dell’allarme stesso.

Ieri i Cinque Stelle hanno presentato in pompa magna il reddito di cittadinanza spacciandolo per un provvedimento a sostegno del lavoro quando invece è un sostegno, se non un incentivo, alla disoccupazione e al lavoro, sì ma a quello in nero. Tutti gli osservatori specializzati prevedono che con queste politiche economiche l’Italia non potrà crescere, le parole tecniche sono «stagnazione» e «recessione». Lo dice Bankitalia, lo ribadisce il Fondo monetario internazionale guidato da Christine Lagarde, lo danno per scontato le grandi agenzie di rating internazionali. «È un complotto – risponde stizzito Di Maio – dei soliti e vecchi poteri forti che si oppongono al nuovo e al cambiamento, con le nostre ricette arriverà il boom economico».

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Su migranti e seggio Onu seconda guerra all’Europa

giovedì, Gennaio 24th, 2019

Augusto Minzolini

Immagini gialloverdi della guerra dell’Italia alla Francia. Le truppe grilline a Montecitorio dispensano dichiarazioni pervase da un sentimento misto di trionfalismi e dubbi, quasi una parodia dell’Italietta che 80 anni fa si preparava a «spezzare le reni alla Grecia».

Spiega il grillino Davide Tripiedi, famoso alle cronache perché esordì in un discorso alla Camera avvertendo «sarò circonciso»: «I francesi hanno rotto le scatole. Non se ne può più. Eppoi non siamo solo noi, anche i compagnoni ce l’hanno sempre avuta con la Francia, per cui lo scontro ci porterà consenso. Certo le preoccupazioni non mancano: ad esempio c’è un’azienda a Catania dove i francesi contano sempre di più, per cui…». Agrodolce è anche il ragionamento della calabrese Dalila Nesci. «Se non osiamo noi grillini fa presente chi altri? Certo spero che ci sia una strategia, altrimenti rischiamo di fare la fine dei kamikaze…».

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Il governo taglia l’8×1000 ai migranti. E le onlus restano a secco

giovedì, Gennaio 24th, 2019

Claudio Cartaldo

Il cambiamento arriva anche al capitolo 8×1000. La quota dell’Irpef destinato dai contribuenti allo Stato per legge viene ripartito ad alcune categorie specifiche.

I soldi finiscono per combattere la “fame nel mondo”, per evitare le “calamità naturali”, per migliorare l'”edilizia scolastica” e per garantire “assistenza ai rifugiati e minori stranieri non accompagnati”. Fino all’anno scorso il totale della cifra ottenuta dallo Stato veniva ripartito in parti uguali (circa 8,2 milioni di euro a testa). Ora, invece, la musica cambia.

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Dl semplificazioni, tetto del 10% alla proprietà delle farmacie

giovedì, Gennaio 24th, 2019

ROMA – Stretta alla concentrazione delle farmacie. Le società di capitali o cooperative potranno controllare direttamente o indirettamente al massimo il 10% delle farmacie di una stessa regione, non più il 20%, come invece aveva stabilito la legge per la concorrenza del 2017. Lo prevede un emendamento al dl semplificazioni del Movimento 5 Stelle approvato nella nottata di ieri. La misura, si legge nell’emendamento, si applica anche alle società già costituite che sono tenute ad adeguarsi entro tre anni.

E’ stato invece ritirato l’emendamento della Lega che stabiliva l’obbligo di presenza di almeno il 25% di farmacisti iscritti all’albo tra i soci delle società che gestiscono le farmacie, pena il loro scioglimento. L’emendamento era stato riformulato rispetto ad una prima versione che fissava una soglia del 51%. Nell’esame di ieri sera nelle Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato è stato tuttavia deciso di ritirarlo. 

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Scontro M5S-Lega sulle trivelle, ore decisive per salvare il decreto semplificazioni

giovedì, Gennaio 24th, 2019

Rimane una manciata di ore per trovare l’accordo sul caos trivelle dopo le minacce di dimissioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e la presa di posizione del sottosegretario leghista Massimo Garavaglia. Lo scontro fra M5S e Lega rischia di travolgere l’intero dl semplificazioni. Dopo il caos di ieri si sperava in un accordo nella notte o in alternativa nella Conferenza dei capigruppo del Senato e del Consiglio dei ministri fissato per le 9,30 che potrebbe servire da ulteriore istanza di chiarimento.

La maggioranza fatica a trovare un’intesa su autorizzazioni e canoni e questo ha comportato una serie di sospensioni e rinvii al Senato, fino al nulla di fatto registrato ieri intorno all’ora di cena. E all’ulteriore inasprimento della situazione in tarda sera.

Le posizioni “restano distanti” e la trattativa è stata “sospesa” almeno fino a stamattina, appunto fino alla Capigruppo di Palazzo Madama. Fonti leghiste spiegavano così l’impasse di ieri, con le commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato – che avrebbero dovuto proseguire l’esame del decreto Semplificazioni – sconvocate.

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Venezuela nel caos, Guaidó si proclama presidente. Riconosciuto da Usa, Canada e dai Paesi dell’America latina

giovedì, Gennaio 24th, 2019

CARACAS – Si impenna, improvvisamente, la tensione in Venezuela. Il giovane Juan Guaidó, leader dell’Assemblea nazionale, si è autoproclamato presidente “pro tempore” del Paese, lui che guida il Parlamento dominato dall’opposizione e dichiarato nei giorni scorsi “illegittimo” dal Tribunale supremo controllato dal regime.

In piazza, davanti  ai sostenitori riuniti a Caracas, Guaidó ha lanciato ufficialmente la sua sfida a Nicolás Maduro, che due settimane fa si era insediato per un secondo mandato presidenziale, ma l’opposizione non ha mai riconosciuto il risultato delle elezioni e diversi Paesi considerano illegittimo il leader chavista.

Maduro ha replicato affacciandosi dal balcone del palazzo presidenziale di Caracas e ha detto: “Siamo la maggioranza, siamo il popolo di Hugo Chavez. Siamo in questo palazzo per volontà popolare, soltanto la gente ci può portare via”, ha aggiunto, intimando ai diplomatici americani di lasciare il Paese entro 72 ore. E si è rivolto all’esercito chiedendo compattezza. Il ministro della Difesa venezuelano, generale Vladimir Padrino Lopez, ha dichiarato in un tweet che le Forze Armate “non accettano un presidente imposto da oscuri interessi o che si è autoproclamato a margine della legge”, confermando il suo appoggio a Nicolas Maduro.

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Le trappole del voto europeo

giovedì, Gennaio 24th, 2019

di Antonio Polito

Nonostante la discesa in campo di Silvio Berlusconi e Carlo Calenda, l’opposizione non sembra ancora in grado di dare una spallata al governo nelle prossime europee. Perché? Forse il problema è che non ha ancora trovato un nome per definire l’opposto di populismo e sovranismo, e finisce anzi spesso per rivitalizzarli con la sua polemica.

Non è del resto un compito facile. Il termine «populismo» si è rivelato un boomerang per chi lo ha appiccicato con intento denigratorio alle forze politiche emerse in questi anni, che infatti lo esibiscono con orgoglio. I «frame», e cioè i significati simbolici che assumono le parole nel senso comune, sono difficili da scardinare. Il linguista americano George Lakoff, che ha studiato il successo della destra americana, ci ha insegnato che se tu dici a un elettore «non pensare all’elefante» (simbolo del Partito Repubblicano) nella sua testa viene subito in mente un elefante, e la partita è già persa. Allo stesso modo, ogni volta che gli avversari del governo dicono «populismo», alla maggioranza degli italiani viene immediatamente in testa la parola popolo, che poi, nella sua versione latina, corrisponde al greco demos, da cui viene «democrazia»; e non ci trovano niente di male. Spiegare la differenza tra populismo e democrazia diventa così esercizio molto complesso, utile certo per lo studio e la ricerca, ma forse perdente nel dibattito pubblico, alquanto semplificato, dei nostri tempi.

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Reddito di cittadinanza, ecco come si diventa “navigator”

giovedì, Gennaio 24th, 2019

È nata una nuova professione: il navigator. Il reddito di cittadinanza, misura bandiera del Movimento 5 stelle, prevede che i beneficiari siano assistiti da dei tutor inseriti nei centri per l’impiego. Questi soggetti verranno assunti dall’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal Servizi) con un contratto di collaborazione biennale. Il loro compito sarà trovare lavoro ai possessori del sussidio.

I requisitiPer diventare navigator è necessario avere una laurea magistrale in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione. Il presidente uscente dell’Anpal, Maurizio Del Conte, ad Adnkronos/Labitalia, ha spiegato che come metro di giudizio per l’assunzione di queste nuove figure professionali, verrà fatto riferimento “alle caratteristiche degli operatori dei centri per l’impiego più esperti, con più capacità”.

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