Archive for Febbraio, 2019

La cenere nel forno

sabato, Febbraio 16th, 2019

di BRUNO VESPA

Andreotti aveva due forni, uno socialista, l’altro comunista, aperti solo a Roma. Anche Craxi ne aveva due, più piccoli: uno a Roma con la Dc, uno nelle ‘regioni rosse’ con il Pci. Anche Salvini ha due forni: quello regionale con Berlusconi e Meloni è più importante del forno regionale craxiano. Il centrodestra governa insieme in otto regioni ed è in pole position in altre tre. Il forno romano con Di Maio è apparentemente inespugnabile. Apparentemente. Il futuro politico italiano sta in questo avverbio. Nessuno si aspettava che lo shock del voto abruzzese fosse così forte per i 5 Stelle. Il problema è che l’Abruzzo si tira dietro Sardegna, Basilicata e Piemonte dove i sondaggi collocano il Movimento al terzo posto, chiunque conquisti la regione. E alle elezioni europee del 26 maggio la distanza della Lega dai suoi alleati di governo varia nelle previsioni tra i cinque e i nove punti. Tutto può accadere, naturalmente. Ma i risultati abruzzesi e le previsioni sul resto sono stati sufficienti ad aprire nel M5s una crisi di sistema. 

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I passi verso una controriforma fiscale

sabato, Febbraio 16th, 2019

I pentaleghisti al governo sembra facciano a gara nello sfondare il muro del ridicolo, lanciando a destra e a manca valutazioni, meglio sarebbe dire tweet, del tutto inattendibili sullo stato di salute del nostro Paese.

Una simile sfacciataggine comunicativa costituisce l’altra faccia della medaglia dell’economia della promessa, dove il presente è bigio ma un’alba rosea sarebbe dietro l’angolo (vedi l’ultima intervista di Conte alla Repubblica).

Così non è, come testimoniano tutti gli istituti di ricerca economica, i centri studi delle principali organizzazioni sindacali, quelli delle associazioni padronali a livello internazionale e interno. Insomma vi è una convergenza da più parti, politiche e sociali, nel descrivere un futuro particolarmente negativo per il nostro Paese, in quadro affatto felice dell’economia mondiale, di nuovo afflitta da una bolla finanziaria di gigantesche proporzioni.

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Matteo&Matteo

sabato, Febbraio 16th, 2019

Nella disperazione del momento, c’è chi prepara ricette per l’osteria del proprio avvenire, di pietanze fino a poco tempo fa considerate indigeribili. Ma, dicevamo, la disperazione del mondo renziano porta alla ricerca di un modo per risuscitare, quando sarà, fuori dal Pd. Andiamo al dunque. Il tema è: c’è un terreno possibile di confronto tra chi si riconosce in Renzi e la Lega, semmai dovesse crollare tutto?

La domanda, fino a poco tempo, sarebbe sembrata fantapolitica. Adesso è una suggestione, una “chiacchiera”, che avanza in mondi e persone che hanno sostenuto Renzi e che ragionano su come dar forma al suo nuovo inizio. Come il direttore del Foglio che, qualche tempo fa, elencò tutti i punti di una possibile convergenza: tav, tap, grandi opere, trivelle, taglio delle tasse, eccetera eccetera: “E se alla fine – si chiedeva Cerasa – la salvezza del paese passasse da un magnifico accordo tra la Lega e il Pd? Ovverosia: fare un patto, quando sarà necessario, per rendere impossibile la nascita di una maggioranza alternativa a quella attuale, nel caso in cui questa maggioranza dovesse collassare”.

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Paura di perdere il tesoretto Inps

sabato, Febbraio 16th, 2019

Costretti a scaricare l’ex interlocutore Chalencon, troppo eversivo per essere gilet giallo affidabile. Sotto pressione sul dossier autonomie. Ma è sul “tesoretto” Inps, chiave di volta della misura simbolo – il reddito di cittadinanza – che i 5 stelle rischiano di pagare il pegno peggiore. Il docente di politica economica Pasquale Tridico, la figura scelta per sostituire Boeri, era la chiusura del cerchio proprio in quanto inventore del Rdc. Ma a pochi giorni dal voto in Abruzzo l’obiettivo sembra sfuggire di mano.

Di qui i piedi puntati per non restare a mani vuote. Anche mettendo in conto una soluzione sterilizzata, seppure a tempo: sarebbe, comunque, il male minore. Il rush finale delliennesimo round tra 5 stelle e Lega sulle nomine, quello per la presidenza dell’Inps, registra una necessità politica forte tra I pentastellati: se il proprio candidato non va bene al Carroccio allora si va avanti con un commissario traghettatore. Troppo vicino il ricordo di come è andata a finire un’altra partita cruciale, quella per la poltrona più alta della Consob. Sembrava tutto fatto per il profilo scelto dai grillini, ma alla fine la scelta è ricaduta su Paolo Savona, l’uomo che il segretario della Lega voleva al Tesoro. La strategia cambia: allungare I tempi della trattativa politica. Lo stallo come strumento di pressione. Perché – spiega una fonte del partito di primo livello – “Tridico non può fare la fine di Minenna”.

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Caso Diciotti, lunedì il voto online dei 5Stelle sul processo a Salvini

sabato, Febbraio 16th, 2019

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Domenica l’annuncio sul blog delle Stelle. Lunedì – o addirittura domenica stessa – il voto sulla piattaforma Rousseau. Come anticipato oggi da Repubblica, il Movimento 5 Stelle proverà a uscire dall’impasse della decisione sul processo a Matteo Salvini sul caso Diciotti ricorrendo alla consultazione online.

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M5S, Cade un altro tabù: via al limite dei due mandati. E su Salvini si deciderà online

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Borse volano con «progressi» Usa-Cina e apertura Bce a sostegno banche

venerdì, Febbraio 15th, 2019

di P. Paronetto e A. Fontana

I «progressi» nei negoziati Usa-Cina sul commercio e l’apertura della Bce a nuove misure di supporto per l’attività bancaria hanno spinto tutte le Borse europee (segui qui l’andamento) che hanno chiuso la settimana con guadagni vicini al 2%. Piazza Affari, dopo una partenza timida, ha guadagnato l’1,9% nel FTSE MIB, segnando i nuovi massimi da metà ottobre sopra quota 20mila punti, spinto da tutto il settore bancario. Wall Street è vivace, in particolare nell’indice Dow Jones.

Tra i titoli milanesi a maggiore capitalizzazione, +6,4% per Telecom Italia dopo che ieri la Cdp ha annunciato di essere pronta a rafforzare la propria partecipazione: secondo indiscrezioni di stampa la Cassa potrebbe raddoppiare la quota portandosi attorno al 10%.Brillante Eni dopo i conti 2018: +2,3%. Bene anche Saipem grazie alla corsa del petrolio, mentre Pirelli & C ha invertito la rotta e guadagna terreno dopo un avvio in rosso. Nel comparto delle banche le performance migliori con Banco Bpm(+6,9%), Unicredit(+5,2%) e Ubi(+5%).

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Confiscati beni per oltre 9 milioni di euro allʼex tesoriere della Margherita

venerdì, Febbraio 15th, 2019

Confiscati dalle Fiamme Gialle di Roma all’ex parlamentare e tesoriere della Margherita Luigi Lusi beni mobiliari e immobiliari per un valore di oltre 9 milioni di euro. Lusi è stato condannato in via definitiva per appropriazione indebita nel dicembre 2017.

Tra i beni confiscati ci sono quote sociali e l’intero patrimonio aziendale di una società di capitali, una villa a Genzano di Roma, del valore di circa 4,1 milioni di euro, 6 appartamenti, 1 box e 1 terreno ubicati a Roma e in provincia de L’Aquila, per un valore complessivo di circa 3,7 milioni di euro. E ancora:conti correnti, polizze assicurative e fondi d’investimento per circa 1,3 milioni di euro.

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Europee, Di Maio presenta 4 alleati del M5s e “scarica” Christophe Chalençon

venerdì, Febbraio 15th, 2019

Luigi di Maio ha presentato a Roma quattro alleati del M5s in vista delle Europee: si tratta dei croati di Zivi Zid, dei polacchi di Kukuz’15, dei finlandesi di Liike Nyt e dei greci di Akkel. La volontà del vicepremier è quella di formare un gruppo autonomo che sia “ago della bilancia” a Strasburgo. “Abbiamo contatti con altre forze che si uniranno presto”, ha detto Di Maio, che però “scarica” Christophe Chalençon, uno dei leader dei gilet gialli.

“No a chi invoca la lotta armata” – Parlando dei capi della rivolta gialla in Francia e delle ultime dichiarazioni di Christophe Chalençon, Di Maio ha affermato che “c’è una interlocuzione con questa realtà complessa, ma non abbiamo intenzione di dialogare con chi parla di guerra civile e di lotta armata”. Durante un’intervista, Chalençon ha infatti evocato un colpo di Stato asserendo: “Arriveremo al limite della guerra civile, imbracceremo le armi per rovesciare il governo, Emmanuel Macron dovrà piegarsi ai militari”.

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Autonomie regionali, le due Italie. Governatori del Nord in pressing, preoccupazioni al centro-sud

venerdì, Febbraio 15th, 2019

La riforma delle autonomie regionali divide la politica, ma spacca il Paese in due Italie. Da una parte ci sono i governatori delle regioni settentrionali che pressano l’esecutivo affinché dia il via libera al testo messo a punto dalla ministra leghista Erika Stefani; dall’altra i governatori del centro-sud che temono di essere penalizzati e si preparano a resistere. Con la Lega favorevole e i 5 Stelle contrari, sul testo è mancata l’intesa in Consiglio dei ministri, Matteo Salvini ha chiesto un chiarimento politico.

Secondo la ministra Stefani si sta creando un “allarmismo infondato”, perché “ribadiamo il nostro totale rispetto del percorso indicato dalla Costituzione, dei livelli essenziali delle prestazioni e dei bisogni di tutti i territori. Non toglieremo niente a nessuno. Preciso anche che un coinvolgimento condiviso del Parlamento ci sarà. Autonomia significa responsabilizzazione degli amministratori locali. Noi vogliamo avvicinare il più possibile le decisioni ai cittadini. Comprendo i timori per la novità, ma non dobbiamo avere paura di cambiare per trovare le soluzioni migliori per risolvere problemi che oggi sono oggettivi”.

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La giostra degli incapaci

venerdì, Febbraio 15th, 2019

Alessandro Sallusti

Se abbiamo capito bene, questo governo vuole chiudere i negozi la domenica, ma anche no, visto che la tanto proclamata legge ieri è stata azzerata.

Non solo. Ieri abbiamo annunciato su questa prima pagina il varo della riforma per dare l’autonomia fiscale al Nord, ma oggi scopriamo, al termine del Consiglio dei ministri, che non è proprio così, al massimo «se ne può discutere». Non parliamo della Tav: si fa sicuramente o non si fa certamente a ore alterne, dipende da quale dei ministri parla o twitta. E poi il reddito di cittadinanza, che c’è, ma non ancora (mancano i decreti e le strutture per farlo funzionare). Non solo. Bankitalia è indipendente (Mattarella), ma solo fino a un certo punto (Di Maio). E in politica estera è la stessa musica. Il dittatore venezuelano Maduro, la scorsa settimana era amico dell’Italia, da ieri è un nemico da deporre. Per non parlare di Macron: un pezzo del governo (Cinque Stelle) giudica il capo dell’Eliseo un cretino da abbattere, per l’altro pezzo (Lega) è solo un percolo, ma per il nostro capo dello Stato è un grande statista e illustre amico che presto sarà ricevuto al Quirinale con tutti gli onori.

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