di LIANA MILELLA
S ulla nuova legittima difesa ormai è questione di qualche settimana. Eventuale crisi sul caso Diciotti permettendo. Salvini non ha dubbi, al punto che ieri, nel suo tour elettorale in Sardegna, assicurava che “il sacrosanto diritto di difendersi sarà realtà a marzo, non siamo lontani”. Il primo passo si consuma oggi alla Camera, dov’è prevista la discussione generale dei nuovi articoli 52 e 55 del codice penale, regole per la “difesa legittima” il 52, regole per l’eccesso colposo il 55. Un paio di avverbi ed aggettivi – la difesa è “sempre” legittima ed è consentita se la vittima si trova “in stato di grave turbamento” – dovrebbero consentire, secondo il Salvini pensiero, ad evitare indagini e processi, e garantire un passe-partout di insindacabilità per colui che, nel proprio domicilio, cerca di difendersi dalla presenza di un rapinatore, sia esso armato, o anche privo di armi.
Perché la novità è proprio questa: perde di peso l’equilibrio finora esistente tra il peso dell’offesa e quello della difesa, tutto a vantaggio della seconda. Com’era stato raggiunto nella legge del 2006, premier Berlusconi, Guardasigilli il leghista Castelli. Perché la vittima, l’inquilino che si trova a casa improvvisamente un ladro non può avere in tempo, e non è tantomeno nelle condizioni di stabilire, in pochi attimi, se si tratta di una persona armata, e quindi particolarmente pericolosa, oppure di una presenza più innocua. Suo sarà, secondo la nuova legge, “sempre” e comunque il diritto di difendersi anche a mano armata. Per via del “grave” stato di turbamento in cui si trova.