Archive for Febbraio 11th, 2019

Televoto contro élite, Sanremo si spacca: le giurie ribaltano la volontà popolare

lunedì, Febbraio 11th, 2019

luca dondoni sanremo

Ancora una volta il Festival è riuscito a colpire il bersaglio confermando quella che è la sua missione dal 1951: raccontarci, attraverso le canzoni, i cambiamenti del Paese. Ma quella di sabato è stata una notte diversa dalle altre: deflagrante come può essere solo con una platea che coinvolge uno spettatore televisivo su due è esploso il conflitto tra volontà popolare e potere delle élite. Lo specchio di ciò che accade nelle diatribe e negli scambi di cortesie fra le varie fazioni politiche o, addirittura, fra gli alleati di chi governa il Paese? Senz’altro. Con la vittoria della canzone «Soldi» di Mahmood, un ragazzo italiano nato e cresciuto al Gratosoglio, Milano, che in molti vorrebbero straniero a casa sua, le polemiche infiammano i social network ma testimoniano la rivoluzione ormai in corso.

L’analisi finale con lo scorporo dei voti espressi dalle tre giurie, Televoto, D’Onore e Sala Stampa, ha sottolineato la differenza fra ciò che piace alla gente che non si occupa a tempo pieno di musica e coloro che per mestiere la ascoltano tutti i giorni. Sia la giuria della Sala Stampa che quella d’Onore hanno votato allo stesso modo con Mahmood al primo posto, Ultimo al secondo e il Volo al terzo. Ebbene, per il Televoto le posizioni erano esattamente ribaltate. Per i telespettatori Ultimo avrebbe vinto il Festival, i tre ragazzi de Il Volo sarebbero arrivati secondi e Mahmood al terzo.

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Usare l’oro della Banca d’Italia, la tentazione di Lega e M5S

lunedì, Febbraio 11th, 2019

ilario lombardo roma

C’è un video che gira dal 2014 e che immortala la deputata del M5S Carla Ruocco durante un’audizione in commissione alla Camera mentre chiede a Ignazio Visco: «Dov’è finito l’oro della Banca d’Italia?». Il governatore non sa cosa rispondere e imbarazzato per la domanda ride prima di replicare l’ovvio: «E’ in Banca d’Italia», aggiungendo: «La Banca è un’istituzione seria». A Visco quello scambio di battute che gli sarà parso quantomeno strambo è quasi certamente tornato in mente in questi giorni di fronte all’insistente indiscrezione che rimbalza da ambienti finanziari e che spiegherebbe una delle ragioni dell’assalto del governo ai vertici di Via Nazionale. L’idea dei gialloverdi sarebbe quella di usare una parte delle riserve auree per dirottarle sulla spesa, evitando così una manovra correttiva e l’aumento dell’Iva nella legge di Bilancio del prossimo anno, esito che nell’esecutivo cominciano a considerare scontato se la crescita continuerà a essere così rallentata.

A rafforzare i timori che siano queste le intenzioni dei grillo-leghisti sono due elementi apparsi negli ultimi mesi, in piena sessione di Bilancio, e tornati prepotentemente all’attenzione in queste ore. Un post nel Blog personale di Beppe Grillo e una legge firmata dall’economista no-euro, presidente della commissione Bilancio della Camera in quota Lega, Claudio Borghi. Entrambi sono finiti sulla scrivania del governatore e del direttore generale di Bankitalia. Per articoli di qualità e senza pubblicità, unisciti a noi

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Al Quirinale scatta l’allarme ma Conte non risponde

lunedì, Febbraio 11th, 2019

Roberto Scafuri

Per essere «un anno bellissimo», così come pronosticato dall’ardito premier Giuseppe Conte, questo 2019 va nient’affatto male.

Recessione, calo delle stime di crescita, sostegno a Maduro in Venezuela, guerra diplomatica con la Francia. Ciliegina sulla torta di questi primi «formidabili» due mesi, l’irrituale richiesta di «azzeramento» dei vertici Bankitalia. Più che irrituale, richiesta «incredibile» proprio in virtù della sua «irricevibilità», considerato l’ambito di indipendenza assegnato ex lege alla Banca centrale. Certo: ogni legge si può cambiare, eppure resta la volontà manifesta (meglio: mediatica) dello «strappo», se non proprio della «spallata». Una situazione di imbarazzo che investe direttamente il Quirinale, ancora una volta chiamato a elaborare prudenti strategie di «disinnesco». Prive però, almeno per ora, delle due risorse impiegate con (alterna) fortuna fino a questo momento.

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La dittatura dell’ignoranza

lunedì, Febbraio 11th, 2019

Francesco Alberoni

L’altra sera ho assistito ad un dibattito televisivo che mi ha molto impressionato. Non dirò dove l’ho visto, ma sarebbe potuto avvenire su qualunque rete.

Erano presenti quattro persone, due grandi giornalisti esperti di economia e due donne (ma potevano essere due uomini) che non ne sapevano niente, assolutamente niente.

Il risultato è stato che le persone che non sapevano niente sono riuscite a surclassare, rendere muti, quelli che sapevano. In che modo? Gridando le loro stupidaggini come verità incontrovertibili e scartando tutte le obiezioni serie con un gesto di rifiuto. Poi citavano fatti inesistenti, cifre inventate, con la sicurezza dogmatica che solo l’ignorante fanatico può avere. Ripetevano slogan detti dai loro capi, luoghi comuni che circolano su internet dove ciascuno racconta le frottole che vuole. Ed ho pensato che il popolo da solo non può governarsi perché da solo finisce in balia di demagoghi spregiudicati, di fanatici, talvolta di squilibrati e viene istupidito con menzogne, false notizie. Come è successo col comunismo, col nazismo e col fascismo.

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Elezioni Abruzzo, vento sovranista

lunedì, Febbraio 11th, 2019

Detta in estrema sintesi: Salvini raddoppia, Di Maio dimezza, Giovanni Legnini risuscita il centrosinistra (nascondendo il Pd). L’Abruzzo, dopo il primo anno di governo, diventa “sovranista”. È un dato storico per la regione che è sempre stata un “latifondo” bianco, feudo democristiano di Gaspari e Natali, conservatrice nello spirito e poco avvezza alle avventure. Dove, anche nella seconda Repubblica, le elezioni si sono sempre vinte “al centro”, alla conquista del consenso dei moderati.

Dato che a livello nazionale indica, dopo mesi di sondaggi, un clamoroso ribaltamento dei rapporti di forza rispetto al 4 marzo. La Lega, appunto, raddoppia. Dal 13,8 delle scorse politiche al 27,3. I Cinque Stelle dimezzano, passando dal 40 (oltre il doppio della Lega un anno fa) al 20 per cento. E questo è il primo dato, nell’ambito del derby tra i due partner di governo. Parliamoci chiaro: la notizia è, innanzitutto, la crisi dei Cinque Stelle che perdono le elezioni dopo una campagna gestita in prima persona dai loro leader nazionali, che proprio dall’Abruzzo hanno impresso una torsione di lotta all’azione politica del Movimento su Tav, Diciotti, Macron, gilet gialli, recupero di un linguaggio da bettola. Sconfitta ancora più significativa perché arriva dopo il varo della “madre di tutte le misure” fatta apposta per il sud, il reddito di cittadinanza celebrato con una “card” presentata sotto una teca neanche fosse una reliquia, solo qualche giorno fa. È vero: storicamente il Movimento è sempre stato più debole alle amministrative rispetto alle politiche. È accaduto, solo qualche mese fa, in Molise e Friuli. Accadde proprio in Abruzzo nel 2014, quando nello stesso giorno l’M5s prese il 29 alle Europee e il 21 alle regionali (sempre con Sara Marcozzi candidata), però questo è il primo test che arriva col Movimento al governo. E con la scelta di “politicizzarlo” come un test nazionale, proprio da parte del suo leader Luigi Di Maio, massicciamente disceso in campo in prima persona.

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Soldi, formazione, orari: ecco cosa lega (o fa scappare) gli italiani al posto di lavoro

lunedì, Febbraio 11th, 2019

di RAFFAELE RICCIARDI

Lo stipendio resta una ragione fondamentale per cambiare lavoro, ma ci sono anche altre leve che le aziende possono attivare per attirare i migliori talenti. Anche perché, in un panorama di grande insoddisfazione circa le buste paga, i responsabili delle risorse umane possono andare a toccare altri tasti.

E’ un approfondimento contenuto nel rapporto Salary Satisfaction dell’Osservatorio JobPricing, del quale Repubblica.it ha pubblicato la prima parte relativa alla pagella degli italiani al proprio pacchetto retributivo, a fare chiarezza su quali siano i motivi per cambiare lavoro o non cambiarlo, aggiungendo la riflessione su quali sono i ‘benefit’ che si vorrebbero ricevere rinunciando addirittura a una mensilità di stipendio.

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I fattori più importanti per cambiare lavoro

Alla richiesta di indicare tre elementi per i quali cambierebbero il posto di lavoro, gli italiani indicano che la retribuzione fissa resta il fattore decisivo: viene indicato in sette casi su dieci. Ed è un parametro che ‘pesa’ alla stessa maniera per tutti, dai dirigenti fino agli impiegati. Cambia un poco il discorso quando si parla di parte variabile dello stipendio, tema al quale risultano più sensibili (anche perché vi sono più avvezzi) gli inquadramenti più elevati: è importante per più di quattro quadri o dirigenti su dieci, si scende sotto i tre su dieci per gli operai.

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Sardegna, la protesta dei pastori contro il prezzo del latte: “Bloccheremo i seggi elettorali”

lunedì, Febbraio 11th, 2019

di CRISTINA NADOTTI

Le proteste dei pastori sardi, che lamentano un prezzo troppo basso per il latte ovino e caprino, non si fermano nonostante le prime denunce. Dopo le manifestazioni clamorose di sabato, che hanno avuto visibilità nazionale grazie al coinvolgimento dei giocatori del Cagliari calcio, oggi i pastori hanno lanciato un ultimatum alle istituzioni: se non si troverà una soluzione in pochi giorni alla vertenza sul prezzo del latte, i manifestanti bloccheranno i seggi in tutta la Sardegna per le elezioni regionali di domenica 24 febbraio.

“Se entro pochi giorni non si trovano soluzioni per il nostro settore – annuncia il coordinamento dei pastori – bloccheremo la Sardegna il 24 febbraio, il giorno delle votazioni. Non entrerà nessuno a votare: non è che non andiamo a votare, non voterà nessuno, blocchiamo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

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Voto Abruzzo, Marsilio (Fdi) neo governatore: “Ricostruzione è priorità. M5S ha 5 anni per imparare almeno a fare opposizione”

lunedì, Febbraio 11th, 2019

Sfiora quasi il 50% la lista elettorale del candidato di centrodestra di Marco Marsilio, risultato che gli consente di diventare il neo governatore della Regione Abruzzo. Ruolo chiave nella vittoria ha avuto il partito della Lega, che ha ottenuto oltre 28 punti percentuali. “I rapporti con Salvini sono ottimi – ha dichiarato Marsilio-. È chiaro che la Lega avrà un ruolo fondamentale nella composizione della giunta regionale.

Non so se questo avrà ripercussioni a livello nazionale, ma sicuramente questo voto attesta che il centrodestra unito è la scelta vincente”. E quale sarà la priorità per l’Abruzzo? “Senza dubbio la ricostruzione – afferma Marsilio -. Voglio ridare alle persone ancora senza casa un tetto sopra la testa”. E su M5S aggiunge: “Se i risultati saranno confermati, avranno 5 anni per imparare almeno a fare opposizione. Ora pretenderò i soldi per l’alta velocità sulla Roma- Pescara”.

di Camilla Romana Bruno

REPTV

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Tria: “Lʼindipendenza di Bankitalia va difesa”

lunedì, Febbraio 11th, 2019

L’indipendenza di Bankitalia “va difesa, mi sono già espresso“. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Il suo intervento arriva all’indomani delle dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e quello dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che avevano chiesto esplicitamente “discontinuità” alla guida dell’Istituto.

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Regionali Abruzzo, Marsilio (centrodestra) verso la presidenza | Lega primo partito

lunedì, Febbraio 11th, 2019

Si prospetta una vittoria con un ampio margine quella del centrodestra alle Regionali in Abruzzo. Con il 50% circa dei voti scrutinati, il candidato presidente per il centrodestra Marco Marsilio è avanti con il 49,48%.Seguono il candidato del centrosinistra Giovanni Legnini con il 31,96% e quella del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi con il 18,03%. Lega primo partito con il 28,90%.

Marsilio: “Daremo all’Abruzzo il futuro che si merita” – “Con questa squadra daremo un futuro all’Abruzzo come meritano gli abruzzesi. Ringrazio tutti i partiti della coalizione con cui abbiamo fatto un lavoro straordinario”. Sono le prime parole pronunciate da Marco Marsilio, che, appena arrivato al comitato elettorale di Pescara, ha commentato i dati che lo danno in netto vantaggio.

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