Archive for Gennaio 26th, 2019

Migranti, Grillo: “I 5 Stelle e la Lega vogliono impedire il mercimonio delle sofferenze”

sabato, Gennaio 26th, 2019

ROMA – Migranti, un endorsement all’asse tra Lega e 5Stelle. Arriva dal fondatore del Movimento, Beppe Grillo. “Sia noi che la Lega intendiamo impedire questo mercimonio della sofferenza. Puoi fare come Minniti che ha bloccato il varco senza dirlo esplicitamente.Oppure puoi impedire lo spaccio di false speranze e ridiscutere la questione a livello Ue. Il che significa anche graffiarsi un pò con la Francia, che non resiste ai suoi istinti colonialisti”. Così Grillo soffermandosi sul dossier migranti in un’intervista ad “America Oggi”.

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M5s vuole Salvini alla sbarra: “Diremo sì all’autorizzazione”

sabato, Gennaio 26th, 2019

Luca Romano

Il Movimento Ciqnue Stelle dichiara la sua linea sul caso Salvini-Diciotti.

I pentastellati diranno “Sì” all’autorizzazione a prcedere chiesta dal tribunale dei ministri. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia: “Sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini “la linea del Movimento 5 Stelle è chiara e credo che faccia bene a tutti, anche a Salvini, andare fino in fondo in questa storia”, ha affermato all’Adnkronos. Il sottosegretario grillino di fatto così apre la strada a scenari impreveidibili in Parlamento per il voto sul caso Diciotti. Dopo il pressing dei frondisti, ora arriva la posizione del sottosegretario che a quanto pare parla a nome del Movimento. E il titolare del Viminale è intervenuto proprio oggi sulla richiesta del tribunale dei ministri e ha respinto le voci di una possibile crisi di governo all’orizzonte: “Abbiamo tanto da fare, tanto da lavorare, tante tasse da abbassare, quindi non ci sono crisi, problemi dietro l’angolo, io sono assolutamente tranquillo”.

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Sea Watch, le carte del governo: pur di arrivare in Italia ha messo a rischio la vita degli immigrati

sabato, Gennaio 26th, 2019

di Alessandro Gonzato

Altro che operazione di salvataggio! I responsabili della nave olandese Sea Watch, con la loro condotta, hanno rischiato di mettere a repentaglio la vita dei 47 migranti a bordo. Le autorità di Amsterdam, stando a fonti governative italiane a stretto contatto con la Commissione Ue, pare che mercoledì – quando le condizioni meteorologiche come ampiamente previsto cominciavano a peggiorare e Sea Watch si trovava tra Lampedusa e la Tunisia – avessero comunicato al comandante dell’ imbarcazione di dirigersi verso il Paese nordafricano e di chiedere a Tunisi il permesso di attraccare.

Leggi anche: Sea Watch, l’Olanda prende per i fondelli l’Italia

Così del resto hanno fatto i pescherecci presenti nella medesima area della nave della Ong: le unità da pesca, nelle stesse ore in cui Sea Watch decideva di puntare la Sicilia orientale, per proteggersi hanno fatto rotta verso Zarzis, da cui distavano circa 75 miglia nautiche, e non verso la Sicilia, lontana 100 miglia da Lampedusa. Il centro di coordinamento della Guardia Costiera olandese, contattato ufficialmente da quello italiano, ha riferito di non aver dato alcuna disposizione a Sea Watch. Quest’ aspetto andrà chiarito al più presto.

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Gilet gialli, nuova protesta. Violenti scontri a Parigi

sabato, Gennaio 26th, 2019

Parigi, 26 gennaio 2019 – Nuovo sabato di protesta – l’11° consecutivo – dei gilet gialli e nuova guerriglia urbana nel cuore di Parigi. Violenti scontri si sono registrati alla Bastiglia, punto di incontro dei due principali cortei odierni nella capitale francese. Persone vestite di nero e con il passamontagna (probabilmente ‘casseur’)hanno preso d’assalto le strade attorno al quartiere, distruggendo barriere di cantieri e usandole come barricate. La polizia ha caricato nei pressi della stazione della metropolitana Breguet-Sabin e lanciato lacrimogeni. 

Gilet gialli, nuova protesta. Violenti scontri a Parigi
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Etna, eruzione oggi: cenere e lapilli. Stop all’aeroperto di Catania

sabato, Gennaio 26th, 2019
Il vulcano Etna durante l'eruzione del dicembre scorso (Ansa)

Catania, 26 gennaio 2019 – L’Etna torna a ruggire con ceneri, lapilli e forti boati dai crateri sommitali: oggi spettacolo quindi, ma anche disagi. E’ ripresa oggi infatti l’attività stromboliana sul vulcano. La Sac (Società di gestione dell’aeroporto di Catania) ha riunito l’Unità di crisi che ha disposto la chiusura dello spazio aereo.

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Perché non è finita

sabato, Gennaio 26th, 2019

Alessandro Sallusti

In queste ore Forza Italia compie 25 anni. Per un quarto di secolo il partito fondato da Silvio Berlusconi non solo è stato l’ago della bilancia della politica italiana, ma ne ha determinato un tale cambiamento formale e sostanziale che gli storici divideranno la storia recente del Paese in «prima» e «dopo» il suo avvento.

Il 1994 rappresentò una rivoluzione paragonabile soltanto a quella uscita dalle urne del 4 marzo. Anche allora il vento soffiò teso e a sorpresa alle spalle del nuovo che si candidava a sostituire di botto l’esistente, ma l’analogia tra Forza Italia-Berlusconi e Di Maio-Cinque Stelle-Salvini-Lega finisce lì. Forza Italia, sia pure con qualche goffo inciampo iniziale, si pose da subito come forza di governo responsabile nei confronti degli equilibri nazionali e internazionali. A differenza infatti dei Cinque Stelle partito in mano a un comico e a due disoccupati Forza Italia è stata fondata da un costruttore, per di più di grande esperienza. Per definizione un costruttore costruisce e non distrugge, include e non divide, sa che cosa può stare in piedi e cosa invece, pur piacendo al momento, non può avere lunga vita. È vero. Forza Italia non ha fatto tutto ciò che aveva promesso, ma neppure una volta ha fatto il suo contrario né ha permesso che altri lo facessero, come invece in questi mesi è capitato sia a Di Maio che, in misura minore, a Salvini.

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Le Iene dal papà di Di Battista: ha un lavoratore in nero. Il pentastellato: “Non lo sapevo”

sabato, Gennaio 26th, 2019

ROMA – Di Battista come Di Maio, ma anche come Renzi, nel mirino delle Iene. Per la stessa ragione: anche il padre dell’esponente pentastellato, rientrato in Italia per tornare nell’agone politico di casa nostra, ha al suo servizio un lavoratore in nero. Ed è lo stesso Alessandro Di Battista a parlarne su Facebook. “Questa mattina mi ha chiamato mio papà e mi ha detto che era stato avvicinato da Filippo Roma de ‘Le Iene’, che gli ha fatto delle domande in merito a una piccola impresa familiare che abbiamo. A un certo punto gli ha chiesto: ‘Ma lei ha o ha avuto un lavoratore in nero?’. Mio padre gli ha detto: ‘Sì'”.

“Per me ‘Le Iene’ fanno il loro mestiere, non me la sono mai presa – prosegue Di Battista -. Sono andati dal papà di Di Maio, di Renzi, da mio papà e lo dico senza polemica: adesso è pure tempo che possano trovare il coraggio per andare da Berlusconi”.

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Venezuela, l’Ue: “Elezioni libere o nuove azioni, anche su Guaidò presidente”. La Russia: “Colpo di stato degli Usa”

sabato, Gennaio 26th, 2019

MADRID – In Venezuela è in corso “un tentativo di golpe da parte degli Stati Uniti”. Alla riunione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata per discutere della crisi venezuelana, la Russia si schiera con durezza a fianco di Nicolas Maduro, alzando i toni dello scontro con Washington che ha riconosciuto il presidente pro tempore Juan Guaìdo e chiede nuove elezioni con il sostegno anche dell’Unione europea.

L’alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ha ribadito la posizione espressa già due giorni fa, sollecitando “con forza la tenuta urgente di elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili”. In mancanza di “un annuncio sull’organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni”, avverte Bruxelles, “l’Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese”.

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L’addio (forzato) a Parmalat e quella lezione al Paese

sabato, Gennaio 26th, 2019

Nicola Porro

La storia di Parmalat, la prima azienda agroalimentare italiana che impiega ancora mille collaboratori, dovrebbe svegliarci.

Come ben sapete, otto anni fa fu sfilata a Enrico Bondi, grazie ad un assegnuccio da 4 miliardi. A beccarsi la preda, fu un gruppo familiare francese. Oggi la famiglia Besnier, come ha scritto il Sole24 Ore un paio di giorni fa, ha intenzione di concludere l’opera: azzerare il quartier generale di Collecchio, patria di Tanzi, e spostare tutto a Laval, il villaggio francese da cui provengono. Trecento chilometri da Parigi e neanche 50mila anime. I Besnier non pubblicano bilanci, si fanno, raramente, vedere alla partita della loro squadra di serie B, non circolano molte foto che li ritraggono, sono ricchissimi e si portano tra pochi giorni tutto a casa. Parmalat non solo non sarà più quotata, pazienza, ma non esisterà più come entità giuridica: fusa in Lactalis. Che nel frattempo ha piazzato i suoi manager (tutti francesi) alla guida delle nove divisioni operative in cui verrà organizzato l’intero gruppo. Insomma, dopo otto anni, Parmalat anche formalmente non esisterà più. Fino ad ora i francesi hanno licenziato praticamente nessuno e probabilmente con la prossima riorganizzazione usciranno non più di un centinaio di persone (comunque il dieci per cento della forza lavoro italiana). Uno stile molto diverso da quanto hanno adottato le multinazionali, sempre francesi, della moda: hanno comprato una caterva di marchi italiani, senza spostare una virgola della loro italianità. Anzi sfruttandola al massimo sia nella produzione sia nello stile per affermarne il prestigio e il successo internazionale (anche se bisognerà accertare bene se non hanno fatto i furbetti con il fisco). Atteggiamenti padronali diversi, per settori che forse non sono comparabili: sulla moda ci sono margini cicciotti, sull’alimentare striminziti. Ma tant’è.

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Il video di Berlusconi “Sono tornato in campo L’Italia è in pericolo”

sabato, Gennaio 26th, 2019

Gian Maria De Francesco

«L’Italia è il Paese che amo. Con queste parole 25 anni fa mi rivolsi agli italiani per chiedere loro di unirsi a me per costruire un grande futuro».

Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha scelto lo stesso incipit del discorso del 1994 per lanciare un videomessaggio celebrativo del venticinquennale anni del partito che ha rivoluzionato lo scenario politico creando, di fatto, il centrodestra.

La necessità di riunire i moderati, però, è ancora attuale visto che la coabitazione al governo della Lega con i grillini ha determinato una crisi d’identità in tutta quell’area sociale e ideale che Berlusconi aveva portato a sintesi. Ed è proprio nei pentastellati e nella natura eversiva della formazione guidata da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio che il Cavaliere individua la ragione del suo ritorno a tempo pieno nell’agone politico. «Scesi in campo per evitare che il Paese cadesse in mano di una sinistra ancora comunista», ha proseguito evidenziando che il primo avversario è stato sconfitto, ma uno nuovo e più temibile ne ha preso il posto. «Oggi quella sinistra non esiste più, ma il mio senso di responsabilità mi induce ancora una volta a scendere in campo per le prossime elezioni europee perché, di nuovo, il nostro paese corre un pericolo molto grave. Il Movimento 5 Stelle è una forza politica che è certamente moderna nell’uso degli strumenti di comunicazione ma vecchissima nelle idee, nei contenuti, nelle proposte».

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