Archive for Gennaio, 2019

Borse fiacche senza il faro di Wall Street. A Piazza Affari effetto cedole, corre Juve

lunedì, Gennaio 21st, 2019

–di Eleonora Micheli

Chiusura debole per le Borse europee, tornate a sposare un atteggiamento prudente dopo i dati deludenti provenienti dalla Cina, con il pil d del quarto trimestre 2018 che ha rallentato il passo, salendo del 6,4%, dal +6,5% del trimestre precedente. Il Fondo Monetario Internazionale ha inoltre rivisto al ribasso le stime di crescita sull’economia della zona euro, dando una sforbiciata alle previsioni su Italia e Germania. Sui mercati ha inoltre pesato l’assenza di investitori americani, con gli Stati Uniti in festa per il Martin Luther King Day. Milano ha perso lo 0,35%, risentendo anche dello stacco cedole di Enel e Snam, che hanno pesato sulla performance dell’indice per lo 0,43%. Lo spread è salito lievemente a 250 punti.

Ferragamo e Telecom le peggiori del Ftse Mib
Ferragamo e Telecom sono risultate le peggiori del Ftse Mib. LeSalvatore Ferragamo (-2,3%) sono state penalizzate dal giudizio negativo di Citigroup, che ha consigliato di vendere le azioni, visto che il rilancio della società sembra più complicato del previsto. In effetti i giudizi sulle collezioni presentate dei creativi Paul Andrew e Guillaume Meilland sono a luci e ombre, mentre sono da mettere in conto maggiori spese per marketing e pubblicità. In più, secondo le valutazioni di Citi, le azioni di Ferragamo sono care, considerando i multipli previsti e tenendo conto dei risultati attesi per il 2020. Citi ha inoltre ritoccato da “Buy” a “Neutral” anche la raccomandazione su Tod’s, con un target di prezzo abbassato a 43 euro da 58. Le azioni dell’azienda marchigiana hanno lasciato sul parterre lo 0,3%.

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Raid di Israele in Siria contro obiettivi iraniani. Teheran replica: “Impazienti di eliminarvi dalla faccia della Terra”

lunedì, Gennaio 21st, 2019

Uno scambio di colpi a distanza, con un razzo iraniano in terra israeliana e un raid di Israele in Siria come avvertimento per l’Iran. Una replica a parole da Teheran che non lascia spazio a interpretazioni: “Impazienti di eliminare Israele”. Questo il clima che si respira in Medio Oriente, con un’escalation militare e politico che preoccupa.

L’aviazione israeliana ha condotto la scorsa notte un esteso attacco contro obiettivi militari iraniani in Siria, ha riferito il portavoce militare, precisando che esso è avvenuto in risposta al lancio di ieri di un razzo terra-terra iraniano verso una località sciistica israeliana sul Monte Hermon (alture del Golan), che è stato peraltro intercettato in volo. Il bilancio sarebbe di 11 vittime, tutti militari. Le forze armate israeliane, ha avvertito il portavoce, “restano determinate ad agire per impedire il rafforzamento iraniano in Siria”.

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Dopo Bankitalia anche il Fmi taglia le stime, ora l’Italia zavorra l’economia mondiale

lunedì, Gennaio 21st, 2019

DAVOS – In perfetta sintonia con quella Banca d’Italia che secondo Luigi Di Maio “sbaglia sempre”, anche il Fondo monetario internazionale taglia le stime di crescita dell’Italia allo 0,6 per cento per l’anno in corso. Una revisione di quattro decimali rispetto a tre mesi fa e un numero che potrebbe anche peggiorare, se lo spread dovesse rimanere alto. Il “boom economico”, per ora, sembra inghiottito da un orizzonte dove si stanno addensando molte nubi scure.

Oltretutto, la zavorra non viene dall’estero; la zavorra siamo noi. Ed è la nuova capoeconomista del Fondo, Gita Gopinath, a dirlo a chiare lettere, nella conferenza stampa di presentazione dell’aggiornamento delle stime sull’economia globale: “Il costoso intreccio tra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia”. Mentre a ottobre era stato il braccio di ferro commerciale tra Stati Uniti e Cina a imbrigliare l’economia globale, da allora l’ulteriore freno al Pil è “in parte” imputabile alla Germania e all’Italia, si legge nel documento. Nel caso del nostro Paese “le preoccupazioni sui rischi sovrani e finanziari” – tradotto, lo spread alle stelle dei mesi scorsi – “ha schiacciato la domanda interna”. 

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Di Maio e Di Battista: “La Francia sfrutta l’Africa, va sanzionata”. Parigi convoca l’ambasciatrice italiana

lunedì, Gennaio 21st, 2019

Di Maio e Di Battista vanno all’attacco della Francia che sfrutta l’Africa, ne frena la crescita e ha lasciato in vigore la “moneta coloniale”, ossia il franco CFA (Colonie francesi d’Africa) ancora in vigore in quattordici Paesi africani anche dopo l’indipendenza delle colonie. Per questo chiedono che l’Ue applichi “sanzioni” contro Parigi. Che, irritata, convoca l’ambasciatrice d’Italia Teresa Castaldo al Ministero degli Esteri per “chiarimenti”.

Durante la sua tappa del tour elettorale ad Avezzano il ministro dello Sviluppo economico torna a parlare di migranti. “Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani. Se vogliamo fermare le partenze cominciamo ad affrontare questo tema e cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione Europea – ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio -. L’Italia si deve far sentire: nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S che impegnerà sia il Governo italiano sia le istituzioni europee, sia tutte le istituzioni diplomatiche sovranazionali, a iniziare a sanzionare quei paesi che non decolonizzano l’Africa, perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale”.

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Mini bollo, tassa dimezzata per 4 milioni di veicoli: è polemica

lunedì, Gennaio 21st, 2019

Con la Legge di Bilancio 2019 arriva il dimezzamento del bollo auto per tutti i veicoli con più di 20 anni e meno di 30 che siano iscritti – con consegna del certificato di rilevanza storica e collezionistica – ai registri ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI. Una misura che riguarderebbe circa 4mila auto e 500mila moto – che da sole, come riporta Il Messaggero, inquinano più degli altri 30 milioni e oltre di vetture più nuove in circolazione – e che ha suscitato non poche polemiche perché va contro i principi inseriti nell’ecotassa dal governo che dovrebbero frenare l’acquisto di veicoli inquinanti.

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Apertura sulle grandi opere, Di Maio dice sì ai cantieri. Ma rimane il veto sulla Tav

lunedì, Gennaio 21st, 2019

ilario lombardo roma

Ogni volta è Luigi Di Maio a caricarsi la responsabilità della svolta, determinando una maturazione del M5S da movimento di piazza, partorito da un Vaffa, a partito di governo. Così è stato con l’euro, così ora con le grandi opere. Una transizione dolce figlia di uno strappo traumatico.

Il No alla Tav ha costretto a guardare in faccia la realtà produttiva del Nord, a cercare di interpretarne i bisogni e le richieste. Il M5S è finito in un angolo, sommerso dalla percezione che vede i grillini come i signor No, contro tutto per costituzione. Colpa anche dei troppi sì concessi alle mille campagne locali. No Tav, No Tap, No Muos, No Triv, No Olimpiadi: dove c’era un No c’era il M5S. Da adesso non sarà più così. «Non possiamo passare per quelli che si oppongono a ogni infrastruttura. Ora siamo al governo, abbiamo responsabilità economiche. Abbiamo promesso una crescita decisa» è il ragionamento che è in corso tra Di Maio, collaboratori, ministri e sottosegretari del M5S. Tutti convinti che la svolta sia nelle cose, necessaria a contrastare lo storytelling sui grillini paladini del No e l’emoraggia di voti al Nord. Secondo Di Maio il M5S deve darsi una regolata per dimostrare «che non è ideologicamente contro le grandi opere». E il messaggio che accompagnerà questo cambio di direzione è pronto: «In passato hanno significato devastazione del territorio e corruzione. Per questo il M5S era contro.

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Sciopero trasporti 21 gennaio 2019, lo stop città per città

lunedì, Gennaio 21st, 2019

Roma, 21 gennaio 2019 – Giornata nera per i trasporti locali – autobus sia urbani sia extraurbani, tram, metropolitane e ferrovie concesse – per lo sciopero di 4 ore in molte città italiane. Fermi anche i pullman a noleggio.

L’agitazione come sempre è decisa a livello locale: a Milano mezzi fermi nell’intervallo 8.45-12.45, a Venezia 10-13, a Bologna 10.30-14.30, a Firenze 17-21, a Napoli 9-13, a Bari 8.30-12.30, a Palermo 9-13.

I sindacato sottolineano: “Sono esclusi dallo sciopero i trasporti pubblici di Torino e Roma, in ottemperanza del principio di rarefazione oggettiva che garantisce un intervallo di tempo tra uno sciopero e l’altro nello stesso bacino di utenza e di Genova, vista la situazione straordinaria della viabilità, a seguito del crollo del Ponte Morandi”.

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Perché la vigilanza della Bce mette nel mirino Deutsche Bank

lunedì, Gennaio 21st, 2019

La vigilanza bancaria della Bce si interessa, finalmente, a Deutsche Bank. Dopo anni passati a concentrarsi eccessivamente sui costosi e tartassanti stress test per la tenuta dei portafogli di investimento, ritenendo che la maggiore problematica per gli istituti europei fossero i crediti deteriorati di cui erano zeppi i portafogli delle banche italiane (da Mps a Carige), Francoforte mette nel mirino il suo colosso concittadino. Il vero “malato d’Europa”, una banca dissestata da anni di gestioni scriteriate, oberata di debiti, inseguita da cause legali che hanno causato esborsi per miliardi di euro, coinvolta in scandali di cui l’ultimo esempio è quello di Danske Bank e, soprattutto, piena zeppa di una massa critica di derivati pari a 14 volte il Pil tedesco (48 trilioni di euro), superiore al totale che è nella pancia di tutte le big giapponesi messe assieme (32 trilioni), potenziale detonatore di una nuova crisi finanziaria.

Ufficialmente, sottolinea Il Messaggero, ” non è per la montagna di derivati che si trovano ancora nei bilancio di Deutsche Bank, nonostante la pulizia degli ultimi anni, che si è aperto il caso Deutsche. Ma l’istituto di Francoforte deve avere i suoi importanti motivi per fermare la prospettiva di una fusione con Commerzbank, pronta a decollare nel 2019″. Fusione che andrebbe a creare in Germania un attore capace di muoversi su scala planetaria.

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In Rai Luxuria spiega ai bimbi come si diventa transessuali

lunedì, Gennaio 21st, 2019

Paolo Bracalini

Bimbi a lezione di transgenderismo sulla tv pubblica. Docente: l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria, all’anagrafe Wladimiro Guadagno, transessuale e attivista dei diritti Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender).

La cattedra è quella del programma di RaiTre Alla Lavagna, in cui personaggi del mondo dello spettacolo, informazione e politica – il primo è stato il vicepremier Matteo Salvini – rispondono alle domande di una classe di bambini tra i 9 e i 12 anni. Nel caso di Luxuria, il tema da sviscerare con gli scolari era la scoperta di essere omosessuale. «Era un maschio ed è voluta diventare femmina» riassume una bambina interrogata dagli autori Rai. D’altronde i piccoli protagonisti del programma «sono tutt’altro che ingenui. Anzi. Sono particolarmente arguti e spigliati» recita la scheda del programma.

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L’Europa, Atene, Roma Lacrime da non ripetere

lunedì, Gennaio 21st, 2019

di di Paolo Mieli

Illustrazione di Doriano Solinas
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