L’Italia ha dato molto all’Unione Europea:
solo nel 2017, circa 4,4 miliardi in più di quanto abbia ricevuto da
Bruxelles. Nel 2016, ha avuto 11,5 miliardi ma ne ha sborsati 13,9. E fra il 2011 e il 2017, ha accumulato in tutto 36,1 miliardi di saldi negativi.
Nello sbilancio tra il dare e l’avere, l’Italia arriva quarta, dopo la
Germania, il Regno Unito e la Francia. Ma chi decide «quanto» dare e
«quanto» avere?
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio a Termini Imerese,
per comunicare, come aveva promesso, la proroga della cassa integrazione
a 600 lavoratori della Blutec (l’azienda che ha rilevato lo
stabilimento ex Fiat) rimasti scoperti dallo scorso 31 dicembre. Il
ministro dell’Interno entra nel carcere di Novate a Piacenza per
incontrare Angelo Peveri, l’imprenditore condannato a quattro anni e sei
mesi per avere sparato a un ladro che era entrato nel suo cantiere. I
due vicepremier osservano a loro modo il silenzio elettorale, ma le due
uscite di ieri sono servite a marcarsi a vicenda su terreni legati alle
competenze del loro dicastero. Il leader della Lega, secondo
l’opposizione, lo fa in maniera poco ortodossa: è pur sempre il
responsabile del Viminale che incontra una persona giudicata e
condannata dalla Cassazione, comunque si giudichi il gesto di Peveri. Il
ministro leghista allergico alle forme anzi utilizza questo caso per
mettere al centro del dibattito politico quello che sarà il suo cavallo
di battaglia nella campagna elettorale per le Europee, la legittima
difesa. Una legittima difesa sempre e comunque, proprio come è accaduto
all’imprenditore piacentino che prima ha immobilizzato, insieme a un suo
dipendente, e poi ha fatto fuoco sul ladro. Una caso limite che,
appunto, la Suprema Corte non ha riconosciuto come legittima difesa.
Un deputato dell’opposizione venezuelana Freddy Superlano e
il suo assistente Carlos José Salinas sono stati avvelenati durante un
cena in un ristorante della città di Cúcuta in Colombia. Salinas è morto
mentre Superlano è stato ricoverato in un ospedale della città in
condizioni molto serie.
«Il governo terrà: anche dopo le Europee. Ho visto che Fitch ci classifica come Paese stabile con prospettive negative legate soprattutto all’instabilità politica;
addirittura ipotizza elezioni anticipate in questo 2019. Sinceramente,
questa instabilità non riesco proprio a vederla. Per questo rimango
convinto che andremo avanti. La spinta per il cambiamento e le riforme
non si è ancora esaurita». Alla vigilia del suo viaggio in Africa,
Giuseppe Conte scansa con una punta di fastidio le previsioni diffuso
l’altro ieri dalla società di rating. Meglio: prende atto di quelle
economiche, ma respinge quelle politiche. «Se parliamo di previsioni di
natura politica, l’opinione di Fitch vale quanto altre analisi politiche
che correntemente si fanno», sottolinea il presidente del Consiglio.
Non sembra proprio rassegnato all’idea che la sua maggioranza litigiosa si prepari a frantumarsi. Significa
che o da Palazzo Chigi la visione delle cose tende a allontanarsi dalla
realtà, o che la realtà è meno fosca dell’immagine che se ne ha. «Passo
lunghe ore a lavorare a Palazzo Chigi», spiega Conte. «Ma viaggio anche
molto per l’Italia. E credetemi: la voglia di archiviare la vecchia
politica e i vecchi partiti non solo rimane intatta ma in questi mesi si
è consolidata, nell’opinione pubblica. D’altronde, mi pare che i
sondaggi ci diano un consenso alto, inusuale nello stesso contesto
europeo. Non può essere un caso o un errore». Danno anche, però, la Lega
di Matteo Salvini oltre il 30 per cento dei voti. E il Movimento Cinque
Stelle, che ha espresso il premier, con consensi in picchiata. Gli
inviti a Salvini dal resto del centrodestra affinché disdica il
«contratto per il governo del cambiamento» stanno diventando pressanti.
Anche queste prospettive, tuttavia, non riescono a scalfire la fiducia
del premier in carica. Se teme qualcosa, lo nasconde bene, dietro parole
serafiche.
Con
domani, saranno cinque i giorni che mancano all’entrata in vigore del
sistema bonus-malus che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe
agevolare la sensibilità e le scelte degli automobilisti verso la
mobilità green.
Ebbene, a pochi giorni dal via a un provvedimento per nulla
piaciuto al settore, costruttori e concessionari brancolano nel buio. La
confusione è totale a causa dell’assenza delle modalità relative
all’erogazione degli ecobonus e su come si dovrà pagare l’ecotassa.
“I movimenti antagonista ed anarchico estrinsecano la loro attività nei Centri Sociali Autogestiti,
diversificati fra loro in ragione dei diversi indirizzi
politico-ideologici delle varie componenti organizzative accomunate
dalla gestione di uno spazio pubblico quale luogo di aggregazione per
attività d’area”.
Il Viminale, con una nota e una mappa, traccia così il quadro della situazione.
E mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini torna ad annunciare col pugno di ferro tolleranza zero per i violenti, il suo dicastero mette nero su bianco i 165 centri sociali attualmente attivi in Italia. Di questi, 87 sono in posizioni di legalità, mentre 78 sono occupati abusivamente. Insomma: quasi la metà è fuori legge. (Guarda il video )
“Regina elegante e discreta”, “icona di raffinatezza, compostezza e grazia”: sono solo alcune delle frasi postate in queste ore su Twitter dopo la morte a Torino di Marella Agnellii. Figlia di Filippo Caracciolo Principe di Castagneto e di Margaret Clarke, la vedova di Gianni Agnelli se n’è andata all’età di 92 anni.
ROMA – Quasi un milione e mezzo di sardi,
1.470.463 elettori, si reca oggi alle urne per scegliere il presidente
della Regione e i sessanta consiglieri del Consiglio regionale. Lo
faranno in 1800 seggi dalle 6,30 fino alle 22. Pastori permettendo
perché hanno minacciato più volte di bloccare le urne come
forma estrema di lotta nello scontro che li vede impegnati da giorni
sul prezzo del latte. Ma per conoscere l’esito della sfida bisognerà
aspettare domani, quando inizierà lo spoglio.
Per la prima volta i sardi si confronteranno con la doppia preferenza di genere e potranno indicare nella scheda due nomi di candidati, un uomo e una donna della stessa lista. È previsto anche il voto disgiunto: si può votare per una lista e allo stesso tempo scegliere un candidato presidente di un altro schieramento. Vincerà il candidato che prenderà più voti, mentre chi arriverà secondo entrerà di diritto all’Assemblea regionale.
Si contendono realmente la vittoria il candidato del centrodestra unito Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d’Azione, attualmente senatore leghista, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, sostenuto da tutto il centrosinistra isolano e Francesco Desogus, indicato dal Movimento Cinque Stelle.
La tensione sulle frontiere venezuelane si sta trasformando in scontro aperto, con le milizie fedeli a Nicolas Maduro che sparano lacrimogeni e proiettili di gomma sui dimostranti per impedire il passaggio degli aiuti internazionali. Un’escalation crescente, che segna l’isolamento del regime ma anche la sua volontà di difendersi con tutti i mezzi. Il bilancio del sabato di fuoco è drammatico. Ci sarebbero stati 285 feriti tra i dimostranti che sostengono Juan Guaidò, il presidente autoproclamato.
A far crescrere la tensione anche la notizia, riportata dalla BNO un’agenzia di stampa olandese e ripresa dal Daily Mail, secondo la quale Freddy Superlano, uno degli oppositori a Maduro, è stato avvelenato in un ristorante di Cucuta, una città vicino al confine con il Venezuela. Freddy Superlano, avvocato, sarebbe in gravi condizioni. Il suo partito, guidato da Juan Guaido, ha confermato che il cugino e l’assistente Carlos Surinas di Superlano sono morti nella stessa circostanza. Sul caso indagano le autorità colombiane.
A Santa Elena de Uairen, sul confine brasiliano, i “colectivos” composti da irregolari chavisti hanno tirato ad alzo zero sui manifestanti, in gran parte membri delle comunità indigene Pemon, usando anche pallottole vere. Il giornale brasiliano O Globo parla di quattro morti, un numero confermato da Alfredo Romero, direttore della ong Foro Penal. Tra le vittime, un ragazzo di 14 anni.
ROMA – Un «piano shock»
per far ripartire l’economia. Vincenzo Boccia, presidente della
Confindustria, propone di aprire subito i cantieri delle opere già
finanziate. «Il che — spiega in questa intervista — non avrebbe alcun
impatto sul deficit pubblico e creerebbe centinaia di migliaia di nuovi
posti di lavoro».
Presidente, Fitch ci ha graziati
confermando il rating ma descrivendo uno scenario negativo e impietoso:
aumento del debito, difficoltà delle banche, scarsi investimenti e
soprattutto rischio di elezioni anticipate. Il governo ha interpretato
la conferma del rating come il riconoscimento della solidità della
nostra economia. Lei cosa pensa?
«Siamo di fronte a un oggettivo ed evidente rallentamento dell’economia —
globale, europea, tedesca — e i dati di dicembre e gennaio ci
confermano che purtroppo subiamo quest’andamento più di tutti. Negare
l’evidenza e la realtà non serve. Esserne consapevoli è la precondizione
per reagire quanto prima».
Quanto prima cosa vuole dire? Prima delle elezioni europee di maggio?
«Vuol dire fare presto, assolutamente prima del voto».