Archive for Gennaio 22nd, 2019

I timori sulla crescita frenano le Borse, Piazza Affari -1% con Tim ko

martedì, Gennaio 22nd, 2019

–di E. Micheli e P. Paronetto

Le preoccupazioni sulla tenuta della crescita economica globale, insieme ai nodi da sciogliere nella politica internazionale, dalla Brexit allo shutdown Usa, hanno penalizzato i listini azionari. Wall Street sta tirando il fiato dopo il rally di inizio anno, complice il taglio delle stime sull’andamento del Pil mondiale comunicato ieri dal Fondo monetario internazionale, mentre in Europa (qui gli indici principali) ha tenuto banco l’annuncio, da parte del commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici, di un’analoga revisione in arrivo da parte della stessa Unione europea. Sotto i riflettori c’è in particolare l’Italia, per cui l’Fmi stima una crescita del Pil limitata allo 0,6% nel 2019: previsione, analoga a quella già formulata dalla Banca d’Italia, che viene contestata dal Governo. Piazza Affari ha così perso l’1,03% sul FTSE MIB, facendo segnare una delle peggiori prestazioni tra i listini del Vecchio Continente. Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, pesante Telecom Italia (-6,2%), scesa a nuovi minimi dopo l’annuncio di risultati preliminari 2018 peggiori delle attese e alla luce dello scontro permanente tra i due principali azionisti, Elliott e Vivendi. Deboli le banche, mentre si conferma il trend positivo della Juventus Fc.

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Davide Casaleggio, ecco quanto incassa ogni mese il monarca M5s

martedì, Gennaio 22nd, 2019

di Azzurra Noemi Barbuto

Chiamare “riservatezza” il silenzio ieratico in cui vive abbottonato Davide Federico Dante Casaleggio, 43 anni, erede per vincolo di sangue – come si addice ai casati reali – di Gianroberto Casaleggio, cervello politico dei grillini che per conto loro non ne hanno, sarebbe una sorta di eufemismo. C’ è chi non parla per mancanza di contenuti poiché, qualora interloquisse, dissiperebbe ogni dubbio circa la sua stupidità; e c’ è chi tace per convenienza, dato che alcune cose è sempre meglio non farle sapere. Ma Davide, fondatore insieme a suo padre e presidente nonché tesoriere dell’ Associazione Rousseau a cui fanno capo e riferimento il M5S ed i suoi eletti, i quali per statuto hanno l’ obbligo di versare 300 euro mensili all’ associazione stessa per un totale di svariati milioni di euro a legislatura, resta muto in quanto, a suo dire, non si fida dei giornali. Quei mostri che garantiscono il pluralismo delle voci, il diritto dei cittadini ad essere informati, la libertà di espressione e robaccia simile.
Del resto, non è cosa nuova che il movimento da lui controllato a pieno titolo mediante l’ Associazione Rousseau mal digerisca la carta stampata e quei quotidiani che minaccia e di cui si augura il decesso Luigi Di Maio, portavoce dei cinquestelle che paragonato a Davide è un microbo anaerobico di cui, sempre per statuto, Casaleggio junior può liberarsi in un battito di ciglia. Persino Beppe Grillo è una nullità in confronto a colui che non parla e non si mostra: Davide Casaleggio. Quest’ ultimo ha anche il potere di rimuovere – sempre per statuto – il garante dei cinquestelle, ossia il comico genovese. Casaleggio può liberarsi di tutti ma nessuno può liberarsi di lui ed i grillini, papino incluso, non sono altro che sudditi riuniti intorno alla figura del loro monarca assoluto, l’ inafferrabile Davide I.

Leggi anche: Dibba-Di Maio, patto segreto con la benedizione di Casaleggio

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Il dl Salvini chiude i rubinetti ​per i migranti. E ora la Chiesa apre il portafogli

martedì, Gennaio 22nd, 2019

Giuseppe De Lorenzo

“In nome del Vangelo, chiediamo di non porre ostacoli, anche di natura legislativa, all’accoglienza”. Monsignor Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, si rivolgeva così al governo pochi giorni dopo Natale.

L’immigrazione è da tempo al centro del messaggio pastorale dei vescovi italiani e non è un mistero che la Chiesa (e la Caritas) non vedano di buon grado le riforme licenziate da Salvini&Co. Tutto legittimo. Ma se fino a oggi erano in sostanza gli italiani a saldare il conto della carità ecclesiale, grazie (o a causa) del dl Immigrazione lo Stato dovrà foraggiare meno strutture di accoglienza gestite dalla Chiesa.

Lo slancio solidale della Cei, infatti, permette ogni anno a migliaia di immigrati di godere delle strutture riservate ai richiedenti asilo e servizi di integrazione. Prestazioni dispendiose, che però nella maggior parte dei casi la Chiesa non ha finanziato con fondi propri, ma – come già rivelato dal Giornale.it – partecipando a bandi di accoglienza statali. Dunque utilizzando soldi pubblici.

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Salvini: “Lino Banfi all’Unesco? E allora Calà e Smaila?”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

Chiara Sarra

La scelta di Luigi Di Maio di far rapprentare l’Italia a Lino Banfi alla commissione italiana all’Unesco sembra aver colto un po’ di sorpresa l’altro vicepremier, Matteo Salvini, impegnato stamattina nel secondo sgombero della ex fabbrica della Penicillina a Roma.

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Brexit, Labour ai Comuni: “Pronti per un secondo referendum”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

LONDRA. Per la prima volta, nero su bianco, Jeremy Corbyn sostiene la richiesta di un secondo referendum sulla Brexit. Il leader Labour ha rotto gli indugi presentando un emendamento ieri notte alla Camera dei Comuni, insieme a tutto il gotha del suo partito. Una mossa quasi a sorpresa, vista la risaputa riluttanza di Corbyn su un’eventuale seconda consultazione popolare, da lui considerata sempre come ultima soluzione: prima vengono le elezioni e la possibile conquista di Downing St. Ma la pressione interna degli europeisti del Labour è cresciuta nelle ultime ore e quindi il leader laburista ha ufficializzato questa apertura per placarli.

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Lino Banfi rappresenterà l’Italia nella commissione italiana per l’Unesco

martedì, Gennaio 22nd, 2019

22 gennaio 2019 Ne approfittiamo per dare una notizia all’Italia che a me riempie di orgoglio: come governo abbiamo individuato il maestro Lino Banfi perché rappresenti l’Italia nella commissione italiana per l’Unesco. Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’Unesco”. Lo annuncia il ministro del Lavoro Luigi Di Maio all’evento M5s sul reddito di cittadinanza.

L’attore prende la parola sul palco e dice: “Basta con tutti questi plurilaureati nelle commissioni, io porterò un sorriso”.

REP.IT

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La grillina nella casa popolare con lo stipendio da onorevole

martedì, Gennaio 22nd, 2019

Paolo Bracalini

«Mi batto per il diritto a una casa per tutti che in Italia non c’è» furono le sue prime parole da neoeletta, o meglio neoripescata, nel collegio uninominale di Collegno per il M5s.

In effetti per il proprio diritto alla casa la grillina Celeste D’Arrando si è battuta eccome, prendendo una casa popolare al canone simbolico di 115 euro mensili, per lei e la mamma. Peccato che, da smemorata di Collegno, la deputata M5s si sia dimenticata di comunicare all’Agenzia territoriale per la Casa che nel frattempo il suo reddito era schizzato alle stelle, grazie allo stipendio da parlamentare conquistato avendo estratto il biglietto vincente alla lotteria di Casaleggio. Ma la D’Arrando, grande amica della sottosegretaria al Tesoro Laura Castelli e autrice della schedatura degli scienziati del Consiglio superiore di sanità per conto del ministro della Salute, si era già dimenticata di comunicare che il suo stipendio nel call center dove fa la «Formatrice» (prima faceva la badante) era passato nel 2016 a 13mila euro l’anno, invece dei 7.500 precedenti.

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Grillismo, primi pentiti

martedì, Gennaio 22nd, 2019

Augusto Minzolini

Sarà anche un piccolo segnale, anzi piccolissimo, ma il risultato delle elezioni suppletive per il seggio della Camera per sostituire il grillino Andrea Mura, che voleva fare il deputato andando per mare, è preoccupante.

Per tutti. Nessuno escluso. Anche l’alleanza incentrata sul Pd, che ha vinto e ha eletto Andrea Frailis, ha preso meno voti del 4 marzo in termini assoluti. Tutta colpa di un’affluenza alle urne che con il 15,54% (la volta scorsa era stata del 67%) segnala un’astensione da Guinness dei primati. Negativi. Significa che a Cagliari solo una persona e mezza su dieci crede nella democrazia rappresentativa, nelle istituzioni della Repubblica, nei partiti vecchi e nuovi.

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Le Regioni avvisano Di Maio: “Il reddito è fumoso e indefinito”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

PAOLO BARONI ROMA

Le Regioni temono che quando ad aprile scatterà l’operazione reddito di cittadinanza su di loro si scateni una specie di «tsunami», con milioni di persone che si rivolgono ai centri per l’impiego e gli sportelli del Collocamento che si trovano del tutto impreparati a reggere l’onda d’urto. A tre mesi dall’ultimo incontro gli assessori del Lavoro ieri sono così tornati al Mise per chiedere «rassicurazioni sui tempi e sulle modalità» di attuazione del piano del governo che, come è noto, dovrebbe decollare a breve. Sempre che il “decretone” venga pubblicato in gazzetta ufficiale, visto che il testo non è stato nemmeno inviato al Quirinale. Lo scoglio sarebbe sempre quello delle coperture: la Ragioneria starebbe infatti ancora verificando i calcoli prima di la necessaria “bollinatura”. Ci sono 10mila assunzioni da fare, 4 mila nei centri per l’impiego più 6mila navigatori in carico all’Anpal, ed il tempo non è sufficiente. «Si rischia il caos», avverte preoccupata la coordinatrice degli assessori regionali al Lavoro la toscana Cristina Grieco.

La risposta di Di Maio? «Massima disponibilità al confronto» per affrontare tutti i nodi, senza escludere – qualora servisse – la possibilità di modificare in qualche parte il decretone . «Il reddito è legge e si farà. La nostra grande sfida è portare a casa tutto il pacchetto nei tempi individuati» ha assicurato il vicepremier al termine dell’incontro.

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M5S, primi no sulle grandi opere. Rivolta in Calabria: “Tradimento”

martedì, Gennaio 22nd, 2019

ilario lombardo roma

«Sai cosa dicevano i 5 Stelle quando erano all’opposizione? Che era tutto uno spreco, un abuso, che con i soldi dei cittadini si arricchivano solo Astaldi e Impregilo. Ora che sono al governo, si girano dall’altra parte». A parlare è Tullio De Paola, uno dei portavoce dell’associazione Raspa che da anni contesta il progetto di ampliamento della statale 106 jonica, nell’Alto Jonio calabrese. Non se fare o meno l’opera, ma in che modo farla. La 106 è tristemente nota come «la strada della morte» per uno dei più alti tassi di mortalità per chilometro in Italia. Un’opera significativa, prevista del Piano per le infrastrutture, anticipato da La Stampa, che il ministro grillino Danilo Toninelli presenterà a giorni su input di Di Maio per dare corpo alla svolta sulle grandi opere. Una di quelle, come il terzo valico genovese, un tempo osteggiate e ora accettate in nome del Pil «Lo Stato non deve più temere gli investimenti in grandi opere per paura della corruzione – è stata la conferma di Di Maio – Ne abbiamo tante, il nostro fondo infrastrutture può andare anche verso quelle che aumentano lo sviluppo industriale. Su questo non sono ideologicamente contrario e non deve esserlo neanche il M5S». Intanto Alessandro Di Battista è stato mandato in tv contro la Tav e ieri ha rincarato la dose, proponendo di destinare i soldi al completamento della Asti-Cuneo. La strategia è definita: mentre si fa spasmodica l’attesa dell’analisi degli esperti che boccerà la Torino -Lione, Di Maio cerca di dare al M5S una nuova veste, per far dimenticare le battaglie dei No sposate ovunque in Italia e contemperare le promesse di crescita del governo ai principi ambientalisti delle lotte grilline contro le infrastrutture quando erano opposizione.

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