Archive for Gennaio 17th, 2019

La campagna elettorale più dura e euroscettica del Movimento

giovedì, Gennaio 17th, 2019

jacopo iacoboni

La campagna elettorale verso le europee è iniziata e – visto che qualcuno in Italia nutre ancora dubbi sulle modalità e i contenuti sui quali il Movimento vorrà condurla – si possono cominciare a mettere in fila alcune evidenze. L’ultima è questa. Gli eurodeputati del Movimento hanno appena rivolto un attacco molto duro e populista-euroscettico ai commissari Ue per i loro stipendi, che definiscono «esorbitanti»: «Sono uno schiaffo agli oltre cento milioni di poveri». Il capogruppo dei grillini, Ignazio Corrao, informa che il presidente della Commissione Juncker «percepisce il 138% dello stipendio del funzionario con più alto grado della Commissione e cioè 27.436,90 euro al mese», non risparmia ovviamente di nominare l’alto rappresentante per la politica estera, «Federica Mogherini, che percepisce 25.845,35, i vicepresidenti 24.852,26 euro al mese. E tutti gli altri commissari 22.852,26 euro al mese».

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Su quota 100 e reddito di cittadinanza due clausole di salvaguardia

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Luca Romano

Il decreto su quota 100 e sul reddito di cittadinanza di fatto è alle porte.

Il Consiglio dei Ministri nella serata dovrebbe dare il via libera al “decretone” che di fatto andrà a cambiare il sistema previdenziale e introdurrà il reddito di cittadinanza. Due misure chiave che di fatto costituiscono l’ossatura della manovra varata dall’esecutivo. Il governo, come annunciato dal ministro della P.A., Giulia Bongiorno avrebbe sciolto il nodo sul Tfr. Non ci sarà un differimento di pagamento per la pima tranche: il pensionato incasserà subito 30mila euro. Il tutto con un prestito i cui interessi per il 95 per cento saranno a carico dello Stato. Il 5 per cento invece sarà a a carico di chi lascia il lavoro. Ma sul fronte quota 100 e reddito di cittadinanza c’è una grossa novità. Secondo quanto riporta l’HuffPost verranno inserite nel decreto le clausole di salvaguardia che dovrebbero garantire l’equilibrio dei conti per l’attuazione di queste due misure. La clausola di salvaguardia deriva molto probabilmente da una mossa della Ragioneria dello Stato.

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Borse deboli, a Piazza Affari svettano Campari e Telecom. Spread verso 250

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di Chiara Di Cristofaro e Stefania Arcudi

Seduta senza scossoni e in leggero calo per le Borse europee (Parigi -0,34%, Francoforte -0,12%, Madrid -0,12% e Londra -0,3% circa) e investitori cauti, in attesa che si dipanino matasse complicate dal punto di vista economico e politico. Milano ha tenuto meglio delle altre piazze, chiudendo sulla parità (-0,04%), grazie anche al calo dello spread a 252 punti, dal rialzo a 256 in apertura. (segui qui l’andamento dei listini) .
Le piazze del Vecchio Continente risentono ancora una volta dell’incertezza per l’economia globale, innescata dai timori per un possibile rallentamento della congiuntura cinese. Non aiuta il calo di Wall Street: nonostante alcuni dati macroeconomici positivi, lo shutdown federale ancora in corso e la trimestrale deludente di Morgan Stanley raffreddano l’umore degli investitori. Inoltre, gli analisti di Mps Capital Services sottolineano anche che, secondo il presidente del comitato finanziario del Senato, Grassley, il presidente Trump avrebbe intenzione di proseguire con l’implementazione dei dazi sulle importazioni di auto. Infine restano alte le tensioni Usa –Cina sul caso Huawei: secondo una fonte anonima, la società cinese sarebbe sotto investigazione per sospetto furto di segreti commerciali e un’accusa formale potrebbe arrivare presto.
In più non è chiaro l’evolversi della situazione della Brexit, nonostante la fiducia incassata dal Governo May (per soli 19 voti) ieri in serata. Per adesso un accordo sembra ancora lontano e anche l’obiettivo di uno slittamento del termine del 29 marzo non è affatto scontato. La premier entro lunedì dovrà presentare al Parlamento un «piano B».

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Pd, primarie infuocate: polemiche sul doppio incarico di Zingaretti

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Roberto Bordi

Che nel Pd ci siano più litigi che in “Casa Vianello”, non è una novità.

Fino al giorno delle primarie che incoroneranno il nuovo segretario, sarà una campagna elettorale senza esclusione di colpi. Come quello che il senatore e responsabile della mozione Martina, Tommaso Nannicini, ha riservato al favorito numero 1, Nicola Zingaretti. “Il presidente della regione Lazio dovrebbe chiarire se manterrà il doppio incarico nel caso di vittoria alle primarie, o se la regione Lazio tornerà al voto con tutte le conseguenze che ne derivano. Non è un dettaglio di poco conto”, ha attaccato Nannicini. Non è un mistero che Martina e Zingaretti siano i candidati più credibili alla vittoria finale, ma il processo che porterà il 3 marzo all’apertura dei seggi si annuncia lungo e tempestoso.

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Berlusconi: “Ho deciso di candidarmi alle Europee”

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Raffaello Binelli

Torna in campo Silvio Berlusconi. Lo fa annunciando la propria candidatura alle prossime elezioni europee, in programma a maggio.

Lo dice lui stesso, appena sbarcato in Sardegna, per alcuni incontri in vista delle elezioni suppletive per un seggio alla Camera. “Noi rappresentiamo l‘idea liberale della politica – spiega Berlusconi – i valori e le idealità liberali, che oggi bisogna difendere in Italia, in Europa e nel mondo. Io ho deciso di presentarmi alle elezioni europee per portare in Europa la mia voce, per un’Europa che deve essere cambiata, con la difesa unita, per potersi sedere al tavolo delle altri potenze militari mondiali per decidere sulle situazioni che andranno all’esame. La nostra civiltà viene dalla Grecia, da Roma, dalla tradizione giudaico-cristiana. Se quest’Europa dovesse indebolirsi avremmo un mondo guidato dalla potenza cinese, che tra l’altro vuole conquistare anche l’Africa. Se vogliamo far guidare il mondo da un’idelogia che è completamente contraria alla nostra, io non ci sto. E alla mia bella età ho deciso, per senso di responsabilità, di andare in Europa dove manca il pensiero, il pensiero profondo sul futuro del mondo. Io sarò lì e prego Dio di darmi la forza di poter convincere tanti altri”.

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Governo, concluso il vertice di maggioranza sul maxi-decreto in vista del Cdm: “Il testo è pronto”

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Si è concluso il vertice di maggioranza sul maxi-decreto, contenente le norme su reddito di cittadinanza e quota 100, che nel pomeriggio approderà in Consiglio dei ministri. A Palazzo Chigi si sono riuniti il premier Giuseppe Conte e i suoi due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio per discutere di temi che vanno dagli statali al Tfr e agli invalidi. “Il testo è pronto, i nodi sono stati risolti”, ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.

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Pensioni, Tito Boeri fugge dal caos Inps: cosa rischiano i nostri assegni

giovedì, Gennaio 17th, 2019

di Antonio Castro

Tito Boeri, uno dei più sanguigni presidenti dell’Inps, saluta e se ne va. A dirla tutta l’incarico dell’economista scadrà a metà febbraio ma Boeri si “porta avanti” e comincia a salutare. E a dire la sua. Alla vigilia del varo del Reddito di cittadinanza – che secondo il governo interesserà 4.916.786 persone, vale a dire 1,73 milioni di nuclei familiari – e del lancio di Quota 100 (platea potenziale 350mila persone), Boeri si affretta a passare il testimone.

Leggi anche: Pensioni, brutta sorpresa. Chi resta a bocca asciutta: la “sorpresina” nel decreto

Tramite l’Inps passeranno milioni di nuove operazioni. Manca ancora la convenzione con i Centri di assistenza fiscale (Caf), che dovrebbero fare da primo vaglio per le richieste di Reddito. Le domande di pensionamento poi peseranno interamente sull’Istituto. Boeri – salutando il Consiglio di vigilanza – avverte che il lavoro per l’Isituto sarà più che impegnativo. E che il governo deve affrettarsi a nominare un nuovo presidente per dare all’Inps quella guida che serve in momenti simili. La scelta di una figura di raccordo tra l’anima grillina e quella leghista non è operazione facile. Basta considerare il pantano in cui è finita la maggioranza nel caso Consob, che da oltre 3 mesi non ha un presidente nonostante le rassicurazioni.
Se la nomina del numero uno dell’ autorità di vigilanza sulle società e la borsa ha provocato tanti problemi, bisogna immaginare quanti ne sorgeranno per la nomina del vertice Inps.

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E la fattura elettronica è già diventata una tassa

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Antonio Signorini

Roma – Un servizio aggiuntivo che il cliente paga, anche se non sa bene perché. Tra gli intoppi della fattura elettronica non poteva mancare lo scarico sui consumatori del costo del nuovo adempimento.

Le segnalazioni circolano da tempo in rete e ieri il Gazzettino di Venezia è entrato nello specifico e ha dato conto di più casi di benzinai che stanno chiedendo ai clienti una cifra extra nel caso in cui richiedano fattura, che è elettronica per forza. Non uno sol caso, ma un epidemia. C’è chi chiede un euro, tariffa fai da te più diffusa tra gli esercenti, chi si limita a 50 centesimi, ma anche chi ha chiesto ai clienti due euro per il disturbo.

Fai da te nordestino per fare fronte all’ennesimo adempimento fiscale. La fattura elettronica per le grandi aziende può essere solo un costo in più da mettere a bilancio, per un commerciante o un artigiano significa sottrarre tempo al lavoro. «Ce lo vedi un piccolo allevatore o un falegname delle nostre parti mettersi al computer e compilare il modulo per ogni vendita? Semplicemente aumenterà il nero», spiega un artigiano trentino.

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Rischio manovra correttiva Il governo si aggrappa alla Bce

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Antonio Signorini

I nodi relativi alla copertura sarebbero stati sciolti. Via libera dal ministero dell’Economia a reddito di cittadinanza e a «quota 100».

Ieri, a poche ore dal Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto varare le due misure bandiera di M5s e Lega i nodi tecnici da sciogliere erano quelli relativi ai disabili e al Tfs.

Sul trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici le ultime limature riguardano gli interessi sull’anticipo della liquidazione. Non sarà solo a carico dello Stato, come avrebbero voluto i leader della maggioranza Matteo Salvini e Luigi Di Maio e anche il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Il costo finanziario dell’anticipo sarà in parte anche a carico dello stesso pensionato che usufruirà di «quota 100», cioè dell’uscita dal lavoro a 62 anni con 38 di contributi. Sui disabili c’è il pressing della Lega per ottenere qualcosa in più.

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Bersani rivede l’era dell’austerity: “Servì a fare fuori me e Berlusconi”

giovedì, Gennaio 17th, 2019

Augusto Minzolini

«Le vittime dell’austerity? Berlusconi e il sottoscritto…». Alla buvette di Montecitorio l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ci mette un attimo a replicare alla domanda perché la risposta l’aveva già sulla bocca.

Pronta. Quel mea culpa dell’altro giorno di Jean-Claude Juncker – «l’austerity fu avventata» gli ha lasciato un sorriso amaro stampato in viso. Se poi a quella frase del presidente della Commissione Ue ci aggiungi le chiose dei vari Di Maio e Salvini, contro la politica del rigore di stampo europeo, il personaggio si morde le dita. Anche perché le parole di Bersani contengono una verità: il Cav fu il paladino, nel braccio di ferro che si innescò in Europa, dei fautori della ricetta dello sviluppo contro la politica dell’austerity, di cui furono artefici Angela Merkel e Nicolas Sarkozy; ne fece le spese e fu cacciato da Palazzo Chigi da un’operazione che ancora oggi definisce un colpo di Stato, ma riuscì ad evitare l’arrivo della politica del Fmi, che Juncker ha additato ancora ieri come responsabile dell’avvitamento greco. Bersani, contemporaneamente, costretto da Napolitano e soci, ad assecondare le indicazioni della Ue, per quella politica ha perso nel giro di qualche anno elezioni, segreteria del Pd e, addirittura, partito, visto che è stato costretto ad inventarsene un altro. Per una politica, oggi può dirlo, di cui non era per nulla convinto.

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