Archive for Gennaio, 2019

Grillismo, primi pentiti

martedì, Gennaio 22nd, 2019

Augusto Minzolini

Sarà anche un piccolo segnale, anzi piccolissimo, ma il risultato delle elezioni suppletive per il seggio della Camera per sostituire il grillino Andrea Mura, che voleva fare il deputato andando per mare, è preoccupante.

Per tutti. Nessuno escluso. Anche l’alleanza incentrata sul Pd, che ha vinto e ha eletto Andrea Frailis, ha preso meno voti del 4 marzo in termini assoluti. Tutta colpa di un’affluenza alle urne che con il 15,54% (la volta scorsa era stata del 67%) segnala un’astensione da Guinness dei primati. Negativi. Significa che a Cagliari solo una persona e mezza su dieci crede nella democrazia rappresentativa, nelle istituzioni della Repubblica, nei partiti vecchi e nuovi.

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Le Regioni avvisano Di Maio: “Il reddito è fumoso e indefinito”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

PAOLO BARONI ROMA

Le Regioni temono che quando ad aprile scatterà l’operazione reddito di cittadinanza su di loro si scateni una specie di «tsunami», con milioni di persone che si rivolgono ai centri per l’impiego e gli sportelli del Collocamento che si trovano del tutto impreparati a reggere l’onda d’urto. A tre mesi dall’ultimo incontro gli assessori del Lavoro ieri sono così tornati al Mise per chiedere «rassicurazioni sui tempi e sulle modalità» di attuazione del piano del governo che, come è noto, dovrebbe decollare a breve. Sempre che il “decretone” venga pubblicato in gazzetta ufficiale, visto che il testo non è stato nemmeno inviato al Quirinale. Lo scoglio sarebbe sempre quello delle coperture: la Ragioneria starebbe infatti ancora verificando i calcoli prima di la necessaria “bollinatura”. Ci sono 10mila assunzioni da fare, 4 mila nei centri per l’impiego più 6mila navigatori in carico all’Anpal, ed il tempo non è sufficiente. «Si rischia il caos», avverte preoccupata la coordinatrice degli assessori regionali al Lavoro la toscana Cristina Grieco.

La risposta di Di Maio? «Massima disponibilità al confronto» per affrontare tutti i nodi, senza escludere – qualora servisse – la possibilità di modificare in qualche parte il decretone . «Il reddito è legge e si farà. La nostra grande sfida è portare a casa tutto il pacchetto nei tempi individuati» ha assicurato il vicepremier al termine dell’incontro.

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M5S, primi no sulle grandi opere. Rivolta in Calabria: “Tradimento”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

ilario lombardo roma

«Sai cosa dicevano i 5 Stelle quando erano all’opposizione? Che era tutto uno spreco, un abuso, che con i soldi dei cittadini si arricchivano solo Astaldi e Impregilo. Ora che sono al governo, si girano dall’altra parte». A parlare è Tullio De Paola, uno dei portavoce dell’associazione Raspa che da anni contesta il progetto di ampliamento della statale 106 jonica, nell’Alto Jonio calabrese. Non se fare o meno l’opera, ma in che modo farla. La 106 è tristemente nota come «la strada della morte» per uno dei più alti tassi di mortalità per chilometro in Italia. Un’opera significativa, prevista del Piano per le infrastrutture, anticipato da La Stampa, che il ministro grillino Danilo Toninelli presenterà a giorni su input di Di Maio per dare corpo alla svolta sulle grandi opere. Una di quelle, come il terzo valico genovese, un tempo osteggiate e ora accettate in nome del Pil «Lo Stato non deve più temere gli investimenti in grandi opere per paura della corruzione – è stata la conferma di Di Maio – Ne abbiamo tante, il nostro fondo infrastrutture può andare anche verso quelle che aumentano lo sviluppo industriale. Su questo non sono ideologicamente contrario e non deve esserlo neanche il M5S». Intanto Alessandro Di Battista è stato mandato in tv contro la Tav e ieri ha rincarato la dose, proponendo di destinare i soldi al completamento della Asti-Cuneo. La strategia è definita: mentre si fa spasmodica l’attesa dell’analisi degli esperti che boccerà la Torino -Lione, Di Maio cerca di dare al M5S una nuova veste, per far dimenticare le battaglie dei No sposate ovunque in Italia e contemperare le promesse di crescita del governo ai principi ambientalisti delle lotte grilline contro le infrastrutture quando erano opposizione.

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Al via l’operazione Calenda ma sorgono già i primi distinguo, da parte di Mdp e +Europa. Tutti in attesa del nuovo segretario Pd

martedì, Gennaio 22nd, 2019

Partita con il vento in poppa dell’entusiasmo, l’iniziativa di Carlo Calenda – finalizzata a promuovere una lista unitaria europeista alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Ue – con il passare dei giorni vedere cresce le sottoscrizioni, ma anche i dubbi.

“Siamo arrivati a 75mila adesioni”, fa sapere l’ex ministro. Ma un conto è firmare un appello, un altro organizzare un contenitore politico che rimetta in discussione partiti, alleanze, principi programmatici. E se perfino un europeista convinto come Enrico Letta ha espresso nei giorni scorsi le proprie perplessità su un fronte unico contro le forze nazionaliste e populiste, Calenda non può che precisare: “Non abbiamo fatto un appello per un fronte anti-sovranista, ma un manifesto con proposte precise che vanno condivise. Non è una cosa contro, ma una cosa per”. E ancora, scendendo più nel dettaglio: “Non credo che debba entrare nel movimento chi cerca alleanze nazionali a destra o a sinistra, con Lega o M5S, o sarebbe un’operazione di trasformismo politico. Quindi, nello specifico, credo che non debbano entrare Leu e Forza Italia”.

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Ex Penicillina rioccupata, tra Raggi e Salvini è scambio di accuse sulle responsabilità

martedì, Gennaio 22nd, 2019

“Inaccettabile ex Penicillina di nuovo occupata. Sono stati spesi soldi pubblici, impegnati uomini e risorse. E ora c’è il rischio di dover ricominciare da capo. Dopo sgomberi occorre sorveglianza.”

Virginia Raggi

Il destinatario non l’ha indicato. Ma molti, in quel tweet di Virginia Raggi hanno letto un riferimento chiaro a Matteo Salvini. “Inaccettabile ex Penicillina di nuovo occupata. Sono stati spesi soldi pubblici, impegnati uomini e risorse. E ora c’è il rischio di dover ricominciare da capo. Dopo sgomberi occorre sorveglianza”, ha scritto la sindaca di Roma nella prima serata di ieri.

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Chi sono i 26 supermiliardari ricchi quanto la metà più povera del pianeta

martedì, Gennaio 22nd, 2019

alla nostra inviata ANNA LOMBARDI

NEW YORK – Ventisei super miliardari si spartiscono da soli un reddito pari a quello di 3 miliardi e 800 milioni di poveri (su 7,6 miliardi di persone sulla Terra). Sono spietatamente semplici i dati del dossier sulle disuguaglianze globali pubblicato da Oxfam, alla vigilia dell’apertura del Forum economico mondiale di Davos dove s’incontrano i potenti del mondo: i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri. Lo studio indica, numeri alla mano, che la ricchezza dei 1.900 miliardari censiti nell’ultima lista stilata dalla rivista Forbes è aumentata di 900 miliardi di dollari, l’1,2 per cento rispetto a un anno prima. Mentre la condizione dei poveri è peggiorata: diminuita dell’11 per cento.

Ma chi sono i ventisei padroni del mondo? Sedici sono americani: a capo di imprese che hanno grande impatto sulla nostra vita quotidiana, da Jeff Bezos che dirige quell’Amazon dove ordiniamo i libri a Mark Zuckerberg che ha la chiave dei nostri diari su Facebook. Sette sono asiatici, con in cima il signore dell’e-commerce cinese Jack Ma. Tre gli europei, tutti all’insegna della vanità: da Amancio Ortega coi suoi vestiti a basso costo targati Zara alla signora dei cosmetici L’Oréal, Francoise Bettencourt.

I 26 più ricchi del mondo

1. Jeff Bezos (Usa) 112 miliardi – Amazon

Fondatore e capo del colosso dell’e-commerce Amazon, proprietario del Washington Post ha 55 anni. Il suo primato è messo a rischio dal divorzio appena annunciato

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Antisemitismo, il senatore M5s Lannutti: “I banchieri dietro i Protocolli dei Savi di Sion”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

ROMA –  “Il Gruppo dei Savi di Sion e Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, portò alla creazione di un manifesto: “I Protocolli dei Savi di Sion”. Lo scrive su Twitter il senatore grillino Elio Lannutti in un tweet poi cancellato, postando anche il link di un sito antisemita e scatenando la reazione delle opposizioni che lo accusano di rilanciare tesi antisemite e false.

Nicola Zingaretti chiede al leader grillino Luigi Di Maio di prendere le distanze da queste farneticazioni antisemite”. E il vicepremier lo fa: “Come vicepresidente del Consiglio e come capo politico del M5S prendo le distanze, e con me tutto il Movimento, dalle considerazioni del senatore Elio Lannutti”.

Un gesto che convince Lannutti a cercare di correre, a modo suo, ai ripari. “Poiché non avevo
alcuna volontà di offendere alcuno, tantomeno le comunità ebraiche od altri, mi scuso se il link ha urtato la sensibilità. – scrive il senatore grillino – Condividere un link non significa condividere i contenuti, da cui comunque prendo le distanze. Ci tengo a sottolineare che non sono, nè sarò mai antisemita”.

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Giovanni Tria: “Ripartano le opere pubbliche, basta filosofeggiare”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

“Bisogna lavorare per la crescita in questo momento, attuare la Manovra, e soprattutto lavorare a fondo per far ripartire gli investimenti pubblici, tutte le opere pubbliche, quelle bloccate, quelle che devono iniziare, è un compito importante non si può più filosofeggiare su questo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sottolineando che “il momento è difficile e questo contrasta con l’idea che bisogna fare politiche restrittive”.

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Mafia, blitz contro la nuova Cupola: sette fermi a Palermo

martedì, Gennaio 22nd, 2019

La Dda di Palermo ha emesso un decreto di fermo nei confronti di sette persone accusate di far parte della ricostituita Commissione di Cosa nostra. Tra i fermati ci sono Leandro Greco, nipote di Michele Greco, il “Papa” di Cosa nostra, e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss ergastolano Salvatore Lo Piccolo. Il progetto di ridare vita alla Cupola era stato scoperto a dicembre e aveva già portato al fermo di 47 tra boss e gregari.

Fermato anche Giovanni Sirchia, affiliato alla famiglia mafiosa di Passo di Rigano, e accusato di aver partecipato alla ricostituzione dell’organo direttivo di Cosa nostra occupandosi della consegna ai boss delle convocazioni per i summit e di aver accompagnato alcuni padrini alle riunioni. In cella anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola ai quali è stato contestato il reato di associazione mafiosa e alcuni episodi di estorsioni commesse nel territorio del mandamento mafioso di San Lorenzo.

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Riscaldamento globale, report: a rischio gli obiettivi chiave del 2020

martedì, Gennaio 22nd, 2019
Riscaldamento globale, report: a rischio gli obiettivi chiave del 2020

Il mondo sta perdendo la “migliore occasione” per scongiurare gli effetti del cambiamento climatico e raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020. Sebbene la Terra già ora sia colpita da super tempeste, siccità e inondazioni provocate dall’innalzamento dei livelli dei mari, le emissioni di gas serra continuano a crescere e uno studio del World Resources Institute mostra che i tentativi di limitare la crescita delle temperature stanno fallendo.

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