Archive for Gennaio, 2019

Basta una foto: come funziona la truffa dell’assegno su Whatsapp

domenica, Gennaio 20th, 2019

di FEDERICO FORMICA

Mi faccio mandare via Whatsapp la foto di un assegno compilato, la stampo e vado a incassare i soldi in banca. Sembra la sceneggiatura di un film di Totò scritta ai tempi nostri, ma è tutto vero: sono molti i consumatori che hanno subito questo tipo di truffa, diffusa soprattutto nel mercato delle auto usate negli ultimi 2-3 anni.

La denuncia è del Movimento difesa del cittadino (Mdc). Il truffatore è il venditore dell’auto, che mette l’annuncio online. Le trattative vanno avanti via telefono e, quando l’accordo è vicino, il venditore fa sapere che accetta solo pagamenti con assegno, chiedendo alla vittima una foto dell’assegno compilato come prova della sua volontà di concludere l’acquisto. Il compratore è convinto di fare un affare perché non deve versare alcuna caparra né firmare alcun accordo preliminare: in fondo, mandare una foto non costa nulla.

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Conte: «Recessione? Manovra bis da escludere. Per ora»

domenica, Gennaio 20th, 2019

di Claudia Voltattorni

Nessuna manovra bis. O almeno non ora. «Troppo presto per parlarne» dice il premier Giuseppe Conte: «Siamo a gennaio e non sono ancora partite le nostre misure, una manovra bis è da escludere allo stato». Nonostante ciò sono in molti (anche nel governo) a pensare alla necessità di una manovra correttiva per far quadrare i conti. Soprattutto dopo il varo del «decretone» che contiene le misure bandiera del governo Lega-5 Stelle, il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con «quota 100». E ancora di più dopo l’intervento di Bankitalia sulle previsioni del Pil, tagliate quasi della metà, dall’1 allo 0,6%, con l’allarme di una recessione. Ma per ora, a sentire il premier, «una manovra bis è assolutamente da escludere». E pure per il vicepremier Luigi Di Maio, «i dati ci daranno ragione».

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I cattolici e la classe dirigente

domenica, Gennaio 20th, 2019

di Angelo Panebianco

Accade talvolta che una discussione pubblica sia molto più interessante per ciò che essa sottintende, per ciò che vi si scorge sottotraccia, che non per gli argomenti usati dai partecipanti. Tale è forse il dibattito che (nel centenario dell’«Appello al Paese» di Luigi Sturzo, il padre del popolarismo) sta animando alcuni settori della Chiesa e ambienti ad essa collegati. Esprime il desiderio o la speranza (non ancora un progetto) di vedere rinascere, qui in Italia, un partito dei cattolici. Se ne comprendono le ragioni. Da un lato, una generale insoddisfazione, che accomuna molti cattolici (ma non solo loro) , per la qualità della classe politica italiana nelle sue varie componenti. Dall’altro lato, il fatto che in Italia viga di nuovo il metodo elettorale proporzionale: nella lunga età dell’oro del (secondo) partito cattolico – la Democrazia cristiana – c’era, per l’appunto, la proporzionale. Perché non cogliere l’occasione? Sia detto col massimo rispetto possibile: la discussione mi pare poco sensata. La politica dell’identità cattolica è fuori tempo massimo. Non si tiene conto della secolarizzazione: come è possibile ipotizzare che a chiese poco frequentate e a seminari vuoti possano corrispondere urne elettorali traboccanti di voti cattolici? Davvero avrebbe senso dare vita a un partito dei cattolici del 4, del 5 o persino dell’8 per cento? Non sarebbe un modo, abbastanza autolesionista, di fare «pesare» ufficialmente, pubblicamente, la propria (ormai scarsa) forza politica? Si tenga per giunta conto del fatto che il tramonto della politica dell’identità cattolica qualche vantaggio ai cattolici lo ha comunque dato. Oggi un leader politico capace può attirare il consenso di cattolici e di non cattolici indifferentemente. Solo la sua qualità e le sue proposte contano. Il fatto che, eventualmente, egli sia un cattolico, di sicuro non impedirà a elettori non credenti di apprezzarlo e di sostenerlo.

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Schumacher II, Mick entra in Ferrari 13 anni dopo il padre: “Per me è una seconda famiglia”

domenica, Gennaio 20th, 2019

stefano mancini

«Sto entrando a far parte della famiglia Ferrari. È un altro passo nella giusta direzione». Mick Schumacher, campione della Formula 3 e figlio di Michael, il campionissimo della Formula 1, divide le emozioni in due: la gioia di entrare nella Ferrari Driver Academy, il vivaio della Scuderia, e l’orgoglio di seguire la carriera di papà.

L’annuncio ufficiale è arrivato ieri pomeriggio. Mick, 19 anni, da domani comincerà la preparazione assieme ai compagni di scuola Giuliano Alesi, figlio dell’ex ferrarista Jean, e Callum Ilott. Tutti e tre sono iscritti al campionato di F2, la serie B delle corse da cui si può essere promossi o bocciati. Era stato l’ex team principal Maurizio Arrivabene a fine 2018 a spalancare a Schumi jr le porte della Scuderia, è stato il suo successore Mattia Binotto a invitarlo a entrare vincendo il derby con la Mercedes, l’altra squadra legata al padre e potenzialmente interessata al ragazzo. «Per chi come me lo ha visto nascere ha un significato emotivo particolare accoglierlo qui, ma lo abbiamo scelto per il suo talento e per le qualità umane e professionali che ha messo già in mostra», chiarisce Binotto.

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Strage nel Mediterraneo: muoiono 120 disperati, i barconi non si fermano

domenica, Gennaio 20th, 2019

fabio albanese catania

La rotta del Mediterraneo centrale sembrava si fosse svuotata di migranti, visti i numeri esigui di sbarchi degli ultimi mesi e i proclami della politica. Venerdì, però, l’ennesima tragedia ha ricordato che quel tratto di mare resta il più mortale al mondo. Un gommone con 120 persone a bordo è affondato. I sopravvissuti sono tre. Gli altri 117 migranti, e tra loro donne e bambini, sono ufficialmente dispersi. Ma non ci sono dubbi che siano morti tutti annegati. A riferirlo sono stati i tre giovani salvati dalla Marina militare italiana e portati nell’hotspot di Lampedusa. La procura militare di Roma e quella ordinaria di Agrigento hanno aperto inchieste.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso «profondo dolore per la tragedia». Il premier Giuseppe Conte ha detto di essere «scioccato da questa nuova strage» e accusa i trafficanti di «crimini contro l’Umanità». Ma, come era facile immaginare, la polemica politica non si è fatta attendere, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che tuona: «Il naufragio di ieri è la dimostrazione che se riapri i porti ritornano i morti. Ribadisco, cuori aperti da chi scappa dalla guerra, ma porti chiusi. Si scordino di ricominciare come a Natale e Capodanno». Il ministro si riferiva non solo al naufragio, ma anche ai salvataggi avvenuti ieri al largo di Zuara, uno da parte dell’unica Ong rimasta al momento attiva, la tedesca Sea Watch. Nell’era delle fake news, supporta La Stampa e l’informazione di qualità

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Vaticano, il Papa “commissaria” il coro della Cappella Sistina

domenica, Gennaio 20th, 2019

salvatore cernuzio città del vaticano

Cambia la musica nel coro della Cappella Sistina. E non si tratta degli Exsultet intonati dai “Pueri Cantores” alle messe del Papa ma del trasferimento della giurisdizione della storica Cappella Musicale, dopo decenni, dalla Prefettura della Casa pontificia all’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche pontificie, diretto da monsignor Guido Marini, mentre l’intera amministrazione economica dello stesso ente è affidata a monsignor Guido Pozzo, finora segretario della Commissione “Ecclesia Dei” da oggi soppressa e divenuta «sezione» della Congregazione per la Dottrina della Fede. LEGGI ANCHE – Soppressa la Commissione “Ecclesia Dei”, diventa una sezione della Dottrina della fede Una stretta di Papa Francesco introdotta con un motu proprio pubblicato oggi che giunge quattro mesi dopo l’indagine che la magistratura vaticana ha avviato a settembre 2018 a carico del direttore amministrativo Michelangelo Nardella e del direttore del Coro della Cappella Sistina, il salesiano Massimo Palombella, per una vicenda legata a reati finanziari (riciclaggio, truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato, sono i sospetti).

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Asse Calenda-Zingaretti per il Fronte democratico

domenica, Gennaio 20th, 2019

carlo bertini, Andrea Carugati roma

L’ambizione è alta, quella di essere «la prima lista» delle Europee, quella con più voti, quindi necessariamente l’asticella si fissa oltre il 30%. Il nome non è stato deciso, verrà «testato», perché come insegna la prima regola di marketing, «non bisogna mai farsi condizionare dalle proprie intuizioni ma bisogna verificarle», dice Carlo Calenda. Quindi siccome il brand ancora non è stato lanciato, ancora non si può pesare il suo appeal in termini di consensi.

«Sono d’accordo con Letta, non sono a favore dei fronti “contro”, ed è per questo che partiamo da un manifesto con un’analisi e con sei proposte», è la risposta di Calenda all’obiezione di Enrico Letta. Intanto in 24 ore di vita online, il Manifesto ha raccolto 36 mila adesioni. Ma il nome e il simbolo arriveranno dopo il congresso Pd del 3 marzo. Sostieni il giornalismo di qualità

Nei due mesi di riunioni preparatorie di questa sfida elettorale di nomi per questa lista se ne sono ipotizzati diversi: quello preferito da Calenda, Fronte repubblicano, non piace granché, il più gettonato sembra essere Fronte democratico. Andrà deciso pure se nel logo possano comparire i marchi dei partiti aderenti: il dibattito è aperto, Calenda non lo esclude, altri sì, insomma si vedrà se sia meglio nascondere il simbolo Pd oppure no.

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La Lega vuole cambiare il decretone: “Ma non faremo cadere il governo”

domenica, Gennaio 20th, 2019

alessandro di matteo roma

Il “decretone” andrà corretto, Matteo Salvini su questo non ha dubbi: le misure su reddito di cittadinanza e “Quota 100” verranno modificate, soprattutto nella parte che riguarda i disabili. Ma, nonostante la mossa plateale con la quale ha preso le distanze dal reddito di cittadinanza in conferenza stampa, il leader della Lega non intende rimettere tutto in discussione in Parlamento. Diverse fonti della Lega, tra le quali anche un esponente del governo, confermano tutti i dubbi del partito sul reddito di cittadinanza, aggiungendo però che l’ordine di scuderia è di non fare mosse avventate. «Salvini – spiega un parlamentare leghista – insiste, dice che le pensioni minime per i disabili, attualmente a 290 euro, vanno parametrate ai 780 euro del reddito di cittadinanza. E ci sarà anche da controllare bene la distribuzione degli assegni del reddito, vogliamo capire se davvero un terzo delle risorse andrà a due sole regioni, la Campania e la Sicilia».

Tutto questo, però, non avverrà con imboscate in Parlamento, «qualsiasi emendamento sarà del governo o comunque verrà prima concertato con M5s».

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Toh, ora lo rimpiangono

sabato, Gennaio 19th, 2019

Alessandro Sallusti

Nel giorno in cui i due soci di governo Di Maio e Salvini si sono messi con enfasi al centro della scena mediatica per l’approvazione del reddito di cittadinanza e di quota cento, il quotidiano la Repubblica ha accolto con grande evidenza e rispetto il contemporaneo annuncio del ritorno in campo di Berlusconi.

Da canto suo il Corriere della Sera giornale che non fu per nulla tenero con il Berlusconi regnante e che sponsorizzò l’alternativa Monti – ha pubblicato un lungo intervento del Cavaliere nel quale lui stesso motiva la scelta di candidarsi alle imminenti elezioni europee.

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Materie maturità 2019, tutte le simulazioni della seconda prova

sabato, Gennaio 19th, 2019

di VERONICA PASSERI

Le simulazioni della prova mista

Roma, 19 gennaio 2018 – Tutta nuova la maturità 2019 che scatta il 19 giugno e che metterà quasi 500mila maturandi davanti all’inedita realtà – prevista dalla riforma dell’esame di Stato e temutissima – di una seconda prova scritta non più dedicata a una sola materia ma multidisciplinare. Prova mista, insomma, in tutti gli indirizzi possibili. Ieri il decreto del ministero con le materie della seconda prova: ecco, dunque, che al liceo classico sono previsti latino e greco insieme per la versione da tradurre mentre allo scientifico ci si dovrà cimentare con matematica e fisica. Ma secondo indiscrezioni e a parziale consolazione degli studenti le prove saranno di tipo scolastico, più semplici, insomma, di quelle proposte in alcune maturità degli ultimi anni.

Maturità 2019, ecco le materie d’esame

Se gli scritti passano, appunto, da tre a due, all’orale il colloquio resta multidisciplinare e anche qui c’è una novità: non essendo più prevista la tesina elaborata dallo studente saranno le commissioni a preparare un elenco di spunti sulla base del documento che sarà consegnato il 15 maggio dal consiglio di classe e che fa il punto sul percorso didattico svolto dagli alunni. Il giorno dell’esame una sorta di ‘lotteria’: seduto davanti alla commissione lo studente sceglierà, a caso, una delle tre buste chiuse che contengono altrettanti spunti e con la celebre frase ‘il candidato illustri’ prenderà il via l’orale. Una parte del colloquio riguarderà le attività realizzate nell’ambito ‘Cittadinanza e Costituzione’. La prova Invalsi non conterà né sul giudizio di ammissione all’esame né tanto meno sul punteggio finale mentre l’alternanza scuola-lavoro viene ridotta a un breve racconto all’orale.

Conterà di più l’intero percorso svolto dallo studente e non solo l’exploit il giorno dell’esame: i crediti del triennio finale varranno 40 punti su 100 (prima erano 25) e le correzioni degli scritti saranno fatte su una griglia nazionale, omogenea, i cui criteri sono stati diffusi lo scorso novembre. Questo eviterà la solita polemica sui 100 ‘facili’ in alcune regioni rispetto ad altre.

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