Archive for Gennaio, 2019
Di Maio su Carige: “Non è un salvataggio ma una nazionalizzazione”
mercoledì, Gennaio 9th, 2019Il vicepremier al Fatto Quotidiano: “Qualcuno vuole rifarsi una verginità, ma le responsabilità dei precedenti governi su Etruria e Venete sono chiare”
Ciro De Luca / Reuters
“Quella di Carige non è un salvataggio ma una nazionalizzazione”. Lo dice il vicepremier, Luigi Di Maio, in un’intervista al Fatto quotidiano, a proposito del decreto approvato dal governo in un cdm notturno del 7 gennaio.
“La regola è una – spiega Di Maio – se lo Stato mette i soldi in una banca, quella banca diventa dello Stato. Lo abbiamo sempre sostenuto. E comunque per ora non ci abbiamo messo un euro. Di certo non la ripuliremo per venderla e non faremo favori a qualche azionista che si è rifiutato di ricapitalizzare”.
Bug Carige nel software 5 stelle
mercoledì, Gennaio 9th, 2019Perché i gilet gialli non vanno in banca, se non per appiccare il fuoco, come accaduto a Parigi a inizio dicembre. E comunque non le “salvano” per decreto, utilizzando le risorse inutilizzate dal “fondo salva-banche” varato dal governo Gentiloni. Come dice Gianluigi Paragone: “Questo caso di Carige non può finire come tutti i casi trattati dai governi precedenti, con una soluzione abbastanza simile. I gilet grigi delle banche non diventino i nostri amici”.
Parole che rivelano un inceppo “sistemico”. Più complicato da affrontare rispetto ai vari “tradimenti” inflitti dall’M5s al proprio elettorato, in particolare nel sud, dal Tap alle trivelle nello Ionio, gestiti con l’arma della spesa pubblica sul reddito di cittadinanza, almeno questo l’auspicio, e con quella della narrazione, altro auspicio, che recuperi lo spirito di lotta evocando, appunto, il modello francese, sia pur con la maldestra superficialità di un vicepremier che espunge dal suo ragionamento il tema della violenza politica e delle pratiche illegali. È il software stesso del grillismo ad incepparsi sulla vicenda del “salva-Carige”, quel meccanismo politico, ideologico, culturale, per cui ogni provvedimento in materia di banche è un “regalo”, chiunque lo vari è un “amico” di banche e banchieri e per cui la necessità politica rivela sempre una certa opacità morale e una “connivenza” del Sistema, politico e finanziario, come è stato detto in questi anni sui salvataggi di Mps e delle Venete.
L’Antitrust smaschera il cartello delle finanziarie delle case auto: multa da 678 milioni
mercoledì, Gennaio 9th, 2019MILANO – Un’intesa tra le “finanziarie” che stanno dietro le case automobilistiche ed erogano i prestiti ai clienti che acquistano un’auto pagandola a rate, per concordare il tasso e le condizioni da offrire alterando di fatto il mercato e la libera scelta del consumatore di acquistare questa o quella vettura sfruttando anche una sana concorrenza sulle modalità di finanziamento. L’Antitrust ha staccato una multa record da 670 milioni di euro al termine di un’istruttoria che si è conclusa lo scorso 20 dicembre.
Di Battista e le giravolte del M5S: tutte le promesse non mantenute
mercoledì, Gennaio 9th, 2019Chiamatele giravolte, o dichiarazioni sfortunate, meglio ancora promesse tradite. Perché così suonano oggi tutti quegli annunci che Alessandro Di Battista, durante l’ultima campagna elettorale, gridava nelle piazze o postava in video indirizzati al Movimento.
Terrorismo, pentito della jihad fa scattare blitz: 8 fermi. “Rischiate un esercito di kamikaze in Italia”
mercoledì, Gennaio 9th, 2019di SALVO PALAZZOLO
Potenti gommoni continuano a viaggiare fra la Tunisia e Mazara del Vallo, trasportando uomini e sigarette di contrabbando. La procura di Palermo e i carabinieri del Ros hanno individuato l’ennesimo gruppo che gestisce i cosiddetti “sbarchi fantasma”. Nella notte sono scattati 8 provvedimenti di fermo, ma il capo dell’organizzazione resta latitante. E l’allerta è alta, perché il tunisino ricercato è accusato di aver fatto propaganda jihadista su Facebook. Gli viene contestato di aver “pubblicamente istigato a commettere più delitti in materia di terrorismo”. Il provvedimento è firmato dai sostituti procuratori Gery Ferrara e Claudia Ferrari, dal procuratore aggiunto Marzia Sabella.
E’ stato un pentito della “Jihad”, detenuto a Genova, a svelare i segreti dell’ultima organizzazione specializzata in viaggi veloci verso la Sicilia. “Voglio evitare che vi troviate un esercito di kamikaze in Italia”, così ha iniziato il suo racconto, due anni fa, offrendo nomi e numeri di telefono del gruppo. “Ritengo che alcuni terroristi possano giungere in Italia con il loro aiuto”.
Un altro conflitto con Parigi: Toninelli ricongela la Tav
mercoledì, Gennaio 9th, 2019Sempre più al centro della bufera. Il ministro per le infrastrutture, Danilo Toninelli, non riesce a uscire da un angolo dove, a dir la verità, è arrivato sulle sue gambe.
La notizia che ha scatenato un nuovo vortice di polemiche è la decisione, presa dal ministro, di congelare la Tav Lione-Torino. La Francia, insomma, per il ministro pentastellato, viene mantenuta a debita distanza. E, dopo le provocazioni del vicepremier Di Maio sui gilet gialli, questo secondo schiaffo renderà ancor più complessi i rapporti con i cugini transalpini. Soprattutto dopo che il comitato francese che sostiene la Tav ha pubblicato i dati sul traffico su gomma attraverso i valichi del Frejus e del Bianco. «Il boom del traffico dei mezzi pesanti tra la Francia e l’Italia, – spiega una nota del Comité pour la Transalpine Lyon-Turin – conferma l’assoluta necessità di questa infrastruttura: l’unica soluzione credibile per spostare in modo massiccio e durevole i tir dalla strada alla rotaia sul corridoio mediterraneo che collega la penisola iberica all’Europa centrale». Bastano pochi numeri, al Comitato per avvalorare la tesi: nel 2018 il tunnel stradale del Frejus ha registrato il passaggio di 786.285 camion (+ 7,2%) mentre in quello del Monte Bianco l’aumento è del 4,4% con 648.810 mezzi.
Fondo da 1,3 miliardi per salvare Banca Carige
mercoledì, Gennaio 9th, 2019Con le «misure urgenti» approvate lunedì sera dal Consiglio dei ministri, lo Stato mette in conto sulla carta tra garanzie e sottoscrizione di azioni, 1,3 miliardi per «salvare» Carige.
Lo si legge nel decreto bollinato in tarda sera dal Quirinale. Il testo approvato prevede due possibili interventi di cui l’istituto commissariato dalla Bce può avvalersi, come misure di ultima istanza. A questo scopo il governo ha stanziato un fondo di 1,3 miliardi di euro, di cui: 1 miliardo destinato alla sottoscrizione di azioni della banca genovese al fine di rafforzarne il patrimonio e 300 milioni per le garanzie concesse dallo Stato sulle passività di nuova emissione e sull’erogazione di liquidità di emergenza. Nel decreto vengono citati altri 3 miliardi che però non corrispondono ad alcuno stanziamento aggiuntivo da parte del governo, ma si riferiscono al limite nominale del valore dei bond sui quali può essere posta la garanzia, per i quali vengono stanziati 300 milioni di euro. I soldi serviranno per coprire le spese della sottoscrizione e acquisto di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale e delle garanzie concesse del Tesoro su eventuali bond che Carige dovrà emettere sul mercato per raccogliere liquidità in caso di emergenza. La ricapitalizzazione stimata è però di «solo» un miliardo. Lo Stato, tramite il ministero del Tesoro, è autorizzato a sottoscrivere o acquistare, entro sei mesi e nel limite massimo di un miliardo, azioni emesse da Carige. La garanzia statale verrà concessa fino al 30 giugno, rispettando così la disciplina europea in materia di aiuti di Stato, e appunto «fino a un valore nominale di 3 miliardi». Se questo «ombrello» non dovesse bastare, la seconda parte del decreto prevede il rimedio più estremo. Ovvero la «possibilità» di intervenire con una ricapitalizzazione precauzionale. «L’ipotesi è da considerarsi come del tutto residuale», hanno sottolineato i tre commissari straordinari di Carige. E nel decreto si legge anche che «gli strumenti di debito subordinato emessi da Carige risultano scaduti o estinti tranne che» per il bond da 320 milioni sottoscritto dallo Schema Volontario del Fondo interbancario. Due miliardi potrebbe essere recuperati tagliando per 1 miliardo i fondi multilaterali di sviluppo e al Fondo globale per l’ambiente, mentre il resto sarà prelevato dal Fondo per le garanzie concesse dallo Stato. In ogni caso per chiedere l’intervento dello Stato, Carige dovrà presentare a Bce e Bankitalia un piano di rafforzamento patrimoniale.
Sui migranti Conte si smarca e sfida Salvini
mercoledì, Gennaio 9th, 2019maria rosa tomasello roma
La tensione esplode dopo giorni di corrente sotterranea tra gli alleati di governo, quando in serata a prendere la scena è un durissimo scontro a distanza tra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Matteo Salvini sull’accoglienza ai migranti da 18 giorni in attesa di un porto sicuro sulle navi delle ong Sea Watch e Sea Eye. L’equilibrio già instabile vacilla come le barche sotto la spinta delle onde che montano al largo di Malta. Ospite a “Porta a Porta”, mentre a bordo la situazione diventa di ora in ora più drammatica, Conte sfida il titolare del Viminale chiedendo una svolta immediata: «Non ha più senso tenere in mare quelle persone. L’importante è farle sbarcare, stiamo sollecitando Malta perché le faccia arrivare a terra: c’è un limite a ogni politica di rigore» afferma, sottolineando che si tratta di un caso «eccezionale», con donne e bambini da oltre due settimane in mare: «Io, non volendo tradire la linea di coerenza del governo, penso che il sistema Italia possa sopportare poche donne e pochi bambini», dichiara, cercando in extremis di evitare lo strappo.
La Russia che piace in Europa
mercoledì, Gennaio 9th, 2019di Angelo Panebianco
Sarebbe una buona cosa se in questo 2019 gli europei si ponessero pubblicamente (entro i Parlamenti nazionali, negli organismi dell’Unione europea, sui mass media) il seguente interrogativo: quanto forte è destinato a diventare nei prossimi anni il «partito russo» in Europa? Sembra accertato che una conseguenza della congiuntura in atto (indebolimento dei legami interatlantici, crisi dell’Unione, insorgenza populista in alcune democrazie occidentali) sarà una maggiore influenza russa sul Vecchio Continente rispetto al passato. È solo apparentemente paradossale il fatto che sia la Russia, economicamente depressa e sottosviluppata (come ha efficacemente documentato Federico Fubini sul Corriere del 6 gennaio), anziché la Cina, una autentica grande potenza economica in ascesa, a poter trarre i maggiori benefici politici da uno stretto rapporto con l’Europa. La Cina ha capitali da investire ovunque, e li investe anche qui, ma è dubbio che i guadagni politici possano essere all’altezza degli investimenti economici. Dal momento che è troppo grande la distanza, sia geopolitica che culturale, che corre fra Cina e Europa. Diverso è il caso della Russia, nano economico ma anche grande potenza militare. La Russia, nel rapporto con l’Europa, dispone di tre vantaggi. Primo vantaggio: una vicinanza geopolitica tale per cui può usare la sua forza militare, se e quando occorre, per intimorire i deboli e divisi europei. Secondo vantaggio: una certa capacità di sfruttare politicamente il proprio ruolo di fornitore di energia. Terzo vantaggio: la possibilità di fare leva su solidarietà più o meno spontanee fra gli europei , forse altrettanto estese di quanto lo sia l’antiamericanismo, un sentimento fino ad oggi non maggioritario in Europa ma comunque , tradizionalmente, molto forte.