Archive for Gennaio, 2019

Migranti, scontro sui ricollocamenti: ecco chi fa il furbo in Europa

giovedì, Gennaio 10th, 2019

Giuseppe De Lorenzo

Salvini aveva un asso nella manica, come rivelato ieri dal Giornale.

Sebbene Conte e Di Maio abbiano stipulato un accordo con l’Ue (e Malta) per la redistribuzione dei migranti di Sea Eye e Sea Watch, tornato dalla Polonia il leghista deve aver fatto notare ai colleghi che “l’immigrazione la gestisce il ministro dell’Interno”. E che solo con una sua autorizzazione gli immigrati sarebbero potuti scendere dall’aereo che (forse) li porterà in Italia.

Per questo il vertice nella notte ha portato ad un accordo che salva capra e cavoli. Roma accoglierà formalmente 15 dei 49 migranti, ma non atterreranno charter nel Belpaese finché “l’Europa non rispetterà gli impegni presi con l’Italia“. Sul piatto ci sono i 200 immigrati sbarcati tra Pozzallo e Catania questa estate. Stranieri che le capitali europee si erano impegnati a redistribuire senza poi mantenere le promesse.

Rating 3.00 out of 5

Tempesta senza crisi. Ma dopo le Europee un’altra maggioranza

giovedì, Gennaio 10th, 2019

Augusto Minzolini

«Quella frase di Conte, vado a prendere i migranti con l’aereo, è stata una provocazione. L’ennesima. Se la poteva risparmiare.

Ma se i grillini faranno saltare i provvedimenti sull’autonomia di regioni come Veneto e Lombardia, che per passare hanno bisogno della maggioranza assoluta, allora salta il governo. Neanche Salvini reggerebbe di fronte alla delusione del Nord. E noi non possiamo far la parte degli scemi del villaggio… ». Dario Galli (nella foto tonda, ndr) è un leghista della vecchia guardia, uomo del Nord, di quelli abituati a dire pane al pane e vino al vino. Inoltre nel governo gialloverde occupa un ruolo da cui ha un punto di osservazione privilegiato: viceministro dello sviluppo economico, è, di fatto, il vice di Giggino Di Maio, da leghista vive nello stesso ministero del leader grillino, respira la stessa aria. È uno dei pochi che è nella condizione di potere annusare gli umori dei due dioscuri, dei due vicepremier. Per cui in un momento in cui Carroccio e 5stelle litigano su tutto, tanto che se si dovesse dare retta alle parole il governo già sarebbe dovuto cadere e, invece, sta in piedi, Galli è il personaggio perfetto per avere le «istruzioni per l’uso» per districarsi nella confusione creata ad arte – tra veline, «al lupo al lupo», boatos di portavoce e dichiarazioni al vetriolo – da due partiti che già hanno aperto la campagna elettorale per le europee anche se non hanno ancora chiuso quella delle scorse politiche. Risultato: si cammina sul precipizio, con i 5stelle che nel Palazzo vengono soprannominati «5palle» per le retromarce su Ilva, Tap, trivelle, referendum propositivo senza quorum e fra un po’ anche Tav; e con Salvini che alla fine qualche immigrato via Malta lo dovrà pur ingoiare.

Rating 3.00 out of 5

Le banche centrali contro i mercati: e adesso cosa può succedere?

giovedì, Gennaio 10th, 2019

Andrea Muratore

Dopo l’inizio della Grande Recessione, tra il 2007 e il 2008, e la crisi debitoria dell’Eurozona, nel 2011, con tempistiche diverse governi e banche centrali hanno reagito iniettando nel sistema economico e finanziario un valanga di denaro che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto stabilizzare i mercati e trasmettere uno stimolo concreto all’economia reale.

Per dieci anni, dunque, una politica di bassi tassi, costante espansione dei bilanci delle banche centrali e liquidità facile ha portato a un’espansione pressoché generalizzata degli indici borsistici e a guadagni notevoli in termini assoluti sui vari listini. Dal Troubled Assets Relief Programm (Tarp) statunitense del 2008 al quantitative easing di Mario Draghi, passando per la Abenomics del governo giapponese, tutto ha concorso affinché gli asset detenuti da Bce, Federal Reserve e Bank of Japan arrivassero a superare i 15 trilioni di dollari, 3,5 volte la somma registrata nel 2008, come fa notareun rapporto della società di consulenza Yardeni Research.

Rating 3.00 out of 5

Grillini sbancati

giovedì, Gennaio 10th, 2019

Alessandro Sallusti

Il governo salva banca Carige, storico istituto di Genova, dal fallimento ipotecando un bel po’ di soldi pubblici, «nostri miliardi» come urlarono scandalizzati Di Maio e Di Battista – insieme a Salvini – dai banchi dell’opposizione quando Renzi salvò Montepaschi e – in parte – Etruria.

Di Maio e Di Battista hanno fatto, probabilmente saggiamente guidati da qualcuno che di economia se ne intende, tipo il ministro Tria, una cosa giusta (come all’epoca la fece Renzi), l’unica possibile per evitare un effetto a catena – il cosiddetto contagio – che avrebbe potuto trascinare nel baratro tutto il sistema, e non mi riferisco soltanto a quello italiano. Lo scandalo non è questo (i soldi delle banche sono nostri, non dei banchieri, e quindi vanno tutelati) ma l’avere insultato e minacciato chi in passato fece la stessa cosa, soprattutto l’avere promesso durante la campagna elettorale in tutte le salse che mai e poi mai un solo euro pubblico sarebbe stato speso in soccorso a banchieri scellerati.

Rating 3.00 out of 5

Sindacati, manifestazione a Roma il 9 febbraio

giovedì, Gennaio 10th, 2019

ROMA – Contro la manovra appena varata dal governo i sindacati Cgil, Cisl e Uil, unitariamente hanno annunciato una manifestazione unitaria per il 9 febbraio a Roma. Una decisione unitaria “per sostenere le proposte unitarie contenute nella piattaforma sottoposta ai lavoratori da Cgil, Cisl, Uil, per cambiare le scelte dell’Esecutivo e per aprire un confronto serio e di merito” le tre organizzazioni sindacali “organizzeranno – annunciano con una nota – una grande manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma sabato 9 febbraio”. Cgil, Cisl, Uil “valutano – sottolinea una nota – positivamente il percorso di mobilitazione svoltosi negli scorsi mesi a sostegno della piattaforma unitaria”. “Il consenso delle decine di migliaia di lavoratori, pensionati e giovani alle proposte di Cgil, Cisl, Uil, emerso in occasione delle centinaia di assemblee organizzate su tutto il territorio nazionale, è stato pressoché unanime e ha rappresentato un primo importante momento di confronto e discussione delle proposte sindacali con i lavoratori e i pensionati italiani sul documento consegnato nello scorso mese di dicembre al presidente del Consiglio che si era impegnato a dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capitoli indicati dal sindacato.

Rating 3.00 out of 5

Lg Oled R, abbiamo provato in anteprima il televisore che si arrotola e scompare: il video

giovedì, Gennaio 10th, 2019
di Paolo Ottolina | Paolo Ottolina – CorriereTv
Sul retro due bracci meccanici e un sistema a listarelle, simile a una tapparella. Tre le posizioni di utilizzo. Il prezzo? Sarà molto alto ma non folle
Rating 3.00 out of 5

Treviso, busta paga da duemila euro ma non trova trenta operai

giovedì, Gennaio 10th, 2019

TREVISO Avrebbe commesse per un milione di euro oltre a quelle ordinarie a cui rispondere e ha bisogno di assumere 30 lavoratori edili disponibili ad affrontare trasferte. Che però non trova. Dall’appello lanciato nei giorni scorsi su Facebook, infatti, ha ricevuto appena quindici offerte, metà delle quali di persone fuori regione e comunque non disponibili a viaggiare. È quanto riferisce Nereo Parisotto, titolare di Euroedile, società delle costruzioni di Paese specializzata nei ponteggi al servizio della quale operano oggi circa cento dipendenti. I candidati risultati idonei ad occupare i posti disponibili sono stati cioè solo sette e la loro assunzione è stata immediata.

Il contratto offerto
Rating 3.00 out of 5

Ecco gli errori delle élite globali

giovedì, Gennaio 10th, 2019

di Ernesto Galli della Loggia

Se l’ondata nazionalista-identitaria si va tanto rafforzando in Europa (secondo me è molto più esatto chiamarla così che con il termine populismo. Il populismo infatti può avere contenuti e orientamenti anche assai diversi tra loro, e semmai è solo un esito tra i molti possibili dell’ondata suddetta), se ciò accade, dicevo, è in buona misura per una ragione ovvia quanto spesso ignorata: e cioè per il fallimento delle élite tradizionali del continente. Questo fallimento è stato un fallimento ideologico-culturale prima ancora che politico, ed è stato dovuto soprattutto all’identificazione con la globalizzazione e la sua ideologia, divenute a partire dagli anni ‘80-‘90 del secolo scorso il massimo e quasi unico punto di riferimento, la vera prospettiva pratica e ideale delle élite occidentali. Questa conversione alla globalizzazione è avvenuta per la presa d’atto della crisi, percepita come irrimediabile, dei tre pilastri sui quali l’Occidente aveva realizzato la sua ricostruzione politica postbellica: a) la crisi religiosa del cristianesimo in progressiva ritirata di fronte all’offensiva della secolarizzazione; b) la crisi del Welfare State, cioè della redistribuzione del reddito nazionale pietra angolare della mediazione sociale praticata da parte di tutte le forze di governo a cominciare da quelle socialdemocratiche; c) la crisi dello Stato nazionale messo nell’angolo dal multiforme internazionalismo egemone sulla scena mondiale.

Rating 3.00 out of 5

Carige, Di Maio: “Governo pubblicherà la lista di tutti i debitori” | “Se troveremo i soliti noti, puniremo i banchieri”

giovedì, Gennaio 10th, 2019

“Nei prossimi giorni pubblicheremo l’elenco dei debitori di Carige”. Lo ha annunciato in un video su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio aggiungendo: “Se troveremo persone che hanno difficoltà a pagare neanche ve lo diremo il nome. Ma se troveremo i soliti noti, i soliti soggetti che hanno avuto favori dalle banche in questi anni non solo ve lo comunicheremo ma la faremo pagare a tutti quei banchieri che in questi anni hanno ridotto così quella banca”.

Di Maio: “Carige pubblica sarà banca d’investimento dello Stato” – “Se lo Stato dovesse ricapitalizzare Carige lo farà per diventarne il proprietario. O si nazionalizza o non si mette in euro”. Lo ha detto su Facebook il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. E in caso di nazionalizzazione “la cominciamo a usare per dare crediti alle imprese in difficoltà, alle piccole e medie imprese, per migliorare i mutui alle famiglie, per aiutare di più i giovani a diventare indipendenti, ad andare via di casa grazie a una banca che comincia a fare la banca d’investimento dello Stato”.

Rating 3.00 out of 5

Accordo Lega-M5S-Pd, il referendum propositivo dovrà avere il 25% dei sì (degli aventi diritto)

giovedì, Gennaio 10th, 2019

CARLO BERTINI ROMA

Nel primo round sulle riforme istituzionali, alla fine la spunta la Lega che riesce a mettere in scena il primo grande patto tra maggioranza e opposizioni: in commissione Affari Costituzionali sulla legge che introduce il referendum propositivo, passa un emendamento del Pd per inserire una forma di quorum. Novità importante che i grillini non avevano previsto nella versione originaria. Ma grazie alla spinta del Carroccio, fa breccia nella maggioranza l’emendamento del dem Ceccanti per il quale il referendum, sia propositivo che abrogativo, è valido se gli elettori che votano sì sono oltre il 25% degli aventi diritto.

Rating 3.00 out of 5
Marquee Powered By Know How Media.