Archive for Gennaio, 2019

Berlusconi: “Ho deciso di candidarmi alle Europee”

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Raffaello Binelli

Torna in campo Silvio Berlusconi. Lo fa annunciando la propria candidatura alle prossime elezioni europee, in programma a maggio.

Lo dice lui stesso, appena sbarcato in Sardegna, per alcuni incontri in vista delle elezioni suppletive per un seggio alla Camera. “Noi rappresentiamo l‘idea liberale della politica – spiega Berlusconi – i valori e le idealità liberali, che oggi bisogna difendere in Italia, in Europa e nel mondo. Io ho deciso di presentarmi alle elezioni europee per portare in Europa la mia voce, per un’Europa che deve essere cambiata, con la difesa unita, per potersi sedere al tavolo delle altri potenze militari mondiali per decidere sulle situazioni che andranno all’esame. La nostra civiltà viene dalla Grecia, da Roma, dalla tradizione giudaico-cristiana. Se quest’Europa dovesse indebolirsi avremmo un mondo guidato dalla potenza cinese, che tra l’altro vuole conquistare anche l’Africa. Se vogliamo far guidare il mondo da un’idelogia che è completamente contraria alla nostra, io non ci sto. E alla mia bella età ho deciso, per senso di responsabilità, di andare in Europa dove manca il pensiero, il pensiero profondo sul futuro del mondo. Io sarò lì e prego Dio di darmi la forza di poter convincere tanti altri”.

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Governo, concluso il vertice di maggioranza sul maxi-decreto in vista del Cdm: “Il testo è pronto”

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Si è concluso il vertice di maggioranza sul maxi-decreto, contenente le norme su reddito di cittadinanza e quota 100, che nel pomeriggio approderà in Consiglio dei ministri. A Palazzo Chigi si sono riuniti il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio per discutere di temi che vanno dagli statali al Tfr e agli invalidi. “Il testo è pronto, i nodi sono stati risolti”, ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.

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Pensioni, Tito Boeri fugge dal caos Inps: cosa rischiano i nostri assegni

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di Antonio Castro

Tito Boeri, uno dei più sanguigni presidenti dell’Inps, saluta e se ne va. A dirla tutta l’incarico dell’economista scadrà a metà febbraio ma Boeri si “porta avanti” e comincia a salutare. E a dire la sua. Alla vigilia del varo del Reddito di cittadinanza – che secondo il governo interesserà 4.916.786 persone, vale a dire 1,73 milioni di nuclei familiari – e del lancio di Quota 100 (platea potenziale 350mila persone), Boeri si affretta a passare il testimone.

Leggi anche: Pensioni, brutta sorpresa. Chi resta a bocca asciutta: la “sorpresina” nel decreto

Tramite l’Inps passeranno milioni di nuove operazioni. Manca ancora la convenzione con i Centri di assistenza fiscale (Caf), che dovrebbero fare da primo vaglio per le richieste di Reddito. Le domande di pensionamento poi peseranno interamente sull’Istituto. Boeri – salutando il Consiglio di vigilanza – avverte che il lavoro per l’Isituto sarà più che impegnativo. E che il governo deve affrettarsi a nominare un nuovo presidente per dare all’Inps quella guida che serve in momenti simili. La scelta di una figura di raccordo tra l’anima grillina e quella leghista non è operazione facile. Basta considerare il pantano in cui è finita la maggioranza nel caso Consob, che da oltre 3 mesi non ha un presidente nonostante le rassicurazioni.
Se la nomina del numero uno dell’ autorità di vigilanza sulle società e la borsa ha provocato tanti problemi, bisogna immaginare quanti ne sorgeranno per la nomina del vertice Inps.

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E la fattura elettronica è già diventata una tassa

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Antonio Signorini

Roma – Un servizio aggiuntivo che il cliente paga, anche se non sa bene perché. Tra gli intoppi della fattura elettronica non poteva mancare lo scarico sui consumatori del costo del nuovo adempimento.

Le segnalazioni circolano da tempo in rete e ieri il Gazzettino di Venezia è entrato nello specifico e ha dato conto di più casi di benzinai che stanno chiedendo ai clienti una cifra extra nel caso in cui richiedano fattura, che è elettronica per forza. Non uno sol caso, ma un epidemia. C’è chi chiede un euro, tariffa fai da te più diffusa tra gli esercenti, chi si limita a 50 centesimi, ma anche chi ha chiesto ai clienti due euro per il disturbo.

Fai da te nordestino per fare fronte all’ennesimo adempimento fiscale. La fattura elettronica per le grandi aziende può essere solo un costo in più da mettere a bilancio, per un commerciante o un artigiano significa sottrarre tempo al lavoro. «Ce lo vedi un piccolo allevatore o un falegname delle nostre parti mettersi al computer e compilare il modulo per ogni vendita? Semplicemente aumenterà il nero», spiega un artigiano trentino.

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Rischio manovra correttiva Il governo si aggrappa alla Bce

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Antonio Signorini

I nodi relativi alla copertura sarebbero stati sciolti. Via libera dal ministero dell’Economia a reddito di cittadinanza e a «quota 100».

Ieri, a poche ore dal Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare le due misure bandiera di M5s e Lega i nodi tecnici da sciogliere erano quelli relativi ai disabili e al Tfs.

Sul trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici le ultime limature riguardano gli interessi sull’anticipo della liquidazione. Non sarà solo a carico dello Stato, come avrebbero voluto i leader della maggioranza Matteo Salvini e Luigi Di Maio e anche il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Il costo finanziario dell’anticipo sarà in parte anche a carico dello stesso pensionato che usufruirà di «quota 100», cioè dell’uscita dal lavoro a 62 anni con 38 di contributi. Sui disabili c’è il pressing della Lega per ottenere qualcosa in più.

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Bersani rivede l’era dell’austerity: “Servì a fare fuori me e Berlusconi”

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Augusto Minzolini

«Le vittime dell’austerity? Berlusconi e il sottoscritto…». Alla buvette di Montecitorio l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ci mette un attimo a replicare alla domanda perché la risposta l’aveva già sulla bocca.

Pronta. Quel mea culpa dell’altro giorno di Jean-Claude Juncker – «l’austerity fu avventata» gli ha lasciato un sorriso amaro stampato in viso. Se poi a quella frase del presidente della Commissione Ue ci aggiungi le chiose dei vari Di Maio e Salvini, contro la politica del rigore di stampo europeo, il personaggio si morde le dita. Anche perché le parole di Bersani contengono una verità: il Cav fu il paladino, nel braccio di ferro che si innescò in Europa, dei fautori della ricetta dello sviluppo contro la politica dell’austerity, di cui furono artefici Angela Merkel e Nicolas Sarkozy; ne fece le spese e fu cacciato da Palazzo Chigi da un’operazione che ancora oggi definisce un colpo di Stato, ma riuscì ad evitare l’arrivo della politica del Fmi, che Juncker ha additato ancora ieri come responsabile dell’avvitamento greco. Bersani, contemporaneamente, costretto da Napolitano e soci, ad assecondare le indicazioni della Ue, per quella politica ha perso nel giro di qualche anno elezioni, segreteria del Pd e, addirittura, partito, visto che è stato costretto ad inventarsene un altro. Per una politica, oggi può dirlo, di cui non era per nulla convinto.

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Trappole mortali

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di LUIGI CAROPPO

Prima di tutto possiamo tirare un sospirone di sollievo perché uno dei viadotti più trafficati dell’Italia centrale, lungo la consumata superstrada E45 che collega le nostre coste, è stato chiuso in tempo. La procura di Arezzo ha messo i «sigilli» al collegamento tra Sansepolcro e Cesena.

Stop ai furgoni e ai camion, alle auto e alle moto, ai pullman che viaggiano ogni giorno sopra quelle centinaia di metri d’asfalto nel cuore d’Italia tra colline e boschi. Tutto fermo prima che quei piloni scarnificati dall’usura si potessero trasformare in fondamenta di burro per trappole mortali. Il provvedimento della magistratura aretina dà profondo conforto pensando a quel maledetto 14 agosto quando, sotto il temporale di Genova, il ponte Morandi veniva giù. La decisione della procura sia d’esempio su quale strada da seguire laddove ci siano altre situazioni di precarietà.

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“Viadotto a rischio collasso”: E45, nell’ordinanza del Gip lo spettro del ponte Morandi

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di Salvatore Mannino / Sergio Rossi

Arezzo, 17 gennaio 2019 – «Quel ponte è a rischio collasso». Lo scrivono i tecnici e il viadotto è ora sotto sequestro su disposizione del gip di Arezzo. È il ponte Puleto sulla E45 tra Toscana e Romagna, cinque campate per 200 metri di lunghezza. Era stato un poliziotto in pensione, mentre cercava funghi, a notare lo stato comatoso di un pilone: era novembre e il video da lui girato servì alla procura per far partire l’indagine con una consulenza affidata agli ingegneri Fabio Canè e Antonio Turco.

Il verdetto è stato impietoso ed è riassunto nell’ordinanza del gip: «La situazione rappresenta una criticità estrema per la maggior parte degli elementi strutturali e di servizio». La raccomandazione, raccolta dal gip, «è di prendere in seria considerazione la necessità di interrompere il traffico». E non c’è da perdere nemmeno tempo perché «il perdurare del carico» può «provocare il collasso della struttura».

Ricorda il gip – critico nei confronti di Anas accusata di «inerzia» – che uno dei tecnici dichiara: «Se io fossi il responsabile di Anas, in scienza e coscienza chiuderei il traffico». Così da ieri alle 14 dal ponte Puleto non si passa più. Carabinieri, forestali, operai dell’Anas hanno apposto gli inevitabili sigilli: chiusa la disgraziatissima superstrada in entrambe le direzioni, tra gli svincoli di Canili e Valsavignone, al confine tra le province di Arezzo e Forlì Cesena.

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Un’Europa più debole

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di SALVATORE VASSALLO

Il contorcimento della politica britannica dimostrano quanto possa essere rischioso giocare alla democrazia diretta senza cautele. Il referendum fu promesso dall’allora premier Cameron nel 2015, quando sembrava certo che avrebbe prevalso l’intenzione di rimanere nella Ue. È stato poi vinto nel 2016 a larga maggioranza dai sostenitori della Brexit, molti dei quali abituati a considerare i vantaggi dell’adesione un fatto dovuto e a sovrastimare i margini di libertà riconquistabili uscendo.

Da allora i politici di governo e opposizione si dimenano intorno alle strategie per dare seguito a quel mandato, tutte piene di difetti. E ancora oggi nemmeno i meglio informati sanno come andrà a finire. Alcune alternative paiono però più plausibili di altre. La premier al momento rimane insostituibile. Perché mancano poco più di due mesi al giorno fissato per l’exit e perché, in base a una legge del 2011, il parlamento avrebbe solo due settimane, dopo averla sfiduciata, per scegliere un successore ed evitare elezioni anticipate.

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Lega-5 Stelle, battaglia sulle nomine

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di ANTONELLA COPPARI

Roma, 17 gennaio 2019 – Se la coalizione giallo-verde ha un senso il Carroccio pretende la sua parte. Altrimenti non lesina in dispettucci, come ha fatto ieri sgambettando a Palazzo Madama, in commissione Ambiente, il candidato proposto dal ministro Costa per la presidenza del parco del Circeo: il generale Antonio Ricciardi. “Non abbiamo condiviso il metodo”, spiega il senatore leghista Arrigoni. Una scelta concordata più con il presidente della Regione Zingaretti (i suoi ‘referenti’ Mirabelli e Messina si sono astenuti nel voto) che con i soci di governo. Troppo forte l’odore di inciucio, Salvini chiede ai suoi di far saltare il banco (il risultato finale è di 13 no e 7 sì) d’intesa con Forza Italia e la maggioranza del Pd, cui non par vero mettere i bastoni tra le ruote a un eventuale accordo nazionale tra il governatore del Lazio e M5S.

Indietro non si torna, garantiscono i leghisti a Costa che – puntando sulla natura ‘consultiva’ del parere della Commissione – ripete: il nome resta quello, “non accetteremo diktat su persone non adeguate”. Siccome in ballo ci sono una dozzina di presidenze di parchi, il Carroccio ne vuole la metà, a cominciare da quelli delle Dolomiti e dei monti Sibillini. Escluso – dicono a via Bellerio – che il ministro dell’Ambiente le decida una alla volta, mettendosi d’accordo con i vari governatori. Di qui il pressing sull’esponente pentastellato cui chiedono chiarezza in un’interrogazione alla Camera. 

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